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Autore: FrogWriter    15/01/2010    6 recensioni
Leah Cleawater è veloce, il lupo più veloce del branco, imbattibile; e fa di questa sua abilità il trampolino per il suo riscatto, per la sua risalita, dopo tanto tempo passato nel dolore e nella sofferenza. Ma se un giorno giungesse a Leah una notizia capace di farla sprofondare di nuovo nel dolore, cosa potrebbe succedere? Sarà capace di rialzarsi ancora una volta o resterà bloccata in questa condizione?
Una storia di dolori, lacrime, sorrisi, risate, colpi di scena, cadute, risalite e, ovviamente, tanto tanto amore!
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Quileute
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Leah Clearwater correva nel bosco, tra gli alberi, tra i rami spezzati, correva veloce, elegante, smaniosa di vittoria. Correva convinta di essere la vincitrice, almeno per una volta. Leah Clearwater correva inseguita da un manipolo di lupi che, per quanto si sforzassero, non riuscivano a starle dietro. Ci provavano, aumentavano il passo, allungavano le falcate, ogni tanto qualcuno cercava pure di barare, prendendo qualche scorciatoia. Nessuno, però, aveva speranze contro di lei, contro la sua corsa, contro il suo passo orgoglioso e coraggioso. Leah Clearwater era il licantropo più veloce del branco e di questo ne andava fiera. Quando aveva capito di essere superiore in qualcosa a tutti quegli uomini lupo più grossi e più forti di lei era cominciata la sua rivalsa, la sua risalita. Ora che sapeva, anzi aveva la certezza, di poter umiliare, seppure per pochi minuti, tutti quei ragazzi che la trovavano spesso intollerabile, aveva ritrovato la forza per andare avanti.

Leah Clearwater aveva odiato essere un licantropo; lo odiava ancora, certo, per svariati motivi tra cui quello, non proprio irrilevante, che le avrebbe negato per sempre la gioia della maternità. Sapeva però bene che essere un licantropo le aveva offerto uno strumento potentissimo di rivincita. Da quando erano cessati gli attacchi di vampiri e l’unica presenza succhiasangue era rappresentata dai tanto “buoni e gentili e vegetariani” Cullen, come graziosamente li definiva suo fratello ( e questa definizione a Leah, sebbene avesse capito la reale natura totalmente non pericolosa dell’allegra famiglia vampiresca, dava sempre il voltastomaco), i licantropi non avevano più il problema di difendere gli umani. Passavano quindi il loro tempo a trasformarsi quasi per gioco, per fare stupide sfide da maschi, come le definiva lei.

Leah, invece, aveva deciso che non si sarebbe più trasformata. Aveva già perso troppo tempo a piangersi addosso e a tralasciare la sua femminilità per aver voglia di perdere ancora il suo tempo, inutilmente, tra tutti quei ragazzi che le sembravano avere così poco cervello e ancor meno rispetto verso di lei. Per un po’ di tempo era riuscita a non trasformarsi e la sua vita aveva cominciato a riprendere una piega normale. Anziché andare in giro a scorazzare nei boschi sotto forma di lupo, aveva ripreso a studiare seriamente, a uscire, a comprare qualche vestito più sistemato, dal momento che ora non correva più il rischio di ridurli a brandelli in uno dei suoi soliti momenti di rabbia incontrollata; aveva fatto ricrescere i capelli, che le erano arrivati fin sotto la spalla e che portava sempre rigorosamente sciolti, liberi di fare ciò che volevano, proprio come lei. Aveva provato una nuova, strana sensazione di quiete ma, soprattutto, di privacy, senza tutte quelle voci che le popolavano la testa o, ancora peggio, che frugavano nella sua. Si era sentita libera, per la prima volta dopo tanto tempo.

Era successo, però, che un giorno, mentre passeggiava sulla spiaggia totalmente deserta, con i soliti lunghi capelli che svolazzavano intorno al suo viso, avesse incontrato casualmente suo fratello Seth con Embry, le uniche due presenze umane oltre lei in quel pezzo di terra. Embry, vedendola, si era messo a fissarla incessantemente, provocando un arrossamento delle guance di Seth, che sapeva fin troppo bene quali pensieri non proprio casti stessero passando per la testa dell’amico e gli avrebbe volentieri staccato la testa a morsi. Leah aveva osservato la scena sorridendo, compiaciuta; per una volta si era sentita una ragazza, e non l’acida, scontrosa e cinica donna lupo. Aveva continuato a camminare ridente fino a che la situazione non era precipitata. Erano bastate poche parole accompagnate da una sonora risata per cancellare lo sforzo di interi anni.

