Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: danish    01/12/2009    2 recensioni
Sono ormai passati alcuni anni da quando Kei Yuki ha lasciato l'Arcadia, dopo aver combattuto e vinto insieme ai suoi compagni il demone "Noo". Ora vive sul pianeta Minus e si occupa di comunicazioni interspaziali fino a quando improvvisamente uno strano fenomeno sconvolge la sua quotidianità....
(il racconto ed i personaggi si ispirano alla serie OAV "Endless Odyssey").
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harlock, Tadashi Daiwa, Yuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ultimo
Come previsto il tempo cominciò a cambiare. Verso l’alba arrivò un forte temporale preceduto da intensi lampi abbaglianti. L’acqua scrosciava a dirotto e il vento soffiava con forza. Tutti si diressero verso l’Arcadia per terminare il prima possibile le restanti riparazioni.
Kei si svegliò spaventata dal fragore dei tuoni e andò subito alla finestra per guardare fuori: il cielo era completamente nero e il vento increspava il mare creando onde molto alte. ‘non ho mai visto un fenomeno di questa portata da quando vivo su Minus..’ pensò. Poi sentì qualcosa di freddo intorno al collo e si ricordò della catenina che le aveva regalato Harlock la notte precedente. La strinse tra le dita e corse a prepararsi per raggiungere i compagni ed aiutarli. Uscì sulla veranda verso cui, proprio in quel momento, stava arrivando Tadashi: “Kei, torna in casa, il vento è fortissimo!!” le disse l’amico sospingendola all’interno.

Era completamente fradicio di pioggia e fango . “Harlock ti chiede di mandare questa comunicazione ai tecnici che ci hanno aiutato nei giorni scorsi.”.
Kei prese il foglio e lo lesse “..E’ un messaggio di ringraziamento per il lavoro che hanno svolto..” . Il suo cuore si fermò, guardò Tadashi e subito comprese : “…questo vuol dire che sta per partire….”.
Tadashi sospirò e disse “…credo di si…”.
Salirono al piano superiore nella sala delle apparecchiature e trasmisero la comunicazione ai tecnici come richiesto.
“…perché ha mandato te…perché non è venuto personalmente a portare questo messaggio?” chiese Kei.
“…forse perché temeva di influenzare la tua libertà di decidere per il tuo futuro….” rispose serio Tadashi.
“…allora per questo non è rimasto con me stanotte….” disse a bassa voce Kei.
“…rimasto dove?? vuoi dire che…??” chiese incredulo Tadashi .
“…che vai a pensare? No, non è successo niente ….” concluse lei.

Scesero al piano inferiore . “Devo tornare, tra meno di un’ora decolleremo…” disse Tadashi.
“Salutiamoci qui allora…” rispose Kei.
“…c-come??....preferirei farlo sull’Arcadia….ma credo di aver capito dalle tue parole…che non partirai con noi, vero?” disse con un filo di voce Tadashi.
“…abbi cura di te, amico mio. Anzi….se me lo permetti, d’ora in poi vorrei pensare a te come ad un fratello….” gli disse con affetto.
“..certo…è davvero un onore per me, sorella….” rispose Tadashi commosso. Si abbracciarono scambiandosi la promessa che si sarebbero sempre mantenuti in contatto.
“devo andare…ma se tu cambiassi idea….ti ho lasciato una macchina con cui potresti raggiungerci nel bosco in meno di un quarto d’ora…”.
“..non verrò….Harlock non me lo ha chiesto….” .
“…solo perché vuole che sia tu a decidere della tua vita…ricordatelo!”.
“Grazie dei tuoi preziosi consigli….Buona fortuna!”  furono le ultime parole di Kei prima di rientrare in casa e chiudere la porta alle sue spalle.

Tadashi poco dopo tornava sul ponte dell’Arcadia dove Harlock sedeva già sulla sua poltrona, con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sul petto, pronto alla partenza.
“Harlock, come hai chiesto, Kei ha mandato il messaggio di ringraziamento ai tecnici….”. Harlock aprì l’occhio e lo guardò in attesa forse di sentire qualche altra notizia. Tadashi gli si avvicinò titubante “…credo che Kei non verrà….mi dispiace…” mormorò. Tutti si guardarono intorno mentre l’atmosfera si faceva gelida. Harlock si alzò in piedi e disse con tono deciso : “rispetteremo il programma….tra mezz’ora partiremo da Minus. Tutti ai vostri posti.”  Si avvicinò al timone e ordinò : “Yattaran visualizza sullo schermo centrale il centro di comunicazioni!” . Detto fatto sullo schermo gigante apparve l’immagine del centro “Ingrandisci l’immagine in corrispondenza del piano superiore!” Yattaran eseguì immediatamente. Sullo schermo si vedeva il centro comunicazioni avvolto dalla tempesta ed una luce accesa nella sala operativa. “Yattaran, ho detto ingrandisci l’immagine!” Tuonò nuovamente Harlock. “…mi dispiace capitano ma gli strumenti non funzionano ancora a pieno regime…” balbettò il primo ufficiale.  Meeme si portò in fianco al capitano e appoggiando lievemente la mano sul suo braccio gli disse : “ Harlock….mantieni la calma….”. Lui la guardò e, sapendo che aveva ragione, si tranquillizzò. Tornò a sedersi sulla sua poltrona senza parlare. ‘…ha davvero deciso di non venire..?..’ si domandava mentalmente.

