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Autore: Xenebe    24/11/2009    8 recensioni
Questa storia prende avvio dall'abbandono di Edward in New Moon. Non ci sono i licantropi, non c'è Jacob... solo una Bella ancora più distrutta dal dolore. Edward non è mai tornato a Forks preferendo serbare in solitudine il ricordo della sua amata. Come lo ritroveremo tra 151 anni? E chi è Lizzie?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Bella POV

                                                                       Prologo

  

Avevo passato mesi senza mangiare e senza dormire, non potevo più frequentare la scuola.

Passavo tutte le mie giornate tra le coltri che profumavano ancora di lui.

Non volevo che nessuno entrasse nella mia camera per non perdere il suo profumo.

Sentivo le discussioni del dottore: parlava di catatonia. Era come se fossi entrata in coma: ascoltavo tutto ciò che succedeva intorno a me, senza però riuscire ad interagire.

Venivo alimentata e idratata tramite flebo.

La mia camera era divenuta una stanza d’ospedale, non volevo lasciarla nemmeno per i bisogni più impellenti: avevo paura che in quel momento lui potesse arrivare e non trovarmi.

Tre volte al giorno un infermiere dell’ospedale veniva ad occuparsi di me: era stata una richiesta di Carlisle prima di partire, ufficialmente per l’assolata Los Angeles.

Dopo i primi 4 mesi di clausura auto inflitta, mia madre decise di tornare a Forks e di trasferirvisi per starmi più vicina. Ma la sua presenza mi infastidiva soltanto, anche più di quella di mio padre.

Un giorno sentii delle urla provenire dalla cucina: Charlie, Reneè e Phil stavano litigando selvaggiamente, mia madre voleva portarmi via da Forks e da quella casa pregna di ricordi, ma mio padre cercava di spiegarle che aveva già provato a spedirmi da lei a Jacksonville, ed era solo servito a scatenare una mia crisi isterica.

Alla fine grazie all’intervento dell’infermiere mandato da Carlisle decisero di cercare un compromesso con me: mi avrebbero permesso di stare chiusa nella mia stanza da sola a patto che due volte a settimana mi recassi da uno psicologo, altrimenti mi avrebbero portato via da Forks di peso e Charlie avrebbe venduto la casa.

Fui costretta ad accettare.

Sarei dovuto stare attenta a quello che dicevo, se avessi detto:- Non so come vivere senza di lui che era tutta la mia vita perché avevo deciso di vivere con lui per l’eternità facendomi trasformare in un vampiro come lui!- mi avrebbero sicuramente internato. Per fortuna grazie alla mia riluttanza a raccontare ad un estraneo tutto il mio dolore, non dovei sforzarmi molto per selezionare quello che dicevo.

 

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Capitolo 1

Passarono altri 7 mesi tra i miei genitori e la terapia.

Venni dichiarata guarita dal dottore e durante le ultime sedute di terapia arrivò l’inizio di settembre.

Per il mio compleanno mia madre decise di farmi un regalo molto particolare anche se non richiesto, ma nei mesi di terapia, lungi dall’essere guarita, ero diventata molto brava a fingere, cosicché riuscì a sembrare sorpresa e addirittura impaziente.

Il regalo consisteva in un viaggio in Italia, in toscana, con lei e Phil; Charlie aveva declinato l’invito.

Era il 10 di settembre quando prendemmo l’aereo da Seattle e dopo ore di volo, atterrammo a Firenze. Trascorremmo i giorni in giro per le bellezze della Toscana.

Arrivò il giorno del mio compleanno, il 13 settembre, per quel giorno Phil aveva organizzato una visita alla splendida Volterra.

Passammo la mattina in giro per la città e, mentre passeggiavamo davanti palazzo dei priori e mi muovevo alle spalle di Reneè e Phil come un fantasma, con un sorriso ebete stampato sul volto, sfiorai una mano gelida. Per un attimo piombai nella disperazione ed ebbi una smorfia di dolore voltandomi ma sapevo che non poteva essere lui, di certo non c’era nessun motivo per cui fosse lì e in ogni caso, non avrebbe mai corso il rischio di palesare la sua presenza.

Mi volto nuovamente sentendo lo sguardo di mia madre e “aggiusto” la mia espressione.

-Tesoro tutto bene?-

-Sì, mamma- dico forzando un sorriso.

 

Torniamo in albergo e andiamo nelle nostre camere.

Dopo una mezz’oretta mia madre spunta nella mia camera dal nulla, mi sembrava di rivedere Alice quando si comportava così, e mi sventola avanti agli occhi un biglietto per un’opera lirica.

-Che ne pensi, tesoro?-mi chiese entusiasta

-In realtà mamma non ne avrei molta voglia…-

-D’accordo Bella, non fa nulla, faremo qualcos’altro-, da quando il medico aveva intimato ai miei genitori di non obbligarmi a distrarmi con la forza ma di lasciarmi libera di decidere, potevo semplicemente rifiutare ogni offerta che mi veniva fatta, anche se di solito preferivo assecondare i desideri altrui, ma quel giorno ritrovarmi con tutta quella musica, mi avrebbe ricordato troppo lui.

-Mamma non ti preoccupare andate a divertirvi.-

-No, non ho intenzione di lasciarti da sola in albergo!-

-Ma io non ho detto di voler rimanere chiusa in albergo, sarebbe deprimente!- in realtà era proprio quello che volevo fare- Pensavo di fare una passeggiata in giro per la città.-

- D’accordo allora!-disse avendo riacquistato l’entusiasmo.

 

Era passata un’ora da quando Reneè era entrata nel teatro ed io gironzolavo per la città.

Decisi di sedermi su una panchina riflettendo. A un tratto venni come folgorata: sicuramente quella mattina non mi era passato lui vicino, ma come avevo potuto io, io che conoscevo la realtà, non capire che c’era qualcosa di pericoloso?

Mi guardai intorno: ero in una stradina completamente isolata e il mio odore era una tentazione…

Decisi di alzarmi e tornare in albergo, ma all’improvviso sentì una mano gelida dietro la nuca.

 

 

 

 

 

Salve, dopo aver scritto per anni (almeno 5, nonostante non sia molto “vecchia”)senza aver trovato la forza di mandare i miei scritti in stampa, ed essere approdata in efp un anno fa per sbaglio (sindrome da “datemi informazioni sulla saga di Twilight”, dopo aver letto tutta la saga in 5 giorni), mi sono lasciata convincere a pubblicare questa fan fiction (che è quasi del tutto scritta), per avere un parere obiettivo e non parziale sulle mie idee e sul mio stile. Fatemi sapere cosa ne pensate.

 Se è così terribile ditemelo, la cancello.

Kiss kiss,

                                                                        Serena.

   
 
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