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Autore: _Jena_    13/12/2009    1 recensioni
Shindou è l'unico sopravvissuto dell'ultima grande famiglia di maghi del suo mondo, da 16 anni è alla ricerca degli assassini dei suoi genitori. Durante il suo viaggio incontra Taki, un giovane schiavo dal passato oscuro...
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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secondo capitolo


Shindou entrò nel castello e andò nella direzione da cui proveniva il suono delle chiacchiere degli invitati. Alle pareti di pietra erano appesi dipinti, arazzi, trofei e a terra erano stati stesi tappeti dai disegni orientali. La sala addobbata a festa era immensa, al centro c’erano tre tavolate apparecchiate e ad un capo di quella centrale sedeva il padrone di casa vestito con una casacca di broccato, calzoni di seta e stivali di cuoio di prima scelta, il tutto arricchito da ricami dorati. Aveva esattamente l’aspetto di un feudatario ricco e scialacquatore che aveva come vizi preferiti la gola e la lussuria. Ritta al suo fianco, stava una figura alta e snella: un uomo dall’aria effeminata, alto, di bell’aspetto, ma dallo sguardo vuoto e distaccato. Era chiaramente uno dei giocattoli del padrone di casa, ma la cosa non era sicuramente disinteressata da parte del giovane: essere il passatempo preferito del governatore portava i suoi vantaggi e questo era facilmente intuibile dalla ricchezza dei vestiti che indossava e dalla posizione privilegiata che occupava.

Quando il padrone di casa individuò Shindou con gli occhietti tondi e acquosi, si alzò e, spostando rumorosamente la sedia, si diresse verso l’ospite traballando sulle gambe tozze e corte. il suo favorito si mosse subito dietro di lui.

-E’ un onore avervi qui stasera signore, spero che la vostra presenza nella mia casa porti prosperità alla mia famiglia.

Shindou si limitò a chinare il capo in segno di saluto e parlò con voce calma e pacata:

-Gli dei mi hanno mandato qui per un motivo e sarò senza dubbio fedele al compito affidatomi.

Quegli occhietti brillarono di emozione:

-Molto bene, molto bene! Ah, dimenticavo di presentarvi il mio fidato consigliere, Alister.

L’uomo più alto fece un cenno falsamente reverente, malgrado lo sforzo per nasconderlo, non riuscì a trattenere il disgusto per un uomo dall’aspetto cosi umile. Shindou rimase indifferente e ricambiò il saluto senza battere ciglio.

-Gradirei molto se vi sedeste accanto a me questa sera.
Il mago piegò ancora il capo in senno di assenso verso il padrone e i due uomini si allontanarono riprendendo le loro postazioni iniziali, lasciando Shindou ad attendere l’inizio del banchetto.
Quando un campanello suonò, tutti gli invitati si diressero verso i posti che erano stati assegnati loro.

 
La cena stava procedendo rumorosamente, il padrone di casa non faceva che chiedere a Shindou quali meravigliose cose gli riservasse il futuro. Al mago non restava altro che inventare risposte o sviare le domande pressanti.

-In realtà, mio signore, vorrei chiedervi un favore.

-Dite pure, dite pure, sono pronto a darvi qualunque cosa.

-Ciò di cui ho bisogno non richiederà a voi o a nessun altro alcun disturbo, devo chiederle di permettermi di consultare i vostri registri di famiglia, sto facendo una ricerca e credo che le notizie che sto cercando potrebbero trovarsi in quei documenti.

Il padrone di casa rimase stupito da quella richiesta inaspettata.

-I nostri registri di famiglia sono privati, è impossibile mostrarli a degli sconosciuti.

-Lei capisce che questa concessione verrebbe ripagata con i miei più sinceri servigi.

Shindou vide l’indecisione sul volto dell’ometto, ma aveva già la vittoria in pugno, se lo sentiva.
Improvvisamente il portone della sala si spalancò è una delle guardie dell’ingresso entrò trafelata, si diresse dal padrone e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Pur essendo vicino, Shindou non riuscì a capire le parole che si stavano scambiando. Dopo

poche frasi, vide il governatore annuire e la guardia allontanarsi.

-Signori, il nostro attesissimo ospite è arrivato, preparatevi a un piacevole spettacolo.

