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Autore: angel_87    27/06/2005    3 recensioni
Due coppie, due storie forse troppo diverse ma legate da un'unica musica
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Skywalker, Principessa Leia, Obi-Wan Kenobi, Padme, Anakin Skywalker/Darth Vader, Han Solo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incontrami nuovamente dopo il buio e ti abbraccerò

 

 

 

Chiaro di luna

 

 

 

 

 

Incontrami nuovamente dopo il buio e ti abbraccerò
Io non sono niente di più di ciò che vedi qui
E forse stanotte, voleremo così lontano
Saremo persi prima dell'alba

“ Bifore the Down- Evanescence”

 

 

 

 

Capitolo 2- In onore dei nostri figli

 

 

 

Si lasciò cadere fra le lenzuola candide e profumate. Nonostante fossero di seta squisita non riuscivano ad alleviare la sensazione di fastidio della ragazza che cercava nervosamente un rifugio dalla realtà che la intrappolava.

Quel colore bianco non faceva altro che accrescere il suo malumore.

Si sentiva a disagio in tutta quella purezza. Una perfetta estranea in quel candore.

Poi erano così ordinate, perfette. Le dovette stropicciare con foga. Non amava le cose perfette, niente era perfetto nella sua vita e non poteva permettere che qualcosa lo potesse essere, anche solo lontanamente.

Mugugnò imbronciata alla vista del droide dorato. La chiamava insistentemente.

< Principessa… Padron Luke è qui…>

Mugugnò ancora più forte e contro voglia si alzò. Se avesse sentito anche solo un accenno all’avvenimento imminente giurò a se stessa che lo avrebbe cacciato.

< Leila…> Luke completò il saluto stringendola forte fra le sue braccia profumate. Adorava il profumo di vaniglia che aveva il potere di calmarla e farla sentire leggera, protetta.

E perché no, serena.

Luke ruppe l’abbraccio, protendendo le braccia verso la sua figura. Notò che la giovane donna evitava gli sguardi, cosa che Luke non potè non costatare, visto che non era mai successa sino ad allora.

< Qualcosa ti turba…?>

Leila si strinse nelle spalle ed evitò magistralmente l’argomento.

< Come mai questa visita improvvisa?>

< Passavo di qui, ho pensato bene di venire a salutare…>

Leila sorrise al fratello. Era raro che esso si concedesse visite di piacere, il suo ruolo nella galassia non lasciava molto spazio agli affetti. Eppure lui era qui.

Leila fece accomodare Luke nei suntuosi appartamenti, il quale si sedette a tavola visibilmente stanco e provato.

< Ti preparo qualcosa?>

< Umm… perché no? Ma cucini tu?> Luke alzò un sopracciglio

< Cosa intendi dire Skywalker?>

< Niente, niente…> entrambi risero di gusto e Leila si lasciò scivolare fra i fornelli. Luke sorrise triste. Come avrebbe voluto anche lui una vita tranquilla, quel sentimento d’amore che cresceva fra le pareti domestiche sia che fossero sontuose come quelle della sorella sia povere come quella che aveva a Tatooine prima che tutto avesse inizio. Ripensando agli zii scomparsi da molti anni, Luke provò un improvviso senso di sconforto che trattenne nel cuore, ma la sorella aveva percepito il suo stato d’animo.

< Luke, sono davvero felice che tu sia qui…>

< Anche io… Ma Han dove è?>

< E’ con i bambini su Naboo…>

Un’espressione di sorpresa catturò il volto del giovane maestro Jedi.

< Come mai tu non sei con loro?>

< Non me la sentivo… I bambini avevano bisogno di sfogarsi visto i tempi duri che ci hanno attraversato, e allora quale posto migliore per una gita? >

Prese il cibo dalla pentola e lo fece scivolare su un piatto di pregiata fattura. Il droide aveva già provveduto ad apparecchiare per l’ospite inatteso.

< Mi sbagliavo… E’ veramente squisito!!>

Leila sorrise. < Come pensi che cresca due uomini e una principessa?>

< Sai già il sesso del prossimo?>

< Non l’ho voluto sapere…>

Luke deglutì un boccone, incerto squadrò la sorella. Leila non era certo una persona che amava le sorprese. E nemmeno Han.

