Secondo capitolo di "Educazione fisica", se vi è piaciuto lasciatemi un commento!Ciao a tutti!
TI HO BECCATO!
“ Cullen, sai una cosa, tu mi sembri
sano come un pesce!” disse il professor Garvin di educazione fisica. Avevo
letto il suo pensiero pochi istanti prima e già intuivo quale potesse essere il
proseguimento della frase. Avevo tentato di svicolare per i corridoi, ma la
gente era troppa e il professore mi si era parato davanti. Cavolo!
“ E visto che il professore
sono io, le decisioni le prendo io! Non ti permetto più di essere esonerato!”
continuò impassibile, con le braccia incrociate sul petto e i pollici che
picchiettavano piano e ritmicamente ai lati delle braccia.
“ Professor Garvin, come può
dubitare di me? Mio padre è un dottore, sa quali sono i limiti che non posso
oltrepassare..” provai a giustificarmi. Mi aveva beccato, era logico che prima
o poi dovesse succedere. Ero bello, muscoloso e pieno di forze, tutt’altro che
emaciato e debole.
“ Oggi seguirai la lezione come
tutti gli altri! Ci vediamo in palestra!” e detto questo si girò squadrandomi
per un ultima volta, come se volesse confermare la sua ipotesi. Lo seguii con
lo sguardo mentre si allontanava per il corridoio. Non faceva che pensare che
gli stavo raccontando un sacco di balle. Molto perspicace il professore. Gli
occhi mi si strinsero a una fessura. I miei fratelli mi avrebbero preso in giro
per i prossimi vent’anni.
Bella camminava al mio fianco
guardando per terra, gli angoli della bocca tirati e le labbra premute e
tremolanti. Stava per scoppiare.
“ Guarda che ti vedo” le dissi
“ puoi anche iniziare a ridere senza nascon …”
Non feci in tempo a finire la
frase che la mia ragazza proruppe in una risata fragorosa, che continuò per
svariati minuti. La cosa più fastidiosa era data dal fatto che non appena
credesse di aver ritrovato la propria compostezza, una nuova ondata di risate
la invadeva.
“ Aiuto ho mal di pancia, è come
se avessi fatto un migliaio di addominali!” parlò finalmente asciugandosi con
un dito una lacrima dall’occhio destro. Mi guardava sorridendo. Non potevo non
amarla, anche se mi stava leggermente infastidendo.
“ è molto gentile da parte tua
prendermi in giro” mi finsi offeso.
“ Lo so, però la situazione è
veramente divertente. Ti sei sempre vantato di esserti trovato l’alibi perfetto
per non frequentare la lezione, hai sempre sostenuto che non avrebbero mai
osato dirti nulla e poi oggi sbuca dal nulla il prof e ti frega così su due
piedi! Ah ah ah! Scusa ma non posso non riderci sopra.”
In effetti la situazione si era
resa molto paradossale. Dovevamo raggiungere la mensa il più presto possibile,
avevo bisogno di parlare con i miei fratelli.
Appena entrammo nella grande
sala illuminata li vidi seduti al nostro consueto tavolo. Emmett guardava fuori
e sperava che Domenica piovesse. La partita era molto importante per la sua
squadra e ci sarebbero stati un paio di energumeni da sfidare. Bene, lui non
sapeva nulla. Alice non aveva parlato né con lui, né con Rose.
Mi misi in fila con Bella con
un vassoio che riempii come di consueto di cibo e bevande varie. L’odore di
carne mi dava allo stomaco, ma ne presi una porzione per Bella.
“ Cosa vuoi da bere?” le
chiesi.
“ Mah, per me una Coca, per te
magari un integratore vitaminico, sai devi essere in forze per oggi pomeriggio,
non vorrei che ti mancassero i sali minerali.” Detto questo si coprì la bocca
con la mano e ridacchiò sommessamente. La fulminai con lo sguardo.
“ Isabella Swan, vuoi andare a
casa a piedi oggi?”
“ Oh, no di certo, al massimo
posso sempre chiedere un passaggio a Mike Newton.” Mi rispose prontamente con
un sorriso angelico sul volto.
Scossi la testa e mi avviai
alla cassa con il vassoio.
Nel momento esatto in cui mi
sedetti al tavolo Jasper con un movimento fulmineo tirò fuori da sotto il
tavolo un pallone da basket e me lo scagliò contro. Prontamente lo afferrai con
una mano e glielo ritirai.
“ Ehi Ed, facciamo due
passaggi?” mi disse guardandosi negli occhi con Alice. Poi insieme scoppiarono
a ridere. Emmett e Rose li guardavano stupiti.
“ Molto divertente. Dobbiamo
parlare subito della situazione. Ho bisogno di tutti voi.”
“ Cosa ci siamo persi?” chiese
Emmett sporgendosi sul tavolo con i gomiti puntati.
