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Autore: DiKey    22/12/2009    2 recensioni
Quando tutto sembrava finito, nuovi nemici fanno la loro comparsa. Tra segreti e cose taciute troppo a lungo, i nostri eroi avranno davanti nuove sfide... Per favore, siate clementi ma onesti, è la mia prima fanfic
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il leone,l'angelo, il drago'
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FF VIII-end CAPITOLO 30

Qualcuno gli stava parlando. O almeno,così pensava. Non riusciva a capire, tutto suonava indistinto e confuso alle sue orecchie. Aprì gli occhi, davanti a lui c’era Zell che parlava e parlava, ma Squall non riusciva a capire una sola parola. Riuscì a mettersi seduto,aspettando che quel fastidioso fischio smettesse.
Quanto tempo era passato dall’esplosione? Un minuto? Un’ora? Un anno? Finalmente il fischio cessò e riuscì a capire quello che diceva Zell

“…e quindi sono gli stessi che abbiamo affrontato durante al battaglia dei Garden.”

(chi?)

“adesso andiamo andare Squall, quelli in piedi stanno già combattendo. Caraway ti aspetta.”

Squall si rimise in piedi, e controllò il suo equipaggiamento. Aveva ancora un piccolo stock di pozioni e di munizioni per il Gunblade. I botti dell’artiglieria si udivano chiari, vicini. Ma loro erano in centro, quindi…

“Le linee di difesa esterne della periferia hanno ceduto. Stanno arrivando.”

“Gli altri?”

“Finora abbiamo avuto solo 5 perdite, 4 soldati di Esthar ed un SeeD. Ma se non vieni a darci una mano, questo numero crescerà”

Squall annuì, ed i due andarono verso le barricate. I feriti venivano portati via in barella, e le seconde linee prendevano il loro posto. Ma qualora si fosse arrivati all’assalto, le difese sarebbero sicuramente crollate. Caraway stesso guidava le operazioni, e dalla fascia sporca di sangue che portava su un occhio si vedeva che era stato ferito. Il presidente fu lieto di vedere Squall, e subito gli indicò qual’era la situazione dalla città.

“Ci hanno concentrato le loro forze in questi punti. Abbiamo provato ad accerchiarli, ma i loro fianchi sono coperti da robot galbadiani modificati. In questo punto la pressione è maggiore, mentre qui e qui è praticamente nulla, infatti ho preferito spostare diversi uomini dalle ali al centro, dove c’è più bisogno di loro.”

“Mi sta dicendo che sta sguarnendo le ali dello schieramento?”

“Sono costretto a farlo. Grazie a questo, li abbiamo bloccati al centro.”

No, è tutto un piano. Non gli interessa sfondare al centro, stanno solo tenendo impegnati i soldati, sfiancandoli ed obbligando Caraway a spostamenti.

“E’ tutta una farsa, ci attaccheranno sulle ali indebolite sfondando, e da lì convergeranno verso il centro, accerchiandoci!”

Forse Squall era un profeta e non lo sapeva, dato che dalla radio comunicarono che le linee dei quartieri alle ali erano adesso sotto attacco intenso, e che avrebbero ceduto. Caraway prese un fucile e parlò

“Comandante! Prenda quanti più uomini può con sé e difenda l’ala sinistra, io mi occupo della destra!”

Squall eseguì, prendendo con sé, Zell, Dania ed una ventina di soldati di Esthar. Mentre correvano per raggiungere la loro postazione dovettero fare attenzione ad evitare i colpi di mortai che scavavano buche nella strada. Alcuni soldati di Galbadia rispondevano al fuoco, piazzandosi proprio in quelle buche, usate come delle trincee improvvisate. Le luci della città erano spente, ma le luci della battaglia la illuminavano a giorno. Era spaventoso vedere quella città, Deling City, ridotta in quello stato: edifici trasformati in rovine fumanti, barriere per le strade fatte con gli alberi abbattuti della via principali e pezzi di cemento presi qua e la. E soprattutto il sangue. Arrivati sulla linea del fronte bisognava fare attenzione alle scheggie, alle pallottole vacanti ed a non scivolare su bossoli e macchie di sangue. Medici facevano avanti ed indietro somministrando morfina e curando alla buona le ferite leggere. Rottami di robot gialli e azzurri erano presenti da ambo le parti, e se non fosse stato per il diverso colore della divisa, verde per i nemici, blu e rosse per i Galbadiani, si sarebbe potuta definire una guerra civile.
I soldati stavano acquattati dietro le loro improvvisate difese, rispondendo al fuoco come potevano. Squall dispose gli uomini in modo da rafforzare i punti deboli dello schieramento, mettendosi insieme a Zell sotto la prima barricata. Un soldato in uniforme blu parlò con Squall

“Signore, stanno per assaltarci. Questo è solo fuoco di copertura.”

Squall annuì mentre Zell guardava dubbioso il soldato

“Scusa la domanda, ma dove ti ho già visto?”

“Sono Wedge, signore.”

“Wedge? Lo stesso della torre di trasmissione e della prigione? Ma non ti eri ritirato?”

“Si, ma qui si tratta di difendere la mia patria e non di conquistare in nome di una qualche strega, signore.”

Era strano. Adesso combattevano fianco a fianco con i loro nemici mortali di neanche tanto tempo prima.

“ARRIVANO!!” urlò una sentinella, prima che un proiettile di grosso calibro la colpisse al petto, passando da parte a parte.

“ALL’ARMA BIANCA!” ordinò Squall, e Wedge ripetè l’ordine ai soldati più vicini, che posarono i fucili per prendere le spade.

L’assalto arrivò impetuoso: un soldato in divisa verde saltò sulla barricata, ma  Squall gli tranciò le gambe con un colpo del suo Gunblade. Wedge duellava contro due di loro, e Zell combatteva spalle a spalle con Dania che combatteva usando due jitte. La ragazza riuscì a disarmare un aggressore con questa particolare arma, mentre Zell gli sgusciò alle spalle, rompendogli il collo e finendolo.

“Ehi Squall, sono proprio gli stessi della battaglia tra Garden!”

L’aveva notato, ma non era il caso di perdere tempo a pensarci su. Uno di quelli cercò di prenderlo alle spalle, ma Squall riuscì a percepire la minaccia con la coda dell’occhio spostandosi appena in tempo, ruotando su sé stesso e finendo il suo nemico con un colpo violentissimo all’addome. Ma per ogni nemico che cadeva, uno ne prendeva il posto. Zell era stato accerchiato, e dato che il ragazzo lottava più per difendere Dania che per abbattere i nemici, non fu difficile per i suoi avversari ferirlo al torace, sebbene di striscio. Squall imprecò, abbattè il nemico che aveva davanti e con un balzo potè supportare Zell, finendo i suoi avversari.

