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Autore: swan87    13/12/2009    4 recensioni
Bella è obbligata a seguire le lezioni di educazione fisica, ma tutti i Cullen no, ve ne siete mai accorti? Beh, le motivazioni sono ovvie, ma vediamo cosa potrebbe succedere se Edward fosse obbligato a seguire la lezione in palestra....Buona lettura!E non di menticatevi di lasciare un commento!!Ciaoooo
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ti ho beccato!

Secondo capitolo di "Educazione fisica", se vi è piaciuto lasciatemi un commento!Ciao a tutti!

TI HO BECCATO!

“ Cullen, sai una cosa, tu mi sembri sano come un pesce!” disse il professor Garvin di educazione fisica. Avevo letto il suo pensiero pochi istanti prima e già intuivo quale potesse essere il proseguimento della frase. Avevo tentato di svicolare per i corridoi, ma la gente era troppa e il professore mi si era parato davanti. Cavolo!

“ E visto che il professore sono io, le decisioni le prendo io! Non ti permetto più di essere esonerato!” continuò impassibile, con le braccia incrociate sul petto e i pollici che picchiettavano piano e ritmicamente ai lati delle braccia.

“ Professor Garvin, come può dubitare di me? Mio padre è un dottore, sa quali sono i limiti che non posso oltrepassare..” provai a giustificarmi. Mi aveva beccato, era logico che prima o poi dovesse succedere. Ero bello, muscoloso e pieno di forze, tutt’altro che emaciato e debole.

“ Oggi seguirai la lezione come tutti gli altri! Ci vediamo in palestra!” e detto questo si girò squadrandomi per un ultima volta, come se volesse confermare la sua ipotesi. Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava per il corridoio. Non faceva che pensare che gli stavo raccontando un sacco di balle. Molto perspicace il professore. Gli occhi mi si strinsero a una fessura. I miei fratelli mi avrebbero preso in giro per i prossimi vent’anni.

Bella camminava al mio fianco guardando per terra, gli angoli della bocca tirati e le labbra premute e tremolanti. Stava per scoppiare.

“ Guarda che ti vedo” le dissi “ puoi anche iniziare a ridere senza nascon …”

Non feci in tempo a finire la frase che la mia ragazza proruppe in una risata fragorosa, che continuò per svariati minuti. La cosa più fastidiosa era data dal fatto che non appena credesse di aver ritrovato la propria compostezza, una nuova ondata di risate la invadeva.

“ Aiuto ho mal di pancia, è come se avessi fatto un migliaio di addominali!” parlò finalmente asciugandosi con un dito una lacrima dall’occhio destro. Mi guardava sorridendo. Non potevo non amarla, anche se mi stava leggermente infastidendo.

“ è molto gentile da parte tua prendermi in giro” mi finsi offeso.

“ Lo so, però la situazione è veramente divertente. Ti sei sempre vantato di esserti trovato l’alibi perfetto per non frequentare la lezione, hai sempre sostenuto che non avrebbero mai osato dirti nulla e poi oggi sbuca dal nulla il prof e ti frega così su due piedi! Ah ah ah! Scusa ma non posso non riderci sopra.”

In effetti la situazione si era resa molto paradossale. Dovevamo raggiungere la mensa il più presto possibile, avevo bisogno di parlare con i miei fratelli.

Appena entrammo nella grande sala illuminata li vidi seduti al nostro consueto tavolo. Emmett guardava fuori e sperava che Domenica piovesse. La partita era molto importante per la sua squadra e ci sarebbero stati un paio di energumeni da sfidare. Bene, lui non sapeva nulla. Alice non aveva parlato né con lui, né con Rose.

Mi misi in fila con Bella con un vassoio che riempii come di consueto di cibo e bevande varie. L’odore di carne mi dava allo stomaco, ma ne presi una porzione per Bella.

“ Cosa vuoi da bere?” le chiesi.

“ Mah, per me una Coca, per te magari un integratore vitaminico, sai devi essere in forze per oggi pomeriggio, non vorrei che ti mancassero i sali minerali.” Detto questo si coprì la bocca con la mano e ridacchiò sommessamente. La fulminai con lo sguardo.

“ Isabella Swan, vuoi andare a casa a piedi oggi?”

“ Oh, no di certo, al massimo posso sempre chiedere un passaggio a Mike Newton.” Mi rispose prontamente con un sorriso angelico sul volto.

Scossi la testa e mi avviai alla cassa con il vassoio.

Nel momento esatto in cui mi sedetti al tavolo Jasper con un movimento fulmineo tirò fuori da sotto il tavolo un pallone da basket e me lo scagliò contro. Prontamente lo afferrai con una mano e glielo ritirai.

“ Ehi Ed, facciamo due passaggi?” mi disse guardandosi negli occhi con Alice. Poi insieme scoppiarono a ridere. Emmett e Rose li guardavano stupiti.