Gli invitati parvero estasiati dalla notizia e ripresero un chiacchiericcio fitto e allegro. Shindou rimase attonito: Ospite? Quale ospite?
Con uno sferragliare di catene, entrò nella stanza un gruppo di persone: la differenza tra il loro stato sociale e quello delle persone sedute a tavola non poteva sfuggire a nessuno. Solo l’uomo che entrò alla testa del gruppo era chiaramente di un lignaggio più alto: era un uomo di mezz’età, i capelli brizzolati erano ben pettinati e ricadevano sulle spalle coperte da un lungo mantello da viaggio grigio. Un  gruppo di fanciulli lo seguiva in silenzio, a guardarli sembravano non superare i vent’anni, alle magre caviglie erano legate robuste catene che avrebbero impedito ogni tentativo di fuga. Avevano tutti la stessa tunica sporca e stracciata, ma i loro volti erano puliti, Shindou ne dedusse che fossero stati lavati per l’occasione. Due uomini seguivano il gruppo di ragazzi per impedire a chiunque di loro di restare indietro.

Il padrone di casa si alzò in fretta per andare incontro al mercante di schiavi  - per quanto triste fosse ammetterlo, non poteva che essere quella la sua attività - e si strinsero la mana in segno di saluto.
Dopo aver scambiato qualche parola tra di loro, il governatore passò in rassegna i giovani che erano stati allineati in mezzo alla stanza, con occhi avidi si fermò di fronte a uno di loro. Aveva i capelli argentati e due occhi viola e magnetici che sembravano risucchiare quello che fissavano, sembravano velati da una profonda tristezza, ma, a parte questo sentimento, non trapelava niente dal bel volto. Shindou non poté non notare la bellezza di quel ragazzo, una bellezza stupefacente e pura, molto difficile da trovare in quegli anni di corruzione. Era chiaro che il governatore avesse messo gli occhi su di lui. Shindou provò pietà per il giovane, qualunque fosse il destino che l’aveva portato nella posizione in cui si trovava in quel momento, non era questa la fine che meritava, nessuno di loro la meritava.

Il mago si riprese in tempo dai suo pensieri per vedere che il castellano e il mercante si stringevano la mano. Uno dei due uomini che seguivano la comitiva si avvicinò al ragazzo designato e gli tolse le catene dalle caviglie. Il giovane non perse tempo e tentò subito di fare uno scatto verso la porta, ma i guardiani furono più veloci di lui: uno lo bloccò per un braccio e l’altro non perse tempo ad assestargli un pugno nello stomaco. Lo shock fece perdere i sensi al giovane che ricadde in avanti con un grido strozzato.

-Non osate sciupare la mia roba. Se gli torcete un capello mi prenderò le vostre vite come risarcimento! Ora portatelo nelle mie camere, gli insegnerò presto ad obbedire al suo nuovo padrone.

Gli uomini si inchinarono in segno di scusa, raccolsero il ragazzo da terra e lo trasportarono fuori dalla sala.

-Molto bene signori, ora è il vostro turno di scegliere chi vi seguirà a casa. Io ritornerò tra poco.

Con un sorriso ammiccante verso i suoi ospiti, il padrone se ne andò sulla scia degli uomini che avevano appena lasciato la sala. Alister rimase a sedere, il suo scontento era chiaro, sembrava che stesse per essere rimpiazzato nel compito di dar piacere al padrone di casa …

In pochi secondi, il resto degli invitati si era alzato da tavola per dirigersi verso il gruppo in piedi al centro della stanza. Shindou colse quel momento di confusione per allontanarsi dalla sala: era la sua occasione di ottenere ciò per cui era entrato in quel palazzo. Negli archivi dei regnanti della città sperava di trovare qualcosa che lo avrebbe guidato verso la verità sull’assassinio della sua famiglia.

I corridoi erano scarsamente illuminati ma riuscì comunque a orientarsi, arrivò nell’ala del castello che sembrava dedicata alle camere private del governatore. Sicuramente da queste parti avrebbe trovato un ufficio o una biblioteca dove si potevano custodire documenti di tale importanza.

