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Autore: De 220989    27/11/2009    0 recensioni
Avalon Black era una ragazza sui 14 anni, i lunghi capelli corvini arricciati le ricadevano sul viso abbronzato, gli occhi castani erano intenti a leggere il suo libro preferito: “Il dolce frutto”. Aveva un fisico alto e snello, che aveva preso dal padre che in quegl’anni era rinchiuso ad Azkaban, aveva mani curate con lunghe unghie dipinte di un rosa pastello. E i suoi lineamenti erano simili a quelli della madre defunta, ma per sua fortuna Avalon né possedeva una foto, di quando la madre era ragazzina…
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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My little pony(me EMO!), no scherzo… scusate x il capy precedente…. Non ho messo l’ htmp( se si scrive così).. scusate ma non ho abbastanza spazio nel pc, perché è dell’antiguerra quindi, siate clementi e scusatemi tantissimo!!!… ora vi lascio al capitolo… eravamo rimasti che lei sognava… quindi… buona lettura… Il grosso cane nero mi aveva fiutata, io ero inerme, ero disperata, persa da sola. Il muro a cui ero attaccata mi faceva da ostacolo, il grosso cane nero si avvicinava, e io come una preda ero presa dalla disperazione. Erano solo pochi passi che mi separavano dal cane. E come una bambina mi misi a piangere. Il cane si fermò quando una mia lacrima lo toccò. Si stava trasformano, il cane subiva una metamorfosi, si stava trasformando in uomo. Le lacrime cessarono. - AVALON!- Draco mi scuoteva molto forte. La mia fronte era imperlata di sudore freddo. - Stai bene?- mi chiese scuotendomi ancora dalle spalle. -S-si… mai stata meglio…- sorrisi incerta. - Perché ieri non sei andata a dormire nel dormitorio?-chiese sedendosi sul bracciolo della poltrona. - Non lo so… dovevo fare una cosa…-dissi alzandomi. - Perché non vai su, ti fai una doccia e dormi ancora un po’…? hai una faccia…- disse preoccupato. -Si, forse è meglio…- dissi incamminandomi per il dormitorio. D’un tratto mi fermai. –Draco che ora è?- -Le 5.30- -Cosa ci fai tu in piedi a quest’ora?- -Ni-ente… vai…- mi disse. Salii per le scale e una strana fragranza di mora e lampone si impossessò delle mie narici. Daphe e Pansy odoravano così. Aprii la porta e quattro ragazze stavano dormendo sui loro letti… solo uno era vuoto, il mio! Sul solito letto c’era il solito baule, era tutto precisamente in ordine. Virai meccanicamente alla mia destra e aprii il baule, presi mutande e reggiseno e mi diressi in bagno. Dopo la doccia mi sentivo meglio, la sensazione di stranezza se n’era andata insieme al sudore che adornava la mia fronte. D’un tratto le mie guancie si tinsero di scarlato. -Ragazze, come mai sveglie a quest’ora?- domandai mettendomi un asciugamano sulle nudità. - Bhè io sono sveglia, Dap finge!- disse Pansy alzandosi dal letto. I corti capelli corvini erano spettinati e gl’occhi arrossati. –Tranquilla, non mi vergogno di vederti nuda, approposito, hai un bellissimo corpo…- disse esaminandomi affondo –bei capelli- mi alzò una ciocca bagnata –e splendidi occhi, sono tornati normali?- -Ehm, no veramente ieri mi sono dimenticata di..mmm… farmeli tornare normali…!- esclamai riferendomi alle lenti a contatto. - E i capelli?- chiese curiosa. -Ah, si quelli tornano normali dopo una doccia calda…- -Fico!- e Pansy si avviò per il bagno… * Mi ero appena asciugata e vestita quando Daphe si svegliò, i lunghi capelli biondi le ricadevano sulla schiena in una mezza coda spettinata. Gl’occhi erano gonfi e arrossati, e dalle labbra né uscì un flebile “Buongiorno”. - Come hai dormito?- domandai specchiandomi. -Bene, tu?- mi domandò mezza curiosa e addormentata. - Bhè lei a quanto pare non ha dormito…- sogghignò Pansy uscendo dal bagno.- Sembra che questa sera Dray si sia dato da fare!- -Cosa!?!- esclamai io. - Non sei tornata ieri notte!- mi disse Pan. -Cosa!?!- continuai a chiedere. - Ieri la nostra Avalon, ha fatto l’amore!- -COSA!?!- domandai più stupita di stupita che mai –ma ti sei fumata il cervello e tutti i neuroni??- chiesi pretendendo una risposta soddisfacente. -Insomma, ieri a cena, mi sembrava che fosse in vena… vi siete pure baciati!