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Autore: agatha    30/12/2009    4 recensioni
Le feste sono arrivate ma tra Draco e Ginny è sceso il gelo, a stento si parlano. Riuscirà la magia del Natale a farli riconciliare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non vi ho fatto aspettare troppo vero? Così ne approfitto per gli auguri.

Ringrazio tantissimo le 10 persone che l'hanno messa nei preferiti e le 5 nelle seguite, mi fa piacere e spero che anche questa seconda parte vi soddisfi.

NinfaDellaTerra: sono contenta di aver stuzzicato la tua curiosità, grazie per i complimenti e per il commento all'altra shot. Ti sarà piaciuto il finale? Spero proprio di sì. Baci e buon anno!

GinevraMalfoy90: anche tu pensi che Harry e Luna stiano bene insieme? Al di là che Potter non riscuote propriamente le mie simpatie, li ho sempre trovati molto affini, sia come esperienze e dolori vissute che per il contrasto tra i loro caratteri, un po' come per Draco e Ginny. Se riesci a connetterti e a leggere non sarai costretta ad aspettare l'anno nuovo. Chissà cosa ne pensi di quei famosi regali che hanno comprato e a chi erano destinati... Grazie per il commento e ancora auguri anche a te! Buon anno!!!

Maricuccia: Non ti ho fatto penare per troppo tempo neanche a te. Il bello di Draco e Ginny è proprio che non sono una coppia "pucci pucci" e il fatto che litighino e si scontrino rende tutto più bello (soprattutto le riconciliazioni). Vedremo se ti è piaciuto come ho risolto tutto. Baci e buon anno anche a te!


*** Buon 2010!!! ***



Non nevicava più e c’era nell’aria il tipico silenzio attutito provocato dalla neve. Faceva freddo e spostò il peso da un piede all’altro mentre fischiava piano. Subito il suo gufo volò da lei, posandosi sul suo braccio.

Gli fece vedere il pacchetto che aveva con sé.
“Consegna questo regalo mi raccomando” gli ordinò dolcemente.
Diede un bacio alla scatola, decorata con un grosso fiocco argentato e l’affidò tra le zampe del messaggero. Lo osservò aprire le ali e scomparire nel buio della notte.
“Ma brava. Vedo che non hai perso tempo”
Ginny si voltò di scatto, stupita di non essere sola e riconoscendo all’istante quella voce. Vederlo davanti a lei in quel momento era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata. Il suo cuore aveva accelerato sensibilmente i battiti ed era sicura che non fosse dovuto allo spavento che le aveva fatto provare.
“Draco! Che cosa ci fai qui?”
Lui avanzò, scostandosi dall’albero dietro il quale si era nascosto.
“Per chi era quel regalo?” esordì senza preamboli.
“Non sono fatti tuoi” rispose lei, incrociando le braccia quasi in segno di protezione.
Lui arricciò le labbra in una smorfia.
“L’hai persino baciato il pacchetto, devi tenerci molto”
“Come la tua sciarpa di seta? E’ per una persona molto importante”

Draco si avvicinò di più a lei che non si mosse, per niente impaurita dal suo atteggiamento.

“Sei per caso gelosa?”
“Io? Sei tu che vuoi sapere a chi ho spedito quel gufo e comunque non hai il diritto di chiedermelo”
Velocemente lui le fu addosso e l’afferrò per un polso, stringendolo forte.
“Rispondimi” le ordinò.
“Mi stai facendo male, lasciami!”
Lui continuò ignorando le sue proteste.“Dimmi il suo nome”
“Scordatelo” sibilò Ginny, ben decisa a non cedere.
Draco la guardò con il suo sguardo glaciale, intensamente. Sempre tenendole il polso stretto tra le sue dita, la costrinse ad indietreggiare fino a spingerla contro un albero e la bloccò  contro il suo corpo.
“Fai tornare indietro quel gufo” ordinò con un tono che non ammetteva repliche.
Lei sollevò un sopracciglio stupita da quelle parole.
“Perché dovrei?” lo sfidò.
I loro sguardi si incrociarono.
“Perché non sopporto che tu mandi regali ad altri uomini” confessò Draco.
Ancora arrabbiata per il suo atteggiamento arrogante, Ginny non si accorse quanto fosse rivelatrice quella frase.
“Arrivi tardi, ormai non siamo più insieme sono libera di fare quello che voglio”
Lui le prese il mento in una mano costringendola a guardarlo dritto in faccia.
“Tu sei mia, solo mia e non posso sopportare che pensi ad un altro”

Il silenzio calò fra di loro, quasi fermando il tempo, dopo quella confessione. Ginny non riusciva a staccare gli occhi da quelli di lui, mentre le parole che aveva appena pronunciato continuavano a rimbombare nella sua mente. Sarebbe stato facile cedere ora e tornare insieme a lui ma i problemi che li avevano separati sarebbero sempre stati fra loro, come una spada di Damocle, pronta a cadere alla prossima discussione. Non poteva vivere in quel modo né voleva farlo.