Nel frattempo Kei, nella sala operativa del centro, ripensò a quello che era successo tra lei e il capitano. Doveva prendere una decisione : partire o restare. Mille domande affollavano la sua mente mentre camminava nervosamente  avanti e indietro per la sala : Poteva permettersi di perdere quell’unica occasione ? Non stava aspettando da una vita che lui le dimostrasse interesse ??
Accese il monitor e cercò di sintonizzarsi sull’immagine dell’Arcadia, ancora ferma nel bosco.
‘ sono ancora lì....’ pensò, provando un tuffo al cuore.

Un lampo accecante fece saltare la corrente del sistema centrale e tutto si oscurò. “ ci mancava anche questa!!” sbottò Kei in preda alla confusione totale. Scese in fretta le scale ed uscì all’aperto per andare ad avviare il generatore d’emergenza che si trovava in un capanno distante pochi metri. La pioggia cadeva torrenziale ed il vento fischiava furiosamente. Kei vide a pochi passi da lei l’auto che le aveva lasciato Tadashi ma proseguì verso il capanno. Entrò e spinse il pulsante che accendeva tutto l’impianto ma non accadde niente. “Accidenti!! Ma che sta succedendo!??!” riprovò e questa volta il generatore entrò in funzione illuminando tutto . Uscì dal capanno per rientrare al centro, passò nuovamente accanto a quell’auto, si fermò alcuni istanti indecisa sul da farsi. Un altro fulmine rischiarò il cielo riflettendo la sua immagine sui vetri bagnati.
Sentì improvvisamente un rumore sordo ‘…che succede? Sembra il rombo di un motore…’ pensò tra sé e sé realizzando istantaneamente che erano i motori dell’Arcadia accesi per prepararsi al decollo. Aprì d’impulso lo sportello dell’auto e vi saltò sopra mettendola in moto : ‘forse sono ancora in tempo….devo far presto!!. L’auto sfrecciò a tutta velocità in direzione del bosco mentre la tempesta continuava a imperversare.

A bordo tutti erano pronti ai loro posti. Attendevano solo l’ordine del Capitano, il quale sembrava temporeggiare. “Capitano se aspettiamo un altro po’ non potremo più decollare con questa perturbazione in atto!!” disse Yattaran sperando di non venir colpito in fronte da un colpo della pistola di Harlock . “E’ vero. Devi deciderti!” aggiunse Tadashi, anche se in cuor suo sperava che avrebbero aspettato ancora un po’ e che Kei li avesse raggiunti.
Harlock si alzò, raggiunse la ruota del timone e la afferrò saldamente rimanendo in silenzio. “Possiamo aspettare ancora un po’….la tempesta non peggiorerà, lo sento!” disse Meeme in suo soccorso .

Nel frattempo Kei guidava all’impazzata per arrivare in tempo quando un albero, colpito da un fulmine, cadde proprio in mezzo alla strada che stava percorrendo. “Maledizione!!!” gridò sentendo la disperazione aumentare dentro di sé. Frenò bruscamente e scese a verificare la situazione.  L’albero era enorme e occupava l’intera strada con le sole fronde; non avrebbe mai potuto andare oltre con l’auto. Cercò di essere razionale e di trovare una soluzione ma davanti a se vedeva solo quell’ostacolo insormontabile. Provò allora a scavalcare i rami per arrivare dall’altra parte ma la pioggia rendeva tutto tremendamente scivoloso. Ne oltrepassò alcuni e poi altri ancora ma  rimase impigliata con la camicia; per liberarsi fu costretta a strapparne una parte. Era completamente fradicia dalla testa ai piedi ma non si diede per vinta continuando a passare in mezzo ai rami. Finalmente ne fu fuori , si asciugò il viso con le mani e cominciò a correre a perdifiato. Inciampò e cadde nel fango diverse volte ma si rialzò decisa a raggiungere il suo obbiettivo. Purtroppo l’Arcadia non era così vicina come sperava. ‘….ti prego, aspettami….’ era l’invocazione che ripeteva mentalmente continuando la sua marcia forsennata.

