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Autore: Natalja_Aljona    11/12/2009    6 recensioni
E se qualcosa...o meglio qualcuno...impedisse ai Beatles di sciogliersi?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2-Beatles for sale


-Allora, Penny, sei contenta?- chiese Chelsea alla bambina dagli occhi di cristallo liquido seduta accanto alla finestra.

-Sì, mamma-

Penny sorrise candidamente.

-Sì, mamma-

-Sei pronta?-

Penny alzò gli occhi al cielo.

-Sì, mamma-

Chelsea l'accompagnò fin davanti a casa di John.

Erano le 9.15.

Dopo un attimo di esitazione la ragazza suonò il campanello.

-Something in the way she moves...ehm...avanti!- rispose una voce.

-George!- esclamò Chelsea, sbiancando.

-C'è anche lui!-

-Sai che novità, mamma...stanno provando!- la riprese Penny.

Chelsea abbozzò un sorriso.

-Il ragionamento non fa una piega. Solo che...però...tutti e quattro...-

-Ce la puoi fare, mamma. Hai già preso tre aspirine di fila!-

-Ma sono I Beatles! E io...io...-

-Tu adori I Beatles. Ok. Fatti coraggio ed entriamo-

Andò ad aprire George, con ancora la chitarra in mano e un sorriso raggiante.

Chelsea sgranò gli occhi.

Ancora un po' e sarebbe morta sul colpo.

-Ciao!- sorrise il chitarrista passandosi una mano tra I capelli.

-Tu devi essere la piccola Penny...-

-E' lei!- Chelsea indicò Penny con un cenno del capo.

-La piccola Penny è lei-

-Sì, fin qui ci arrivavo...- sorrise George.

-Oh...ma...ma...così piccola? Io non ci so fare con I neonati!- si lamentò George guardandola.

-Non sono una neonata- sibilò Penny guardandolo dritto negli occhi.

-Ho cinque anni-

-Bene. Allora...benvenuta-

Penny gli rivolse un sorriso angelico, dopodichè corse ad abbracciarlo.

-Grazie, zio George!-

-Com'è...carina...- commentò George rivolgendosi a Chelsea.

-Ehm...chi?-

George alzò gli occhi al cielo.

-Penny!-

-Ah, già...scusa, che sbadata!- commentò Chelsea con un filo di voce.

Era davvero a pochi passi dal chitarrista dei Beatles?

E il chitarrista dei Beatles aveva davvero detto che sua figlia era...carina?

Chelsea scosse la testa.

-Un pizzicotto, prego-

-Eh?-

No, no, un pizzicotto non era decisamente il modo migliore con cui approcciarsi ad un Beatle.

-Niente, niente, parlavo tra me...e me-

Proprio in quel momento arrivò anche John.

-Carina, vero? Sarà un gioco da ragazzi occuparsi di lei-

Aspetta e spera, zio Johnny!

-In fondo che male potrebbe fare un simile angioletto?-

Sulla bionda testolina di Penny spuntò una piccola aureola dorata.

-Ok, allora...io andrei- disse Chelsea.

-Comportati bene, mamma!-

-Ehm...certo, Penny-

***



-Paul, Ringo, venite a salutare Penny!- gridò George entrando in casa.

-Sono in bagno, John!- gridò Paul dalla stanza accanto.

-Ehm...certo. Ok, visto che Paul è in bagno e Ringo...Ringo...-

-Sono qui!- intervenne il batterista agitando le braccia per farsi vedere.

-E Ringo è sempre tra I piedi...-

-Ehi!-

-Senza offesa, Ringo!-

Ringo sbuffò, offeso.

-Su con la vita, zio Ringo!-

-Oh, yeah!- concluse Ringo alla batteria.

Penny si guardò intorno.

-Dov'è zio Paul?- chiese allegramente la ragazzina, perlustrando con lo sguardo ogni angolo della casa.

Proprio in quel momento Paul gridò:

-John! Non riesco più ad uscire!-

-Attaccati al tram, Paul!- gli rispose di rimando George.

-Grazie!!-

-Non c'è di che!-

-Ok. Direi che possiamo cominciare le prove!-

Dal bagno si sentì arrivare un grugnito.

-Prima o poi ti rimorderà la coscienza, George!-

George, John e Ringo risero.

Penny soppesò la scena con lo sguardo.

-Non è corretto nei confronti di zio Paul-

George e John si lanciarono uno sguardo interrogativo.

-Ehm...vedi, cara...-

-Ok. Chiamo il Telefono Azzurro-

-NO!!- gridarono all'unisuono John, George e Ringo.

Paul ridacchiò, da dietro la porta del bagno.

-Grande Penny!-

-Sei proprio sicuro, Paul?- domandò John all'amico.

-Se non lo fosse non saresti lì, a ridere di me, in perfetta salute, John!-

-Ok, adesso ti apriamo-

-Troppo buono, John!- commentò Paul sarcastico-

Paul uscì dal bagno come una furia, scrutando I suoi amici con aria assassina.

Poco dopo il suo sguardo cadde sulla ragazzina che, ai piedi di John, giocava con una ciocca di capelli.

-Grazie, Penny-

Penny sorrise raggiante.

-Quando cominciamo le prove, zio Johnny?-

-Ehm...cominciamo?-

Penny guardò il Beatle con occhi imploranti.

-Ok, adesso ti troviamo una sistemazione-


*Cinque minuti dopo*

-Perchè proprio a me, John?-

-E dai, Ringo! Che male può farti?-

-Ok, ma perchè proprio sul mio stomaco?-

-Porta pazienza, Ringo!- rise Paul.

-Ecco, e perchè l'avete fatto uscire?- grugnì il batterista fulminando Paul con lo sguardo.

-Dai, suonami qualcosa, zio Ringo!- trillò la piccola Penny, comodamente seduta in braccio a Ringo, dietro alla batteria.

Ringo abbozzò un sorriso.

-Ok, piccola-

Ringo incominciò a suonare le prime note di Octopus's Garden, quando all'improvviso Penny saltò giù dalla sua postazione, atterrando dritta sul piede di Ringo, nel bel mezzo di Octopus's Garden.

-In the Octopus's Garden in the shaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahiiii!-

Gridò il batterista portandosi una mano al piede.

-Ops-

Penny sorrise angelicamente.

Si guardò intorno, sempre più entusiasta, dopodichè, con calma serafica, esclamò:

-Ho sete!-

-Ehm...Penny, stiamo provando!-

Penny lanciò uno sguardo interrogativo a John.

-Ho sete!- ripetè la piccola con un sorriso raggiante.

-E va bene!- acconsentì John con un sorriso.

-Cioccolata al bar sotto casa?-

-Sei grande, zio Johnny!-

E così, chi più volentieri, chi meno, I quattro ragazzi di Liverpool e la ragazzina dal sorriso angelico uscirono da casa di John, per andare al bar sotto casa.

Attraversando la strada, però, Penny non vide un camion che proprio in quel momento stava passando e...

-PENNY! NO!- gridò John precipitandosi in mezzo alla strada.

Proprio in quel momento Penny arrivò, in tutta tranquillità, dall'altro lato della strada.

Il camion frenò di colpo, mentre John e gli altri, rossi in viso per la corsa e per lo spavento, si accertavano delle condizioni di salute di Penny.

Assolutamente impeccabili.

John sgranò gli occhi.

Com'era possibile?

Non si era accorta di niente.


  
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