“Credi che si possa risolvere tutto in questo modo?”
“Sì”
“Lo stai facendo solo per il tuo orgoglio. Ti brucia che io mi sia già ripresa”
Attaccarlo era l’unica arma che le era rimasta per impedirsi di abbracciarlo e rimanere distaccata.
“Io ti amo e tu ami me” spiegò lui in modo sorprendentemente calmo rispetto alla violenza usata prima, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Ginny spalancò gli occhi sempre più stupita dalla piega che stava prendendo il loro incontro. Si rifiutò di credere a quanto appena sentito e cercò di divincolarsi dalla sua stretta.
“No, non è vero”
“Invece sì”
Draco si avvicinò a lei per baciarla. La ragazza dapprima cercò di respingerlo senza riuscirci. Le labbra di lei erano calde e lui approfondì maggiormente il bacio spingendo per farle aprire la bocca. Non le stava dando tregua. Più lei cercava di ritrarsi più lui l’attaccava deciso a farla capitolare. Poco dopo lei cedette a quell’assalto permettendogli di invaderla e cercare la sua lingua. Aveva provato a resistere, a non credere alle sue parole ma come poteva farlo quanto, in realtà, non desiderava altro che quello?
A lungo aveva sognato di sentirsi abbracciare da lui e provare quella sensazione di sicurezza che avvertiva solo tra le sue braccia.

La mano di Draco scivolò dal suo viso fino ad infilarsi sotto il cappotto, percorrendo le curve del corpo di Ginny, fino a posarsi sul suo seno. Voleva mettere bene in chiaro che lei gli apparteneva, anima e corpo.

Si separarono solo per riprendere fiato.
“Dillo” la sollecitò.
“Cosa?”
“Che sei solo mia”
Lei scosse il capo in segno di diniego. Aveva ancora paura, dopo tutta la sofferenza provata non era facile credergli ed abbandonarsi di nuovo a lui. Così Draco ricominciò a baciarla e la sua mano, questa volta, si infilò sotto il maglione, accarezzando la sua pelle nuda. Non smise quella tortura finchè non la sentì gemere di piacere. Si staccò per ripetere la sua richiesta.
“Dillo” ripetè di nuovo.
Questa volta a Ginny, senza più difese, non rimase che capitolare.
“Sono tua”
Nell’udire quelle parole Draco si rilassò, lasciando che la paura di poterla perdere, di essere arrivato troppo tardi, si tramutasse in gioia, in consapevolezza di aver raggiunto il suo scopo.
“Anch’io sono tuo” ammise finalmente, in tono dolce.

Lei sorrise, con il cuore colmo di gioia per quella frase. Non doveva essere stato facile ammettere così i propri sentimenti per Draco. Ma l’aveva fatto.
L’aveva fatto per lei.
Stremata da tutte quelle emozioni appoggiò la testa contro la sua spalla e l’abbracciò forte, sentendo anche le braccia di lui che la stringevano a sé.
Non si resero conto del tempo che passava finchè un brivido di freddo scosse il corpo di Ginny.
“Andiamo dentro adesso, si gela qui fuori” affermò Draco.
Lei rialzò il capo squadrandolo dubbiosa.
“Sei sicuro di quello che hai detto? Sai cosa significa?”
Lui annuì.
“Sono un Malfoy, posso tenere testa a tutti gli Weasley di questo mondo”