Ma vi era qualcosa di diverso nei lineamenti della donna. Qualcosa di meraviglioso e triste.

Si ricordò le parole di Leila usate per descrivere la fisionomia della loro madre perduta “ Era una donna molto bella… Ma triste…”         

Non vi era altra definizione al momento che l’uomo non trovasse più adeguata.

E anche un’altra persona, estranea a quello strano nucleo famigliare, la pensava allo stesso modo.

 

< Devo proprio andare grazie di tutto…> e abbracciandola < Ti voglio bene Leila…>

La donna ricambiò la stretta con quanto calore potesse imprimere in un abbraccio.

< Senti non so cosa ti passa per la mente… ma se hai bisogno di parlare sai dove trovarmi…> il sorriso generoso di Luke rischiarò per un momento i pensieri bui della donna.

La principessa richiuse la porta dell’ingresso principale.

Un musica dolcissima e malinconica proveniva dal salotto, ove vi era un pianoforte. Niente di strano se non fosse che Leila al momento era l’unica ad essere in casa.

Un brivido freddo le percorse la schiena. I recenti attentati alla sua persona non facevano altro che terrorizzarla, e demoralizzarla sempre più.

Toni più scuri e lenti risuonavano nella casa. Poi di colpo tutto si mescolò in un’armonia dolce.

Leila afferrò il blaster che teneva segretamente nascosto, in un mobile a scomparsa nell’ingresso in modo che i bambini non potessero averne accesso. D’altro canto voleva ardentemente che la musica continuasse. La catturava e l’affascinava. Sembrava che nel suo cuore conservasse quella musica, da sempre.

Le sue gambe si mossero contro la sua volontà e cauta si diresse verso il salotto. La musica dolcissima continuava a fendere il silenzio della casa, era una magia.

Ciò che vide la paralizzò. Una figura incappucciata dai contorni non definiti, quasi fosse evanescente, pigiava i tasti del pianoforte con eleganza.

Poi la figura si voltò, le sorrise, e continuò a suonare con un ritmo differente molto più veloce e passionale.

Leila depose il blaster, nonostante non avesse riconosciuto l’uomo dietro quel saio pesante, sapeva che non aveva nulla da temere. Lo percepiva.

Le mani affusolate scivolavano sempre più veloci rendendo l’armonia un vortice di passione e poi con toni leggeri sfumò.

Tutto tacque e il silenzio tornò a regnare nella sala.

La figura si voltò e lasciò cadere il pesante cappuccio della veste. < E’ lo stesso pianoforte che mi regalò tua madre…> e sospirando < Tua madre amava sentirmi suonare…>

Leila rimase senza fiato. La voce possente del padre, i suoi lineamenti giovani e bonari l’avevano  lasciata senza parole.

< Padre…> le lacrime scivolavano copiose sul volto della giovane donna che corse da abbracciarlo, ma a metà strada si fermò indecisa sul da farsi.

< Sei reale?>

< Si… più o meno… E’ un po’ complicato da spiegare…> rise nervoso Anakin che protese le braccia alla figlia per poterla stringere.

Il profumo acre e pungente lo colpì. Lo stesso profumo di Padme fece sorridere ancora di più il giovane Jedi scomparso.

< Io non so che dire…> Leila scivolò dalle braccia del padre guardandolo negli occhi.

Leggeva il suo nervosismo. Quasi provasse imbarazzo. Era strano per Leila vedere un uomo alto quasi due metri, possente, forte, temere i suoi stessi sentimenti.

< Non dovrei essere qui… > la testa del prescelto si incrinò e prese ad osservare il pavimento quasi con ossessione.

< Ho desiderato così tanto di poterti abbracciare una sola volta… Mi sono sempre chiesta perché Luke si, mentre io non potevo farlo…> la piccola gelosia della donna fece comprendere la verità che Anakin stesso sapeva ormai da tempo, Leila aveva il suo stesso carattere, passionale ma nel contempo tormentato dalle stesse.