Un grido risuonò da una porta socchiusa, poco lontana dal punto in cui si trovava Shindou. Si avvicinò e senti sbraitare una voce che riconobbe come quella del padrone del castello, poi udì un colpo e un tonfo, seguiti da un lamento. Il mago spinse un po’ di più la porta senza far rumore e sbirciò dentro: a terra stava appallottolato e tremante lo schiavo dagli occhi viola e sopra di lui stava il suo nuovo padrone ansante e mezzo nudo che gli urlava contro oscenità e offese. L’omone si chinò su di lui e, afferratolo per la gola, alzò il viso contratto dalla paura all’altezza del suo:

-Ho pagato salatamente per averti ragazzino, farai quello che ti dico o il dolore che proverai sarà cosi tremendo che pregherai il tuo dio di fulminarti.
Il ragazzo si divincolò con forza, ma la mano intorno alla sua gola non sembrava voler allentare la presa, colto dalla disperazione infilò le unghie nella carne del braccio flaccido dell’uomo e scalciò facendo andare a segno qualche colpo, l’uomo grugnì per il dolore e allentò un po’ la stretta. Il giovane cadde a terra in ginocchio e tentò di allontanarsi in fretta dalla minaccia che lo sovrastava. Il suo aguzzino sembrava aver perso la pazienza:

-Giuro che ti ammazzo, sporco moccioso!

Afferrò un candeliere da un tavolo lì vicino e in pochi secondi gli fu addosso pronto a colpirlo col pesante oggetto.
Shindou agì d’impulso, si dimenticò per un attimo che andare in soccorso del ragazzo avrebbe compromesso la sua missione e si gettò nella stanza chiudendosi alle spalle la porta che sbatté con un rumore sordo. Il governatore si bloccò a metà dell’azione infastidito:

-E voi che cosa volete?

-Sono venuto a portarvi la mia benedizione, signore.

-Siete cieco vecchiaccio! Lo potete vedere da voi che non è il momento!

-No, io trovo che sia il momento perfetto.

L’uomo era fin troppo arrabbiato ora, si allontanò dalla sua preda e si lanciò contro l’intruso brandendo il candeliere.

-Non mi hai sentito? Ti ho detto di andartene!

Shindou sussurrò qualcosa e in un attimo il corpo dell’uomo si immobilizzò e, colto da uno spasmo, cadde pesantemente al suolo. D’improvviso nella stanza cadde il silenzio, il ragazzo nell’angolo era pietrificato, aveva la tunica strappata e una spalla magra spuntava dalla veste, dal labbro e da una ferita sulla fronte usciva del sangue, aveva il fiatone e tremava terribilmente.

-Se hai intenzione di andartene da qui ti consiglio di alzarti e seguirmi prima che arrivi qualcuno.

Il giovane non sembrò sentirlo, restò immobile dove si trovava. Shindou sospirò e gli si avvicinò a lunghi passi, si inginocchiò e allungò una mano per afferrargli un polso, ma il ragazzo non reagì come sperava al suo gesto: fece uno scatto indietro e iniziò a urlare, prima che riuscisse a calmarlo, la porta alle loro spalle si spalancò e Alister, seguito dalle guardie, entrò nella camera. Vedendo il padrone a terra, i nuovi arrivati alzarono le armi e si diressero verso il mago e il ragazzo con chiare intenzioni.
Prima che Shindou avesse il tempo di reagire, senti un forte dolore alla spalla, il consigliere del governatore gli si era scagliato addosso e l’aveva trafitto con un pugnale:

-Bastardo! Come hai osato far del male al mio padrone!

Il mago lo colpì con un pugno intriso di energia magica in pieno stomaco, e Alister non poté far altro che arretrare barcollando per poi cadere a terra sputando sangue.
Shindou si sfilò dalla spalla il pugnale e lo lanciò verso le guardie che erano rimaste attonite nel vedere la forza del loro opponente. Ne colpi una ad una gamba e questa cadde a terra urlando, le altre, vedendolo disarmato, ricominciarono ad avvicinarsi. L’uomo capì che non era il caso di rimanere ancora là dentro, soprattutto se il ragazzo non aveva intenzione di collaborare. Creò una sfera di energia che circondò entrambi e un attimo dopo si librarono in aria sotto lo sguardo terrorizzato degli assalitore per poi volare fuori da una finestra aperta, svanendo nella notte.
   
 
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