Varcarono la soglia della Tana tenendosi per mano e, dopo pochi secondi, il trambusto che c’era alla Tana si tramutò in silenzio, tutti i presenti li videro e ammutolirono davanti a quella scena. Nessuno ebbe il coraggio di dire niente. Era bastato osservare il viso raggiante di Ginny, diverso rispetto all’espressione che aveva avuto per tutta la sera, per capire come quella relazione fosse profonda ed importante. Però sembrava essersi creata una situazione di stallo, dove ognuno di loro non sapeva cosa fare.
Inaspettatamente fu Ron a risolvere ogni imbarazzo. Ignaro della strana atmosfera che regnava in salotto si avvicinò, barcollando, al suo nemico di sempre mettendogli un braccio intorno alle spalle.
“Ehi Draco, amico mio”
Ginny, spalancando gli occhi, capì immediatamente che l’effetto degli alcolici su Ron non era ancora passato. Nonostante l’ansia per la reazione della sua famiglia non potè impedirsi di scoppiare a ridere per l’assurdità di quanto stava succedendo. Suo fratello non aveva mai sopportato Malfoy e adesso si stava comportando come se fosse il suo migliore amico. Troppo stupiti da quanto stava accadendo davanti ai loro occhi nessuno riuscì a dire niente per qualche minuto.

Nel frattempo Draco era rimasto immobile di fronte al comportamento del fratello di Ginny. Era entrato alla Tana pronto ad uno scontro con uno o più Weasley contemporaneamente. Era preparato a ricevere occhiate gelide e piene di disprezzo, era preparato a ricevere un secco saluto mormorato tra i denti, solo per buona educazione, era preparato a sentire dei commenti sarcastici su di lui, ma niente l’aveva preparato ad essere abbracciato in modo fraterno da Lenticchia. Questo era troppo persino per lui.  

Fred e George furono i primi a riprendersi dallo sbalordimento e non si lasciarono sfuggire quel momento, stringendosi a loro volta in una parodia scherzosa.
“Fratello mio, ti ho mai detto quanto ti voglio bene?”
“Ti prego dimmelo ancora una volta”

Grazie a quel gesto l’atmosfera ritornò tranquilla e festosa. Molly ne approfittò per attirare l’attenzione di tutti e invitarli a sedersi per mangiare. Draco riuscì, con un po’ di fatica e trattenendo tra i denti alcune maledizioni, a liberarsi finalmente di Ron, anche grazie all’aiuto di Hermione che con alcune moine riuscì ad attirare l’attenzione del suo fidanzato, che l’avvolse in un abbraccio a suo modo romantico. Con una smorfia di fronte a quello spettacolo, Draco si allontanò mettendosi a distanza di sicurezza. Sedendosi a tavola si sporse verso Ginny, che aveva preso posto accanto a lui, per mormorarle alcune parole.
“Non avrei mai pensato di ringraziare la Granger per qualcosa”
Lei lo guardò e, senza dire una parola, spostò la mano sotto il tavolo, intrecciando le dita con le sue. Era il suo modo per ringraziarlo di aver reagito con spirito a quanto successo, di non aver fatto battute sarcastiche su suo fratello e persino per aver chiamato con il suo cognome Hermione. Forse lui non se n’era accorto ma aveva fatto quel gesto perché un improvviso nodo in gola le aveva bloccato la voce.

La cena si svolse tranquillamente.
La signora Weasley aveva preparato un banchetto degno dei migliori maghi e tutti fecero onore a quei piatti mangiando con gusto. Quando fu il momento di aprire i regali si precipitarono sotto l’albero. I diversi pacchetti colorati vennero afferrati da mani ansiose e passati fino al destinatario scritto sul biglietto. Alla fine, sotto il grande albero illuminato, rimase un solo pacchetto. Ginny lo prese tra le mani, notando il suo nome vergato a mano. Riconobbe all’istante la scrittura chiara ed elegante di Draco. Alzò lo sguardo dal dono incrociando i suoi occhi grigi.
Lui annuì serio.
“Pensavi che ne me fossi dimenticato?” la prese in giro.
Poi, sorprendendola ancora una volta, le regalò uno dei suoi sorrisi più seducenti.
Ginevra aprì il pacchetto, con mani tremanti e vi trovò dentro una collana con un pendente. Prese con le dita la fine catenina e sollevò il gioiello, mentre la gemma catturava e risplendeva sotto le luci della stanza.
“E’ una pietra di luce – spiegò lui – riflette l’umore della persona che lo indossa”
“Ma è stupendo Draco, grazie!”
D’istinto gli saltò al collo e lo baciò felice. Lui ricambiò quello slancio, contento di aver deciso alla fine di raggiungerla alla Tana. Lentamente si staccò da lei, accarezzandole i capelli e le tolse la collana dalle dita.
“Vediamo come ti sta”
Si portò alle sue spalle e le spostò la chioma rossa dalla nuca. Aveva appena finito di allacciare la catenina quando un picchiettio alla finestra attirò la loro attenzione.

