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Autore: mamogirl    09/01/2010    1 recensioni
Anche la più forte e duratura delle amicizie può andare incontro a difficoltà, specialmente quando, spinti dalla rabbia, ci si rinfaccia frase e parole di cui ci si pente poi amaramente. E' difficile chiedere scusa ma si é pronti ad affrontare tutto quando il destino decide di metterti di fronte alla più dura delle prove?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I don’t want to waste another day

Keeping inside it’s killing me

I wish that I could find the words to say.”

                                    

 

 

**********

 


 

Da quel giorno erano passati esattamente sei mesi, il periodo più lungo senza parlare con Brian. Certo, negli anni passati avevano avuto i loro momenti no ma erano sempre riusciti a porvi rimedio.

Ma quella litigata aveva sconvolto tutti, non solo i due duellanti. Kevin, A.J. ed Howie avevano cercato di non prendere le parti di nessuno dei due, dividere il loro tempo cercando di riportare la pace nel gruppo e, nel frattempo, dimostrargli supporto e comprensione per il suo progetto solista.

L’unico piccolo problema è che loro non erano dei comuni essere mortali ed ogni loro minimo cambiamento di atteggiamento veniva analizzato attentamente dai media.

Come volevasi dimostrare, infatti, la stampa s’era buttata come degli affamati ad un banchetto sulla loro litigata. Il fatto che, colui che un tempo era il suo migliore amico, non si fosse mai presentato ad un suo concerto non era di certo passato inosservato e Nick ormai era stanco che metà delle domande alle conferenze stampe vertessero su quell’argomento.

Si passò una mano fra i biondi capelli, cercando di capire per l’ennesima volta che cosa era andato storto.

Era dannatamente vero che lui non si era comportato in modo onesto con i ragazzi, specialmente con Brian. Lui lo era sempre stato , gli aveva sempre raccontato ogni minima preoccupazione o desiderio e avergli tenuto nascosto per due mesi una notizia del genere l’aveva ferito profondamente.

Sapeva che non doveva dar peso alle parole che erano volate quel giorno, tutte dettate dalla rabbia. Ma, dentro di sé, era conscio del fatto che era lui quello che aveva esagerato, quello che aveva superato la sottile linea che aveva fatto crollare tutto.

Aveva rigirato il coltello nella ferita quando aveva riportato a galla tutta la questione della sua operazione al cuore. Nick sapeva meglio di qualsiasi altra persona quanto, nonostante lui dichiarasse che era tutto sepolto sotto le macerie dell’oblio, Brian ancora rimuginasse sopra tutto quello che era accaduto e su come era stato lasciato da solo ad affrontare tutto. 

“Nick, questa volta l’hai combinata grossa.” si disse fra sé e sé, tirandosi uno schiaffo sulla fronte come a sottolineare quel fatto.

Forse era giunto il momento di dimostrare agli altri che era cresciuto, maturato e che sapeva porre rimedio ai suoi errori.

Doveva chiamarlo e dimostrargli che, nonostante tutto quello che si erano detti o che avevano fatto, lui teneva ancora alla sua amicizia.

Si alzò di scatto ed andò a recuperare la sua giacca, trovandola per terra ai piedi del letto. Stava per cercare il suo cellulare quando questo incominciò a suonare.

“Pronto?”

“Nick, sono Kevin.”

“Kev! Proprio la persona giusta! Stavo appunto per chiamare Brian, credi che sia una buona idea? Potrai trovarlo strano ma oggi ho riflettuto molto su quello che è successo e non posso rinunciare senza aver mai fatto un tentativo. Credi che mi risponderà?” Nick era un fiume in piena; Kevin era sempre stata la sua figura di riferimento, la guida a cui chiedere consiglio quando Brian non poteva aiutarlo. E prese come segno del destino il fatto che l’avesse chiamato proprio nel momento in cui lui stava decidendo se mettersi in contatto con Brian.

“Nick, ascoltami un attimo.” Lo interruppe bruscamente Kevin dall’altro lato del telefono. Nick ebbe un brutto presentimento notando il tono di voce del compagno.  “So che sei impegnato con la promozione del tuo album e riuscirti a liberarti sarebbe un grosso problema ma…”

“… ma cosa? Che cosa è successo?” chiese immediatamente, cercando di rimanere calmo mentre mille pensieri, uno peggio dell’altro, incominciavano a venirgli in mente.

“Si tratta di Brian. E’ in ospedale.” Per un lungo momento Nick pensò che il mondo si fosse fermato ed, insieme ad esso, anche il suo respiro. Non poteva essere vero. Nonostante tutto quello che aveva passato, Brian era la persona più salutista e più in forma che avesse mai conosciuto. Non poteva immaginarlo rinchiuso in un ospedale se non per un unico motivo…

“Bello scherzo, Kev.” Fu tutto quello che riuscì a dire quando finalmente riuscì a riprendere controllo della sua respirazione. “Su Kev, dimmi che è uno scherzo. Dimmi che è un modo per obbligarmi a parlare con Brian…” pregò fra sé e sé mentre aspettava la risposta di Kevin.

“Nick, credi che potrei scherzare su queste cose? Sulla salute di mio cugino, per giunta?”

“No, Kev, so benissimo che non potresti mai. Ma avrei preferito che fosse uno scherzo.”

“Anch’io. Ma purtroppo non lo é.” Il ragazzo fece un momento di silenzio prima di riprendere a parlare. “Nick, so che l’ultima volta sono volate brutte parole e non vi parlate da quel giorno ma… credo...” fece ancora un momento di silenzio, quasi a cercare le parole giuste. “Brian ha bisogno di te. Ha chiesto espressamente di te.”

“Non c’era nemmeno bisogno di dirlo. Cercherò di prendere il primo volo. Dimmi in che ospedale è ricoverato e tenterò di raggiungervi il prima possibile.” Rispose Nick, senza nemmeno lasciare il tempo a Kevin di aggiungere altre parole.

Riuscì a recuperare un foglio ed una penna su cui scrisse l’indirizzo che Kev gli dettò al telefono.

Non appena ebbe chiuso la telefonata, dovette sedersi per qualche minuto per recuperare dallo shock della telefonata.

Il destino aveva uno strano modo per cercare di rimettere insieme a pezzi.

Cercò di fare mente locale su che cosa doveva fare: doveva fare delle telefonate, annullare qualche intervista e partecipazione a dei programmi televisivi.

Nick sorrise pensando a quello che i suoi manager avrebbero detto quando avrebbero saputo che partiva all’improvviso. La sua casa discografica non sarebbe stata contenta ma che andassero gentilmente a quel paese. Nessun album o intervista era importante quanto la vita di un suo amico. Soprattutto di quella del suo migliore amico.

Fu così che la prima telefonata che fece non fu al suo manager o alla sua addetta stampa.

“Salve. Avrei bisogno di sapere quando parte il primo volo per il Kentucky, America.” 

 

 


**********

 

 

 

Ringrazio come sempre quelle pie anime che leggono in stile fantasmino questa mia pazzia. Se riesco (dovrei solamente ricontrollare e mettere a posto una scena), tra stasera e domani dovrei postare anche il terzo capitolo. 

Alright!

Cinzia

   
 
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