“ Molto divertente. Dobbiamo parlare subito della situazione. Ho bisogno di tutti voi.”

“ Cosa ci siamo persi?” chiese Emmett sporgendosi sul tavolo con i gomiti puntati.

La squillante voce di Alice parlò prima che potessi aprire bocca. “ Il professor Garvin oggi obbligherà Edward a fare educazione fisica. Secondo lui sono tutte balle e Edward sta benissimo. Oggi giocheranno, aspetta un attimo” e si premette il dito sulla tempia “ ah sì, a pallavolo”. Prese una mela e simulò il gesto della battuta, poi si mise il palmo della mano sulla fronte come se volesse scrutare l’orizzonte, per capire dove fosse finita la sua micidiale pallonata.

“ Oh, beh, se ce la fa Emmett, ce la farai anche tu” disse Rosalie mentre si guardava le unghie.

“ Devo trovare una scusa, manca solo un mese alla fine del semestre” dissi concentrandomi su che cosa mi sarei potuto inventare.

“ Potresti fingere un malore teatrale, tipo un infarto nel bel mezzo della partita!” propose Emmett. Sempre con le sue idee grossolane.

“ Beh, certo, e poi far inquisire il professore per il resto dei suoi giorni…” ribatté Jasper.

“ Fingi di avere i brividi e metti il termometro sul termosifone, tanto sei gelato lo stesso” propose Bella.

“ Ah, Ah. Carina questa Bella. Peccato che per avere la febbre ci voglia fronte calda” Emmett diede una gomitata un po’ forte a Bella che si sbilanciò dalla sedia. La presi al volo e la riportai al suo posto.

“ Potresti andare in cucina e mettere la testa nel forno per qualche minuto.”

Bella si voltò di scatto verso la voce squillante con un espressione terrorizzata “Ma che cav..” stava per iniziare a dire.

“ Alice!” un coro di voci si alzò dal tavolo con tono di rimprovero per la stupidaggine che aveva detto la sorella. Il problema non stava tanto nel mettere la testa nel forno, poiché non ne avrei minimamente risentito, il difficile sarebbe stato entrare in cucina senza farsi scoprire da nessuno  stare lì per alcuni minuti.

“Bella, amore” mi affrettai a spiegarle “ noi siamo ignifughi, non correrei il minimo rischio. Comunque è impossibile riuscirci, c’è troppa gente che gira nei corridoi vicino alla cucina.” Mi parve un po’ più tranquilla, anche se turbata dalle nostre proposte.

“ Potremmo mettere un lassativo nel caffè del professore. Sarebbe fuori combattimento per un bel po’” azzardò Rose “ io non mi ricordo, ma credo che debba essere una cosa molto fastidiosa” e si girò verso Bella per avere una conferma.

L’unica umana del tavolo si limitò ad annuire con le labbra serrate e una smorfia sul viso. Dai suoi occhi traspariva che non dovesse essere un gran piacere ciò che Rose aveva progettato. Forse era meglio evitare.

“ Ci sono!” esordii all’improvviso. L’idea mi si era accesa in testa come una lampadina.

“ Giusto!” ripeté subito dopo Alice.

“ Sì, è la soluzione giusta! Devo fare così!”

Gli altri al tavolo ci guardavano stupiti, in attesa che comunicassimo anche a loro la nostra decisione.

“ Allora ci volete aggiornare, oppure dobbiamo restare con il dubbio di cosa state architettando” disse Jasper picchiettando le dita sul tavolo. La mensa si stava svuotando, così potevamo parlare liberamente dei nostri oscuri piani.

Bella si alzò in piedi all’improvviso con il vassoio in mano. Ci girammo tutti  verso di lei.

“ Sono in ritardo per la lezione. E poi sinceramente non voglio sapere cosa state architettando, quindi preferisco l’effetto sorpresa. A dopo! Ci vediamo in palestra…” e si avviò verso il cestino della spazzatura.

“ Bella? Oggi andrai a casa con Alice! Non aspettarmi fuori da scuola. Beh, penso che ci saresti arrivata da sola dopo che avrai scoperto come ho intenzione di risolvere la situazione, però te lo dico lo stesso!” mi rivolsi a lei .

Sembrava confusa dalle mie parole. “ Ok, ciao” si limitò a dire e si girò con lo zaino in spalla per avviarsi.

“ Allora? Possiamo sapere cosa hai intenzione di fare per scampare alla lezione?” mi chiesero gli altri.

Feci cenno con il dito di avvicinarsi verso il centro del tavolo. Alice già ridacchiava. Loro mi guardavano ansiosi e curiosi con i loro occhi dorati. Quando le nostri fronti praticamente si stavano toccando decisi di parlare “ Semplice” dissi con naturalezza “ mi romperò una gamba!” e passai in rassegna i loro sguardi attoniti mentre digerivano la mia idea.

  
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