Anakin si sedette di nuovo sullo sgabello regolato all’altezza giusta per rendere agevole lo scorrere delle dita sui tasti del pianoforte.

< Sai padre mi sono sempre chiesta come avesse fatto mia madre ad innamorarsi di un uomo malvagio che ingannava la morte dietro ad una maschera nera…> Anakin la osservò con attenzione mentre la donna si stropicciava una ciocca di capelli che scendevano oltre le spalle < Ma poi ho capito ora… vedendoti…>

Anakin sorrise, un sorriso sincero quasi grato alla giovane figlia.

< Ti ho vista molto triste in questi giorni…> Anakin arrivò al dunque senza girarci troppo intorno, tipico del suo carattere e Leila non si stupì più di tanto visto che era il suo medesimo atteggiamento nell’affrontare i problemi e le avversità della vita. Un ulteriore mascherare i propri sentimenti non faceva altro che dare al possibilità al tempo di scorrere ancora più implacabile.

Ma visto che lei non accennava a parlare Anakin decise un approccio diverso.

< E’ colpa di Solo vero??> disse il prescelto con un sogghigno

< Padre!> Leila trattenne una risata a stento

< Si, si… io mi chiedo che ci trovi in uno come lui… Mah??>

< Diciamo che è una canaglia, un po’ cafone, ha un pessimo senso dell’umorismo ma lo amo tantissimo…>

< Allora questo mi basta…> disse felice Anakin e stava per aggiungere qualcosa ma si bloccò visto che la figlia stava per dire qualcosa.

< Non so più chi sono padre…>

Anakin alzò un sopracciglio ma non fiatò, lasciò che la donna parlasse liberamente. Ogni suo singolo tormento poteva essere un riflesso del suo animo.

< Mi sento così persa…>

Anakin sospirò forte, lui stesso aveva sulla pelle numerose cicatrici e quelle più profonde erano nell’animo. Così simile a sua figlia.

< L’ombra dell’impero è sempre presente, in maniera più che opprimente, non so più se quello che faccio. Non so se  tutte le vite che spezzo con i miei ideali muoiono con uno scopo o se lascio delle donne vedove e dei figli orfani per ingiustizia, o per perseguire un disegno utopico > respirò ancora più forte presa dall’angoscia < Non so se quello che faccio è per onore dei miei figli o se la mia sta diventando una sete di potere…>

Anakin rilassò le spalle. < Tutto quello che fai per la libertà delle creature di questa galassia è giusto principessa. Non sentirti fuori luogo. Non sentirti stanca di combattere, perché sarà in quel momento che spezzerai vite senza lasciare loro le speranze per un futuro migliore…> e accarezzando il viso delle giovane donna proseguì < Tutto quello che fai è per l’onore dei tuoi figli e questo non può essere che la prova di un amore infinito, e sono sicuro che loro lo sapranno percepire un giorno… Non esiste amore più grande e giusto di quello di una madre, ricordalo sempre >

Leila abbassò lo sguardo appoggiando la mano sul ventre leggermente gonfio. Sentì il suono famigliare dei passi del marito e i gridolini eccitati dei propri figli dopo una giornata di divertimento.

Anakin sorrise mentre lentamente svaniva < Ti voglio bene…>

< Non andartene ti prego…> Ma Anakin sorrise malinconico mentre di lui restava solo un alone sbiadito che si smorzò nel silenzio della casa.

“ Ti voglio bene padre…”

Il marito la sollevò di peso e la girò verso di se.

< Eccoci a casa!!>

Leila baciò il marito lievemente e abbracciò i suoi due figli che gli raccontavano frenetici tutta la loro gita e le avventure che le strapparono più di un sorriso.

Quando i piccoli corsero verso il bagno per concedersi un bagno ristoratore, Han prese la moglie fra le braccia.

