Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Prof    15/12/2009    4 recensioni
E c'era un'altra volta una bambina che vestiva una mantellina rossa, che portava sempre con sè un quadernino nero nero sul quale scriveva sempre, sempre e sempre.
E un'altra volta ancora c'erano tre bambini monelli, un orfanotrofio, un cattivo direttore (pure vecchio, tra l'altro) e uno scintillante elicottero giallo canarino.
Effettivamente ce n'era un tempo di gente mica a posto...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Peter L

Parte VII


Finalmente ridestatosi da quello stato di meditazione profonda, L pronunciò tali fatali parole.

- Be', visto che finalmente siamo tutti riuniti, - cominciò con fare teatrale, intanto che si puliva la maglia sporca di... di tracce di pneumatici?- ... mi pare logico pensare che sia più conveniente ritornare alla base. Su forza, datevi una mossa, miei fedeli seppur inutili sottoposti; la cattura di Kira è ormai vicina.

- Questo lo diceva anche quattro anni fa... - biascicò Matsuda fra i denti, prima di essere fulminato dallo sguardo assassino del detective. Roba che neanche Kira si immagina di fare. Per questo vuole uccidere L; perché sa fare (L) lo sguardo omicida meglio di lui (Kira). Quale altro motivo logico ci sarebbe, sennò?

Ma torniamo alla storia...

L, una volta graziato quell'idiota di Matsuda dall'alto della sua prodigiosa, ingegnosa e operosa intelligenza, era già in procinto di partire, tutto preso dalla fretta di raggiungere presto il Quartiere Generale, dato che il suo geniale intuito, o intuito geniale, come dir si voglia, lo avvertiva di un pericolo imminente (più tardi si scoprirà che stava per finire la scorta di cioccolatini), quando Watari, con estrema eleganza,  lo colpì in piena testa con un'altra poderosa bastonata. Si dice che Watari fosse uno dei sostenitori del metodo di insegnamento della scimmia del Re Leone, il cosiddetto "una bastonata e via!". Gli scienziati non si pronunciano ancora sull'esito effettivo del metodo, ma almeno un dato sicuro sono riusciti a ricavarlo: fa un male boia.
E difatti il detective, dopo aver ricevuto il "richiamo" da parte del simpatico vecchietto, se ne stava, con le lacrime agli occhi e stringendosi la testa fra le mani, nel disperato quanto patetico tentativo di limitare il dolore, accucciato per terra biascicando una serie interrotta di parole che forse è meglio non riportare.
Poi si voltò verso quel caro vecchietto che tanto sembra innocuo, ma che nella sua personale visione del mondo, in quel momento occupava uno dei primi tre posti della classifica degli esseri più malvagi del mondo, superato solo dalla presidentessa del Moige* e dai Teletubbies. Giusto per la cronaca, Kira veniva largamente battuto da Voldermort, Orochimaru, Hades, la scimmietta del film "Una Notte al Museo", Dart Vader, il Team Rocket e quel bambino che tanti anni fa gli rubò il lecca lecca ai fichi in salamoia.

- Signorino L, - esordì con gran classe il vecchietto ridestandolo dalle sue elucubrazioni, - credo che lei si stia dimenticando una cosa.

L si portò il pollice al labbro inferiore, mentre con l'altra mano ancora si teneva la testa dolorante. Ruotò gli occhi verso l'alto alla ricerca di chissà quale illuminazione divina, che parve arrivare abbastanza in fretta, dato che, pochi minuti dopo, di scatto girò la testa verso il gruppo di uomini, facendo prendere un mezzo infarto a tutti.

- Giusto. - disse atono.  - Benvenuti. E adesso andiamo.
 
Che stupido! Si era dimenticato delle buone maniere. Non che lui le ritesse importanti, beninteso; ma Watari era un uomo all'antica, di quelli che se devono uscire a lavorare alle otto del mattino si svegliano alle cinque, di quelli che vestono sempre eleganti e impeccabili pure se vanno a fare la spesa dal rigattiere sotto casa, di quelli che possono vantarsi di aver conosciuto gentiluomini come Cavour.
 
