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Autore: mamogirl    13/01/2010    3 recensioni
Anche la più forte e duratura delle amicizie può andare incontro a difficoltà, specialmente quando, spinti dalla rabbia, ci si rinfaccia frase e parole di cui ci si pente poi amaramente. E' difficile chiedere scusa ma si é pronti ad affrontare tutto quando il destino decide di metterti di fronte alla più dura delle prove?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't wanna lose you now
I know we can win this
Don't wanna lose you now
Forever again
 

 

                                                                          ********** 

 

 


 
L'ospedale principale di Lexington era un'enorme edificio bianco, circondato da un gradevole parco.
Appena sceso dal taxi, Nick rimase fermo ad osservare l'edificio cercando di recuperare la forza necessaria per entrare. Fino a quel momento, aveva tenuto dentro di sé la piccola speranza che fosse solo un terribile incubo e che, non appena si fosse svegliato, si sarebbe trovato ancora nella sua camera d'albergo con il suo manager ad urlargli dietro il programma del giorno dopo.
Ma quando notò la figura di A.J. seduta sul muretto, lo sguardo perso nel vuoto mentre si fumava una sigaretta.
"Speravo di non vedere nessuno." esclamò avvicinandosi all'amico.
"Ti stiamo così antipatici?" rispose lui, comprendendo però il significato implicito di quella esclamazione. A.J. saltò giù dal muretto ed andò ad abbracciare l'amico. 
"Sono felice che tu sia riuscito a venire." gli sussurrò ancora tra le braccia. 
"Non potevo non venire."
"Ti hanno minacciato di bruciare i tuoi cd in una pira nel bel mezzo di una piazza?"
"Più o meno." rispose il biondino accennando ad un sorriso. Aspettò che l'amico terminasse di fumare la sua sigaretta, quasi come se volesse ritardare il momento di entrata.
"Dovrei smetterla di fumare. Ma, dannazione, quando poi succedono queste cose a chi non fuma, non si é mai drogato, non si ubriaca... beh, i buoni propositi vanno a farsi benedire!"
"Bone..."
"NO! Ci ha già provato Kev ma non voglio calmarmi, okay? Se c'é qualcuno che meriterebbe di stare al suo posto, beh, quello dovrei essere io con tutte le cavolate che ho combinato nella mia vita!"
"Nessuno di noi meriterebbe di ritrovarsi in un letto d'ospedale."
Entrambi rimasero in silenzio, non sapendo che cosa dire per spiegare quella situazione.
Sempre in silenzio si avviarono verso l'entrata dell'ospedale.
"L'hanno sistemato nell'area privata di terapia intensiva. I media non ne sono ancora a conoscenza, come avrai notato, ma non credo che questa pace durerà ancora a lungo."
"Fammi indovinare...é stato Kev ad organizzare tutto?"
"Ovvio. Non si é mai staccato dal letto e le poche volte che lo ha fatto é stato per dettare ordini o per chiamarti." A.J. fece segno a Nick di attraversare l'ingresso fino ad arrivare agli ascensori. "Ero con lui quando... quando si é sentito male." Incominciò a raccontargli mentre camminavano nel corridoio. "Stavamo aspettando Mr. Train, volevano portarmi a visitare la Lexington Vip. Io e lui abbiamo tardato qualche minuto, troppo impegnati a chiacchierare così, quando ci siamo accorti dell'orario, Rok ha proposto di fare una piccola sfida a chi arrivava prima alla fine della sua via."
"Ha vinto lui, ovviamente." commentò Nick, sorridendo mentre immaginava i due amici che si sfidavano. Brian, per quanto potesse sembrare un angelo, era una delle persone più competitive che conosceva ed ogni scusa era buona per mettersi alla prova.
"No. E' lì che ho incominciato a preoccuparmi, oltre al fatto che indossasse una giacca quando ci sono quaranta gradi all'ombra." Il ding annunciò loro che l'ascensore era giunto a destinazione: aspettarono che le porte si aprirono, ringraziando il cielo che non ci fosse nessuno, per poi entrare nella cabina.

