Tornataaaaaaa!
Buonasera
mondo! Sì, lo so che vi ho lasciato in sospeso con quel poco
di prologo, ma
scrivere questa storia è così…strano.
Cioè non è che non mi ci trovo ad
immedesimarmi in Edward, ma è strano. No saprei come altro
definirlo. A
proposito di questo, ci terrei a precisare subito una cosa:
OVVIAMENTE,
NON
CONDIVIDO I PENSIERI DI EDWARD A PROPOSITO DELLE UCCISIONI,
ECC… LO DICO SUBITO
PERCHE’ NON VORREI MAI CHE QUESTA STORIA VENISSE PRESA COME
UN INCITAMENTO ALLA
VIOLENZA.
Detto
questo, non mi
resta che rispondere alle vostre recensioni, ringraziare immensamente
chi mi ha
aggiunto ai preferiti ed alle seguite chi legge soltanto, chiunque.
Ovviamente,
e come
sempre, un ringraziamento particolare va alla mia Beta, con la
“B” maiuscola,
che oltre ad essere la mia principale fonte di ispirazione,
è una cara e fidata
amica: Grazie Carmels!
Grazie
Angelo, e non c’è
bisogno di aggiungere altro, tanto sei sempre il migliore, no?!
E,
se mai leggerà,
ringrazio infinitamente anche Eli. Lo sai che ti adoro, vero?
Cap. 1: Occhi di
cacao.
Non credevo
nelle favole.
Nelle storie
dell'orrore sì.
Io stesso ero
frutto di quel tipo di racconti. Più che me stesso, la mia
immagine, il ruolo
che avevo deciso di ricoprire. Avevo rispolverato una vecchia leggenda,
e
l'avevo interpretata, a mio uso e consumo.
Venivo da una
famiglia particolare, molti l'avrebbero chiamata "strana". Quei molti
avevano ragione. Il mio creatore, Carlisle, sua moglie Esme ed i miei
fratelli,
non di sangue, erano degli occhi gialli. Dei vegetariani. Rinnegavano
la nostra
natura per degli schifosi umani.
Rinnegavano
ciò
che erano solo per salvaguardare del cibo. Mio padre aveva provato a
convincermi a fare lo stesso. Povero Carlisle, mi amava come si
può amare un
figlio, e lo torturava il fatto che lacerassi la mia anima.
La mia anima.
Che cosa
stupida pensare, anche solo sperare che un vampiro ne mantenga una,
dopo la
trasformazione. Sapevo che il dolore dei miei familiari era autentico,
grazie
al mio singolare dono di leggere nel pensiero. Vedevo esattamente il
mondo come
appariva ai loro occhi. Mi sarebbe piaciuto donargli per un attimo il
mio
potere, per illustrare loro com'era tutto ciò che ci
circondava, guardato dai
miei occhi. Avrebbero visto i loro amati umani come li vedevo io, degli
esseri
spregevoli, privi di morale.
Se si fossero
soffermati per un istante sul sudiciume, sulla cattiveria della gente
che loro
proteggevano a tutti i costi, avrebbero finalmente capito
l'inutilità massima
dei loro sacrifici. Perché soffrire per risparmiare la vita
a delle bestie?
Perché non erano altro che questo, animali rabbiosi.
Bastava
soffermarsi un attimo a leggere i loro giornali, per capire che, in
fondo, loro
non erano meno mostri di me.
Da quando, nel
1918 Carlisle mi trasformò in una creatura immortale, ho
sempre odiato gli
umani. Però, per amore della mia famiglia, mi prendevo delle
lunghe pause, che
duravano decenni. Ma era fastidioso, troppo snervante vedere Carlisle
mettersi
il camice per andare a salvare la vita a degli sporchi animali.
Troppo
insopportabile sentire i pensieri di tutti, preoccupati
perché la vecchia
signora Cope aveva avuto l'ennesimo infarto. Mi faceva sentire in
qualche modo
solo, diverso. Credevo che Jasper avrebbe potuto capirmi,
così solo e affamato
pure lui, eppure la sua voglia di sforzarsi, di andare contro la sua
stessa
natura mi spiazzava, mi inorridiva.