“O lotti davvero, o te ne vai Zell. Non ho né il tempo né la voglia di farti da baby-sitter,chiaro?”

Zell rimase turbato, ma non ebbe il tempo di rispondere perché un grosso robot giallo dalla figura vagamente umanoide lo attaccò. Si lasciò cadere per terra in avanti e tentò uno sgambetto, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di farsi parecchio male alla caviglia: quella tattica non funziona con chi è fatto di metallo. Il Robot calò un altro pugno e Zell rotolò di lato per evitarlo. Si rimise in piedi, lasciando che le scintille rosse lo avvolgessero; con un calcio spedì il robot in aria e lo raggiunse con un salto, continuando a colpirlo a ripetizione. Alla fine con un doppio calcio spedì il robot dall’altro lato della barricata, portando scompiglio fra le linee nemiche.
Se Squall avesse visto si sarebbe certamente congratulato, ma il giovane SeeD doveva fare i conti con una schiacciante inferiorità numerica, dato che era stato circondato da tutte le parti. Ma i soldati di Esthar delle retrovie abbatterono dalla distanza due dei suoi avversari, permettendo al ragazzo di poter lottare senza nessuno alle spalle, ed uno dopo l’altro anche quelli caddero. Improvvisamente, i soldati in verde iniziarono ad indietreggiare, fino a tornare dietro le barricate. Il primo assalto era stato respinto.
Si pulì il sudore dalla fronte, sperava che anche dalle altri parti le cose andassero così.

***
“CREPATE MALEDETTI BASTARDI!!!”

Irvine supportava l’ala dello schieramento, sparando furiosamente ed abbattendo un nemico dietro l’altro. Selphie era rimasta gravemente ferita dallo schianto del Lagunarock, e lui voleva vendicarla, avendo giurato in cuor suo di ammazzare un nemico per ogni goccia di sangue che la sua Selphie aveva perso.  Caraway stesso si stava dando da fare utilizzando un fucile a canne mozze, poco elegante, ma efficace. Un soldato in verde tagliò la gola ad un galbadiano in rosso,lo spruzzo di sangue che ne scaturì macchiò il muro, ma il soldato non ebbe il tempo di esultare,perché un colpo di Caraway lo colpì in piena fronte, trapassando l’elmo ed uscendo dall’altra parte, facendone scaturire un altro fiume di sangue che si mischiò a quello del galbadiano che aveva ucciso. Un Robot azzurro tranciò un soldato con la sua ala metallica, e poi lanciò i suoi micro missili contro Irvine ed i soldati che comandava. Il cowboy evitò i missili gettandosi di lato, ma l’esplosione che ne seguì lo spinse contro il muro. Puntò il fucile contro il robot

Clic

“Merda!”

Ricaricò in fretta, ma il robot fu sopra di lui. Le lame erano a contatto con la gola di Irvine, ma il cowboy riuscì ad infilare il fucile nel petto del robot e sparò, distruggendo il sistema centrale. Ma il robot adesso era sopra di lui, ed il cowboy faticò parecchio a togliersi di dosso quella mezza tonnellata d’acciaio. Quando si rimise in piedi, la situazione era precipitata. Caraway aveva lasciato il fucile per difendersi con una scintillante sciabola, protetto anche dai suoi uomini che facevano scudo intorno a lui. Ma uno a uno quelli cadevano, colpiti al cuore o in testa da un invisibile cecchino. Caraway ben presto si ritrovò senza protezione ed Irvine fu costretto ad evocare un GF, e scelse suo malgrado Kyaptus.
il cactus verde spuntò dal nulla in un imprecisato punto sopra di loro, tempestando i nemici con una tempesta di aghi, riuscendo ad abbatterne la metà. Adesso bisognava occuparsi del cecchino; calcolando in fretta fattori come il vento l’angolazione e la distanza, Irvine riuscì ad immaginare dove l’anonimo tiratore si nascondesse. Coprì Caraway col suo corpo e caricò una granata, puntandola contro una finestra non illuminata poco distante. Sparò, facendo saltare in aria quell’intero appartamento. Comunicò al generale di indietreggiare, quando all’improvviso calò un assoluto silenzio, mentre le truppe nemiche si ritiravano.

“Non mi piace” disse a bassissima voce il cowboy

TUMP-C-TUMP-C-TUMP

“Proprio non mi piace” disse ancora mentre ricaricava il fucile

Da sotto le barricate si vedeva provenire una strana luce rossa che emanava non poco calore, poi la luce si spense…e le barricate saltarono in aria, rivelando chi c’era dietro. Il famigerato X-ATM092, la Vedova Nera, orgoglio delle officine militari di Galbadia. La macchina avanzava decisa, ma Irvine rimase fermò, in modo da poter mirare dritto in mezzo agli occhi…colpo vibrante in canna…FUOCO!!
L’energia del colpo fu tale che quasi il fucile sbalzò dalle mani di Irvine, ma il bersaglio venne preso in pieno e si accasciò su un fianco. Il cowboy sorrise beffardo e poggiatosi il fucile sulla spalla si girò verso Caraway.

“Tutto qui? Devo dire che non sono impressionato!”

“Si auto-ripara!”

“Che?!?”

Irvine si girò pronto al fuoco, ma il robot era già tornato in azione e colpì il cowboy con una zampata facendolo schiantare contro un muro. Diversi mattoni si ruppero ed Irvine crollò stremato a terra in una nuvola di polvere rossa. Il mostro puntava verso Caraway che impossessatosi di un fucile iniziò a sparare indietreggiando. I colpi erano potenti, e la testa del mostro tremava ogni volta che incassava un colpo. Quando la vedova nera era ormai a contatto con Caraway si fermò, cadendo ai suoi piedi.

“VIA!!! RITIRATA!!”

I soldati iniziarono a ripiegare, ma il mostro si rigenerò in pochissimi secondi, e con balzo gli fu davanti. Il ragno meccanico, modificato per avere una maggiore velocità di rigenerazione, alzò le tenaglie portandole ai lati di quella che era la sua testa, scoprendo un mitragliatore a canne rotanti. Un soldato scelto se ne accorse e spinse Caraway, salvandogli la vita al prezzo della sua. Ma il presidente non ne uscì indenne, dato che l’X-ATM092 l’aveva preso alla gamba destra. Il mostro meccanico puntò dritto su di lui, ignorando i soldati e preparando nuovamente il mitragliatore.

“Yo-oh! Ragnaccio!”

Irvine era di nuovo in piedi. Grazie alle pozioni che aveva con sé era riuscito a curarsi quel tanto che bastava per rimettersi in piedi. Saltò sulla schiena del robot, che cercò goffamente di togliere questo fastidioso intruso, prima con le zampe e poi agitandosi, scuotendo il corpo metallico.

“YI-HAAA!”