"Beh ma lo sai che indossa sempre cinque o sei magliette una sopra l'altra!"
"Lo so ma... qualche settimana fa si é preso l'influenza... lo conosci come é fatto, non ne ha fatto parola con qualcuno fino a quando Leighanne l'ha obbligato a rimanere a letto per qualche giorno." Dopo qualche istante, l'ascensore annunciò loro di essere arrivati e, dopo essere usciti, A.J. fece strada verso il lungo corridoio. "Comunque, quando mi sono accorto che non era davanti a me, mi sono voltato in tempo per vederlo crollare per terra." Era impossibile non rivivere le immagini del giorno prima, bastava chiudere gli occhi per rivedere l'amico per terra, sempre più pallido, mentre nelle orecchie risentiva i suoi lamenti cercando di recuperare aria. "Nick... da una parte sono quasi felice per te che non eri presente. E' stato orribile, credo che gli incubi mi tortureranno per i prossimi mesi!"
"Nessuno mi ha ancora detto che cosa ha..." rispose il ragazzo. "Kev mi ha solo detto che dovevo venire. O meglio, che lui richiedeva la mia presenza."

A.J. cercò di sopprimere una risata. "Sembra che stiamo parlando di un re!"

"Conoscendolo e supponendo che possa essere qui a sentirti, commenterebbe che é la verità, che lui é effettivamente il re di idiozialandia e noi siamo i suoi sudditi!" I due ragazzi si scambiarono una veloce risata prima di ritornare seri. 
"Ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda di prima, sì. E' stata l'unica cosa che ha detto prima di... perdere conoscenza."
Nick si fermò di colpo. "Sul serio?"
A.J. annuì. "Sai la cosa più sorprendente? Quando ieri mattina sono arrivato da lui, stava leggendo una tua intervista."
"Io... pensavo che a lui non interessasse..." incominciò a dire Nick.
"Lo conosci, sai che l'orgoglio a volte ci impedisce di mostrare i nostri sentimenti ma se avessi visto la sua espressione mentre parlava di te..."
"Stavo per chiamarlo."
"Mh?"
"Quando ieri sera Kev mi ha chiamato, io stavo per alzare la cornetta per riallacciare i rapporti." 
"Vedrai che avrete il tempo per discutere e chiedervi scusa a vicenda."
"Come fai ad esserne sicuro?"
"Perché é Brian. Perché non se ne andrebbe mai senza prima averti fatto una delle sue prediche ed averti detto:"Hai visto che avevo ragione?"."
"Già... Quindi é stata la mia intervista a farlo finire in ospedale?"
"No. Anche se potrebbe aver dato il colpo finale." ironizzò A.J.