Un'altra bastonata raggiunse il suo capo.

Affranto si rigirò nuovamente verso Watari; e adesso che aveva fatto? Possibile che ci fosse qualcosa che non riusciva a ricordarsi? Lui, il grande L? Il geniale detective, quello che fa un baffo a Conan, quello che ha tradotto la Lineare A, B e pure C, quello che non sbaglia mai, e sottolineiamo MAI, anche quando va a sciare in costume da bagno, perché non era lui che era fuori come un balcone persiano, era il resto del volgo che non capiva nulla.
Evidentemente Watari lo stava mettendo alla prova. Malefico vecchietto!
Dunque, doveva ragionare. Del resto era la cosa che sapeva fare meglio. 

Ehi! Non è una battuta! 

Bastava solo pensare a un buon metodo per indurre il nonno a lasciarsi sfuggire qualche indizio. 
Ma quanto era furbo? Si congratulò con se stesso per l'idea.

- è uscito l'ultimo numero di Naruto?

Tentare con una serie di domande poste a casaccio. Ma che genio innato che era!

- No.

Fu la risposta secca. Seguita da un'istruttiva bastonata.

- è la festa del nonno?

- No.

Bastonata.

- è già Natale?

- No.

Bastonata.

- Mi porti alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka?

- No.

Bastonata.

- E che cacchio! Cosa mi sono dimenticato allora?

- Matt.

- Matt-che-cosa? è un nuovo tipo di dolce?

- Matt! - Esclamò in quel momento Mello, come preso da una folgorazione.

Intanto L rifletteva.

- Matt, Matt, Matt.... proprio non mi sovviene nulla. Vuol dire che non era importante, possiamo pure andare e abbandonarlo ai coccodrilli.

Concluse con estrema tranquillità e pure un po' scocciato da quell'inerzia. Un bambino si era perso in una giungla popolata da orribili e spaventose creature; cosa mai poteva esserci di così tragico? Meglio pensare alle cose veramente serie: tipo l'esaurimento della sua scorta di cioccolatini.

Evidentemente il resto dei suoi sudditi..., emm... compagni, non era d'accordo con lui. Strano che ci sia sempre qualcuno a romperti le uova nel paniere, eh?

- Ma L! è Matt! Quello che era con noi a bordo di Trilli! Quello  che è caduto.

A malincuore L si costrinse a ricordarsi di quella peste divina che rispondeva al nome di "Capocchia di Fiammifero".

- Ah! Capisco, capisco. - fece fintamente pensoso. - Peccato... sarà morto. Anzi , è sicuramente morto. Pace all'anima di capocchia di fiammifero... Bene, proseguiamo.

E già stava per allontanarsi, quando venne bloccato da un'altra bastonata di Watari. C'era abbastanza materiale per poter chiamare il telefono azzurro. E pure quello viola, già che c'eravamo.

- Ahio!

- Signorino L, è suo dovere andare alla ricerca del terzo bambino della Wammy's House.

Dovere? E che parola era? Un super-detective come lui non poteva avere impedimenti come "doveri", o  "morale" o  "legge".

- Uffa! Ma io mi scoccio!

E vogliamo pure calcolare l'immensa scocciatura di andare alla ricerca in una foresta oscura di un moccioso rompiscatole? Per non parlare del pericolo! C'era stato chi si era perso, per poi finire a viaggiare per tre mondi e tornare, non si bene come, per poi scriverci sopra un libro! E 'sto tizio era tornato perché aveva raccomandazioni in alto, eh! Figuriamoci chi non ce le aveva! *

- Allora niente cena stasera.

Lo minacciò Watari.

- Tanto non ho bisogno di mangiare.

- Compreso il dolce.

La risposta di L fu eloquente.

- Nuuuo!

Ci mancava solo Bonolis, ed ecco qua!, una bella puntata di "Chi ha incastrato Peter Pan?"