Provavo
sinceramente a trovare un senso a questa loro morale, tentavo di
provare pietà
per le mie vittime, ma per quanto scavassi dentro me, non riuscivo a
trovare
neanche l'ombra della grande compassione di Carlisle.
Perché
mettevano da parte i loro bisogni? Io non me la sentivo più
di ingabbiare i
miei. Ero un vampiro, un eterno diciannovenne.
Avevo bisogno
solo di due cose: del sangue umano, per soddisfare la sete del mostro
insito in
me.
E del sesso,
per appagare la virilità che il mio ultimo residuo di
umanità mi dava. Avevo
trovato il modo di accontentare ambedue le parti grazie al lobishomen.
Ero lieto
che queste tradizioni venissero dal Brasile, era una terra antica e
misteriosa
in cui mi sentivo a casa, come se fosse il posto giusto per una
creatura
soprannaturale come me. E poi, non lontano dalle coste di Rio de
Janeiro, dove
svolgevo il mio lavoro, c'era una bellissima isola, di
proprietà di Carlisle,
in cui abitavo e portavo le mie prede: l'isole Esme.
Il posto dove
agguantavo le mie vittime era l'hotel più lussuoso di tutta
la città, in cui
svolgevo la professione di portabagagli. Stare a contatto con le
persone era
facile, possedevo un perfetto ed impeccabile controllo di me. In fondo,
cacciavo umani non perché dovevo, ma perché
volevo. Per far si che prendessi
due piccioni con una fava, prediligevo le ragazze bionde. Per
esperienza, la
loro bellezza era direttamente proporzionale alle loro prestazioni, ma
inversamente proporzionale alla loro intelligenza.
Gli umani
amavano usare un termine per descriverle: oche.
Questo glielo
dovevo concedere, in quanto ad abilità descrittiva, la razza
umana era
infallibile.
Stavo portando
quattro grosse valige. 3 di un arancione sgargiante, e la quarta di un
anonimo
grigio scuro. Erano dirette alla suite 511, uno dei nostri migliori
appartamenti. Registrai appena quel particolare, preso dal tentativo
inutile di
estraniare dalla mia testa la massa di pensieri informi che mi
circondava. Se
non fosse stato per la voce mentale degli individui, che donava ad
ognuno un
timbro proprio ed inconfondibile, avrei perfino detto che era solo una
la mente
che produceva tutto quel borbottare conformato. C'era solo una voce che
si
distingueva dalle altre, per il fastidio che recava ed il suo flusso
ininterrotto. La percepivo, in contemporanea con il suo odore,
avvicinarsi a
me, fino a seguirmi. Vedevo il mio fondoschiena attraverso gli occhi
della
ragazza sconosciuta che lo guardava, e capii che era la proprietaria di
tutte
le valige che stavo portando. Non sentivo nessuno accanto a lei, non
vedevo le
mie gambe procedere in avanti da altre angolazioni oltre a quella della
ragazza
dalla mente troppo sveglia. Ne dedussi che era sola. Quattro valige per
una
persona.
Come poteva
Carlisle biasimare il mio odio?
Senza volerlo,
mi concentrai per un millesimo di secondo sul suo odore. Mi
immobilizzai per un
attimo. Aveva un retrogusto vampiresco.
Strano.
Impossibile,
perché sentivo distintamente il suo cuore battere. Mi girai
d'istinto,
sorpreso. Vidi una ragazza bassina, con dei capelli che sembravano
arrampicarsi
l'uno sull'altro, tanto erano scompigliati e corti. E soprattutto, vidi
il
lieve rossore delle guance, tipico della sua razza. Mi ero sicuramente
sbagliato, anche se questo era praticamente impossibile. Capitava
però che
alcuni umani avevano un sangue meno delizioso, tanto che il loro
profumo si
avvicinava debolmente al nostro, senza nessuna attrattiva. Era
sicuramente il
caso della ragazza.
“Ehilà,
che visione!”
Pensò
questa. La osservai meglio, teneva il
braccio spasmodicamente attaccato a quello di un altro individua.
Un altra
ragazza.
Due occhi del
colore dei chicchi di cacao.