"Era l'intervista a Playboy, vero?" rispose con ironizzò Nick. "Non é il suo cuore, vero?" aggiunse poi, ritornando serio.
"Non lo possono ancora escludere. E' da quando l'hanno ricoverato che gli fanno esami su esami ma per ora brancolano nel buio."
Nick cercò di ingoiare il groppo che aveva in gola prima di fargli la domanda che da ore gli ronzava in mente. "E'... é grave?"
A.J. non rispose immediatamente mentre cercava di trovare le parole giuste per non spaventarlo troppo. "La verità? Non é in fin di vita ma l'infezione si é estesa ad entrambi i polmoni."
Nick cercò di reprimere l'urlo che gli stava salendo in gola. Era più grave di quanto avesse immaginato. 
"Non ha ancora ripreso conoscenza ed, ovviamente, più a lungo vi rimane e più le possibilità diminuiscono."
Una volta superata la porta principale, i due ragazzi incominciarono a camminare lungo il corridoio. Dopo qualche minuto, AJ. si fermò davanti all'ultima porta; "Siamo arrivati." annunciò, voltandosi per osservarlo e per chiedergli silenziosamente se era pronto. Nick annuì con un cenno del capo.
Nella stanza, l'unico rumore che rompeva il silenzio assoluto era il costante bip delle macchine a cui Brian era attaccato; troppe, secondo i suoi gusti. Sembrava di riessere sulla scena del loro video, "Show me the meaning of being lonely" solo che questa volta il pallore quasi cadaverico del suo amico non era dovuto alla bravura del truccatore.
Sbatté le palpebre alcune volte cercando di ricacciare indietro le lacrime mentre sentiva qualcuno stringerlo in un confortante abbraccio.
"Le apparenze ingannano, Nicky." la voce era quella di Kevin e quindi dedusse che era lui quello che lo stava abbracciando. Si staccò dall'amico e vide dietro di lui la figura di Howie. 
Erano tutti lì, a sostenere il loro amico. 
"Hey, Nick. Sarei venuto a vederti settimana prossima ma deduco che il concerto sia annullato." gli disse il latino mentre A.J. e Kevin ritornavano nelle loro postazioni: il primo appoggiato alla finestra a lato del letto mentre il secondo sulla sedia posta di fianco, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani allacciate sotto il mento.
"Leighanne?" chiese, notando la sua assenza.
"Leigh e Kristin l'hanno accompagnata a casa per farla riposare. Non vogliamo certo che finisca anche lei in ospedale, date le sue condizioni."
"Mh?" chiese Nick, alzando il sopracciglio.
"E' incinta." rispose Kevin. Nick digerì la notizia sopprimendo la delusione: il suo migliore amico stava per diventare padre e non glielo aveva nemmeno detto. Quanto male si erano fatti quel giorno? Sarebbero riusciti a riparare quel danno?
Si avvicinò al letto, dall'altra parte rispetto a Kevin e si sedette. 
"Hey, Bri, é ora di svegliarsi. Stai facendo preoccupare tutti." esordì, prendendo la mano dell'amico nella sua, cercando di ignorare quanto fosse fredda.
"Nick, non é così semplice." lo riprese A.J., anche se tutti, nella stanza, per un solo momento, avevano trattenuto il fiato nella speranza che le parole di Nick potessero sul serio risvegliare il loro amico.
"Lo so, Bone. Ma...speravo che fosse come nei film, quando l'amico di lunga data arriva al capezzale del protagonista e questi si sveglia solo sentendo la sua voce."  si giustificò il ragazzo. "Hai visto che sono venuto? Pensavi di liberarti facilmente del ragazzino che un tempo portava i capelli in stile scodella ma, mi spiace, non succederà!" Nella stanza si levò una lieve risata. 
"Fr... Frick... so che puoi sentirci. Siamo qui, al tuo fianco." Nick si interruppe un secondo, sperando così di riprendere la fermezza della voce ma sapeva che stava combattendo una partita persa in partenza. L'uomo immobile in quel letto era stato la sua figura di riferimento per anni, colui che gli aveva insegnato tutto quello che un adolescente doveva sapere; era stato il suo fratello maggiore, a volte si era comportato come un padre ma, al di sopra di tutto, era stato il suo confidente ed il suo migliore amico. Liberò le lacrime che tanto a lungo aveva cercato di reprimere, nascondendo il viso tra le braccia mentre i suoi singhiozzi si alternavano con il suono stabile dei battiti del cuore di Brian, sentendosi come quel ragazzino che, quasi dieci anni prima, aveva dovuto abbandonare la sua famiglia. Anche se era ben cosciente del fatto che, in quel frangente, sarebbe potuto tornare da loro in qualsiasi momento mentre ora, se ora perdeva Brian, non sarebbe potuto più ritornare indietro.
Nella stanza nessuno osava rompere quel silenzio: A.J. s'era calato il suo immancabile cappello per non far vedere gli occhi gonfi; Howie s'era avvicinato all'amico e gli aveva appoggiato una mano sulla spalla, in segno di conforto mentre Kevin sembrava essere sul punto di perdere totalmente il controllo. Era ormai la terza volta che si ritrovava a dover fare i conti con il suo cuginetto in ospedale ed ormai avrebbe dovuto essere abituato all'ambiente della terapia intensiva. Ma era sempre uno shock rivederlo in quello stato, lui che era sempre un turbinio di energie. Si morse il labbro nel tentativo di reprimere un singhiozzo mentre ripensava all'ultima volta che lo aveva visto in ospedale: non aveva potuto stare al suo fianco anzi, forse era meglio dire che non aveva voluto ma nemmeno quella era la totale verità. A quel tempo erano giovani e molto più ingenui rispetto ad adesso e quello era il periodo di maggior successo: erano all'apice, circondati da gente che li elogiava e la fama, si sa, può dare alla testa. E poi c'era il lato umano: erano spaventati a morte da quello che Brian avrebbe dovuto passare, l'incertezza su quando sarebbe potuto tornare disponibile per ritornare sul palco o, nel peggiore dei casi, se l'operazione non avesse avuto esito positivo.

