Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: kiku77    01/01/2010    5 recensioni
Sanae e Tsubasa si sono sposati e vivono a Barcellona con i loro due gemellini. Sembra una favola, ma forse c'è qualcuno che ancora sta cercando se stesso...... Ce l'ho fatta........!!buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salirono di sopra per parlare un po’ da sole e guardare i bambini.

“Mi sei mancata così tanto…..io mi stavo abituando ad averti qui….”

“Mi sei mancata anche tu….non sai quante volte, sono uscita di casa per andare alla cabina e telefonarti….ma alla fine riuscivo sempre a trattenermi….l’ho fatto per Michiko….l’ho fatto per ritrovare me stessa….E tu? Tu ti sei trovata?”

Kumiko si accese una sigaretta e spalancò il terrazzò.

“Io?.. Ho l’incubo che mi suonino alla porta per prendersi tutto….abbiamo perso una grossa fornitura per una catena di hotel e siamo al verde….Mi va tutto male…..mio fratello vuole vendermi la sua quota e uscirne da questa società del cavolo… i maschi scappano….Potrebbe essere il titolo del film della mia vita…io li faccio scappare tutti……”

Sanae scoppiò a ridere..

“Cosa fai, mi ridi dietro anche tu? Guarda che sono problemi seri….”

“Non ridevo per i problemi,…ridevo perché sei innamorata……”

“Certo…. sono innamorata del principe fantasma…. Ma che dici? Guarda che non esco con nessuno, non ho incontrato nessuno…..sono sola come un cane….di che parli?”

“Beh uno può essere innamorato anche se è solo…. Tu guarda me!”

“Sì ma tu adesso sei tornata per lui, cioè hai un lui….io invece ho solo una marea di bollette da pagare….”

“Sarà ma non mi convinci…..” disse Sanae senza voler indagare troppo. Poi riprese: “Se con Tsubasa andrà tutto bene…. gli chiederò di aiutarti”

Kumiko la scrutò.

“No… non potrei accettare l’aiuto di qualcuno, perché non so quando ne sarò fuori e non so quando potrò restituire il denaro….”

“Lui è pieno di soldi e non mi ha mai fatto molti regali..…gli chiederò questo: che riscatti i tuoi debiti senza che tu debba restituirgli uno yen…..Gli chiederò questo come regalo. Perchè mai dovrebbe dire di no? E’ generoso, vedrai che lo farà con piacere….”

La ragazza sembrava titubante.

“Senti Sanae… io lo so che voi siete ricchi, ma mi sembra che sia un po’ una forzatura…..in fondo io cosa sono per te? Cioè, fino a un anno fa eravamo ormai semplici conoscenti….non vorrei che lui pensasse che me ne sto approfittando….mi dispiacerebbe molto… sai dove ci sono in mezzo i soldi, ci sono energie negative… e non vorrei rovinare la nostra amicizia”

“Proprio per questo gli chiederò di fare un regalo e non un prestito: un regalo è un regalo. Vuoi sapere poi cosa sei per me? Beh….. sei la mia amica. E questo non ha prezzo.” Rispose Sanae.

Si abbracciarono e finalmente Kumiko le fece un sorriso.

 

 

 

Sanae rientrò a casa e lasciò Michiko con sua madre perché si era addormentata e non voleva svegliarla.

Prese Hayate e Daibu e a piedi, cantando e giocando, arrivarono fino a casa Ozora.

Le batteva forte il cuore. Se lo sentiva in gola. Il suo corpo era in fermento, al pensiero di rivederlo.

Quando la signora Ozora aprì la porta, rimase senza parole.

Non sapeva se quella era una visione o se era la realtà.

“…pulcini…..” riuscì solo a dire e si inginocchiò per abbracciarli mentre già gli occhi erano pieni di lacrime.

Si accomodarono dentro e Sanae poteva sentire che i sentimenti della madre di Tsubasa erano confusi: da un lato c’era rabbia e rancore; dall’altro c’era anche un specie di solidarietà femminile che non le permetteva di condannare totalmente la ragazza per quello che aveva fatto.

“Dov’è papà?” chiese Hayate.

“…..Sanae, Tsubasa non c’è….il ritiro comincia domani ma lui ha deciso di allenarsi anche oggi perché non sapeva cosa fare…..sai, se non si allena, il tempo gli passa lento….”

Sanae abbassò lo sguardo.

“Capisco….e dove sarà andato?”

“Di preciso non me l’ha detto….. vuoi aspettare qui?...........”

“Non posso, devo tornare a casa… “ Sanae doveva allattare: negli orari era vincolata.

“Però vorrei lasciare i piccoli qui così quando rientrerà, li potrà vedere subito. Appena posso, torno…..”

