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Autore: Vale_Hiwatari    23/06/2005    4 recensioni
Per un'interrogazione servono fondamentalmente tre persone: un professore che interroghi e due alunni che siano interrogati. E non è detto che un'interrogazione di Storia dell'Arte possa trasformarsi in una strana spirale di pensieri ed emozioni..... Alessandra, Giovanni e il prof. Cattaneo in una storia un po' d'amore e un po' di odio; una riflessione su diversi quadri e sul passato.
Quali foto vorresti strappare dal tuo album dei ricordi?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alessandra era bella.
Era quella che un qualsiasi ragazzo avrebbe definito bella. E non perché fosse, in fondo, bella di viso o di forme.
Certo, anche quello faceva la sua parte, ma Alessandra aveva una grazia e un modo di muoversi che anche in mezzo a tantissima gente non passava mai inosservato.
Aveva dei bellissimi capelli, Alessandra.
Erano biondi e lunghi, e soffici, e ci si poteva fare qualsiasi pettinatura, fosse coda di cavallo o treccia; qualche volta anche lo chignon.
E ovviamente i suoi capelli erano intonati ai suoi occhi verdi.
Alessandra non aveva mai gli occhi tristi; la matita che metteva costantemente non si bagnava mai e non le scivolava mai sulle guance.
Era fiera, dritta, guardava il mondo dall'alto eppure quando parlava con chiunque sembrava che stesse in basso.
Non offendeva mai, Alessandra.
Anche quando la offendevano rideva; era bella anche la sua risata. Limpida, chiara, sovrastante rispetto alle piccole altre: lei gettava indietro i capelli di miele e rideva forte.
Quando parlava Alessandra tutti ascoltavano rapiti, e la sua voce era cristallina quanto chiara nello spiegare un concetto.
I professori la stimavano.
I ragazzi la volevano.
Le ragazze la invidiavano.
Ma Alessandra non si era mai accorta di questo.
Lei era felice delle sue piccole cose, per quanto sciocche; lei desiderava solo le sue gioie quotidiane: un fiore, un messaggio, un sorriso, un bacio.
Ad Alessandra piaceva il cioccolato, ma non ne mangiava mai. Paura di ingrassare.
Chiunque le avrebbe riso in faccia o dato della pazza a quell'affermazione.
Con Alessandra, invece, nessuno rideva; anzi, la prendevano molto, troppo sul serio!
Qualcuna delle ragazze era giunta ad imitarla. Qualcun'altra invece diceva che era suonata.
Ma nessuno glielo disse mai.
Alessandra sorrideva, aggraziatamente si sedeva e tutto andava a posto, per tutti.
Un suo gesto bastava a rallegrare.
Non sapevano chi fosse Alessandra. Lei aveva tutti 10 e neanche un 9, ma non lo diceva a nessuno.
Odiava Vantarsi.
Qualcuno lo considerava un male.
Alessandra alzava le spalle. A lei non importava.
Le bastava essere se stessa.
Alessandra era bella, ma non per il viso o per le forme.
Lei era bella perché era se stessa, e sapeva che non esisteva, non era mai esistito ne sarebbe esistito mai nessuno come lei in milioni e milioni di anni.
E non c'era cosa più bella, per Alessandra.
Perché Alessandra era solo se stessa.
  
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