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Autore: Natalja_Aljona    09/01/2010    6 recensioni
-Odio I Beatles!-
Jane socchiuse gli occhi, ancorandosi più saldamente al tavolo della cucina.
-L'hai già detto-
-Lo ripeto-
-Smettila-
-No-
-Adesso basta! Sei il disonore della famiglia! Con il nome che hai...-
-Odio il mio nome!-
-E io odio te!-
-Fa pure!-
-George!-
Jane ha un solo sogno: incontrare il suo idolo, George Harrison. Suo fratello George, invece, odia i Beatles quasi per principio, da quando ha scoperto di chiamarsi come il chitarrista della Band, George Harrison.
Un curioso caso di ominimia che non farà che rafforzare l'odio, infondato, di George per i Beatles. E quando arriverà il giorno del concerto dei Beatles...
Riuscirà George ad ostacolare il concerto e a tener lontana Jane dall'affascinante chitarrista?
Oppure...la storia prenderà una piega inaspettata?
A voi scoprirlo!
Spero che vi piaccia e che mi lascerete una recensione...
Buona lettura!
Martina
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'With The Beatles'
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Capitolo 7) Got to get you into my life


-Ciao!-

-Ciao!-

-Bentornata tra noi!-

-Mh-

La ragazza riaprì gli occhi, ancora piuttosto confusa, ma non appena il mondo intorno a lei ricominciò a prendere forma e consistenza, fu quasi sul punto di chiuderli di nuovo.

Non poteva essere vero.

George Harrison, Paul McCartney, Ringo Starr e John Lennon, nell'ordine in cui avevano parlato.

No, decisamente, non poteva essere vero.

-Mbè? Che si fa?- domandò sarcastico John, sollevando un sopracciglio, con quel sorriso da perfetto strafottente che gli riusciva sempre benissimo.

-Non sarà svenuta di nuovo?- George, il meno esperto in svenimenti dei quattro.

Certo, ce n'erano state di fans a cui, trovandosi davanti i Beatles al completo, era mancato un battito, o che si erano dimenticate di respirare per l'emozione.

Certo, svenire dopo aver subito un-non certo indolore- impatto con la chitarra di George Harrison che ti è piombata in testa con la velocità della luce o giù di lì, era più che lecito.

Ugualmente certo era che, se avevi passato gran parte della tua vita in compagnia di altri tre psicopatici del tuo calibro con una chitarra in braccio, se facevi parte di un quartetto che, nel tempo libero e non, giravano per la città facendo, volontariamente o no, strage di cuori, non potevi essere particolarmente esperto in svenimenti e co.

Un po' meno certo, invece, era che, in quel fantomatico “tempo libero” di cui si era parlato, questo psicopatico quartetto aprisse un'associazione tale “Beatles-Musica&Svenimenti S.p.a”.

Certo all'ennesima potenza, tanto per cambiare, era che John ne aveva fin sopra i capelli di George o non George, chitarra o non chitarra, ragazza svenuta che sveniva di nuovo o semplicemente ragazza svenuta che non poteva credere ai suoi occhi, e per questo motivo faceva perdere altro tempo al, si sa, già impegnatissimo John Lennon, a cui, se non si fossero sbrigati a fare quel maledittisimo concerto, non avrebbe avuto più tempo per le cosidette “conquiste-dopo Backstage”.

Aggiungendoci pure il fatto che, con un chitarra mezza tramortita, una ragazza nello stesso, se non più critico, stato della chitarra, un pubblico che scalpitava e molte altre cose che al momento mi sfuggono, sarebbe stato ben difficile riprendere in mano la situazione, risalire su quel maledettissimo tetto e fare quel concerto...beh, siamo a cavallo!

Ricapitolando, ne Paul ne John, ne tantomeno Ringo, erano più esperti di George, in fatto di svenimenti.

La ragazza, del canto suo, convinta che il colpo in testa le avesse causato qualche confusione mentale, se ne stava lì, ferma, aspettando di rinsavire.

Se John, impaziente com' era, non l'avesse scossa ripetutamente per un braccio, forse sarebbe ancora lì.

-Hey, carina, non so se te ne sei accorta, ma noi staremmo aspettando te!-

La ragazza socchiuse gli occhi, appena appena, ma quanto bastava per rendersi conto che di fronte a lei c'erano i Beatles.

I Beatles al completo.

C'erano i Beatles, e stavano aspettando lei.

Neanche nei suoi sogni migliori...neanche nei più belli...Jane avrebbe mai immaginato che potesse accadere una cosa simile.