Irvine si tolse il cappello sventolandolo con la mano sinistra, come un cowboy che cerca di domare un cavallo selvaggio. Appena si sentì sicuro poggiò la canna del fucile sulla testa del robot e fece fuoco. Pezzi d’acciaio e circuiti volarono tutt’intorno a lui, ma il cowboy non si fermò e continuò a sparare svuotando il caricatore, finchè della testa non rimase che un ammasso di metallo fumante. A quel punto saltò giù guardando compiaciuto il suo lavoro di demolizione.

“Sono abbastanza certo che il nostro amico abbia smesso di rialzarsi.”

Poi il cecchino fece nuovamente fuoco, ed Irvine si accasciò per terra.

CAPITOLO 31

Squall e Zell erano tornati al campo base. Tranne qualche ferita superficiale, i due stavano bene ma erano pochi quelli nelle loro condizioni. Caraway giaceva su una barella, numerose abrasioni, ma la gamba destra era stata quasi staccata da una mitragliatrice di grosso calibro, ed Irvine era privo di sensi con una grave ferita alla spalla destra. Il proiettile era penetrato in profondità, trapassando i muscoli e piantandosi saldamente nell’osso, era una cosa che un ospedale da campo non poteva curare e le paramagie sarebbero state inutili finchè non si fosse estratto il proiettile,che non era neanche un colpo normale, ma uno di quei colpi in grado di infliggere la magia Pain. Era un bene che fosse svenuto, altrimenti il dolore sarebbe insopportabile.
Nonostante il dolore, Caraway strinse i denti e chiese un rapporto dal capitano SeeD

“Attacco respinto, ma le perdite sono state elevate. L’ala destra non reggerà ad un secondo assalto.”

“Situazione analoga a destra Comandante,solo che lì non possiamo più nemmeno contare sulla difesa delle barricate, anche se la carcassa del ragno meccanico ci garantisce una minima copertura.”

Il che vuol dire che l’ala destra sarebbe crollata senza essere in grado di opporre resistenza. Se le cose stavano così, allora Storm avrebbe ordinato di lanciare un massiccio attacco in quel punto, travolgendo le difese ed accerchiando i difensori…conquistando la città. No, non poteva permetterlo. Un’idea folle balenò nella mente di Squall. Non l’avrebbe definito un lampo di genio, ma era una possibilità concreta,anche se minima.

“Generale, dobbiamo contrattaccare.”

“Cosa sta dicendo?”

“Hanno avuto delle perdite pesanti, più delle nostre. Ci vorrà del tempo prima che riorganizzino una carica. In quel lasso di tempo dobbiamo riuscire a raggiungere il Garden ed eliminare chi comanda. Senza testa, il corpo muore.”

“Certo, sarebbe una buona idea se io avessi abbastanza uomini da poter condurre in un assalto! Bastano a mala pena per difendere le nostre postazioni, un assalto è una manovra suicida.”

“Prima ha detto che le difese del Garden sono tali da non consentire il passaggio a niente di più grande di una moto.”

“Verissimo. Infatti i nostri carri sono del tutto inutili.”

“Dateci le moto allora”

Il generale lo guardò poco convinto “come sarebbe a dire?”

“10 uomini esperti su delle moto dovrebbero essere abbastanza veloci da evitare gli attacchi della fanteria ad abbastanza piccoli da evitare quelli del Garden.”

“E’ un piano folle, ridicolo.” Disse indignato Caraway “ma è l’unico che abbiamo, visto che l’alternativa è cedere.”

Squall scelse dieci uomini capaci, contando sé stesso, Zell ed il SeeD Nick, quello che durante lo scontro intestino al Garden di Balamb tra sostenitori del preside e del supremo aveva difeso il garage.  Degli altri sette, due erano soldati scelti di Galbadia ed uno era un volontario di Esthar. Gli altri erano militari di leva nelle loro divise blu. Prima di partire dovettero risistemare lo schieramento, posizionando Quistis a sinistra e gli altri SeeD a destra, dove c’era più bisogno di loro. Adesso erano pronti.

“VIA!”

Le moto rombarono e lo squadrone partì per questa disperata sortita. In breve tempo furono in mezzo alle linee nemiche, cogliendo impreparati i loro avversari. Squall roteò il Gunblade colpendo due che cercavano di tagliar loro la strada, mentre gli altri cercavano semplicemente di evitare i colpi. Uno dei soldati in blu non fu fortunato e venne colpito da una potente para-magia che lo disarcionò, probabilmente opera di un phalanx. I nove rimasti sgusciarono fuori dalla linee nemiche dentro la città, ed in breve le moto correvano nel breve spazio che separava la città dal Garden di Galbadia, fuori dal tiro delle linee nemiche…e nella gittata dei cannoni. Il Garden fece fuoco ripetutamente, ed era quasi comico che quella struttura gigantesca non riuscisse a colpire quelle nove mosche su moto verdi. Ormai erano quasi arrivati. Ma un colpo di mancò di pochissimo disarcionando Nick, il volontario di Eshar ed un soldato scelto Galbadiano. I tre però non vennero uccisi sul colpo e riuscirono a rimettersi in piedi.

“Andate avanti!” Gridò Nick “Noi vi copriamo”

I tre assunsero una posizione di combattimento, iniziando a sparare sugli inseguitori. Squall non si voltò, anzi, diede ancora più gas e la moto scattò in avanti. Erano rimasti in sei quando l’ingresso del Garden di Galbadia fu bene in vista.

(forza, ci siamo quasi)

Le raffiche non potevano più colpirli erano arrivati nella zona cieca, troppo vicino ai cannoni perché potessero raggiungerli! Le moto percossero la rampa d’ingresso, ma un soldato di Galbadia cadde all’improvviso, colpito da un proiettile. Squall guardò davanti a sé, dove un singolo phalanx si ergeva puntando una pistola contro di loro; sparò ancora, e Squall cercò di curvare, ma il pavimento non era adatto ad una moto e ne perse il controllo: cadde, ma la moto continuò a scivolare fino al Phalanx che per non esserne investito la evitò con un salto. Squall si rimise in piedi, e tutti gli altri fermarono la moto per fronteggiare questa nuova minaccia. Il phalanx li guardava dietro i suoi lunghi capelli rossi che gli cadevano sulla schiena. Gettò la pistola e si mise in posizione d’attacco,e dalla sua posizione si capì che era un esperto di arti marziali;attaccò Squall ma Zell si mise in mise bloccando il pugno con l’avambraccio.

“Voi andate avanti! Per lui basto io!”

Squall era dubbioso, ma non poteva fare altrimenti. Doveva trovare suo fratello e sconfiggerlo per mettere fine alla guerra.

(Buona fortuna,Zell)

Il phalanx li lasciò andare e si concentrò su Zell.

“Così presuntuoso…ma per quanto ancora?”