***



E così, il Grande, Intelligentissimo, Bellissimo e Sommo L, spinto dal suo grande senso del dovere, da quel grande sentimento di simpatia verso quella piattola maniaca dei videogiochi che certamente non sapeva apprezzare il suo genio luminoso, e soprattutto dalle minacce del vero cattivo di Death Note, ovvero il distinto Watari, si separò dal gruppo per recuperare Matt; sempre che, per puro caso, fosse ancora vivo.

Intanto il resto della combricola aveva declinato gentilmente l'invito di L a seguirlo nella ricerca, preferendo dedicarsi ad attività più lucrose per l'indagine su Kira.

- Celo, celo, celo, celo*, manca! Ide, mi dai questa figurina di Charizard in cambio di questa di Rattata? Tipregotipregotiprego!

- Te lo scordi! Ma sai quanto è rara?

- Matsuda! Ide! Ma che diavolo state facendo?! - Li riprese duramente Aizawa.

I due poliziotti nascose in fretta e furia le figurine, prestando, o meglio, facendo finta di prestare, attenzione all'autoelettosi nuovo capo Aizawa, che continuò a sproloquiare imperante:- Bene, adesso che abbiamo recuperato L, possiamo pure continuare a dedicarci alla nostra missione di spionaggio.

Alle parole "missione di spionaggio" gli occhi di Mello si illuminarono come un faro in mezzo al mare: "missione di spionaggio", significava "spiare", che significava "agire nell'ombra" che significava "pericolo" che significa "grande divertimento!". E detto fatto, fregandosene altamente dell'amico Matt, decise di andare a fare un po' di spionaggio. Così, per divertimento.


E così il nostro gruppo di avventurieri dell'indagine e oltre si divise.
Da una parte i tre i più grandi detective del mondo al prezzo di uno, ovvero L, con la delicata quanto indesiderata missione di ricerca di "Capocchia di fiammifero"; dall'altra i Bambini sperduti, formati da Matsuda, Ide e Mogi, con a capo Aizawa, con l'altrettanto delicato compito di fare da babysitter a Mello e Near; e magari, già che c'erano, rubacchiare qualche informazione utile.

Intanto oscure trame si dipanavano contro i nostri eroi.



***


 Sulla Perla Viola.

- Uomini! - urlò Capitan Kira.

Finalmente il suo piano per scoprire il nascondiglio di L stava per iniziare. Sarebbe andato tutto liscio. Come del resto affermava per ogni suo piano. Prima che fallisse. - Siete Pronti?

Una vocina si levò dall'accozzaglia di pirati delle Dolomiti che si ritrovava, suo malgrado, a comandare.

- Emm, Capitano, a dir la verità Ooi non è ancora pronto... - fece ella timidamente.

- Ma come?! Se vi ho detto di prepararvi più di mezz'ora fa? - Light si fece l'appunto mentale di eliminare, una volta creato il Suo Nuovo Mondo, tutto i ritardatari dalla faccia dell'Universo.

- Pare che si stia ancora pettinando.-

Un'esplosione di risate si levò dalla ciurma al sentire la spiritosaggine del giorno. Light, dal canto suo, fece il secondo post mentale in meno di cinque minuti; nel Suo Nuovo Mondo non ci sarebbe stato posto per gli spiritosoni.

 

***



I Bambini Sperduti avanzavano allegramente attraverso la foresta. O almeno, Matsuda avanzava allegramente cantando a squarciagola. Gli altri erano intenti a cercare di salvare le loro povere orecchie.
Camminavano, camminavano e... camminavano.
Camminarono così tanto finché Mello, che non indossando scarpe Valleverde aveva i piedi a pezzi, anzi non indossando proprio alcuna scarpa, sbottò alquanto contrariato:

- Ma quando arriviamo?

Gli uomini si voltarono verso il bambino, che stanco si era lasciato pesantemente cadere su un punto qualsiasi del terreno. L'idea di fare dello spionaggio lo esaltava, ma il camminare proprio no. E poi nei film non si è mai visto 007 girare allegramente a piedi per le foreste. Quello aveva sempre, che so, una Ferrari, una Lamborghini, un elicottero, un aereo, un sottomarino, un triciclo o una bicicletta per spostarsi. Ecco, perché lui poteva evitare tutte quelle belle fatiche e Mello invece no? Il mondo sapeva essere tremendamente ingiusto a volte.