- affermò togliendosi l’asciugamano e vestendosi. - Ma che diavolo significa?- la pietra che portavo al collo si colorò di verde mela. - Innsomma… e.. ovouio, che siete andoti a lettu…- rispose Daphe uscendo dal bagno con lo spazzolino in bocca. -Ma siamo piccoli!- - E sul treno che avete fatto?- Diventai pallida… - Bhè.. non abbiamo… fatto.. ecco.. sesso!- ribattei rigirandomi il ciondolo tra le dita. - Caspita, Draco è un grande fico, tienitelo stretto…- -Già!- approvò Daphe uscendo dal bagno. I capelli erano pettinati in uno chiffon con un laccetto argentato. * -Credete sia il caso di svegliare le altre?- chiesi io. -No, vedi che si sveglieranno!- * Mentre scendevamo per la Sala Comune una ragazzina con numerosi boccoli castani e occhi blu chiamò Daphe: - Daph!- ci girammo tutt’e tre - Daphe! Mamma ha scritto!- ridisse con il fiatone. - Astoria… che dice?- Astoria assomigliava veramente tanto a Daphe, solo che lei aveva grandi boccoli castani, e una pelle molto più chiara di quella di Daphe, quasi pallida. Aveva lineamenti fieri e portamento un po’ goffo… uno strano abbinamento. Portava con sé una busta color vermiglio. - Bo, non so… c’è scritto sulla facciata: Importante, leggete insieme!- - Bhè, allora andiamo- la prese per mano e la condusse per i corridoi dei sotterranei. - Ragazze ci vediamo a colazione!- disse girando la testa, per poi sparire dietro il muro. - Allora Pan,- sospirai – aspettiamo Draco, Blaise,Theo e Milly o andiamo?- -Andiamo?- -Andiamo!- -Ragazze aspettate!- per la seconda volta ci girammo e il mio angelo biondo si catapultò sulle mie labbra con un bacio a dir poco mozza fiato. Lo scostai :- Non si dice più buongiorno?- -No, è un optional!- scherzò tenendomi stretta in vita. -Blaise e Theo?- chiese Pan incamminandosi. - … allora, Blay ora arriva, mentre Theo si sta… ecco… pettinando!- disse trattenendo una risatina isterica. - Pettinando?- chiesi io stupita. [è già il nostro Theo è un narcisista… però quando l’ho descritto pensavo a un dio greco! XD! E mi sembra giusto che come tale sia: stronzo, bello, astuto e molto molto vanitoso.] -… si.. ha ha ha ha ha!!- Draco non ce la fece e scoppiò a ridere, seguito a ruota da me e da Pansy. Ci incamminammo per la Sala Grande dove, posando lo sguardo sul nostro tavolo, una Daphe triste e un Astoria in lacrime si abbracciavano ripetendosi parole che non arrivarono mai al mio orecchio. Corsi dalla mia amica prendendole una spalla e girandola, mi ero sbagliata non era solo molto triste, era anche in lacrime come la sorella e con un sorriso amaro mi disse:- Tranquilla va tutto bene…!- anche se era in lacrime dei singhiozzi non se ne vedeva traccia, anzi la voce era ferma e decisa, molto insolita dato che la mia migliore amica aveva spesso un tono di voce dolce e amorevole. -Dap, che succede?- chiesi facendole segno di alzarsi; ma la reazione fu diversa… il volto si rabbuiò e gl’occhi le si riempirono di lacrime… -Mio..mio..- disse torturandosi le mani. -Dap, no, per favore!- la implorò Astoria. - Mio…mio.. padre..- alzò lo sguardo sui miei occhi le lacrime le ornavano le guance e le ciglia erano ricoperte di piccole gocce simili a rugiada -è morto!- esclamò amaramente mentre Astoria piangeva con il viso immerso in un fazzoletto. Emisi un sospiro mozzato… l’uomo forte che diverse volte avevo visto, un uomo da splendidi occhi turchesi e una famiglia splendida era morto…- non ci credo!- esclamai tristemente.. ed la bambina dai capelli boccolati mi abbracciò piangendo come una fontana. La strinsi come se fosse la mia sorellina… infondo era un po’ come tale.. le estati quando zia Tonks era in viaggio io restavo o da Daphe o da Pansy o da altri mie amici del Serpeverde.. ma mai avrei pensato che Olaf Greengrass un uomo forte e coraggioso fosse morto. Strinsi forte Astoria e le posai un bacio sulla fronte. Draco mi guardava stupito e soddisfatto, Pansy abbracciava Daphe… Astoria si staccò dolcemente dalla mia presa, asciugandosi gl’occhi con la manica del maglione, poi con uno sguardo riconoscente si sedette e fece colazione. Tutti la seguimmo senza fare parola. La sala lentamente si riempiva di ragazzi arzilli e spensierati.
  
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