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Autore: sevy    09/12/2009    3 recensioni
Silente era morto da un anno. Morto. Eppure il dolore che provava per lui non era sparito nemmeno un po' durante quell'anno terribile. Ma dopotutto, come dicevano le sue amiche e colleghe, era solo un amico... Ma all'improvviso accade qualcosa che nessuno aveva previsto. Sta forse diventando pazza? Albus/Minerva.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grave

Grave
by sevy

Filius Vitious era nel suo studio, preparando le lezioni per l’anno che stava per cominciare, quando un gufo picchiettò alla sua finestra. Appena letto il messaggio, lasciò perdere tutte le sue carte e si precipitò fuori dall’ufficio.

In diverse parti del castello, Poppy Chips, Pomona Sprite, Aurora Sinistra (insegnante di Astronomia) e Septima Vector (insegnante di Aritmanzia), avevano appena fatto la stessa cosa.

Pochi minuti dopo furono tutti accolti nella sala insegnante da Rolanda Bumb, la quale, una volta accertatasi che ci fossero tutti, chiuse la porta con un incantesimo e proferì vari altri incantesimi per essere certa di non poter essere ascoltata da nessun altro piuttosto che i presenti nella stanza.

“Wow, Rolanda, non sapevo che sapessi usare la bacchetta. Pensavo che un paio di cadute dalla tua amata scopa te lo avessero fatto dimenticare ormai” commentò Poppy.

L’insegnante di volo, per nulla offesa, ribattè con tono divertito:

“So fare tutti gli incantesimi che mi servono per cercare di tenermi lontana dai guai, grazie tante. In ogni caso, questo non è il motivo per cui vi ho chiamati qui” fu interrotta da Aurora Sinistra.

“Voglio ben sperare! E prega che sia un buon motivo quello per cui mi hai fatto scendere tutte quelle scale”

Rolanda sbuffò.

“Avresti potuto usare una scopa e, comunque, passi la vita ad osservare le stelle, Aurora, un paio d’ore in più o in meno non faranno la differenza…”

“Un paio d’ore?!” commentò Septima Vector.

“BASTA!” esclamò d’improvviso Poppy, e nella sala calò il silenzio. “Vediamo il perché di questa riunione d’emergenza in modo che questa matta ci lasci andare”.  

“Non sono mat…” iniziò a protestare Rolanda, ma un’occhiata dall’infermiera della scuola bastò a zittirla.

“Ok… allora, il motivo per cui vi ho chiamati tutti qui è uno abbastanza ovvio: Minerva!” esordì l’insegnante di volo.

“Minerva?” chiese Aurora Sinistra.

“Sì, Minerva! E non dirmi che non ti sei accorta di niente, altrimentrimenti significa davvero che passi troppo tempo a guardare le tue dannate stelle!” proruppe Rolanda.

“Almeno io la mia vita non la passo sulle stelle!” ribatté questa arrabbiata.

Filius levò le mani in un gesto riappacificatore (che non sarebbe stato notato, se lo stesso non si fosse alzato in piedi su di una sedia.

“Allora, vuoi per favore specificare cosa intendi per Minerva?” chiese Septima Vector, sinceramente incuriosita e preoccupata.

“E’ in uno stato davvero preoccupante, già dall’anno scorso, e sappiamo tutti cosa l’ha provocato. Io sinceramente, nonostante fossero veramente buoni amici, non avrei mai previsto un crollo del genere da parte sua... L’anno scorso non mi sono preoccupata, dopotutto ci poteva stare, con i Carrow a scuola, Piton… be’, sappiamo che era innocente, ma dopotutto era colui che aveva ucciso Silente, averlo davanti tutti i giorni non deve aver aiutato. Ma pensavo sarebbe passata… Lo sapete che ha fatto sconfitto Voldemort? Dopo aver abbracciato Harry Potter è semplicemente andata nelle sue stanza, dichiarandosi malata. Non ha partecipato ad una singola festa!”

Qui fece un attimo una pausa per prendere fiato, e Septima interloquì.

“Minerva non è mai stata tipo da partecipare alle feste, però, dopotutto… ed è comprensibile che fosse stanca dopo un anno del genere…”

Rolanda la guardò male, ma continuò imperterrita:

“Forse, ma l’hai mai vista sorridere di un sorriso sincero? Io no, neppure una volta dopo la sconfitta di Voldemort! E l’occasione penso meritasse almeno un sorriso. Ma non è tutto. È stata qui a scuola, da sola, tutta l’estate, da sola, accidenti! A lavorare, secondo quello che dice, e di che non dubito: vi rendete conto: l’anno che abbiamo sconfitto finalmente la minaccia che ci preoccupa da troppi anni perché ne valga la pena rammentarli, lei sta qui a lavorare?”

“Be’, sai che è fissata con il lavoro…” fu la debole protesta addotta da Pomona, d’accordo, però in cuor suo con Rolanda. 