Scattò e colpì con un calcio laterale che Zell evitò chinandosi, ma non appena ebbe poggiato il piede riprese spinta e diede un altro calcio, dal senso opposto, che colpì Zell in testa, tramortendolo. Alzò la gamba e colpì dall’alto verso il basso, come se calasse un’ascia, ed il colpo fu talmente potente da incrinare una mattonella. Zell rispose con una tempesta di pugni, che costrinse l’altro ad una difesa a braccia unite; Zell ne approfittò, ed caricatosi di energia partì col suo Attacco Multiplo: una violentissima tempesta di calci che spinse l’avversario in alto, ma improvvisamente il Phalanx lo agganciò per la caviglia, roteò su sé stesso due volte e lo scaraventò con violenza contro il suolo. Zell strinse i denti, ma il peggio non era ancora arrivato: quello calò come un missile colpendo Zell alla cassa toracica con un calcio a piedi uniti, atterrando a chiodo sullo stomaco di Zell.

“Ti è calata la cresta, Gallinaccio?”

Zell spalancò gli occhi e strinse i denti, il volto mutato in una maschera di rabbia. Afferrò il suo avversario per le caviglie

“NON-CHIAMARMI-COSI’!!!!”

Riuscì a scaraventare il suo avversario in alto e venne avvolto da una strana aura rossa e blu. Balzò raggiungendo il suo avversario e colpendolo con un violentissimo pugno, ma non si fermò, arrivando fino al soffitto, e lì si giro in maniera da poggiare i piedi contro il soffitto per prendere ulteriore spinta per poi colpire l’avversario con un altro colpo. Saltò allora contro un lato e continuò l’attacco colpendo ripetutamente il suo avversario, e lo stesso Zell non era altro che un turbine di pura energia rossa e blu. Quando atterrò era privo di energia, ma il suo nemico(che atterrò violentemente dopo di lui)era praticamente in fin di vita.
Zell riprese fiato, quando vide arrivare l’ultima persona che si aspettava di vedere. Dania, la sua ragazza con la treccia.

“Ehi..puff…pant…come sei arrivata qui?”

“Non è stato un problema raggiungervi e ci tenevo a dare una mano”

Zell sorrise indicando il Phalanx a terra con il pollice

“L’ho già sistemato”

La ragazza si avvicinò a Zell e gli diede un bacio sulle labbra

“Non ho detto che avrei aiutato voi”

Zell era sorpreso, atterrito, ma non fece in tempo a formulare nemmeno una delle mille domande che aveva in mente. La ragazza infatti aveva estratto dalle tasche un teaser e aveva colpito Zell sul collo. Il ragazzo tremò mentre la scossa lo attraversava, poi perse i sensi.

***
Squall ed i tre rimasti avanzarono lungo i silenziosi corridoi del garden. Era strano…troppo strano. Uno come suo fratello, che aveva previsto l’arrivo del Lagunarock, preparato imboscate e difese lasciava sguarnito il Garden? Una mossa tatticamente così idiota non rientrava nel suo profilo. Non che lui lo conoscesse bene, ma da quello che aveva capito…era strano. Camminano lentamente, disposti in cerchio. Arrivarono fino alla Hall del Garden e lì Squall si fermò dubbioso. Pochi tiratori mediocri con armi discrete avrebbero potuto facilmente ucciderli tutti. Ma non avevano scelta, e continuarono, fino ad arrivare al centro della hall

(non c’è nessuno, altrimenti saremmo già morti..)

Ma un’ombra li salutò a gran voce dal secondo piano, in piedi sulla ringhiera. Si tuffò verso di loro con la velocità di un fulmine e dopo un istante era dietro il gruppo. Squall si girò, e fissò Storm negli occhi. Suo fratello aveva completato la trasformazione: non più due ali su un unico lato, ma quattro ali nere e rosse che sbattevano pigramente; il corpo intero ricoperto da un’armatura nera con intarsi rossi e l’elmo a forma di drago non copriva più metà del volto, ma tutto quanto, lasciando scoperti per l’appunto solo gli occhi, che erano diventati come di rettile:una sottile linea nera su pupilla rossa. Storm teneva in una mano la sua grande spada nera e nell’altra la Katana argentata. Squall guardò i suoi tre alleati in piedi

(ci ha mancati?)

“Lo credi davvero?” disse ridendo Storm

(Cosa? Mi legge nel pensiero?)

“Non proprio, è complicato da spiegare. Ma per rispondere alla tua prima domanda..no, non vi ho mancati.”

Storm sbattè con forza il tallone per terra. Gli altri emisero un grido, poi uno schizzo di sangue e poi caddero a terra, tranciati in due. Lo stesso Storm parve sorpreso e guardò ammirato la spada nera

“Però, non male la lama di Odino, vero?”

“Maledetto…che bisogno c’era di ucciderli?”

“Finiscila di fingere che ti dispiaccia…tanto erano solo comparse!” Storm puntò la spada  nera contro Squall ”allora,hai pensato alla mia offerta?”

“Si, ci ho pensato..ed ecco la mia risposta…BAHAMUT!”

Squall venne avvolto da un turbine di scintille argentate mentre il fratello guardava, curioso e non spaventato. Quando Squall ne uscì fuori era avvolto da un’armatura uguale a quella del fratello, solo di colore argento con intarsi blu, e le due ali di Bahamut lo facevano volteggiare in aria. La lama del Gunblade era più lunga, ed al Griever sull’elsa si era aggiunto un drago che percorreva tutto il lato non affilato della lama. Era pronto allo scontro.

“Presumo tu voglia combattere” disse Storm “e sia, fratello!”

Storm volò verso l’alto raggiungendo il fratello, e le due lame si incrociarono con il Gunblade potenziato di Squall, che contrattaccò con una serie di colpi dati in rotazione, trasformandosi in una sorta di tornado. Ma Storm si difesa egregiamente e riuscì a portarsi alle spalle del fratello attaccando con una testata che scaraventò il SeeD contro il pavimento. Il Phalanx allora caricò l’energia nelle spade prima di passare ad un altro tipo di attacco

“BLASTER SLASH!!”

Squall si difese dai colpi intercettandoli tutti con il suo gunblade, che riusciva ad annullarne l’effetto. Poi Squall spalancò le ali e roteò su sé stesso

“CERCHIO FATATO!”