Un improvviso verso proveniente da remote zone della boscaglia lo distrasse dai suoi pensieri.
Si girò, dando le spalle al gruppo di indagine, per cercare di catturare con gli occhi quello che aveva udito.

Niente. Non vedeva assolutamente una cippa di niente.

Tutta la foresta era immobile e placida davanti ai suoi occhi, senza dare alcun segno di vita.

Se  l'era forse immaginato?

Un altro verso, simile al precedente ma con intensità maggiore, confutò la sua tesi.

Questa volta era stato più forte e chiaro. Si stava avvicinando.

Portò tutta la sua attenzione al tentativo di captare di nuovo quel suono, cercando di ignorare gli strani versi che emetteva Matsuda mentre veniva strangolato da un furioso Ide che urlava ripetutamente "Come hai fatto a leggere la cartina al contrario?!".

Lo sentì di nuovo. Questa volta chiaramente. Era tipo un qualcosa come "keee...".

Si sporse ancora di più verso il fitto della foresta. Cavolo, gli sembrava si stare in una puntata di Voyager! Magari era il verso di qualche strana creatura che si pensava ormai estinta. O il risultato di un test di laboratorio fallito. O la mutazione determinata dall'esposizione di radiazioni radioattive di un criceto nano del Guatemala. O...

I suoi pensieri furono fermati dal richiamo di testa-afro. La pausa era finita, dovevano proseguire.

- Ma io non voglio! -

Aizawa sobbalzò all'inaspettata presa di posizione di Mello, per poi sbuffare sonoramente. Altro che aiuto alle indagini, quei due bambini erano delle autentiche palle al piede.

- Fino a cinque secondi fa non stavi nella pelle alla sola idea di partecipare ad una "missione". Come mai questo cambio improvviso di idea? - tentò diplomaticamente l'uomo. Anche se l'idea lo allettava, non poteva abbandonare un bambino in mezzo alla giungla. Forse.

Per tutta risposta Mello gli voltò le spalle, ignorandolo bellamente. Stava per fare la scoperta scientifica più importante di quell'anno, ma che dico di quel quarto di secolo, di più!, di quel secolo! Poteva mettere per sempre in ombra quel lombrico di Near, vendicarsi di quella volta che aveva scoperto un nuovo microrganismo in più rispetto a lui per quella verifica di biologia, prendersi la rivincita su tutte quelle volte che aveva dovuto sopportare i suoi dispetti... aspetta, era lui a fare i dispetti a Near, mica il contrario. Vabbé, colpa del puffo albino comunque.

Aizawa però non aveva il tempo di aspettare che i sogni di gloria di Mello si realizzassero. Già era stato difficile evitare che Matsuda morisse per mano di Ide, non aveva anche la pazienza di star appresso ad un bambino. Maleducato per di più.
Rapidamente con lo sguardo si consultò con Near, ancora comodo comodo sulle spalle di Mogi, che, picchettando sulla propria tempia con gesto eloquente, sintetizzò così la sua opinione sulla situazione, ma anche, e forse soprattutto, sulla stabilità mentale di Mello: fuori come un balcone persiano, era la diagnosi.
All'uomo non rimase che avvicinarsi a Mello, con la sana e giusta intenzione di prenderlo di peso e smuoversi così da quello stallo snervante.

"SASUKE!!!"


L'attenzione fu catturata da quel grido disumano.
Tutti si voltarono verso il punto da cui era provenuto quel richiamo rabbioso, scrutando febbrilmente tra la fitta vegetazione, che imperterrita, continuava a rimanere con ostinazione immobile e placida.


Fu un attimo.

Più veloci di un lampo due macchie squarciarono la piattezza di tutto quel verde. E tanto rapidamente si rituffarono nel labirinto di fogliame.

Mello rimase a bocca aperta, non riuscendo a processare bene quello che aveva intravisto.

Non era sicuro di poter affermare di aver scorto una macchia blu inseguita da una macchia arancione che urlava come un'ossessa “Sasuke!Sasuke!Sasuke!”.

