*Sweet
Eighteen*
Capitolo 2:
Cani da Guardia
Dopo che si furono asciugati al sole tiepido del mattino e rivestiti,
Heric infilò a forza le grosse coperte insabbiate nel suo zaino e se lo mise su
una spalla, tenendolo con una mano, mentre l’altra si sporse inconsciamente
verso Sana, che la strinse. Si diressero insieme verso la moto nera di Heric, e
prima che Sana potesse protestare, il ragazzo le cacciò in testa un casco rosso,
e allacciò la cinghia sotto il mento. Sana sbuffò, fingendosi innervosita, ma
bastò un’occhiata di Heric, che faceva finta di essere triste, per farla
sciogliere e stringergli ancora di più una mano. Heric ghignò soddisfatto e salì
a cavalcioni sulla moto, seguito a ruota dalla ragazza, che si tenne stretta ai
suoi fianchi ancor prima che partisse.
“Hai fame?” le gridò Heric contro il vento. “Se vuoi ti porto a far
colazione, prima di accompagnarti a casa”. “Sì!!” gongolò Sana “Ho una fame da
lupo! Segui le mie indicazioni, ti porto io in un bel
bar”.
Erano solo le 10 di domenica mattina quando arrivarono sgommando davanti
al cancello di casa di Sana. Heric fece per scappare, non voleva incontrare la
madre di Sana, l’avrebbe sicuramente messo in imbarazzo, lei era fatta così,
ma... Sana lo fulminò con lo sguardo e lo obbligò a scendere dalla moto e lo
spinse fin di fronte al campanello.
Sospirando, Heric premette l’indice sul
campanello.
La porta si aprì quasi istantaneamente, come se la madre li stesse
aspettando nascosta dietro di essa. Seduta sulla sua immortale macchinina rossa,
aveva in mano un aggeggio allungabile che le era servito per abbassare la
maniglia da quella distanza, e nell’altra una sofisticata macchina fotografica
digitale, con la quale li flashò quattro volte prima che loro potessero reagire
alla sorpresa, mentre il piccolo ospite fra i suoi capelli si godeva una jacuzzi
in miniatura illuminato da una lampadina
abbronzante.
“Mamma! Ma che fai?? Sono un disastro, non vedi che capelli ho? Cancella
subito quelle foto!!” le intimò Sana.
“No no, assolutamente!” cinguettò la signora Smith “La mia bambina è
cresciuta, devo immortalare l’evento!!”
Ecco, pensò Heric. Sentì le sue guance scaldarsi e colorarsi. Aveva fatto
presto a farlo arrossire.
Anche Sana era arrossita, ma non sembrava a disagio. Scoppiò a ridere
mentre la madre continuava a flasharli e fotografarli senza pietà. “Heric
insomma SOR-RI-DI!” mugugnò disperata la donna. Heric simulò un sorriso
tiratissimo, alla vista del quale la mamma di Sana scosse la testa tragicamente
e si rassegnò: “Eri meglio imbronciato”
Sana rise ancora, di quella sua risata cristallina e piena di vita, ed
Heric sentì il suo cuore sciogliersi di sollievo e felicità. Era troppo bella
per essere vera. In quel momento sentì di nuovo il click della macchina
fotografica e fu accecato dal flash. “Ecco, quella sì che era una faccia
contenta” gongolò soddisfatta la signora Smith dalla sua macchinina, ed Heric
non potè fare a meno di notare quanto Sana le assomigliasse, anche solo nel modo
di gongolare. E sorrise di nuovo.
***
In quel momento, dalla porta della sala da pranzo apparve Robby, che
ancora dopo tutti quegli anni era il manager e migliore amico di Sana... dopo
Heric, naturalmente. Sana gli sorrise radiosa, gli andò incontro e lo abbracciò
di slancio, scoccandogli un bacio sulla guancia. Robby invece la scrutava
preoccupato, con la testa leggermente inclinata e la fronte corrugata, e
chiedeva: “I fan ti hanno dato fastidio?”
“No, Robby” lo tranquillizzò Sana “Heric ha trovato un posticino
nascosto, una baia bellissima, e ci siamo andati in moto stando attenti che non
ci seguissero, e io avevo anche il casco. Non ci ha trovato nessuno” concluse
trionfante. “Però hai i capelli bagnati” sibilò lui scrutandole la testa
“Prenderai un raffreddore... vai a farti un bagno caldo, che ne
dici?”
L’idea piacque un sacco anche a Sana, che sorrise maliziosa ad Heric:
“Vieni con me?” Heric si sentì di nuovo in imbarazzo, e farfugliò qualcosa di
incomprensibile, sotto gli sguardi accusatori di mamma Smith e di Robby. Sana
rise forte e gli disse: “Scherzavo, Heric,
scherzavo”
Heric si tranquillizzò, anche se una vocina nel suo cervello piagnucolava
la sua delusione per il mancato bagno con Sana. Sana lo notò nel suo sguardo e
gli fece l’occhiolino: “Quando i miei cani da guardia se ne
vanno....”
Robby la fulminò con lo sguardo e le intimò: “Ricordati di compilare
appena puoi le domande per i college, te ne ho stampate circa una
ventina”
“Robby” sospirò Sana “io...”
Robby la zittì con una occhiataccia comica, che doveva sembrare molto
spaventosa, poi si rivolse a Heric: “Se riuscite a staccarvi l’uno dall’altra
per qualche ora, forse riuscirò a fare il mio lavoro e formare culturalmente e
professionalmente questa peste che mi ritrovo come datore di
lavoro”
Sana lo ignorò e si rivolse a Heric: “Quando
vieni?”
Lui le sorrise piano e le sussurrò: “Stasera ti porto in un bel posto.
Pronta alle 9, ok?”
“Signorsì, signore!” Sana imitò il saluto militare e gli schioccò un
bacio su una guancia, poi corse su per le scale, ma a metà si fermò per
guardarlo di nuovo e gli sorrise dolcemente.
Heric si inchinò alla signora Smith e salutò Robby con un gesto della mano, poi si diresse verso la moto. Mise il casco rosso, e partì sgommando.
Scusate,
è troppo corto, lo so... Vedrò di allungare un po’ i capitoli, spero di aver
abbastanza tempo per aggiornare con regolarità... Intanto sapete che potreste
fare per me? Lasciate un piccolo commentino, un segno della vostra lettura...
Cercherò di migliorare solo se voi mi dite dove sbaglio :D Grazie a tutti...
Fede
alias BlackPearl_uaooo
Piccolo
Spoiler del Terzo Capitolo:
“Gli occhi sgranati di Heric si persero un attimo nel vuoto, prima che
lui stesso, al sentire un dolore lancinante al petto, si perdesse nel
vuoto.”