< Come stai?>

< Bene… Come mai così premuroso??>

< Ehy dolcezza> la smorfia offesa del giovane fece sorridere Leila < Sono tuo marito avrò il diritto di preoccuparmi!!! Non sono certo un idiota, strapezzente e cafone come mi definivi una volta!>

< Lo so…> appoggiò la testa sul petto del marito che di risposta la strinse ancora di più a se che non ebbe il coraggio di violare i pensieri della donna che in quel momento era persa in chissà quali congetture.

Han sapeva che la moglie in quegli ultimi giorni aveva dovuto prendere decisioni molto gravose, e per certi versi si maledisse per non essere riuscito a starle vicino.

I piccoli fecero di nuovo il loro ingresso e le parole del padre risuonarono in Leila cogliendola con un senso di pace se pur effimera.

 

Era notte fonda. Il silenzio regnava di nuovo nel lussuoso, Leila accarezzava il pianoforte. Se si concentrava poteva ancora udire il suono di quella melodia che il padre aveva suonato con eleganza il giorno stesso. Inconsciamente si mise a suonare mentre il marito la guardava in silenzio riparato dalla penombra delle colonne del salotto, mentre la luna illuminava i lineamenti della donna.

Han incantato non interrompè quella musica. Vedere Leila avvolta dal chiaro di luna non fece altro che convincerlo dei sentimenti che provava per lei.

Appena la donna lasciò sfumare le ultime note lui si avvicinò abbracciandola da dietro. Lei si lasciò coccolare.

< Han…>

< Umh?>

< Se è un maschio voglio chiamarlo Anakin…>

Han non obbiettò, ma non accettò di buon grado la decisione della moglie.

< Se per te è importante così sia Leila…> la donna si stupì, era sicura che Han non approvava ma non capiva questo suo arrendersi così presto. Loro due, gli essere più idilliaci dell’intero universo sembravano essersi trovati d’accordo dopo molto tempo.

< Strano… Negli ultimi tempi non hai fatto altro che criticare ogni mia scelta politica….>

< Alcune volte non condivido questo tuo anteporre le tue emozioni al bene comune, ma poi capisco la tua ragione più intima e allora le accetto… Lo so che ciò che fai lo fai solo in onore dei nostri figli…>

Per la prima volta nella sua vita Leila si trovò senza parole. Han le sorrise < Ed è per questo che ti appoggio nonostante tutto…>

Leila si lasciò andare in un abbraccio e poi scivolò dalle braccia forti di Solo che la guardava divertito.

< Chi ti ha insegnato quella musica?>

< La conosco da sempre, è stato mio padre…>

Han sorrise, allora non si era sbagliato. Aveva percepito la sua presenza entrando nella casa, ora ne aveva la prova.

< Che ne dici se la chiamiamo chiaro di luna?> azzardò Han sinceramente felice.

Leila sorrise. In quel momento sembrava che la luna avesse i contorni più luminosi e belli che avesse mai visto.

Non sapeva trovare nome più appropriato e lo sapeva che anche un'altra figura avrebbe apprezzato quel nome così antico ma così magico.

Come la luna del resto.

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

Spero sinceramente vi sia piaciuta. Ho preso spunto dal tormento di Cesare verso le continue guerre che il suo popolo doveva attraversare, alcune delle quali per la sua voglia di accrescere il suo dominio. Alla fine si convince che lo fa per i suoi figli, i cittadini romani. Visione più che discutibile ma in essa ho avuto il lampo di vedere la figura di Leila.

Una visione, più che personale me ne rendo conto, di una parte dell’expanded universe.

Così vi ho visto il riflesso di Leila. Il suo tormento nel condurre guerre contro l’ombra dell’impero alcune delle quali per suo semplice desiderio di vendetta. Lo so che non è corretto quel riflesso che ho immaginato di una senatrice, quasi dittatrice come il padre per certi versi.

L’ho volutamente creata sotto la falsa riga della figura paterna in episodio 3 (“il mio impero…”). E’ la prima ff che scrivo interamente incentrata sulla coppia che spesso volentieri ignoro quale Han e Leila.

In ogni caso aspetto i vostri commenti anche negativi ovviamente.

Ringrazio Silvi76 che inconsciamente mi ha ispirato con la sua ff.

Baci e a presto ^^

Angel_87

 

 

  
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