E probabilmente la sua faccia traditrice doveva riportare fedelmente la sua inquietudine, visto che afro-testa, ormai rassegnato al ruolo ingrato di babysitter, tentò di tranquillizzarlo su quel bizzarro avvistamento.

-Non farci caso, - gli disse. - Non sappiamo bene neanche noi cosa siano quelle due “cose”.


E questo non si poteva dire tranquillizzante.

- Sappiamo solo che ormai da qualche mese infestano questa foresta, ma sostanzialmente sono innocue.

- Sono... una specie di animale?

Aizawa soppesò cosa poter rispondere.

Esordì con sbuffo contrariato, grattandosi indeciso la testa.

- Bé, potremmo dire che ne sono una specie. A dirla tutta, non siamo mai riusciti a scoprire se si possono catalogare tra le forme di intelligenza simile a quella umana. Sappiamo solo che continuano imperterriti a inseguirsi tutto il giorno, la macchia arancione urlando in continuazione “Sasuke! Sasuke!”, mentre quella blu non fa altro che scappare e ghignare malignamente. *

Mello e Near non proferirono parola. Le loro facce parlavano già di per sé. E più o meno dicevano qualcosa del genere: “Ma dove cavolo siamo finiti?” o “Tutto ciò è tanto improbabile come Jessica Fletcher giovane o il detective Goro che risolve un caso”.
E di certo non ci voleva un genio come L per capire che forse era, per una volta, il caso di non ostinarsi a cercare di dare spiegazioni a ciò che non poteva essere spiegato. Almeno non razionalmente. E che forse era meglio, molto meglio, darsi una mossa e schiodarsi da lì.

***

Con passo svelto come quello di un ornitorinco zoppo, e pure un po’ ciecato, L si addentrava sempre di più nella foresta.

L’idea di portarsi dietro tre mocciosi sull’Isola Che Non C’è non si era rivelata una delle più brillanti; almeno non dopo quella di mangiare pop corn inzuppati nella Nutella. Decisamente un’esperienza da non ripetere.


Fece qualche altro passo in avanti.

Ma dove cavolo si era cacciato quel ragazzino? Eppure non gli sembrava che fosse caduto così lontano.

Continuò a proseguire, scavalcando radici sporgenti e scostando liane, foglie, fronde che gli impedivano il passaggio con l’ausilio dei soli indice e pollice. Il ché la dice lunga su quanto tempo ci impiegava solo per fare due passi.

Evidentemente però il tempo non preoccupava per nulla il giovane detective. Difatti era arcisicuro di riuscire ad ultimare la missione velocemente, in modo indolore e, ultimo ma non meno importante, senza faticare. In fondo era o non era il miglior detective del mondo? Aveva sventato fior fior di crimini, incastrato e catturato i peggiori criminali, trovato un modo per far vincere il Campionato Italiano all’Inter… trovare un moccioso sarebbe stato un giochetto per lui.

Con il piano che aveva ideato poi… andava a colpo sicuro. Non c’era margine di errore.

Chinò il capo per evitare l’ennesima liana ad altezza d’uomo.


Girare a casaccio per la foresta finché non avesse ritrovato Fiammiferino.

A volte si chiedeva come gli venissero in mente certe genialate.


***

- Che significa che ci siamo persi? Ma non avevamo una cartina?!


Aizawa scrutò furente i suoi collaboratori.

- Bé, in effetti ce l’abbiamo. – tentò di discolparsi Ide. – Solo che…

Lasciò che la frase fosse completata dalla visione della mappa stessa, che mostrò dispiegandola ben bene sotto gli occhi di tutti. Presentava una vistosa macchia di quella che si poteva reputare cioccolata in concomitanza della rappresentazione del territorio del nemico. Anche il nome della zone era ormai illeggibile.

Ecco cosa succedeva a lavorare con un crapulone qual era L; irrimediabilmente finiva con lo sporcare documenti e scartoffie. Una vera seccatura. Come potersi dimenticare di quella volta che aveva ritrovato la sua relazione sugli sviluppi dell’indagine tutta impiastricciata di marmellata? Alla prugna, pergiunta. Roba che manco Marco della Viakal riuscirebbe a ripulire. Con tanti saluti del rimedi casalinghi della nonna.

