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Autore: gapples    12/01/2010    2 recensioni
Questa è la storia della saga di Twiligt dal punto di vista di Leah. Dall'arrivo di Bella a Forks agli ultimi avvenimenti di Breaking Dawn, tutto raccontato da Leah. Le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue esperienze.
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve! Mi sa proprio che per lo scorso capitolo ho parlato toppo presto... La voglia di scrivere è arrivata e dopo qualche giorno è sparita di nuovo... Inutile dire ancora una volta che mi dispiace tantissimo per il ritardo... Comunque ora il capitolo è pronto, e anche se, come al solito non mi piace, e che per come l'ho reso sono convinta che mi causerà dei problemi con i prrossimi capitoli, non mi andava affatto di lasciarvi così per chissà quanto tempo ancora! Eh si, dopo questo non so quando riuscirò ad aggiornare, perchè ormai non ho neanche una parola scritta per il prossimo capitolo, e per di più con l'anno nuovo si avvicina anche il periodo degli esami, quindi credo proprio che potrò pubblicare solo alla fine di gennaio (e sono ottimista). Che altro posso dire? Spero che almeno a voi il capitolo piaccia, anche se è moolto triste, quindi ne dubito! E vorrei assicurare che la riappacificazione delle due cugine non ha reso Leah una specie di agnellino, anzi, temo che il vero caratteraccio di Leah si farà notare più avanti!  

Vorrei precisare che, non avendo ua chiara descrizione di come avviene la trasformazione dei lupi, mi è stato davvero difficile scrivere di quella dei due fratelli Clearwater, e so ce non corrisponde molto con quella degli altri, ma ho pensato di giustificare la cosa in un certo modo: come la Meyer ha scritto per la trasformazione di Jacob, anche io per gli altri membri del branco ho scritto che stavano male, e che per giorni non sono stati in grado di vedere nessuno, ma secondo le licenze che mi permetto di fare (solo per mandare avati la storia), questo 'allontanamento' è dovuto più al loro autocontrollo che ad una vera convalescenza. Cioè, i ragazzi, una volta ricevuti i segni della trasformazione, diventano piuttosto irrequieti, e perdono l'autocontrollo, quindi qualunque cosa è in grado di scatenare un'eventuale trasformazione, per questo motivo tendono a stare lontano per giorni, per non rischiare di ferire chi gli sta intorno. Dubito che possa andare come spiegazione, ma non sono riuscita ad inventarmi altro...

Infine, prima di lasciarvi al capitolo, vorrei perdermi nei soliti ringraziamenti, per valeego, Hermione 93 e sarapastu per le recensioni che mi lasciano sempre e che mi fanno sempre piacere (grazie davvero!), e per coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti e/o tra le seguite. 

E ora, buona lettura!

Capitolo 15

Le cose con Emily migliorarono parecchio.
Non avrei mai pensato che il rapporto tra noi sarebbe tornato quello di un tempo, ma eravamo cresciute insieme, era impensabile stare lontane per sempre.
Non avrei mai perdonato né a lei né a Sam ciò che mi avevano fatto, ma guardare il suo volto trasfigurato mi faceva pensare che dopotutto meritasse un po’ di felicità, e se con Sam era felice, io non potevo ostacolarla. Un altro paio di maniche era Sam. Con lui non sarei mai riuscita ad essere tanto risoluta. Mi aveva illusa. Per anni mi aveva giurato che non avrebbe mai pensato a nessun altra eccetto me, che era impossibile per lui pensare di stare con un’altra ragazza. Mi aveva anche detto di amarmi, e invece alla prima occasione aveva cambiato idea, veloce come un lampo. Non potevo perdonarlo. E neanche mi sforzavo di capire il suo punto di vista. Era un vile traditore.
Una volta ne parlai con Seth, e quel bambino troppo maturo mi disse che era davvero un comportamento anomalo. Secondo Seth, non potevo avere delle idee così diverse di Sam e Emily. Se pensavo che Emily dovesse essere felice, non potevo non sperare che lo fosse anche lui. E viceversa, invece, se pensavo a Sam come un traditore, dovevo includere anche mia cugina, perché in fondo erano stati in due a tradirmi. Certo il suo ragionamento non faceva una piega, e forse anche io un tempo avrei fatto lo stesso ragionamento, ma pensandoci bene, ero arrivata alla conclusione che purtroppo odiavo tanto profondamente Sam perché non riuscivo a smettere di amarlo. Riuscivo a perdonare Emily perché sapevo che i suoi sentimenti nei miei confronti erano sinceri e corrisposti, ma non riuscivo neanche a pensare a Sam perché mi aveva fatta sentire davvero amata, e non riuscivo a sopportare di averlo perso. Lo odiavo perché lo amavo, ancora.