Belli, intensi.
Profondi. Spiazzanti.
Dalla mente
logorroica della nanetta riuscii a carpire il nome Bella.
Bella.
Che ironia,
chiamarsi come un aggettivo qualitativo italiano. Chissà se
lo sapeva, chissà
se lo apprezzava. Isolai il mondo intorno a me, in attesa di sentire la
sua
voce mentale. Era strano che mi sentissi così curioso.
Era... Bello.
Bella.
Silenzio.
Mi concentrai
di più. Che storia era questa? Da quando i pensieri di
qualcuno mi erano
nascosti? Per di più quando volevo sentirli?
« Hey, scusa? Stai
sognando ad occhi aperti? Non preoccuparti, capita anche a me. Ma
smettila di
fissare la mia amica, se non fossimo donne di mondo, ti scambieremmo
per un
maniaco! Ahah, che bella battuta. Comunque io sono Alice. Alice Brandon»
.
Quella ragazzina
aveva interrotto le mie speculazioni con una mega presentazione, mentre
mi
tendeva la mano. Mi ripresi in tempo per deviare la sua stretta. Agitai
animatamente la mia:
«Ciao
ragazze. Io sono Edward» .
Forse non avrei
dovuto farlo, ma tenni gli occhi incollati alla ragazza dagli occhi di
cacao.
"Oooo
perfetto! E' il momento di
combinarla a Bella! Guarda come se la squadra...Perfetto! Questa
vacanza si
preannuncia uno spasso"
Alice fece il
suo monologo interiore mentre si girava verso la ragazza ed esclamava:
«Bella! Non fare la
maleducata! Presentati, dai».
Bella si
girò
per guardare l'amica, sembrava sorpresa, quasi esterrefatta. Cercai di
nuovo di
sondare la sua mente, senza successo.
Odioso.
Lentamente si
voltò verso di me, lo sguardo cauto, preoccupato, sembrava
quasi che sapesse di
avere di fronte un vampiro.
«Bella» disse solo, alzando le spalle. Registrai le
lamentele mentali di Alice
per il fatto che la sua amica avesse poco charme.
Mi venne da
sorridere a Bella. Non il sorriso-trappola, quello che usavo con le mie
prede.
Un sorriso sincero, come quello che facevo ad Esme per dirle che le
volevo bene
e che non doveva preoccuparsi.
Volevo...rassicurare
quella ragazza? Quella muta mentale? Quell'umana?
Mi
vergognai di
me stesso, mi girai e ricominciai a camminare e spingere il carrello
con le
valige. Arrivato all'ascensore, osservai la figura che la superficie
dello
specchio rifletteva: me. I miei occhi, frutto della combinazione del
mio
bordeax naturale e dell'azzurro delle lenti a contatto, erano di un blu
intenso. Sarebbero durate un'altra mezzora. Dovevo cambiarle, avevo un
compito
da svolgere.
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Recensioni:
Asfe: Grazie cara,
spero che questo capitolo ti piaccia! Mi fai sapere? =)
Elly4ever: Wow, quanto
entusiasmo! ^^ Non può farmi che piacere, sono troppo
contenta dei tuoi
complimenti. Allora, che ne dici del primo capitolo? Bacio, A.
Nanerottola: Eccoti
accontentata! Incrocio le dita, spero di non averti delusa! Grazie, sapere che ti
piace è veramente
bellissimo. Kiss Kiss.
Pinkgirl: UU, la mia
prima recensitrice, avrai sempre un posto d’onore (non lo
dire a nessuno, eh!).
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato quello che ho scritto.
Bhè, presentare
Edward…è sempre un piacere XD . Chissà
cosa ne pensi di
questo capitolo… Spero di scoprirlo
presto! Bacio!
Ehmm…penso
che sia tutto. Sì lo so che è un po’
corto come capitolo, ma preferisco
suddividerli e postare con più assiduità.
Ovviamente,
per qualsiasi dubbio, chiedete.
Eee…
piccola pubblicità: ho anche un’altra storia, su
RobPattz e un nuovo
personaggio… non so, se vi va di dare un occhiata…
A
presto, baci, A.