Ricordava, come se fosse ieri, il giorno dell'operazione: loro si trovavano dall'altra parte dello stato, impegnati nei World Music Award e nonostante avesse cercato di farsi esentare, il loro management l'aveva obbligato a fare presenza ma la sua mente era a mille chilometri di distanza, il cellulare sempre alla mano nel caso succedesse qualcosa ed, appena terminato il tutto, era volato all'aeroporto per tornare a casa.

Ed ora stava succedendo tutto di nuovo.
"Non ti chiederò scusa, Bri. Quello lo farò quando anche tu potrai rispondermi, mi hai capito?" Nick riuscì a riprendere a parlare, la voce ancora rotta dalle lacrime. "Non pensare nemmeno a lasciarmi solo con questi tre, nessuno di loro ha il tuo senso dell'umorismo e la capacità di far ridere le persone con una semplice espressione facciale! So che abbiamo avuto i nostri momenti no ma... abbiamo ancora tanto da fare insieme e ci sono alcune cose che mi devi ancora insegnare, come ad esempio tenermi fuori dai guai! Stai anche per diventare padre, Bri, il sogno della tua vita dopo avermi conosciuto." Nick si fermò un secondo, aspettandosi quasi di vedere Brian sorridere.
"Sei un combattente, sei il più forte che abbia mai conosciuto. Anche più di tuo cugino, che fa tanto il gradasso ma poi é un tenerone!" la battuta riuscì a far sorridere tutti, soprattutto il soggetto a cui era indirizzata. "Non devi fare tutto da solo, questa volta. Ci siamo qui noi ad aiutarti a sconfiggere questa stronza e, per una volta, non ti farebbe male appoggiarti a qualcuno. Pensi di riuscirci?"
Dopo qualche istante, all'improvviso e quasi impercettibilmente, Nick sentì Brian stringergli debolmente la mano, quasi come a fargli capire che aveva ascoltato tutto il suo discorso e che quella stretta voleva essere la sua risposta, la conferma che non si sarebbe lasciato sconfiggere.
Nick sorrise mentre gli passò una mano tra i capelli, spostandogli alcuni ciuffi che gli erano finiti davanti agli occhi e notando per la prima volta la differenza tra la freddezza della sua mano ed il calore della sua fronte.
"Okay. Lo sapevo che non ti saresti arreso facilmente, Frick." aggiunse mentre cercava la posizione migliore e più comoda per poter passare la notte.

                                              

 

*********


 

"Mtv.News. Aggiornamento sulla misteriosa cancellazione di tutti gli impegni promozionali dell'ex membro dei Backstreet Boys Nick Carter. Il cantante si trovava in Europa per un mini tour a sostegno del suo nuovo album solista, "Now or Never", quando all'improvviso l'ufficio stampa ha comunicato che tutti gli impegni programmati  per le prossime settimane sono stati cancellati per motivi personali a data da destinarsi  

Le prime ipotesi giravano intorno alle indiscrezioni riguardo alle abitudine non molto sane dell'artista ma oggi giungono nuove informazioni: Nick Carter sarebbe partito all'improvviso, in nottata, destinazione Lexington, capitale dello stato della Georgia e paese natale dell'altro membro del gruppo Brian Thomas Littrell.