Nonostante la riappacificazione con Emily, la mia situazione non migliorò poi molto, di sicuro non mi piaceva frequentare casa sua, che sembrava proprio il ritrovo abituale di Sam e dei suoi amici, che avevano una nuova fresca recluta, Quil Ateara, e anche a casa ormai cominciavo a sentirmi in gabbia. Papà continuava a star male sempre più di frequente, e non riuscivo a restarmene inerme seduta al tavolo ad aspettare che passasse senza poter far niente. Era straziante.
Poi un giorno successero le cose più orribili della mia vita, e sono sicura che pur essendo ancora molto giovane non ci sarà nessun altro giorno che potrò definire il più brutto della mia vita, se non quello.
Quel pomeriggio iniziai ad odiare profondamente quelli che mi spiegarono essere vampiri.
Quel pomeriggio iniziai ad odiare profondamente, con ogni fibra del mio corpo me stessa, per essere stata la causa principale della morte della persona che avevo più amato al mondo.
Quel pomeriggio la mia intera esistenza cambiò del tutto, e quella che fin a quel momento era stata Leah Clearwater morì, insieme a mio padre.
So che è strano, so bene cosa è accaduto sulle scale di casa mia,a mio fratello e a me, è una cosa che mi porterò dentro per sempre, ma non riesco a ricordare tutti i particolari. Nella mia mente le immagini di quel giorno scorrono sfuocate e sovrapposte, e l’unico particolare chiaro e lampante è lo sguardo stupito e disperato di mio padre mentre esalava il suo ultimo respiro, il mio nome.
Ricordo ben poco, se non che un attimo prima mi trovavo sulle scale con mio fratello, che litigavamo per uno stupidissimo progetto scolastico, e un attimo dopo eravamo due bestie feroci pronte ad attaccarci.
Quella fu la prima volta che mi trasformai, sotto gli occhi increduli di mio padre, e le grida spaventate di mia madre.
Ci fu molta confusione in casa quella sera, non ricordo come feci a tornare normale, so semplicemente che avevo una voglia matta di rivedere mio padre, di sapere come stava e quali fossero le sue condizioni, ma tutti i miei sforzi erano inutili, perché a quanto pareva, per il vecchio Quil e per Bill Black era più importante spiegare la situazione a me e Seth, piuttosto che lasciarci andare e rimandare le spiegazioni ad un altro momento. Così mentre loro si perdevano in inutili spiegazioni su leggende che in realtà erano vere, mostri succhiasangue e protettori mutaforma, la mia mente vagava nella stanza al piano di sopra, dove il medico stava visitando mio padre.
Non riuscivo a capire niente, non mi rendevo conto di ciò che stesse accadendo, né di quello che i due anziani stavano cercando di dirmi. Ma tutto mi fu chiaro quando sentii un unico forte grido di mia madre che scoppiò in un pianto disperato. “Mamma!” ormai era chiaro che né io né Seth eravamo in grado di ascoltare anche una sola parola di quello che stavano tentando di dirci i vecchi amici di papà, quasi in sincrono ci alzammo in piedi e ci fiondammo al piano di sopra, dalla mamma.
È sempre stata forte mia mamma, l’ho sempre vista come una persona dura, decisa. Pur non avendo un rapporto con lei forte come quello con mio padre, l’ammiravo tanto. Per me era un esempio, anche se non glielo avevo mai detto. Lei era quella che non si abbatteva mai, mai una volta l’ho vista piangere, nemmeno quando la nonna venne a mancare. Ma la scena che mi si parò davanti quando mi precipitai per le scale fu straziante.