Gli ufficiali cominciavano a dar segni di impazienza: “Capitano….dobbiamo partire…” disse uno di loro. “…è vero, siamo tutti pronti!” si unirono in coro gli altri.
Harlock spazientito rispose: “faremo come volete. Preparatevi al decollo!” poi si rivolse a Yattaran e gli ordinò “ Decidi tu la rotta. Ti affido il comando.” . Uscì dal ponte come una furia seguito da Tadashi “..Harlock!! dove stai andando?!” gridò rincorrendolo. Si stava incamminando lungo il corridoio che portava verso l’hangar dove sostavano alcune navette.
“ma che vuoi fare?” chiese Tadashi intuendo le sue intenzioni.
“vattene, mi stai facendo perdere tempo!” gli rispose duramente.
“non puoi andare a prenderla! Con questo tempo non ce la farai mai!!!” gli disse Tadashi sbarrandogli il cammino.
Harlock lo fulminò con un’occhiata tagliente: “levati!!” gli intimò.
“….se avesse voluto venire con te,  sarebbe già stata qui non credi??..” si azzardò a dirgli Tadashi.

Nell’udire quelle parole un espressione di dolore profondo gli attraversò per un attimo il viso : “ ti stai sbagliando….” sibilò Harlock.
“Credo che Tadashi abbia ragione….” Intervenne Meeme che si trovava nelle vicinanze.
Tadashi si spostò e e scusandosi si spiegò meglio: “…intendevo dire che dobbiamo rispettare la sua scelta….”.  Pochi attimi dopo si sentì una vibrazione . Yattaran aveva dato l’ordine : l’Arcadia stava decollando da Minus. Tadashi tornò di corsa sul ponte di comando per raggiungere la sua postazione ma scivolò sul pavimento bagnato del corridoio. ‘ accidenti! Per poco mi rompevo l’osso del collo!! Ma come può esserci del fango qui???’ imprecò mentalmente mentre si rialzava. Per un attimo gli balenò un pensiero in testa ma riprese subito la corsa verso la sua destinazione.

Harlock tornò sui suoi passi sentendosi come un leone in gabbia. “Andiamo, ti accompagno alla tua cabina….non perdere la speranza!” gli disse Meeme con affetto.
Giunsero davanti alla sua stanza : “…vorrei rimanere solo…” mormorò mentre entrava.
“…come desideri…” rispose Meeme.
Harlock varcò la soglia e richiuse la pesante porta; mosse alcuni passi togliendosi il mantello e i guanti che gettò sulla sedia. Sganciò anche il cinturone con pistola e spada laser appoggiandolo sulla scrivania. Poi si lasciò cadere sul letto, si portò le mani al capo e chiuse l’occhio, sentendosi sconfitto dal destino.