- Mello.


Il bambino si girò scocciato verso il suo indesiderato interlocutore.

- Che c’è? – fece spazientito.

Odiava Near. Odiava sentire parlare Near. E soprattutto odiava che Near pronunciasse il suo nome.

- Mi chiedevo… - riprese il più piccolino, snobbando coraggiosamente lo sguardo di puro impaziente odio che lo stava besagliando. - … se sia possibile per gli alberi muoversi.

A Mello tutte le male parole morirono in bocca. Aveva sentito bene?


Gli uscì solo un incredulo,strozzato, verso: - Che?!

***


Calma.

Ragioniamo.

Perché è in queste situazioni che bisogna ragionare, no?

Allora…

Lui era senza dubbio il miglior detective del mondo, colui che aveva scoperto la teoria per la quale la fetta di pane cade sempre dal lato immarmellato, colui che poteva permettersi di inventare nuove parole fregandose altamente dello Zanichelli, colui che… eccetera… eccetera…

Insomma, lui era un genio, no?

Era L, no?

Su questo non ci pioveva. Anche perché se non sapeva chi era allora erano cavoli amari. E sapeva che i cavoli proprio non gli piacevano.

Quindi, in sintesi.

Lui era L, il miglior detective del mondo, un genio, uno di quei tizi da film poliziesco da quattro soldi che non sbagliano mai. E non gli piacevano i cavoli.

Allora perché provava quella sgradevole sensazione?

Quasi come se, sì insomma, come se… si fosse perso.






Continua...

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________


 

 

Note

* (1) "Moige": da parte mia non c'è nessun intento di offendere questa associazione. In questa citazione voglio solo farne un po' il verso, in modo bonario e senza andarmi ad impelagare in inutili discussioni.
* (2) "Celo, celo, celo": lo so che si scrive "ce l'ho", ma scritto in "celo" da un altro effetto, secondo me più realistico. E divertente. ^^
* (3) "E vogliamo pure calcolare l'immensa scocciatura di andare alla ricerca in una foresta oscura di un moccioso rompiscatole? Per non parlare del pericolo! C'era stato chi si era perso, per poi finire a viaggiare per tre mondi e tornare, non si bene come, per poi scriverci sopra un libro! E 'sto tizio era tornato perché aveva raccomandazioni in alto, eh! Figuriamoci chi non ce le aveva! " : qui si parla di Dante. "Nel mezzo di cammin di nostra vita / mi ritrovai per selva oscura / giacché la via dritta era smarrita". Dal primo canto della Divina Commedia (Inferno). La citazione è a memoria, quindi non fidatevi! ^^'
*(4) "Macchia arancione e Macchia Blu" : sono Sasuke e Naruto. La fauna dell'Isola Che Non C'è è alquanto particolare. 

x Genshi: Tu non mi potresti mai rompere le scatole. Anzi, mi fa piacere! XD Anzi, in quanto vittima mi sento un po' trascurata, eh! è__é Io dico, o le cose si fanno bene o no nsi fnno, eh! XD Ok, basta con discorsi pazzi senza nè capo nè coda. La battuta su Ooi è stata quasi un'illuminazine divina. Dici che dovrei preoccuparmi? In questa fic non si salva nessuno: neppure Light. Adesso che ci penso è preoccupante che tutti i personaggi delle mie fic diventino degli idioti patentati. O.O

x Bankotsu: Davvero, tu sei una delle persone più pazienti che io conosca. Per farmi perdonare ho aggiornato entro l'anno. Anzi, entro il mese! Mi sento quasi un genio... certo, sempre per gli standard di questa fanfic. ù.ù

x boda: Grazie mille. <3 Se ti facessi piangere mi preoccuperei. Vorrebbe dire che sbaglio da qualche parte. XD Purtroppo Mello e Near compaiono poco in questo capitolo, ma presto torneranno. In fondo sono loro i protagonisti.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Prof