Fonti anonime ma vicino al cantante americano hanno fatto sapere che l'improvvisa visita sia dovuta al presunto ricovero di Littrell ma né la casa discografica né gli altri membri del gruppo hanno confermato questa notizia.

Ricordiamo che già in precedenza, Littrell aveva avuto problemi di salute e le fans si augurano che non sia niente di grave.

Per ulteriori informazioni, rimane collegati con Mtv news o visitate il sito mtv . com." 

 

"Hey, Bri. Siamo finiti nel telegiornale di mezzogiorno! E nell'ingresso si é già formato una bella folla di fan e giornalisti che vogliono sapere qualcosa. Come sempre riesci ad essere al centro dell'attenzione." esclamò Nick, cambiando canale utilizzando il telecomando. Erano passati due giorni da quando era arrivato a Lexington e da allora non c'erano ancora stati segni di miglioramento, nonostante i dottori fossero più che soddisfatti di come il suo corpo stava reagendo alle cure.

Il ragazzo si alzò dalla poltrona che ormai era diventato il suo secondo letto ed incominciò a stiracchiarsi, sgranchiendosi nel frattempo le gambe camminando fino alla finestra ed augurandosi che Kevin ed A.J. arrivassero il prima possibile con il suo caffè.

"Ni... Nicky?" la voce rauca lo bloccò all'istante e per un lunghissimo istante pensò che la sua mente stanca e la voglia di vedere sveglio Brian, gli stessero giocando un bello scherzetto.

Si voltò lentamente, conscio del fatto che si sarebbe trovato di fronte alla stessa visione, ma questa volta si ritrovò a fissare direttamente gli occhi azzurri di Brian.

Fu al suo fianco in meno di un istante. "Bri!"

"Hey... devo essere proprio messo male... se sei venuto a trovarmi."

"Hai fatto prendere uno spavento mica da ridere un po' a tutti. Come ti senti?"

"Come se mi avesse investito un furgone." rispose Brian mentre cercava di alzarsi e mettersi seduto.

"Sei sempre il solito, non riesci a stare fermo nemmeno un secondo." commentò il biondino, aiutando l'amico a mettersi comodo. Poi avvicinò la poltrona e vi si sedette, non staccando la mano dalla sua. "Certo che bastava un semplice messaggio o una telefonata se avevi tanto il desiderio di parlarmi."

"Lo so... ma preferisco fare le cose in grande." rispose Brian sorridendo debolmente. "Ci sono anche gli altri?" chiese poi, guardandosi in giro.

"Howie é passato stamattina ma er..dormivi ancora mentre tuo cugino e A.J. sono giù in caffetteria a mangiare qualcosa."

"Quando... quando sei arrivato?"

"L'altra notte." Brian sembrò essere soddisfatto con la risposta e chiuse per qualche istante gli occhi. Nella stanza cadde il silenzio, nessuno dei due voleva incominciare il discorso lasciato in sospeso.

"So della grande notizia." Nick cambiò l'argomento della conversazione. Brian all'inizio non capì a che cosa si stesse riferendo l'amico, la sua mente era ancora annebbiata dalle medicine e dal lungo periodo di incoscienza. "Tra qualche mese avremo un piccolo Brian che sgambetterà sul palco." aggiunse Nick, causando la comparsa di un enorme sorriso sul volto dell'amico.

"Eh già... avrei voluto chiamarti..." incominciò a rispondergli ma dovette interrompersi a causa di un attacco di tosse. Nick aspettò che si riprendesse, avvicinandogli poi un bicchiere d'acqua. "Va meglio, ora?" gli chiese poi.