L’onda di energia rossa travolse il Phalanx mandandolo a sbattere contro una delle pareti; Squall colse l’attimo e colpì, affondando la lama del Gunblade a velocità siderale. Ma Storm inclinò la testa quel tanto che bastava perché il colpo andasse a vuoto. Colpì il fratello con un calcio allo stomaco spingendolo lontano da sé e poi lo colpì con il suo Endecaslash. Squall ringraziò Hyne di avere scelto Bahamut che gli aveva fornito quell’armatura, altrimenti sarebbe già stato eliminato. Lanciò rigene su sé stesso e vide che il fratello stava facendo altrettanto. I due si guardarono e si caricarono, scambiandosi fendenti, affondi, parate elaborate e schivate improvvise a dieci metri dall’altezza. Squall colpì Storm al volto, tagliando a metà l’elmo, e il fratello lo colpì al torace due volte, oltrepassando la difesa dell’armatura. Dopo quest’intensa colluttazione i due si separarono e si guardarono ancora in volto: le loro ferite si stavano già rimarginando per effetto del rigene potenziato dalla Simbiosi ed anche le armature si erano rigenerate. Storm sbuffò

“Mi sa che sarà una cosa lunga…”

Ruotò la spada nera e colpì Squall, che riuscì ad intercettare questo colpo, ma non il secondo della spada argentata che l’aveva preso sul fianco. Tuttavia la spada era rimasta conficcata nell’armatura incastrandosi, e Squall ne afferrò la lama con la mano libera per scaraventare Storm lontano. Mentre la feriva si rimarginava e Storm recuperava la lama, Squall caricò l’energia della magia Flare, in questo momento più potente che mai. Lanciò una prima magia che Storm evitò, poi una seconda che venne deviata. Ma aumentò la velocità e ben presto Storm non dovette occuparsi più di come evitare una o due magie, ma anche dieci in un’unica volta! Squall si fermò quando vide che Storm era interamente avvolto dalle fiamme delle sue magie e sollevò in alto in Gunblade, caricando il raggio esplosivo. La colonna di energia sfondò il tetto della struttura oltrepassando la stessa atmosfera, più violenta che mai. Ma improvvisamente Storm si liberò dalle fiamme sbattendo ripetutamente le sue quattro ali accorgendosi che il fratello stava preparando un colpo finale. Puntò la spada nera contro di lui proprio mentre Squall calava il Gunblade

“RAGGIO ESPLOSIVO!”

“GUNGNIR!”

La colonna di fuoco evocata da Squall si fermò a contatto con la lancia nera scagliata da Storm e per un attimo vi fu una situazione di stallo in cui né l’uno né l’altro riuscì a prevalere. Ma la spada di Storm era fatta con la lama di una lancia appartenuta ad Odino, un’arma che surclassava tutte le altre armi mortali, per quanto forti potessero essere. Il raggio esplosivo prima traballò, poi inizio a perdere energia mentre la lancia nera scorreva al suo interno, dividendolo ed annullandolo. Squall vide quell’onda nera arrivare davanti a sé e fece l’unica cosa sensata: spostarsi da lì. Si lasciò cadere perdendo quota osservando la lancia nera che trapassava agilmente quello che restava del tetto del Garden prima di scomparire nella notte.

“Umano…se vuoi vincere devi attingere al grande potere che c’è dentro di te…evoca il Cuore di Pietra” disse una voce nella sua testa

Squall si fermò ed aprendo le ali si rimise in posizione d’attacco. Dentro di sé la rabbia cresceva, tutto il resto scompariva, diventava futile. Non c’erano più fratelli o amici, c’era solo lui ed il suo nemico, l’ennesimo avversario da abbattere. Era pronto per il cuore di pietra.
Volò incontro al fratello, colpendolo una prima volta e ,nonostante la sua spada avesse intercettato il colpo, Storm venne scaraventato in aria. Colpì ancora, ed ancora. Al quinto colpo tagliò l’ala destra grande, ed all’undicesimo l’ala sinistra piccola. Storm cercava di difendersi, ma quei colpi erano troppo veloci, anche per uno come lui: per uno che parava, c’erano tre che lo colpivano. Quando Squall si stava preparando a finirlo con il potente ultimo colpo del cuore di pietra, dell’armatura di Storm non rimaneva altro che un ricordo: la pelle mostrava profondi tagli e Storm perdeva sangue anche dalla bocca…Storm….suo fratello.
Quel pensiero lo fermò. Storm non era un avversario come gli altri, non era un mostro da sconfiggere. Era suo fratello, era la sua famiglia. Perse la concentrazione, perse la voglia di colpire e l’energia del cuore di pietra scomparve

“LEONHART! Non fermarti!” ripetè la voce di Bahamut

(non posso…)

(non posso ucciderlo…)

Storm aveva perso elmo ed armatura, adesso guardava Squall. Prima confuso, poi una smorfia di rabbia pura gli si dipinse sul volto

“Non voglio pietà…IO NON POSSO ESSERE SCONFITTO!!”

Storm lanciò un urlo straziante pieno di rabbia e di dolore mentre le ali si rigeneravano in una luce rossa e dorata. Si sbarazzò degli ultimi pezzi dell’armatura ed attaccò Squall con inumana ferocia

“DRAKOKEN!”

I colpi erano tremendi, ed anche solamente parandoli Squall sentì il polso cedere sotto la pressione, con un poco rassicurante “crack”. Ma il fratello non si fermò tempestando Squall di colpì da tutte le direzioni, tagliandogli l’ala destra all’altezza dell’articolazione, procurandogli un dolore insopportabile, come gli venisse tagliato il braccio con una lama rovente. Squall si avvolse allora nella sua ala sinistra, imitando la tecnica che lo stesso Storm aveva usato per difendersi dall’onda cosmica. La tattica sembrò funzionare, ma poi sentì risuonare un coro di voci, che in realtà non era altro che la voce di Storm in diverse tonalità, acute e gravi, divine e diaboliche; Squall venne avvolto dalla luce.

(No…)

Le parole di Storm erano glaciale

“Vieni a me…Angelo Crudele!”

Fu come se gli strappassero la vita dell’interno, a mani nude. Ma non morì, ed il dolore che provò fu sopportabile. Ma era stanco, completamente privo di energie. I suoi Junction erano stati annullati e così la Simbiosi con Bahamut. Privo di difese come un neonato. Storm volteggiava alto su di lui, con una voce gli echeggiava in testa

“Sei stato bravo…ma non avresti mai vinto senza il mio potere”

“Che diavolo stai dicendo? Ho vinto perché sono il migliore, punto.”

“Il migliore…non avresti mai vinto se io non fossi stato al tuo fianco.”

“Ti sbagli, e te lo dimostrerò.”

Storm planò a terra ed interruppe la simbiosi col suo guardian force.  Fissò intensamente Squall e poi parlò.

“Ricominciamo, ma stavolta senza GF e cazzate varie. Solo tu ed io.”

CAPITOLO 32

Zell si era risvegliato, ma non era stato piacevole. Legato braccia e gambe, sotto lo sguardo attento del Phalanx con i capelli rossi e di quella che da questo momento era da considerarsi la sua EX-ragazza.

“E quindi tu sei una Phalanx, eh?”

“Esatto, Phalanx di terza generazione, ID 03-15, supporto infiltrato.”