Lei, la mia mamma, sempre forte, sempre decisa, combattiva, pronta ad affrontare qualunque cosa, ora sedeva lì,accanto al corpo freddo di mio padre,  disperata, con i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani. Piangeva. Quella è stata l’unica volta in cui l’ho vista piangere. Mai più una lacrima, davanti a qualcuno, neanche il giorno del funerale.
In quel momento Seth si precipitò tra le sue braccia, era semplice per lui,lo  è sempre stato, ma per me non lo era. Così continuavo a stare in piedi, accanto a loro, mentre sentivo delle calde lacrime scendere anche sulle mie guance.
Dopo qualche attimo mia madre alzò lo sguardo e ci fissammo negli occhi, e non ci fu nessun bisogno di parole. Le andai incontro e l’abbracciai anche io, come il mio fratellino, e restammo qualche minuto così. Solo noi. Non c’era nessun altro, perché nessuno poteva condividere il nostro dolore.
Dopo poco iniziai a sentire un forte calore al centro del petto, e non ci misi molto a capire quello che stava per accadere. Sentivo la rabbia crescere in me, sentivo quel fuoco aumentare dentro, e iniziai a tremare forte. Non so cosa mi guidò fuori, ma corsi veloce giù per le scale fino in giardino, e presi a correre velocemente verso il bosco che finiva sulla spiaggia di La Push. E un attimo prima di trovarmi tra gli alberi provai una specie di esplosione e tornai ad essere quel mostro.
Avevo assunto nuovamente l’aspetto da lupo, si, ricordavo di aver sentito Billy dire che eravamo lupi. Iniziai a correre, ero veloce, non sapevo che quello sarebbe diventato il mio punto forte. Correvo, sempre più veloce, e più correvo e più sfogavo quella sensazione di impotenza che mi aveva preso in precedenza.
Andavo avanti, non sapevo neanche dove, vedevo gli alberi tutt’intorno a me e mi sentivo libera.
Corsi ancora per un bel po’, e quando mi fermai, stanchissima, mi resi conto di esser tornata proprio sotto casa mia. Per fortuna la finestra della mia stanza era aperta, e ebbi modo di saltare dentro e riprendere le mie sembianze, senza farmi vedere da nessuno. Mi vestii e poi tornai da mia madre. Evitai di entrare nella stanza in cui c’era mio padre, non sarei riuscita a vederlo di nuovo così.
Appena mi vide mi disse di scendere in salotto. Feci come mi disse, ma decisi di passare prima in cucina, sicura di trovarvi Seth. Infatti mio fratello era lì, che beveva un tè, e di spalle c’era una ragazza che riconobbi subito, Emily.
“Finalmente sei tornata! Mi hai fatto preoccupare molto, stavo quasi per venirti a cercare.” Povero il mio fratellino.. “Scusa, tutto ok?” “Meglio” “E tu Leah, come stai?” mi chiese Emily, porgendo anche a me una tazza di tè fumante. Ho sempre odiato il tè.
“Come vuoi che stia?”
“Scusa, so che è la domanda peggiore da fare in questi momenti..”
“Lascia perdere”
“Lee, ti stanno aspettando di là” annuii a mio fratello e mi precipita verso l’altra stanza, senza immaginare chi potesse aspettarmi, mentre Billy e Charlie Swan si davano da fare per il funerale.

  
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