Non era mai svenuta, non che lei ricordasse...e quindi, quale occasione migliore di farlo davanti ai Beatles?

Eh già, i colpi in testa possono avere molti effetti collaterali.

In un altra situazione, forse, Jane non avrebbe mai desiderato così ardentemente che il tempo si fermasse, così, in quell'attimo perfetto...va beh, forse non poi così perfetto, ai piedi della Apple Records, ancora piuttosto rintronata, con la testa dolorante e la chitarra di George Harrison di fianco.

Avrebbe mai potuto immaginare tanta fortuna in una volta sola?

No, quasi sicuramente no.

Ma è proprio questo il bello dell'immaginazione.

Va oltre a tutti i limiti, oltre a tutte le distanze, infrange tutte le regole, senza neanche lasciarti il tempo di riprendere fiato...ma ti fa arrivare lì, al limite dei limiti, dove avresti sempre desiderato, sperato e mai potuto arrivare.

Davanti ai Beatles.

-Geo...rge?- proferì con un filo di voce la ragazza, con gli occhi che le brillavano.

La testa aveva smesso di pulsarle, il dolore aveva cessato di esistere, nel momeno esatto in cui aveva incrociato il suo sguardo.

Lo sguardo di George Harrison.

Il suo mito, il suo idolo...a due passi da lei.

Il suo sorriso, che finora aveva potuto ammirare solo in fotografia, la sua chitarra, che forse avrebbe preferito non ammirare così da vicino...

Ma era lui, George...davanti a lei.

-Sì?- rispose con voce squillante il chitarrista, felice che la malcapitata ragazza si fosse finalmente ripresa.

-Sei proprio tu...voi?-

-Noi, noi, mia cara, siamo noi!- rispose Paul con un sorriso a trentadue denti.

-Proprio voi?- domandò ancora la ragazza, che ancora non ci poteva credere.

-Beh, le Loro controfigure non siamo certo!- rispose John, sarcastico.

Jane sorrise.

John Lennon. Non c'erano dubbi.

Il suo sarcasmo era ormai famoso in tutta Liverpool, per non dire in tutta la Gran Bretagna.

Proprio in quel momento, però, perchè si sa, le disgrazie non vengono mai sole, anzi, in questo caso pare proprio che abbiano parecchia compagnia, uno strano, ma non certo sconosciuto ragazzino, fece il suo ingresso trionfale...

-Avete visto questo individuo?-

Tutti e quattro i Beatles si voltarono verso di lui, impassibili, tranne George, che impallidì istantaneamente alla vista di...eh, sì, proprio lui.

George Harrison Junior, il diabolico sabotatore, che per l'occasione aveva strappato dalla parete della stanza di Jane il poster di Rubber Soul.

-E tu chi saresti?- domandò John, squadrandolo dall'alto al basso, mentre George continuava a dare di gomito a Paul, che però sembrava più concentrato nella contemplazione della ragazza che su quello che voleva dirgli così urgentemente il suo amico.

-E'lui! E' lui! Il piccolo Satana!- balbettava freneticamente il povero George, che tutto si sarebbe aspettato, tranne che ritrovarsi davanti lui.

L'inventore del Pirimpirimpicoso.

Pirimpirimpichetto, per la precisione, ma non è importante.

Quando però si accorse che quello che il ragazzino indicava con quello sguardo vagamente assassino non proprio rassicurante era proprio lui...divenne ancora più pallido, se possibile.

-L-lui?- balbettò con filo di voce il Beatle.

-Odio ripetermi!- sbottò il ragazzino, guardandolo male.

George sentì un brivido percorrergli la schiena.

-E'...è andato di là!- rispose d'impulso il chitarrista, indicando un punto non definito alla sua sinistra.

-Di là? Sicuro?- domandò il ragazzo con aria scettica.

-S-sicurissimo-

-Bene. E'stato un piacere, Signor...-

-Harr...Harriet. Proprio così, Harriet-

-E' stato un piacere Signor...Harriet- concluse il ragazzino porgendogli la mano.

George la afferrò incerto, quasi temendo una scossa o cose simili e la strinse, cercando di attirare l'attenzione il meno possibile.

-Harriet? Ma cosa ti è saltato in mente, Geo?- rise Paul, distogliendo finalmente lo sguardo di Jane, che sembrava piuttosto imbarazzata dal fatto che Paul McCartney non le avesse tolto gli occhi di dosso per tutto il tempo.