“Vuoi dargli anche il tuo codice fiscale?” disse il Phalanx dai capelli rossi

“Gli ho dato molto di più” rispose, facendolo ridere

“Benvenuto al Club, allora!” disse ridendo quello. Zell cercò di non elaborare il senso della frase, fin troppo evidente, e fare finta di niente. Domandò

“Quindi ci hai sempre mentito?”

“Non tutti i phalanx sono addestrati al combattimento, in quel campo la mia preparazione è alquanto sommaria, sebbene voi del Garden mi abbiate aiutato a migliorarmi. Io sono una spia, il mio compito è raccogliere informazioni”

“ed è la seconda cosa che gli riesce meglio!” interruppe ancora il Phalanx, sghignazzando e beccandosi un’occhiataccia dalla ragazza. Zell ignorò la provocazione

“Quindi ci hai sempre mentito?”

“si”

“su tutto?”

“No…non su tutto…”

Il phalanx dai capelli rossi si alzò e tenendo le mani in tasca colpì Zell al volto con un calcio. Il SeeD cadde a terra, sputò sangue ed un dente. Il Phalanx poi lo sollevò e lo scaraventò contro il muro. Stava per colpirlo ancora quando Dania lo fermò puntandogli un Jitte alla gola.

“Allora che si fa?” disse quello, mollando Zell

“Non toccare più Zell. Non provarci nemmeno”

Quello non era intimidito, anzi. Rideva sguaiatamente

“Perché, altrimenti che mi fai, supporto infiltrato?”

***
Storm guardava il fratello che si rimetteva in piedi puntellandosi con il Gunblade, sembrava impaziente e non faceva altro che ruotare in continuazione la katana argentata. Squall si rimise in piedi, ma non era stabile indebolito com’era dall’Angelo Crudele. Storm parlò

“So che hai almeno un elisir con te, quindi usalo. Ma non provare a ripristinare i Junction, chiaro?”

Squall non aveva altra scelta. Prese dalla tasca una fialetta contente un liquido verde dall’aspetto molto denso, e la vuotò in un secondo. Ebbe un attimo di nausea quando il liquido arrivò fino allo stomaco, ma subito dopo si sentì rinvigorito. Anche il polso aveva smesso di fargli male, grazie al miracoloso effetto dell’elisir.Tuttavia sapeva che presto il dolore avrebbe ricominciato a farsi sentire, quindi doveva fare in fretta. Si mise in posizione di guardia ed attese che il fratello facesse il primo attacco.
Storm non si fece attendere, ed iniziò a menare fendenti utilizzando la Katana Argentata nella mano sinistra. Squall notò subito che il fratello teneva la spada nera poggiata sulla spalla…forse era troppo pesante per poter essere usata con una sola mano senza simbiosi. Il SeeD attese che il Phalanx si scoprisse per contrattaccare; il momento arrivò quando Storm sbagliando un affondo si sbilanciò, e Squall fece scattare la lama azzurra del suo Gunblade in avanti, premendo il grilletto ed aumentando la velocità del colpo che colpì Storm al petto, sebbene solo di striscio. Storm però si riprese in fretta, riuscendo a piazzare un colpo alla coscia di Squall, che non si rese conto di quanto fosse stato fortunato: due centimetri più in su ed il fratello avrebbe reciso l’arteria femorale. Storm colpì allora con la sua spada nera, sebbene la utilizzasse come fosse un’ascia più che una spada, calando un violentissimo colpo che frantumò le mattonelle del pavimento.
Storm tirò fuori la spada e la poggiò ancora una volta sulla spalla sorridendo. Poi improvvisamente lanciò un urlo sommesso e cadde in ginocchio, mentre energia rossa e nera sotto forma di sfere uscivano dal suo corpo per entrare in quello di…QUISTIS.

(Quistis?)

“Come sei arrivata fin qui?”

“aRriVatA?” disse Quistis, ma con una voce che non era la sua,o almeno non solo: era come se si sovrapponessero due voci. Squall era spaventato

“Quistis…cosa?”

“E’ lui fratello…il mio Guardian Force. Dev’essere riuscito ad impossessarsi di Quistis.”

“CorRetTo UmaNo. peR TroPpO teMpo ti Ho SerVito. iO, che SonO il SiGnore Dei drAghI, lo stesso BaHamuT è SolO un mIo vasSallo!”

Squall ricordò all’improvviso le parole dell’esperto riguardo i Guardian Force vendicativi, che cercavano di prendere il controllo sull’intero essere. A quanto pare non c’era riuscito con Storm, ed aveva trovato Quistis più malleabile. Ma come?

(Non può essere…Quistis è una delle persone più forti che conosca!)

“Tu menti!” sbottò rabbioso Squall

“MenTirE? nO. E’ sTatO fiN trOpPo fAcilE conTrOlLare QueSto…corpo.”

La voce si stabilì su una tonalità molto profonda e graffiante e Quistis adesso si ergeva eretta davanti ai due Leonhart.

“Con il Flare rain un piccolo pezzo di me è entrato in questo corpo…fisicamente mediocre,ma spiritualmente potente. E con una volontà così fragile! Non è stato difficile controllarlo…mi è bastato proiettare un’immagine nella sua mente. E’ incredibile come gli umani farebbero di tutto per amore…”

(amore? Me?)

“Non tu, il tizio biondo. Ucciso da tuo fratello.” Disse la posseduta Quistis, leggendo i suoi pensieri

“Seifer? Quistis era innamorata di lui?” Chiese Squall

“Fratello, lasciatelo dire: sei un cretino. L’ho capito anch’io!”

Esclamò Storm prima di tuffarsi di lato per evitare uno sguardo laser almeno dieci volte più potente del normale. Storm rinfoderò la Katana ed impugnò la spada nera con entrambe le mani, prima di lanciarsi contro Quistis. Ma chi la controllava aveva evocato il potere della Megadifesa, talmente potente da rendere pressoché inefficaci i vari attacchi del Phalanx. Storm indietreggiò evitando un rapido colpo di frusta. Fece per scattare nuovamente in avanti, la il Gunblade di Squall lo bloccò. Storm era a dir poco irritato

“Forse non ti è chiaro quindi ti rispiego il concetto…è lei, cioè lui il cattivo adesso!”

Quasi a provare la tesi di Storm, Quistis riattaccò, puntando su entrambi. Storm afferrò il fratello e lo gettò di lato, prima di saltare dalla parte opposta

“Visto?” disse

“Siete divertente umani…ma insieme non valete la metà del vostro antenato che mi incatenò al suo anello!” disse Quistis, prima di caricare l’energia dell’onda cosmica. Nel frattempo la forma del suo corpo mutava: due grosse paia d’ali spuntavano dalla schiena, mentre subito sotto lo stomaco il corpo si allungava fino ad avere quattro arti inferiori. Alla fine sembrava essersi trasformata in una Weapon.