La squillante voce di Alice
parlò prima che potessi aprire bocca. “ Il professor Garvin oggi obbligherà
Edward a fare educazione fisica. Secondo lui sono tutte balle e Edward sta
benissimo. Oggi giocheranno, aspetta un attimo” e si premette il dito sulla
tempia “ ah sì, a pallavolo”. Prese una mela e simulò il gesto della battuta,
poi si mise il palmo della mano sulla fronte come se volesse scrutare
l’orizzonte, per capire dove fosse finita la sua micidiale pallonata.
“ Oh, beh, se ce la fa Emmett, ce
la farai anche tu” disse Rosalie mentre si guardava le unghie.
“ Devo trovare una scusa, manca
solo un mese alla fine del semestre” dissi concentrandomi su che cosa mi sarei
potuto inventare.
“ Potresti fingere un malore
teatrale, tipo un infarto nel bel mezzo della partita!” propose Emmett. Sempre
con le sue idee grossolane.
“ Beh, certo, e poi far
inquisire il professore per il resto dei suoi giorni…” ribatté Jasper.
“ Fingi di avere i brividi e
metti il termometro sul termosifone, tanto sei gelato lo stesso” propose Bella.
“ Ah, Ah. Carina questa Bella.
Peccato che per avere la febbre ci voglia fronte calda” Emmett diede una
gomitata un po’ forte a Bella che si sbilanciò dalla sedia. La presi al volo e
la riportai al suo posto.
“ Potresti andare in cucina e
mettere la testa nel forno per qualche minuto.”
Bella si voltò di scatto verso
la voce squillante con un espressione terrorizzata “Ma che cav..” stava per
iniziare a dire.
“ Alice!” un coro di voci si
alzò dal tavolo con tono di rimprovero per la stupidaggine che aveva detto la
sorella. Il problema non stava tanto nel mettere la testa nel forno, poiché non
ne avrei minimamente risentito, il difficile sarebbe stato entrare in cucina
senza farsi scoprire da nessuno stare lì
per alcuni minuti.
“Bella, amore” mi affrettai a
spiegarle “ noi siamo ignifughi, non correrei il minimo rischio. Comunque è
impossibile riuscirci, c’è troppa gente che gira nei corridoi vicino alla
cucina.” Mi parve un po’ più tranquilla, anche se turbata dalle nostre
proposte.
“ Potremmo mettere un lassativo
nel caffè del professore. Sarebbe fuori combattimento per un bel po’” azzardò
Rose “ io non mi ricordo, ma credo che debba essere una cosa molto fastidiosa”
e si girò verso Bella per avere una conferma.
L’unica umana del tavolo si
limitò ad annuire con le labbra serrate e una smorfia sul viso. Dai suoi occhi
traspariva che non dovesse essere un gran piacere ciò che Rose aveva
progettato. Forse era meglio evitare.
“ Ci sono!” esordii
all’improvviso. L’idea mi si era accesa in testa come una lampadina.
“ Giusto!” ripeté subito dopo
Alice.
“ Sì, è la soluzione giusta!
Devo fare così!”
Gli altri al tavolo ci
guardavano stupiti, in attesa che comunicassimo anche a loro la nostra
decisione.
“ Allora ci volete aggiornare,
oppure dobbiamo restare con il dubbio di cosa state architettando” disse Jasper
picchiettando le dita sul tavolo. La mensa si stava svuotando, così potevamo
parlare liberamente dei nostri oscuri piani.
Bella si alzò in piedi
all’improvviso con il vassoio in mano. Ci girammo tutti verso di lei.
“ Sono in ritardo per la
lezione. E poi sinceramente non voglio sapere cosa state architettando, quindi
preferisco l’effetto sorpresa. A dopo! Ci vediamo in palestra…” e si avviò
verso il cestino della spazzatura.
“ Bella? Oggi andrai a casa con
Alice! Non aspettarmi fuori da scuola. Beh, penso che ci saresti arrivata da
sola dopo che avrai scoperto come ho intenzione di risolvere la situazione,
però te lo dico lo stesso!” mi rivolsi a lei .
Sembrava confusa dalle mie
parole. “ Ok, ciao” si limitò a dire e si girò con lo zaino in spalla per
avviarsi.
“ Allora? Possiamo sapere cosa
hai intenzione di fare per scampare alla lezione?” mi chiesero gli altri.
Feci cenno con il dito di
avvicinarsi verso il centro del tavolo. Alice già ridacchiava. Loro mi
guardavano ansiosi e curiosi con i loro occhi dorati. Quando le nostri fronti
praticamente si stavano toccando decisi di parlare “ Semplice” dissi con
naturalezza “ mi romperò una gamba!” e passai in rassegna i loro sguardi
attoniti mentre digerivano la mia idea.