Terzo anno.
La
ragazza dai lunghi capelli castani sedeva su quel letto avvolta dalle candide
lenzuola che odoravano di quella passione da poco consumatasi. Con quegl’occhi che brillavano d’azzurro
osserva ai movimenti del ragazzo che dormiva lì accanto. Era bello, bello da
morire, ogni minuto che passava irradiava quella luce di perfetta superiorità
che avrebbe fatto sentire piccolo perfino il più importante della scuola.
Daphne sorrideva appena. Ogni notte, dopo il sesso, restava a guardarlo
dormire, accarezzandogli i capelli castano scuro, esaminando ogni suo movimento.
Gli piaceva più di quanto potesse ammettere. Gli piaceva da sempre, fin dalla
sera dello Smistamento. Lui era Blaise Zabini, come poteva non piacerle? Lui
era la perfezione fatta persona. Andava ormai avanti così da qualche mese: ogni
sera Daphne si recava nella camera di Blaise e lì facevano scintille, nel vero
senso della parola. La mattina presto lei se ne tornava in camera sua e per il
resto della giornata si scambiavano soltanto qualche sguardo malizioso, o
qualche acida battutina. Erano fatti così, non stavano insieme, erano solo
sesso. Daphne non era la tipa da soffrire per una cosa del genere, anche lei in
fondo voleva solo quello, ma la differenza tra i due era che la ragazza di era
ripromessa di non donare il suo corpo a nessun altro. Blaise era stato il primo
e sarebbe stato l’unico, almeno per un po’ di tempo.
La
ragazza si alzò delicatamente, cercando di non fare rumore, così da non
svegliare l’altro. Indossò i vestiti gettati poco più in là, si sistemò i
capelli specchiandosi e lasciò un bacio sulle labbra del ragazzo. Poi, di
soppiatto uscì e corse fino alla sua camera. Aveva bisogno di dormire,
tremendamente bisogno.
Sbadigliando,
la mattina successiva,
- Insomma
Daph, chi sarà il tuo cavaliere per il ballo?
- Pansy
si farà accompagnare da Theodore e il nostro caro Blaise porterà Arsenia. –
La
forchetta le cadde di mano all’udire le parole dell’amico. Cosa diamine voleva
dire che Blaise avrebbe portato Arsenia al ballo? Arsenia era sua sorella e per
di più era soltanto al secondo anno. Tossì appena e si ricompose
immediatamente. Era la guerra che Blaise voleva? E guerra avrebbe avuto.
- Sai
Draco, avevo pensato di andarci con te.
- Dovrò
disdire un paio di appuntamenti ma direi che non potevi trovare soluzione
migliore. Ah, il sangue Greengrass.
Daphne
sorrise. Certo, portare Draco non era ciò che realmente voleva ma di sicuro
sarebbe stato meglio che non andarci. Zabini li guardava di sottecchi cercando
di nascondere un leggero fastidio che avvertiva. Non credeva assolutamente che
Daphne sarebbe andata al ballo con qualcun altro, ma spesso perfino lui
riusciva a sottovalutare la sua splendida amante.
Erano
ormai le 19:30 della stessa sera e la nostra principessa si guardava allo
specchio, sistemando gli ultimi dettagli, lisciandosi il vestito blu addosso, e
obbligando i capelli a restare perfetti in quella complicata acconciatura.
Ovviamente era splendida, come sempre d’altronde.
Puntualmente
Draco aprì la porta della camera, facendo il suo ingresso. Era perfetto in un
elegantissimo abito scuro, i capelli rigidamente sistemati all’indietro e
recava in mano una rosa, che porse alla Greengrass, inchinandosi.
- Ma cosa
siamo galanti Malfoy! Poi mi dovrai spiegare come hai fatto entrare in camera,
visto e considerato che le chiavi le ho solo io.
- Segreti
del mestiere Greengrass.
Insieme
uscirono dalla stanza. Il percorso che li separava dal luogo del ballo,
- Daphne,
finalmente sei arrivata.
- Già
Arsenia, finalmente sono arrivata.
I
discorsi per quella sera finirono lì con l’acidità delle sorelle Greengrass che
si detestavano con tutto il cuore. Blaise era riuscito ad avere ciò che voleva,
la conferma di un qualcosa che pensava già da tempo. E figurarsi cosa gliene
importava a lui di Arsenia, non faceva per lui. Era troppo esagerata e
sofisticata, troppo simile a sua madre. E Blaise odiava Elettra Greengrass con
tutto il cuore. Ma aveva iniziato una cosa ed ormai doveva portarla a termine.
Iniziarono
le danze, ma nessuna delle coppie Serpeverde volle ballare. Non faceva per
loro. Soltanto
- Che ne
pensi di andarcene da qui?
Chiese
lui con tono annoiato. Effettivamente la festa era un vero mortorio, un
balletto per quegli idioti Grifondoro che non erano neanche in grado di
rendersi conto cosa volesse veramente dire partecipare ad una festa. I due si
allontanarono ridendo mentre Zabini, poco lontano li osservava andare via,
conscio del fatto che Draco voleva soltanto una cosa da Daphne, ciò che aveva
voluto anche lui dall’inizio della scuola.
Scosse la testa, concentrandosi su Arsenia che lo guardava con sguardo
interrogativo. Aveva capito tutto anche lei, ma come poteva ammette di essere
inferiore a sua sorella? No, non poteva.