“Io Sono il Possente ZERO! Il primo ed il più grande dei draghi, ed avrò la mia vendetta!”

(Diavolo)

“Squall, quella è l’onda cosmica se non sbaglio. Il che vuol dire che siamo fregati.” Disse Storm impugnando la spada nera e tenendola di fronte a sé.

Quistis venne avvolta da un’aura azzurra sotto forma di sfera, che aumentava di dimensione ogni secondo. Storm assunse una posa da battaglia. Non avevano tempo di ripristinare i Junction, tutto quello che potevano fare era attaccare.

“Io non ho intenzione di lasciarmi ammazzare senza difendermi Squall. Vieni con me?”

Squall si preparò alla carica

“Sono con te…fratello.”

I due caricarono Quistis, correndo più che velocemente possibile.  Storm affondò la lama in una zampa, facendo in modo che il lato piatto puntasse verso l’alto; Squall saltò su quel lato ed affondò il Gunblade, prima di saltare ancora una volta trasformando quel taglio in un ampio squarco. Cercarono un secondo attacco in salto, ma proprio in quel momento il loro avversario rilasciò l’energia che teneva al suo interno. I due strinsero i denti, si prepararono al contatto con l’energia dell’onda cosmica. Sapevano che non sarebbero riusciti a resistere, ma non potevano fare a meno di sperare…ed improvvisamente qualcosa si interpose fra loro e l’onda cosmica, respingendola ed annullandola. I due rimasero sospesi in aria sorretti da due possenti braccia leonine

“Rinoa!”

Storm iniziò a ridere quando si rese conto che era stata sua “cognata” in simbiosi con Griever.

“Deus ex machina!” esclamò tra una risata e l’altra

“Che vorrebbe dire?” Chiesero contemporaneamente Rinoa e Squall

“E’ la lingua di Centra, questa frase ha molti significati, ma in questo caso significa solamente una cosa: che gran botta di culo!”

“Non proprio ragazzi..non riesco più a reggere l’energie dell’attacco…è troppo potente…ma perché Quistis vi ha attaccato?”

“Lunga storia, sorella. Squall, ti ricordi quel gioco che facevamo da piccoli, quando davamo la caccia ai Lesmator?”

Nella nebbia dei ricordi cancellati dai GF riaffiorò quel gioco…un gioco non di bambini, ma di piccoli soldati. Si, ricordava tutto. Fece un segno con la testa al fratello e si lasciò cadere nell’attimo in cui Quistis posseduta interrompeva l’energia dell’onda. Storm si gettò dietro di lui, afferrando anche la seconda spada, nonostante la grande fatica, e aprì le braccia prima di poggiare i piedi sulla schiena di Squall. Prese lo slancio attaccando Quistis a velocità raddoppiata, mentre Squall prese energia dalla spinta datagli dal fratello, colpendo con il Gunblade subito dopo l’attacco del fratello. I due attaccavano a turno, in rotazione, senza mai tenere la stessa posizione due volte e saltando avanti ed indietro, supportati dalle magie che Rinoa lanciava loro per aiutarli e per supportarli. Mentre Quistis si difendeva da una serie di Blizzaga sotto forma di lance di ghiaccio Squall caricò l’energia del Renzokuken, mentre il fratello caricava il Drakoken. I colpi del renzokuken s’incrociarono con quelli sferrati da Storm, facendo traballare Quistis-ZERO.

“SQUALL! STORM! Spostatevi!”

I due si spostarono dalla traiettoria, lasciando campo libero a Rinoa che attaccò usando l’Onda Cosmica di Griever, mentre Quistis rispondeva con l’Ultima Flare. L’energia scatenata dalle due era troppo, e soltanto stando lì vicino Storm capì che la probabilità di lasciarci le penne era molto consistente. A meno che….

“Squall,hai ancora l’anello?”

(non mi pare il momento)

“si, ma..”

“Passamelo!”

Squall infilò la mano in tasca estraendone l’anello e passandolo a Storm che velocemente  si tolse un guanto di pelle nera con la bocca ed infilò l’anello al dito. Era un semplice cerchietto d’acciaio, senza più l’intarsio a forma di drago. Piantò la katana nel pavimento con una leggera inclinazione e ci saltò sopra come fosse una tavola da surf

“Lanciami!”

Squall colpì violentemente la Katana, lo stesso colpo che usata per lanciare in aria l’avversario nel Cuore di Pietra. La spada si spezzò, ma Storm venne lanciato ad una velocità elevatissima, a spada tratta, che si conficcò nella schiena di Quistis-ZERO.

“Non so esattamente come si fa…” disse Storm mentre lottava contro l’energia dell’attacco di Rinoa che rischiava di spazzarlo via “Quindi andrò ad intuito!”

Estrasse la spada e infilò nella ferita la mano con l’anello

“Ritorna nel mio anello, maledetta lucertola troppo cresciuta!”

“NO!! Io sono il Re dei Draghi!”

“Allora, ritorna nell’anello, sua maestà maledetta lucertola troppo cresciuta!”

Storm si sentì invadere da una grande energia, mentre a poco a poco il drago scompariva urlando in un’ombra di colore rosso e nero entrando nel corpo di Storm.
Una grande luce rossa abbagliò Squall e Rinoa, e quando a poco a poco svanì, Quistis era sdraiata a terra priva di sensi mentre Storm aveva di nuovo le due ali su un unico fianco.

“Sono io quello che comanda,lucertolone.”

Aprì le ali e volò verso l’alto, uscendo dal Garden. Osservò la battaglia che si svolgeva a Deling City ed i suoi sensi amplificati percepivano tutto: l’odore del sangue e della polvere da sparo, le urla di dolore e di rabbia ed il boato dei cannoni. Non era questa la pace che voleva, perché quegli idioti continuavano a combattere?
Che fare? Avrebbero sicuramente vinto nonostante l’inferiorità numerica, ma cosa sarebbe rimasto di Deling City? Forse…la pace era veramente un’utopia. Scese planando, tornando al punto di partenza, di fronte a Squall ed all’ibrido Rinoa-Griever.
Agitando la testa con fare da rettile interruppe la trasformazione, e Rinoa fece lo stesso. I due fratelli si guardarono

“Beh, Squall…direi che abbiamo fatto abbastanza. Negoziamo?”

“Di norma noi non trattiamo con i terroristi. Ma sono disposto a fare un’eccezione.”

“Saggia scelta.”

Clac

Quistis aveva abbassato il cane della pistola che teneva puntata su Storm.

(e che c…)

“cosa vuoi fare Quistis? E’ finita! ZERO non ti controlla più!” disse Rinoa

“io…voglio farlo…per Seifer…per noi.”