-Ehm...è una lunga storia, Paul- si giustificò il chitarrista, ancora piuttosto confuso.

-Grazie al cielo!- mormorò tra se e se George.

-Sono riuscito a depistarl...-

-Hey, tu! Harriet!- gridò di nuovo il ragazzino, alle sue spalle.

A George per poco non venne un colpo.

-Chi credi di prendere in giro, George Harrison?-

George sbiancò, di nuovo.

Ormai stava diventando un'abitudine.

-O, se preferisci, Mr Harriet?-

-Ehm...posso spiegare...-

-Spiegare un corno, bello mio! Dove hai messo mia sorella?- lo assalì il ragazzino, rischiando di far ingoiare al povero George il poster di Rubber Soul, che teneva puntato su di lui, quasi fosse un'arma.

-Tua sorella?- intervenne Paul, alzando un sopracciglio.

-Jane Harrison. Proprio lei. Che...che le avete fatto?!?- gridò il ragazzo, quando lo sguardo gli cadde sulla sorella, che si era da poco alzata da terra.

-Niente, niente. E' svenuta e...-

-SVENUTA?!-

-Ehm...niente di preoccupante. Le è solo caduta in testa un chitarra...-

-UNA CHITARRA?!-

-Non è il caso di scaldarsi. Ti basta un assegno?- intervenne nuovamente Paul, che, malgrado George non avesse avuto il tempo di spiegarli quasi niente, aveva capito al volo la situazione...geniaccio d'un McCartney...

-L'assegno lo accetto più che volentieri!- rispose George Junior sgranando gli occhi.

Tutto si sarebbe aspettato, tranne che un assegno.

Devo ammettere che quei fantomatici “Beatles” mi hanno colto alla sprovvista...ma che non credano d'incantarmi, con i loro modi gentili e i loro...assegni.

Si ritrovò a pensare George.

-Jane, andiamo- ordinò con fare autoritario alla sorella.

-Che storia è questa?- gridò Paul, seccato.

-Porto a casa mia sorella...- spiegò in tutta tranquillità il ragazzino, sfoderando uno dei suoi sorrisi diabolici.

-Come sarebbe a dire “porti a casa tua sorella”? Non era compresa nel prezzo?-



Angolo autrice:

Risposte(brevi, perchè devo andare a mangiare xD) alle recensioni:

Marty-Youchy: Eh sì, poverina...ma come hai fatto a capire che era lei? Che intuizione geniale xD

Laban: Eh sì...proprio sulla sua testa...beh, ma lo sai come sono i “nostri” ragazzi, no? Ora che ci arrivano anche loro...

Sofia: Oh, tranquilla, la chitarra è ancora intera(sì, più o meno xD)...eh sì, Georgino è un cattivone...e si vedrà soprattutto nel prossimo capitolo!

TheTief_Di solito non uso il copia e incolla, però...a volte me lo dimentico proprio xD difatti mi è venuto in mente durante una lezione di epica, non so come mai...se il concerto si farà...beh, lo scoprirai nel prossimo capitolo!

Zazar: Wow, sei riuscita a scriverlo! (il pirimprin...sì, va beh, quella roba lì! xD)...come hai fatto? Aspetta, fammi indovinare...hai usato il copia e incolla? No, va beh, scherzi a parte sono contentissima che ti sia piaciuto...

Clafi: Eh mi sa proprio di no...io non ho mai provato, per carità! XD però non dev'essere molto bello ricevere un chitarra in testa...fortuna che era la chitarra e non la batteria di Ringo! XD Sono contenta che ti sia piaciuto...


Allora...che dire? Siamo giunti quasi alla fine...manca ormai solo l'epilogo e questa storia finirà...però...beh...non è detto che finisca...

Cosa sto dicendo?

Eh già, bella domanda...xD

E' da un po' di giorni, infatti, che ho immaginato il seguito di questa fanfic...in cui però accadranno molte più cose(e infatti sarà anche più lunga) che in questa...anche perchè ci saranno in serbo molte sorprese, sia per Jane, che per i Beatles e...perchè no? Anche per George...

Ci saranno alcune svolte e forse...beh, non vi posso svelare tutto adesso!

Solo se volete che la continui, naturalmente xD

Infatti stavolta sta a voi decidere...volete il seguito?

Io finora mi sono fatta i miei filmini mentali di quasi tutta la storia, come mio solito xD Ovviamente continuerei anche le altre, è sottinteso...

Però...a voi la parola!

A presto

Martina



  
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