Ginevra si avvicinò ai vetri e aprì le imposte facendo entrare un gufo. Questi aprì le ali e volò in circolo nella stanza fino a planare verso Draco, lasciando cadere nelle sue mani un pacco con un grosso fiocco argentato. Lui osservò attentamente l’animale che raggiunse il davanzale di una finestra al lato opposto della stanza, dove cominciò a mangiare da una ciotola piena di cibo. Il suo aspetto era stranamente familiare, anche se il biondo Serpeverde non riusciva a capire dove l’avesse già  visto.
“Ma cosa…” cominciò lui stupito, per poi interrompersi e osservare quanto gli era stato consegnato.
Indubbiamente  era un regalo. Si domandò chi potesse essere stato. Sua madre glielo aveva già dato e non c’era nessun altro che tenesse a lui così tanto. Corrugando la fronte voltò il pacco per leggere il biglietto.
Per Draco. Da Ginevra
Alzò lo sguardo e la vide sorridente, mentre lo fissava. Ora tutto aveva un senso. Era questo il dono che Ginny era uscita a spedire, quello che aveva baciato. Era per lui! Questa proprio non se l’aspettava. Si erano lasciati prima di Natale con una furiosa discussione e lui era sicuro che Ginny non volesse più vederlo, anzi temeva che avesse trovato qualcun altro dopo averla sentita ordinare quel paio di guanti da uomo quando si erano incontrati. Invece si era preoccupata lo stesso di fargli un regalo.
Del resto anche lui aveva fatto così.

Scartò il regalo con dita impazienti. Non l’avrebbe ammesso con nessuno ma era curioso e ansioso di scoprire cosa gli avesse preso.
Quando l’aprì trovò dentro una foto. La cornice era bella ma non particolarmente elaborata. Quello che lo colpì di più fu la fotografia. Erano loro due abbracciati nel parco. Non si ricordava quando fosse stata scattata ma, indubbiamente, era l’immagine più bella che avesse mai visto.

D’un tratto la sua mente ritornò ad un episodio del passato, quando era ancora piccolo.
Era a casa di Blaise e, guardandosi intorno, era rimasto colpito da una foto dei suoi genitori, stupito dalla gioia che trasmettevano. Mai prima gli era capitato di vederne una simile. I ritratti della sua famiglia erano sempre stati privi di sorrisi o di gesti affettuosi, per questo si era convinto che quell’immagine particolare fosse stata modificata con la magia, perché nella vita reale non credeva possibili certe emozioni.
Ecco che invece ora, dopo anni, aveva scoperto che la magia non c’entrava niente, era l’amore a rendere possibili quelle emozioni. Una volta di più Ginevra aveva demolito le sue convinzioni, facendogli scoprire che non esistevano solo il bianco e il nero ma tutta una serie di sfumature.

Sempre tenendo la cornice in una mano avvolse Ginny tra le sue braccia e appoggiò la guancia contro i suoi capelli. Questo Natale era davvero speciale. Aveva ricevuto ben più di un regalo quella sera, anche una lezione di vita. Mancava ancora qualcosa però per rendere perfetta quella sera.
“La sciarpa che ho comprato era per mia madre” confessò a voce bassa ma abbastanza perché lei capisse. In risposta Ginevra rafforzò la stretta intorno al suo torace prima di rispondergli.
“Quei guanti erano per Harry, da parte di tutta la famiglia”

"Com’era imprevedibile la vita" pensò Draco.
Solo qualche giorno prima odiava il Natale e riteneva di poter vivere bene anche senza Ginny. Invece adesso era qui, abbracciando la sua rossa preferita dopo aver fatto gli auguri a tutta la famiglia Weasley.

Le decisioni prese possono essere cambiate, una volta imboccata una strada c’è sempre la possibilità di tornare indietro o cambiare percorso, l’importante è accorgersene in tempo e non aver paura di ammettere un errore. Era bello sapere che la realtà aveva più di una sfaccettatura. Forse era questa la vera magia e lui l’aveva capito finalmente.
“Buon Natale” mormorò stringendo Ginevra mentre fuori ricominciava a nevicare.

  
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