CAPITOLO 2
La giornata passò molto in fretta e arrivò presto l'ora di
uscire. Daphne era agitatissima, un fascio di nervi. Il cuore le batteva come
impazzito e il suo respiro era leggermente accelerato.
“Ok, ci siamo...
adesso vado alla fermata e appena rimane solo vado da lui...”
-Sei pronta?-le
chiese Rosalie mentre camminavano l'una di fianco all'altra.
-No, ma fa lo
stesso. Sei sicura che non sia fidanzato?
-No, fidati. Non lo è... magari
molto presto sarai tu la sua ragazza.
-Lo spero, quel ragazzo mi piace
davvero.
Rosalie la guardò sorridendo prima di salutarla e allontanarsi verso
una macchina. Daphne la invidiò mentre baciava il suo fidanzato dopo essere
salita ma si disse che non doveva abbattersi e che doveva farsi forza.
Andò a
sedersi sulla solita panchina e posò lo zaino, aspettando di vederlo
arrivare.
Purtroppo, i minuti passavano ma il ragazzo misterioso non si
faceva vedere e la ragazza era sempre più triste.
“Non dirmi che oggi non
c'è, accidenti! Proprio adesso che avevo trovato il coraggio e la scusa adatta
per andare a parlargli...!”
Aveva appena finito di formulare quel pensiero
quando lo vide comparire dal fondo della strada. La frangia nera era più lunga
da un lato e ricadeva sull'occhio destro e il viso pallido... bellissimo come
sempre.
“O mio Dio, eccolo... quant'è carino...”
Aspettò che il ragazzo si
sedesse sulla panchina e, dopo un respiro profondo, attraversò la strada e andò
da lui. Ascoltava la musica, perciò non si accorse subito di Daphne.
-Ehm...
ciao.
Il ragazzo alzò la testa e la guardò leggermente
stupito.
-Ciao.
-Ti intendi di cellulari?
Lui aggrottò le sopracciglia,
sempre più stupito.
-Penso di si.
-Bene,-disse Daphne sedendosi accanto a
lui-allora forse puoi aiutarmi perché questo telefono mi sta letteralmente
facendo impazzire. Ancora un po' e andrò a finire alla neuro...
Il ragazzo
rise e le chiese che problemi aveva e lei gli disse che non capiva come
ascoltare la musica, dato che era nuovo.
-È comprensibile, devi ancora
imparare ad usarlo bene... se me lo dai ti faccio vedere io, è molto
facile.
Mentre gli porgeva il telefonino le loro mani si sfiorarono e lei
sussultò, ma lui sembrò non farci caso. Il ragazzo si dilungò in spiegazioni
riguardanti le varie funzioni del cellulare ma Daphne non capì niente di quello
che le diceva, era troppo impegnata a guardare il suo viso pallido e
bellissimo.
-Allora,-le chiese lui dopo aver finito-ti ho chiarito un po' lei
idee?
-Si, abbastanza...
Stava per chiedergli il suo nome ma proprio in
quel momento arrivò l'autobus e dovette salutarlo.
-Ciao... e grazie per
l'aiuto.
-Figurati... ciao.
Lo guardò salire, ancora incredula per quello
che era riuscita a fare.
“Incredibile, gli ho parlato... ancora non ci
credo...”
Col sorriso sulle labbra attraversò nuovamente la strada per
tornare dal lato giusto appena in tempo per vedere arrivare il suo pullman. Salì
con aria trasognata, la stessa con la quale andò a sedersi e che, era sicura,
sarebbe stata sul suo viso per tutto il giorno.
Quando arrivò a casa, sorprendentemente notò che i suoi genitori
erano entrambi dentro. Oltrepassò la porta sempre con lo stesso sorriso stampato
in faccia, chiedendosi se lo avrebbero notato.
-Ciao mamma, ciao
papà.
-Ciao Daphne, com'è andata oggi?
-Bene, come al solito. Anzi, anche
meglio del solito...-aggiunse l'ultimo pezzo sotto voce.
-Come?
-Niente,
niente... dicevo solo che sono contenta di trovarvi a casa, è strano che ci
siate entrambi.
-Oggi ho finito prima, anche se purtroppo non è da prendere
come un'abitudine. Oggi è stato così, ma forse domani finirò più tardi... chi
può dirlo?
-Non preoccuparti, ormai sono abituata a rimanere spesso da
sola.
-Ma noi non vorremmo mai essere costretti a farlo,-intervenne
Morgan-solo che il lavoro non ci lascia scelta.
-Papà, io non mi sto
lamentando. So bene che non dipende da voi, ma che altro resta da fare se non
tenere duro? Il lavoro è importante e io stessa non farei nulla di diverso da
quello che state facendo voi.
Dalila la abbracciò.
-Sei saggia per essere
una diciottenne, sai?
-Da qualcuno avrò pur preso, no?
-Si, e purtroppo da
quel testone di tuo padre...
L'uomo si allontanò da loro, fingendosi offeso
mentre le due scoppiavano a ridere. Infatti, non si poteva dire che il carattere
della ragazza fosse tanto malleabile quando decideva di fare qualcosa.
Dopo
aver mangiato andò in camera sua per fare i compiti, ma non riuscì a concludere
niente e quando posò finalmente gli occhi sul quaderno vide che invece di
scrivere aveva disegnato una marea di cuoricini.
“Ma quanto sono stupida!
Dovrei pensare a concentrarmi, altro che cuoricini...”
Purtroppo, l'unica
cosa che gli veniva in mente in quel momento erano due occhi neri come il
carbone e una voce che le faceva tremare le ginocchia. Desiderava di nuovo poter
avvertire il suo tocco, voleva parlargli... in quel momento squillò il
cellulare.
-Pronto?
-Daphne, sono Rosalie. Com'è andata?
-Oh, ciao
Rose! Bene, credo sia andata bene...
-Credo? Perché credo?
-Perché spero
non mi abbia presa per pazza, data la scusa che ho usato...
-Cosa gli hai
detto?
-Ehm, meglio sorvolare. È una scusa talmente idiota che mi vergogno
pure, spero solo abbia capito.
-Gli hai chiesto come si chiama?
-No, non
ho fatto in tempo che è subito arrivato il suo pullman ma vedo se riesco a
parlargli anche domani.
-Ti piace proprio, eh?-disse l'altra,
ghignando.
-Fin troppo... sarebbe la prima volta che il ragazzo di turno mi
ricambia, mi sembra di sognare...
-Sono felice per te, magari tra qualche
anno mi chiederai di essere la tua damigella.
-Non corriamo troppo, ho paura
che tutta questa felicità possa svanire...
-Non dire queste cose... ah,
suonano alla porta, devo andare. Ci vediamo domani, ok?
-Va bene, ciao
Rosalie.
Daphne premette il tasto rosso e interruppe la chiamata, tornando a
sdraiarsi sul letto con un cuscino tra le braccia immaginando che fosse il suo
lui...
Ragazze, abbiate pietà della mia fic ç__ç
So che
la scusa del telefono vi sembrerà strana, ma è quella che ho usato io e che
credevo, a torto, fosse addirittura banale (non lo era, dato che lui non ha
capito e infatti adesso sto malissimo ç__ç).
Fatemi sapere cosa ne
pensate,
kissssssssssssssssssss