"Credo di non essere... ancora al 100%..." rispose mentre sorseggiava lentamente l'acqua.

"Ti sei appena svegliato, cosa speravi? Di fare qualche salto mortale con triplo avvitamento all'indietro?"

"No...solo due avvitamenti finali!"

"Grazie al cielo che non hai lasciato dormiente il tuo senso dell'umorismo!"

"Non sarei stato... lo stesso Brian altrimenti..." rispose.

"Hey... so che non é il momento migliore ma, Bri, volevo dirti che..." stava iniziando a dire Nick ma Brian lo fermò immediatamente.

"Non importa. Davvero." gli disse. "Abbiamo sbagliato entrambi, non c'é bisogno di rivangare il passato."

"Lo so ma..."

"Niente ma. Io...voglio solo che tu sappia che... sono orgoglioso di come sei maturato… e dell’uomo che sei diventato. Anche se ora non avrai più bisogno di correre... nella mia camera quando non sai come risolvere qualcosa... per me sarai sempre il ragazzino biondo che a sedici anni era già più alto di me di parecchi centimetri. Sarai sempre il mio fratellino." la voce di Brian era ormai quasi un sussurro mentre si vedeva che stava cercando di tenere gli occhi aperti. Per Nick fu quasi un sollievo perché così non poteva notare i suoi occhi lucidi.

"Uffi... ed io che mi ero preparato tutto un discorso ricco di pathos!"

"Mi avresti fatto addormentare a metà..." rispose Brian soffocando uno sbadiglio. "Ti spiace se chiudo un attimo gli occhi, Frack?" aggiunse poi mentre si lascia scivolare lungo il materasso.

"Fai pure, fedele Frick. Sarò sempre qua quando ti sveglierai." gli sussurrò Nick mentre gli scompigliava i capelli. Brian mormorò qualcosa di incomprensibile ma che somigliava ad un “ti voglio bene.” prima di sprofondare in un profondo sonno.

Nick si rilassò sulla sedia, liberandosi finalmente dal peso della preoccupazione e della paura di quei giorni.

Ancora una volta Brian l'aveva sorpreso, insegnandogli come le parole e tutti i discorsi filosofici non fossero necessarie per curare le ferite. Molto spesso, bastava anche un solo gesto per cancellare le parole urlate con rabbia e far riaffiorare il sorriso.

Era impensabile ritornare indietro, il tipo di rapporto che avevano avuto in passato non poteva tornare ma ne era uscita uno nuovo, più forte e più indistruttibile di prima.

Perché loro non erano semplicemente amici o membri dello stesso gruppo.

Erano una famiglia.

 

Time cannot tear us apart

We're stronger than yesterday

And though we've travelled so far

you're still close to me


 

 

 

 

**********

 

 

 


*__* Non ci credo! Ce l'ho fatta!!!! Quando due settimane fa ho incominciato questa storia, una semplice idea avuta di notte, non immaginavo di arrivare a metterla tutta per iscritto. Ma eccolo qua, l'ultimo capitolo e tante idee in testa per altre storie.

Ora, anche se con poche recensioni, la mia autostima di scrittrice un po' é aumentata vedendo che sono riuscita, comunque, a superare quel blocco che io stessa mi ero creata. Non sono ancora la mia migliore fan ma sono sulla buona strada.

Ringrazio comunque i fantasmini che hanno letto This Is Us e la mia fedele compagna di scleri e mia beta reader preferita, Kia! E ringrazio ovviamente quei quattro pazzi (no, cinque... kev sarà sempre un BSB!) che in questi ultimi mesi sono stati la mia vera ancora di salvezza, specialmente quella voce d'angelo di Brian che con la sua idizia mi ha salvato da tanti giorni di depressione!!!!! Thank you guys!

P.s.: se dopo aver letto la storia, mi balza alla mente che Nick sia il mio preferito, beh, avete sbagliato! ^__^ Io ero, sono e sarò per sempre una fedele B-Rok!!!!

Alright!

Cinzia

   
 
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