Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: ___runaway    08/01/2010    1 recensioni
Parigi. Qualcosa di romantico, viene da pensare. Un ragazzo troppo altezzoso, sicuro di sé. E come ogni cosa, basta poco per cambiare il mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I want someone to love me
For who I am.
I want someone to need me
Is that so bad?
I wanna break all the madness
But that’s all I have
But I want someone to love me
For who I am.

Ore nove e trentadue.
Sempre la solita storia: la sveglia era già suonata da un pezzo ma Nicholas era in piedi da prima. Quando suo fratello entrò nella stanza lo trovò con la chitarra in mano, quella verde, la sua preferita.
“Macho, è l’ora…” si bloccò vedendolo già sveglio eppure vestito.
“Sì, lo so”.
Sarebbe mai riuscito a finire quella benedetta canzone che gli ronzava in testa da così tanto tempo ormai? Passava le notti insonni a strimpellare accordi, ma niente, non c’era verso di trovare le parole giuste. La melodia c’era, ma mancava il succo.
Scosse la testa, non ci voleva pensare; ma era più forte di lui, sempre nei suoi pensieri.
“La smetti di pensare a quella stramaledetta canzone?” lo sgridò il fratello Joseph. Un ragazzo di media statura, capelli mori piastrati fin troppo, occhi scuri e profondi. Guardava Nicholas con aria scocciata. Stava ossessionando tutti con quella canzone e nemmeno riusciva a finirla!
“Scusa, hai ragione” tagliò corto. Non aveva voglia di parlare. La solita giornata lo stava aspettando.
“Tra venti minuti dobbiamo essere a Radio Disney per l’intervista sul nostro nuovo CD; dopo dobbiamo correre alla Hollywood Records per gli ultimi aggiustamenti e poi dobbiamo finire di decidere le date del prossimo tour” ricordò Kevin, il maggiore. Capelli castani scuri, ricciolutissimi con le basette lunghe, occhi vispi e solari. Dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo, si ripeté Nicholas, ci sarà mai una cosa che possiamo fare di nostra spontanea volontà? Ormai era così: da quando si chiamavano ‘Jonas Brothers’ non gli era rimasto un minuti libero per passare un po’ di tempo in tranquillità se non la notte. Molte volte si chiedeva se quella era veramente la vita che voleva. Ma certo che è quello che voglio, sono nato per questo. Riusciva sempre ad auto convincersi.

  
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