Poco dopo la porta della sua cabina si aprì nuovamente .
Senza muoversi Harlock disse: “…Meeme, ti avevo chiesto di lasciarmi solo….”.
“….chiedo scusa per il ritardo….ho avuto un paio di inconvenienti…”
Nell’udire quella voce Harlock balzò in piedi incredulo : davanti a lui c’era Kei, infangata, con i vestiti strappati , i capelli arruffati e completamente inzuppata. “…non avrai creduto di andartene lasciandomi qui, vero?..” aggiunse con un sorriso, vedendolo così attonito. Harlock corse verso di lei e l’abbracciò stringendola con forza. Vide che aveva graffi ovunque e accarezzandole dolcemente il viso le chiese “ …che cosa ti è successo?” Si rese subito conto però che Kei era esausta ; la sollevò tra le braccia e la portò verso il letto dove la fece sedere. Le si inginocchiò di fronte e cominciò a sbottonarle la camicia; doveva toglierle gli abiti perché così fradicia rischiava di prendersi un malanno. Afferrò la coperta e gliela avvolse tutta intorno. Lei , imbarazzata e arrossendo,  non si mosse mentre lui la spogliava.  Si strinse nella coperta e poi cominciò a raccontare:
“…uno stupido albero è caduto sulla strada….ho abbandonato l’auto e sono arrivata qui di corsa ma l’Arcadia stava già decollando…per fortuna qualcuno ha riaperto l’hangar  per un istante permettendomi di salire a bordo…” spiegò Kei.
“…. l’hangar ? ” ripetè Harlock, realizzando immediatamente che poteva essere stato unicamente il computer centrale.  Ringraziò mentalmente il suo caro amico che anche questa volta lo aveva capito e aiutato.
“ mentre correvo…pregavo che mi aspettassi…” aggiunse Kei circondando con le braccia il collo di Harlock e stringendosi a lui.
 “Qualcuno ha esaudito le tue preghiere….” rispose ricambiando l’abbraccio.
“…sei sicura della scelta che hai fatto? In fondo decidere di tornare qui significa rinunciare alla stabilità che può offrire un qualunque pianeta…..per vivere su una nave in continuo spostamento…senza una meta precisa….”. Le chiese Harlock.
“Ne sono sicura.” Rispose lei senza esitazione.
 “Bene. Vorrei che trasferissi qui, nella mia cabina, le cose rimaste nel tuo vecchio alloggio sull’Arcadia…..ti voglio al mio fianco sul ponte durante le emergenze,  ma soprattutto….. vorrei trovarti qui nei momenti di  tranquillità…”.
Kei non credeva a ciò che aveva appena udito. Quelle parole per lei rappresentavano una dichiarazione d’amore in piena regola, la realizzazione del suo sogno più segreto.
“….consideralo già fatto….purtroppo tutto quello che ho…lo sto indossando….cioè praticamente niente!!” rispose guardando la coperta che aveva sulle spalle e rendendosi conto quasi subito che quella frase poteva suonare come una dolce provocazione.
 Harlock si alzò e raggiunse la porta che chiuse a chiave. Tornò lentamente verso Kei e sedendosi al suo fianco le disse : “…ad essere sincero….devo dire che non ti sta un granché bene….”.
Le fece scivolare la coperta lentamente fino ai fianchi, soffermandosi ad ammirare la sua pelle candida. “….abbiamo tempo prima di arrivare al pianeta di Tadashi…”
“….farò in modo che questo viaggio non ti annoi….” gli rispose lei con sguardo seducente.

Alcune ore più tardi l’Arcadia atterrò sul pianeta Lyra .
“…ed ora chi va ad avvisare il capitano?? Arrabbiato com’era ….” Disse Yattaran.
“….ci andrò io…..” rispose Tadashi “….e se riesco a non farmi sparare anche questa volta, potrò tornare al mio laboratorio…” concluse sospirando.
Raggiunse la cabina e bussò alla porta.
“Entra Tadashi!” rispose Harlock.
Aprì la porta e vide il capitano seduto alla scrivania.
“volevo informarti che siamo atterrati sul mio pianeta.” disse entrando nella cabina. I suoi occhi si guardarono intorno , fermandosi in direzione del letto dove trovarono Kei dolcemente addormentata.
“..ma….allora è tornata  !!” disse a bassa voce guardando Harlock .
“…come puoi vedere…” gli rispose sorridendo.
Il capitano si alzò e andò verso Tadashi. Gli posò una mano sulla spalla e disse “…avevi ragione tu…se fossi andato a prenderla io, non le avrei lasciato la possibilità di capire cosa voleva realmente…”.
“ Harlock, ora devo scendere. Abbi cura di lei…” rispose guardandola un’ultima volta.
Si girò per uscire ma il capitano gli disse: “Tadashi, tempo fa ti dissi che non avevo un posto per me in nessun luogo dell’universo….e per questa ragione continuavo a errare senza uno scopo….”
“si…lo ricordo…” rispose.
“….ora invece posso dirti di aver trovato sia un posto che uno scopo di vita….” concluse Harlock stringendo la mano all’amico.

Tadashi sbarcò sul suo pianeta e mentre si incamminava verso il laboratorio, alzò gli occhi e vide l’Arcadia allontanarsi nel cielo verso un nuovo viaggio attraverso il mare di stelle dell’universo….

*  *  *   *

Questo racconto è stato scritto senza alcuno scopo di lucro ed i personaggi appartengono al loro legittimo autore.
***
Ringrazio tutti coloro che lo hanno letto (e hanno sorvolato sulle imprecisioni tecniche, grammaticali ecc.) e lo dedico in modo particolare a tutte le persone che come me attendono da anni una serie (TV/OAV non ha importanza)  in cui scocchi la scintilla tra Harlock e Kei Yuki.

Ma soprattutto ringrazio questo fantastico sito che permette di dar libero sfogo alla fantasia e di mantenere vivi i ricordi dell’infanzia (almeno nel mio caso!!).   Grazie a tutti.

Come indicato nelle note, questo racconto è ispirato alla serie “Space Pirate Captain Harlock – Endless odyssey – Outside legend” in cui Harlock dice effettivamente quanto scritto in fondo a questo capitolo,  riguardo al fatto di non avere un posto per lui nell’universo e di errare per questo senza uno scopo.

   
 
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