“Wow Leah… ti sei finalmente decisa a diventare una ragazza?” aveva sputato Embry tra fragorose risate. Leah avrebbe dovuto sentirsi in qualche modo sollevata da quello che suonava come un complimento, strano di certo, ma pur sempre un complimento. Qualcuno, finalmente, si era accorto che Leah Clearwater era una ragazza. Eppure era proprio quello il problema. Lei era una ragazza, ma lo era da sempre, non lo era di certo diventata negli ultimi tempi. Quelle parole avevano fatto scattare Leah che, rossa per la rabbia, si era istintivamente trasformata nel lupo dal pelo grigio, più lungo e folto e decisamente ingombrante rispetto all’ultima trasformazione. Leah aveva cominciato a ringhiare contro Embry, che si era trasformato subito dopo di lei, e avevano cominciato a inseguirsi, sotto il controllo di Seth che, diventato lupo a sua volta, cercava di stargli dietro per evitare che si facessero del male. Ed era stata in quell’occasione che Leah si era accorta di quanto potesse realmente mettere in difficoltà gli altri lupi del branco. In pochi secondi era infatti riuscita a raggiungere e bloccare Embry, stendendolo sotto le sue zampe. E lì aveva sentito i suoi pensieri, pieni di umiliazione; si sentiva estremamente umiliato dal fatto che Leah lo avesse agguantato in maniera così facile. Lei aveva sempre saputo di essere la più veloce del branco ma stavolta i pensieri di Embry avevano avuto un effetto maggiore. Perché nella sua mente leggeva l’imbarazzo provato davanti a quella sconfitta inflittagli da quella che fino a pochi attimi prima era una bellissima ragazza che passeggiava sulla spiaggia.

Da quel momento Leah aveva ripreso a trasformarsi, per il gusto di battere tutti i licantropi del branco  che sembravano divertirsi a sfidarla, convinti di batterla, e che tornavano a casa con la coda tra le gambe, umiliati. Leah ora si sentiva forte, fiera del suo essere, della sua doppia natura. Era una ragazza come tutte le altre ma, a dispetto delle altre, aveva un’arma speciale per mettere a tacere i ragazzi quando osavano prenderla in giro.

Il sorriso era tornato sul suo volto, dopo tanto tempo. Un sorriso ancora orgoglioso e cinico, certo, ma più sincero, veritiero, rilassato. Nonostante non dimenticasse le sofferenze di un passato ancora troppo vicino, troppo vivo, aveva trovato un ottimo mezzo per assopire quel dolore.

Camminava a testa alta, ora, Leah, anche se preferiva sempre correre.

Anche quel giorno stava correndo, inseguita da Jacob, l’unico capace di tenerle testa per più metri. La sfida più difficile ma anche più interessante per Leah. Inutile dire che, anche quella volta, era arrivata per prima al traguardo fissato da Seth. Un brivido di eccitazione e di allegria smisurata percorreva il corpo di Leah, che fissava Jacob, arrivato qualche secondo dopo di lei, stremato, con la lingua penzolante dalla bocca. Davanti a quella vista il fiero lupo dal manto grigio era scoppiato a ridere, riempiendo la foresta dell’eco di un ululato colmo di allegria.

Qualcosa, però, stava succedendo. Mentre ancora Leah stava esultando dentro di sé, ripercorrendo le scene della sua ultima ripresa nel tentativo di ridicolizzare ulteriormente Jacob, un bisbiglio rumoroso aveva cominciato a farsi strada nella sua testa. Non lo ascoltava, ancora euforica per la vittoria appena ottenuta, l’ennesima. Non voleva distrazioni nell’assaporare quel momento. Solo quando aveva visto Jacob e Seth irrigidirsi e cominciare a guardarla aveva smesso di vantarsi e si era messa in ascolto di quelle voci così fastidiose nella sua testa. E nell’istante stesso in cui aveva fatto ciò, si era maledetta per averlo fatto.

La terra sembrò scomparire sotto le zampe di lei, che crollò a terra, mentre Jacob e Seth le si erano avvicinati  preoccupati. Il peso di quella notizia era troppo grande per lei, soprattutto in quel momento in cui tutto sembrava essere tornato al posto giusto. In quel momento in cui stava ricominciando ad assaporare la felicità.

 

Non poteva credere a ciò che la sua testa pian piano le stava urlando.

Non poteva credere a quell’immagine che si faceva strada sempre più incessantemente nella sua mente.

Non poteva credere che Sam avesse davvero accarezzato la bozza di pancione di Emily che, di lì a qualche mese, sarebbe diventato un bambino.

 

***

Buonasera!! Eccomi con una nuova storia, stavolta incentrata totalmente sui Quileute (è la prima volta che scrivo su di loro, eccezion fatta per Jacob, perciò potrei non essere molto pratica), in particolare, come avrete capito, su quel gran bel personaggio ultra bistrattato che è Leah (mi chiedo: che avrà fatto di male la povera Leah alla zia Steph per avere questa fine tristissima??T_T). Adoro il personaggio di Leah e trovo penosa la fine che fa nel libro, senza un briciolo di riscatto.Così eccomi qui a riparare il "danno" della Meyer (sperando di non ricevere sassate da parte vostra!!)! Non tutto filerà sempre liscio, ma Leah avrà le sue belle soddisfazioni, ve lo posso assicurare!!

Allora, me lo lasciate un commentino? Se non altro per sapere se la storia è troppo penosa o vale la pena continuarla. Allora, che dite, mi fate felice?

Kià

Ps: ho modificato il font perchè alcune non riuscivano a leggerlo... spero che così vada bene!


   
 
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