La signora Ozora annuì e Sanae dopo aver salutato i bambini, se ne andò. Mentre lei girava il vicolo, Tsubasa all’altro lato della strada passava l’angolo per rientrare in casa. Per un soffio non si erano  incrociati…

 

“Mamma accidenti sono dovuto tornare indietro perchè ho dimenticato la chiave del cancello per entrare nel campetto……”

Tsubasa guardò sul mobile accanto all’entrata dove aveva lasciato la chiave. Non alzò lo sguardo perché era già con un piede di nuovo fuori di casa e se non avesse sentito quella parola, non si sarebbe accorto di niente, come sempre….

“Papà, papà! Vieni? giochiamo?” disse Hayate andando verso di lui e chiedendogli la mano per trascinarlo dentro come se fosse per lui il gesto più normale del mondo.

Tusbasa lo fissò con gli occhi quasi fuori dalle orbite: gli diede la mano inginocchiandosi a terra.

“Hayate…..sei proprio tu…..” ora alzò un po’ di più lo guardo e intravide anche Daibu che gli disse

“ma che fai? Dai dai vieni dentro babbo!”

Abbracciò Hayate:  lo strinse forte riempiendolo di baci.

Allora anche Daibu si avvicinò. Tsubasa lo afferrò e si strinse al petto anche lui.

“Babbo mi pizzichi!” disse Daibu mentre Tsubasa con gli occhi bagnati, si strisciava sul bambino come avrebbe fatto un animale con il suo cucciolo. Aveva un po’ di barba e pungeva sulla pelle delicata dei bambini. Non riusciva a parlare. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma era in preda a mille emozioni e ancora non si rendeva conto se stesse sognando o no. Eppure li toccava e loro erano veri: avevano i loro odori, le loro smorfie. Erano loro….

“Come siete cresciuti…. Avete fatto i bravi? “

“Noi sì , ma l’apina no,…lei succhia sempre il nettare….!”

Tsubasa sorrise e si fece trascinare dove volevano loro….cercò lei….ma lei non c‘era.

“Ha detto che torna appena può, doveva rientrare a casa…” disse la signora Ozora.

Lui lì per lì era troppo confuso e troppo stravolto per poter capire quella frase.

Giocò con i bambini per un po’, ma intanto lei non tornava.

“Ha detto che torna appena può….” La frase di sua madre si dilatò nel cervello di Tsubasa e lui ebbe come un sussulto.

“Non è che sta scappando di nuovo?” temette.

“Mamma non posso aspettare…..vado a casa sua…torno subito ok? “ disse ai bambini.

Corse con tutta la forza che aveva e dopo poco era già davanti alla sua porta.

 

Sanae era nel corridoio, pronta a rimettersi le scarpe per andare da lui.

Tsubasa non ebbe il tempo di suonare il campanello perché in quel frangente lei aveva aperto la porta.

Si guardarono e il tempo si fermò.

“…io stavo per venire da te….proprio adesso….” disse lei… un po’ stupita..

Era in forma strepitosa: con indosso la tuta, i suoi muscoli risaltavano. Lo sguardo era pieno di cose che voleva dire e il viso era un po’ più adulto; anche un po’ più indurito. Lei lo notò subito che non si era fatto la barba e sentì dentro il desiderio di toccarlo….lo trovava molto affascinante.

Lui non era ancora riuscito a mettere insieme due parole: era semplicemente ammutolito, nel vederla di nuovo con la sua maglietta chiara un po’ attillata e i pantaloni a vita bassa. Era profumata e il suo corpo sembrava ancora più morbido, più accogliente dell’ultima volta che l’aveva toccata.

Fece un passo e gli tornò la sete che sempre aveva quando c’era lei.

“Sei…..sei bellissima…..sei talmente bella che mi sto sentendo male…mi fai male…..” le disse lui.

Che Sanae si ricordasse, lui non gliel’aveva mai detto. In tanti le facevano complimenti, ma a lei non interessava molto. Il più delle volte si sentiva in imbarazzo. Invece in quel momento, fu così felice di aver sentito quelle parole da lui….sembrava veramente sincero.

Lei indietreggiava e lui avanzava mentre la sete cresceva. Quando la porta si richiuse dietro di loro, Tsubasa la prese nei fianchi e la baciò. Fu un bacio lungo e profondo.

Fu come baciarsi la prima volta.

La madre di Sanae con delicatezza se ne andò in cucina e li lasciò soli.

Lei voleva parlargli, ma voleva anche stringerlo….

Lui ormai era già tutto preso dal suo corpo e non capiva più niente. Le infilò una mano dietro la schiena e si fermò all’altezza del reggiseno.

“Aspetta……io ti devo dire una cosa….” Provò a dire Sanae, ma Tsubasa ora le premeva il petto e la baciava senza darle modo di continuare.

Lo lasciò fare…gli era mancato troppo per potergli chiedere di fermarsi.

 

 

   
 
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