“Bene, datemi una risposta a questo: ieri sera io, Poppy e Pomona l’abbiamo trovata nelle sue stanze, addormentata, ancora del tutto vestita, abbracciata ad una sua fotografia, con tracce molto evidenti del fatto che avesse appena pianto! Diamine, non l’ho più vista da… dalla morte dei suoi genitori, e aveva diciassette anni all’epoca!” esclamò Rolanda.

Il silenzio tombale che calò nella stanza si fece pesante. Queste due informazioni insieme erano troppo scioccanti.

Già il fatto che l’infallibile, rigorosa e apparentemente senza emozioni Minerva McGranitt avesse pianto era difficile da credere, ad aggiungersi a questo c’era anche che nessuno in quella stanza tranne Rolanda, che era stata amica di Minerva durante gli anni di scuola, sapeva che i genitori fossero morti durante il suo settimo anno.

Finalmente, Filius Vitious si decidette a chiedere:

“I suoi genitori sono morti?” domanda abbastanza inutile, dato che lo aveva appena detto, ma che venne giustamente interpretata come una richiesta di chiarimenti.

“Era il suo settimo anno. Aveva già iniziato a trasformarsi nella Minerva McGranitt che conosciamo, e quindi era assolutamente impensabile per lei mostrare emozione. E ad un tratto, in Sala Grande, stavamo chiacchierando come al solito, quando le è arrivato un gufo con una lettera nera, e prima che mi potessi rendere contro di alcunché era diventata mortalmente pallida ed era corsa fuori dalla Sala Grande. Non vi immaginate quanto ci siamo preoccupati tutti! Quando l’abbiamo trovata, io e qualche ragazza frivola (e assolutamente inutile, in quella circostanza) del nostro anno era in preda ad una crisi di pianto, non sentiva più niente. Non penso saremmo riuscite a calmarla se poco dopo non fosse arrivato Silente… Ci ha detto di allontanarci. Io ovviamente, non l’ho fatto, e mi sono nascosta lì accanto…”

“Ti pareva” commentò Aurora.

“Silente l’ha abbracciata e l’ha confortata, non ero abbastanza vicina per sentire ciò che si dicevano, ma dopo due ore, era finalmente calma. Penso sia allora che sia nata quella grandissima amicizia che li ha legati fino all’ultimo… Comunque quella è stata l’unica volta che avevo visto Minerva piangere. Capirete come io adesso sia preoccupata?”

Ci fu un mormorio d’assenso.

“E che cosa dovremmo fare?” fu la domanda di Filius.

“Oh” fu la risposta di Madama Bumb. Evidentemente a questo non ci aveva pensato.

“Prima di tutto tenerla d’occhio” venne in aiuto Poppy Chips. “Per qualsiasi altro suggerimento, be’, ne abbiamo bisogno, quindi parlate, gente!”.

“Be’, per prima cosa evitiamo di nominarlo se non ce n’è bisogno, direi” propose Septimia. Qui sia Poppy che Rolanda lanciarono uno sguardo accusatore a Pomona, che ebbe la buona creanza di arrossire.

“Non è colpa mia! E’ che sembra che tutte le cose siano collegate a Silente, è stato l’anima del castello per così tanto tempo…”

Le altre sospirarono.

Septimia stava nel frattempo scostando le tende dalla finestra. Dopo aver lanciato uno sguardo al di fuori, indicò alle altre di fare lo stesso.

“Oh che bello è andata a fare una passeggiata al lago!” esclamò Rolanda eccitata e contenta, vedendo il soggetto dei loro discorsi tornare verso il castello.

Aurora Sinistra la guardò di sbieco.

“Ora sei tu che non capisci niente” (la vendetta è dolce…) “Secondo te da dove sta venendo?”

“Oh” fu la sola risposta che ottenne, dopo che la donna ebbe realizzato che esattamente in quella posizione si trovava la tomba di Silente.  

Non ci fu tempo di dire altro, perché qualcuno busso alla porta.

“Si può sapere perché tenete questa porta chiusa? Fino a prova contraria l’accesso all sala insegnanti è consentito alla preside, o sono entrate in vigore nuove regole?” chiese Minerva McGranitt da fuori.

In poco tempo tutti gli incantesimi furono smantellati e la preside fu fatta entrare.

“Allora? Perché la tenevate chiusa?” chiese questa.

“Avevamo voglia di tenerla chiusa” rispose Rolanda, scrollando le spalle. Tutte si ritrassero, aspettandosi di vedere esplodere il famoso temperamento scozzese della McGranitt.

“Oh… va bene” rispose questa invece, e dopo aver preso alcune carte da un cassetto uscì dalla stanza.

Ci fu qualche attimo di silenzio.

“Ok… questo è definitivamente grave”.

Dedico questo capitolo a dublino, poiché mi ha ispirata ad aggiungere qualcosa sul passato di Minerva.
Vi prego di lasciare qualche recensione, mi fareste molto contenta!  E' piuttosto frustrante scrivere senza ottenere recensioni: uno scrittore non scrive per ottenere critiche positive, ma qualche tipo di critica sarebbe utile per sapere come migliorare e anche solo per incitare nei momenti di depressione. Quindi vi prego di sacrificare qualche attimo del vostro tempo e di recensire.
  
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