Sparò. Storm era impietrito, privo di difese, impreparato di fronte alla pallottola che lo stava per colpire al cuore. Ma qualcuno lo spostò dalla traiettoria della pallottola. Storm era a terra, vide Rinoa piangere e Quistis sconvolta. Squall era a terra: aveva frapposto il suo corpo alla pallottola destinata al fratello. Storm realizzò quello che stava succedendo ed un furia cieca si impadronì di lui: Afferrò la spada nera usando la tecnica dell’impugnatura rovesciata, scagliandosi contro Quistis

“CERCHIO FATALE!!”


EPILOGO

Quanto tempo era passato? Tre mesi o tre giorni? Diavolo, sembrava proprio che fosse successo tutto ieri. La battaglia, il negoziato. I SeeD erano presenti come garanti e suo padre Laguna faceva il moderatore. Caraway cedette a Storm Leonhart il Garden,le terre intorno a Winhill ed il diritto di usare a suo piacimento la parte di Centra su cui Galbadia aveva giurisdizione. Sembravano terre povere e prive di risorse, ma i Phalanx di Storm sapevano tutto..oro e diamanti sui monti di Winhill e oro nero a Centra! Storm ancora rideva ripensando alla faccia di Caraway quando gli aveva comunicato la notizia, il vecchio aveva rischiato l’infarto! Winhill conobbe finalmente l’industrializzazione e la città raddoppiò di dimensioni e di abitanti in appena un mese, mentre Centra si stava lentamente ripopolando. Ed i Phalanx che erano rimasti con Storm gestivano il garden, ed erano la maggior garanzia di sicurezza che si potesse avere: nessuno avrebbe osato attaccare i loro territori, e nessuno avrebbe mai cercato di ribellarsi.
Il progetto di Storm si stava realizzando, sebbene su piccola scala.
Storm era davanti allo specchio dell’appartamento che lo ospitava a Balamb, impegnato in una lotta che sapeva di non poter vincere: quella contro la sua cravatta.

“Gira sotto il tronco…ci passa due volte…DANNAZIONE!”

Gettò via la cravatta, imprecando e maledicendo le occasioni formali che lo obbligavano a vestirsi di tutto punto. Giacca nera, camicia bianca firmata e pantaloni gessati. Ingessato nel suo gessato. Guardò l’orologio ed imprecò ancora una volta, causando le proteste della donna che gentilmente lo ospitava. Era in un ritardo mostruoso. Nonostante la meta fosse incredibilmente vicina, si tolse giacca e camicia ed aprì le ali di drago. Adesso controllava pienamente il suo Guardian Force, tanto da poter usare i suoi poteri a comando, senza troppe complicazioni. Arrivò nella piccola ma deliziosa chiesette di Balamb in cinque secondi, ma il tempo che perse per rivestirsi compensò la sua puntualità. Entrò da una porticina laterale, e senza farsi notare si piazzò al posto che gli spettava, tra due persone vestite esattamente come lui, Irvine Kinneas e Zell Dincht.

“Sei in ritardo amico” gli disse Irvine.

Storm annuì e guardò i presenti in sala.
Irvine Kinneas, colpito alla spalla da un proiettile a punta cava, aveva salvato il braccio per miracolo,grazie alla chirurgia esthariana. Ma aveva ancora un mese di fisioterapia davanti a sé prima di recuperarne l’uso completo.
Chi invece aveva già finito la terapia era Zell Dincht,a cui il phalanx Ross, adesso ministro dell’economia, aveva rotto quasi tutte le ossa. Il gallinaccio aveva già ripreso gli allenamenti e l’incarico di professore.
Dall’altra parte Selphie Tilmitt, in completo dorato. Le era bastato poco per riprendersi dal brusco atterraggio della lagunarock, e già dopo tre giorni rompeva le scatole al fidanzato ed all’intera razza umana.
Dania Prox, dimessasi dal corpo di Phalanx era tornata a vivere al Garden con Zell. Nonostante tutto, il ragazzo aveva sorvolato sull’incidente del teaser, e lei gli stava appiccicata come una mosca sul miele.
Quistis Trepe. Dopo aver colpito suo fratello era entrata in crisi, in forma acutissima di depressione. Anche se Storm non sapeva dire se fosse per l’aver sparato ad un amico, o per via del braccio meccanico che aveva preso il posto di quello che lui le aveva tagliato con il suo cerchio fatale. In ogni caso, la tecnologia di Esthar faceva miracoli, e tranne il colore decisamente troppo chiaro della finta pelle sembrava proprio in braccio vero.
In prima fila i Kramer. Erano tornati al Garden, ed entrambi lavoravano come professori. Poi Laguna, Kiros e Ward. Il suo vecchio piangeva come una fontana…che situazione imbarazzante.
Ed eccolo lì, suo fratello. In un completo nero simile al suo, ma con la cravatta ed un fiore giallo nel taschino. Quando Quistis l’aveva colpito tutti avevano temuto il peggio, finchè non si erano accorti che saggiamente Squall aveva indossato la giacca che loro padre gli aveva regalato. Anti proiettile! Hyne benedica il previdente Laguna, e già che c’è lo faccia smettere di piangere, per carità…
Musica di organo, tutti i presenti si alzarono e si voltarono verso l’ingresso, dove Rinoa faceva il suo ingresso a braccetto con lo zoppicante Presidente Caraway, che aveva perso la gamba durante l’attacco del ragnone metallico. La ragazza indossava un abito sobrio, senza pizzi, merletti e chincaglierie varie, cosa di cui Squall era stato molto grato. Portava un Bouquet di fiori bianchi e gialli…ma perché tutti hanno questa fissa dei fiori gialli? Storm non riusciva a capirlo, ma in fondo toccava a Squall e Rinoa scegliere…era il loro matrimonio, mica il suo. Caraway mise la mano di Rinoa in quella di Squall e si sedette di fianco a Laguna. Uno serio e composto, l’altro che piangeva di gioia. Storm e Squall lanciarono uno sguardo d’aiuto a Kiros, che colpì Laguna con un calcio sullo stinco per richiamarlo all’ordine mentre il sacerdote iniziava

“Siamo tutti qui riuniti per celebrare la sacra unione di Squall Leonart e di Rinoa Caraway Heartilly”

Tutti sembravano commossi, anche Zell si soffiò rumorosamente il naso finchè non notò l’abbigliamento quasi casual di Storm. Zell gli si sussurrò

“Potevi mettere più cura nel vestirti, in fondo è il matrimonio di tuo fratello. Sei decisamente la più grande carogna che conosca. ”

Storm non perse il sorriso. Strinse le dite della mano destra a pugno, ad eccezione dell’indice e del mignolo che rimasero invece ben tesi.

“E tu” disse Storm a Zell mentre il prete completava il rito “sei decisamente il più grande cornuto che conosca!”
   
 
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