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Autore: FrogWriter    18/01/2010    3 recensioni
Leah Cleawater è veloce, il lupo più veloce del branco, imbattibile; e fa di questa sua abilità il trampolino per il suo riscatto, per la sua risalita, dopo tanto tempo passato nel dolore e nella sofferenza. Ma se un giorno giungesse a Leah una notizia capace di farla sprofondare di nuovo nel dolore, cosa potrebbe succedere? Sarà capace di rialzarsi ancora una volta o resterà bloccata in questa condizione?
Una storia di dolori, lacrime, sorrisi, risate, colpi di scena, cadute, risalite e, ovviamente, tanto tanto amore!
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater, Quileute
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quattro anni prima

 

“Leah, ti vuoi muovere? Faremo tardi così!” urlò Seth dalla porta di casa, aspettando, con ormai poca pazienza, che la sorella si sbrigasse a uscire dal bagno.
“Sai quanto me ne importa” sbuffò Leah acida, aprendo la porta del bagno e mettendosi a sedere sul logoro divano della sala da pranzo, davanti la tv. “E sai quanto potrebbe importare loro!” continuò, accendendo la televisione e cominciando a girare distrattamente tra i canali.
Seth sapeva bene che sua sorella non aveva alcuna intenzione di guardare la tv e che ciò che stava cercando di ottenere era che lui la lasciasse in pace e andasse a quel benedetto matrimonio, lasciandola lì a rigirarsi nel suo dolore. Quello con cui però Leah non aveva fatto i conti era il fatto che suo fratello era più determinato di lei in quel momento e, sebbene stesse facendo uno sforzo enorme per trattenere la calma ed evitare di ridurre a brandelli il vestito da cerimonia, non avrebbe gettato la spugna finché sua sorella non fosse uscita da quella porta assieme a lui.
Seth inspirò ed espirò profondamente, accumulando tutta la pazienza (poca, a dire il vero, ma cercava di farsela bastare) che gli rimaneva e riprese a parlare.
“Leah, per favore, sii ragionevole. Come puoi pensare che a loro non importi di un tuo ritardo o di una tua assenza, dal momento che sei la testimone della sposa?”. Seth aveva cercato di dosare le parole per evitare reazioni esagerate della sorella, che nel frattempo aveva cominciato a stringere tra le mani il povero telecomando che, se fosse stato umano, sarebbe rimasto soffocato da quella stretta.
“Io credo che, se davvero importasse loro qualcosa di me… beh, oggi non ci sarebbe nessun matrimonio”. Leah disse quelle parole con un sorriso beffardo sul volto rivolto al fratello; ma ogni muscolo della sua faccia, lo si capiva bene, era teso nello sforzo di non piangere. Anche se piangere era l’unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Per questo desiderava ardentemente restare da sola, al caldo della casa, libera da occhi e orecchie indiscrete, libera di riversare tutto il suo dolore in un pianto liberatorio. Sapeva che quello non era il giorno migliore per farlo, eppure proprio quel giorno quel desiderio era più forte. Sbuffò rumorosamente, sotto lo sguardo vigile di Seth, che era intento a soppesare ogni possibile risposta. In quegli attimi di silenzio Leah tornò col pensiero a quel giorno in cui tutto era cominciato.

 

Leah e Seth, finita la gravidanza di Bella e passato il pericolo con i Volturi, erano tornati da poco nel branco di Sam, su espressa richiesta di Jacob che, invece, avendo avuto l’imprinting con Reneesme, aveva deciso di restare a casa Cullen, per poter starle vicino. I fratelli Clearwater erano così tornati a La Push con immensa gioia di Sue che, troppo contenta di riaverli nuovamente tra i piedi, si era risparmiata ogni proposito di ramanzina che si era ripromessa di fare a quei due scapestrati. Nel frattempo tra il branco di Sam e i due “reietti” le acque si erano calmate e i due erano tornati agli ordini di Sam, seppur con qualche sofferenza. Leah soprattutto, consapevole del fatto che ormai i pericoli maggiori rappresentati dai vampiri erano passati, trovava assolutamente inutile, oltreché ingombrante, la sua presenza nel branco. Così, dopo qualche mese di servizio sempre più riottoso, aveva chiesto espressamente a Sam il permesso di lasciare il branco, dal momento che preferiva cercare di condurre una vita da ragazza normale, per quanto le potesse essere possibile; lui, fortunatamente, comprendendo forse più di tutti gli altri lo stato d’animo della sua ormai ex fidanzata, aveva acconsentito.
La vita di Leah aveva così cominciato a riprendere quella via femminile che da troppo tempo sentiva di aver perso. Si sentiva incredibilmente libera: libera dagli ordini di Sam, libera dalla fedeltà al branco, libera da tutti quei pensieri in cui leggeva compassione. In fondo Leah sapeva che il sentimento che più di tutti suscitava nelle altre persone era proprio la compassione, per via di ciò che era successo con Sam. Tuttavia finché questa si manifestava in sguardi e gesti, poteva anche tollerarlo. Il sentirsi sbattere, però, nella testa, tutti quei pensieri era qualcosa che il suo orgoglio ferito non poteva sopportare. Dal momento in cui aveva deciso di non trasformarsi più, invece, le era sembrato pure che la compassione provata nei suoi confronti da parte di chi la conosceva fosse diminuita improvvisamente. Così Leah era riuscita a riprendere, seppur tra grandi sforzi (in fondo, era pur sempre obbligata a vedere quella coppia che le provocava sempre fitte al cuore), il controllo della propria vita, della propria serenità.

Tre anni dopo, tuttavia, qualcosa era riuscito a scalfire il suo equilibrio. Ricordava ancora quella mattina fredda di dicembre: il tempo, come sempre,  era pessimo e cozzava con il suo buon umore. Non sapeva neanche lei il perché, ma quella mattina era davvero allegra. Appena sveglia aveva fatto una bella doccia rilassante, aveva lavato i capelli e li aveva asciugati per bene. Dopo era andata a fare un giro per La Push con Rachel che, tornata per qualche tempo a casa, era riuscita a trovare un momento libero da dedicare all’amica, come ai vecchi tempi. Arrivate in spiaggia avevano incontrato alcuni dei ragazzi del branco: Seth, Quil, Embry e Paul. In quella compagnia qualcosa stonava e Leah aveva capito subito cosa: mancava Jacob. Da quando aveva avuto l’imprinting le sue visite a La Push erano più uniche che rare.

Le due ragazze avevano salutato calorosamente i ragazzi; ma, fin da subito, avevano capito che qualcosa non andava. Alla vista di Leah avevano infatti cominciato ad agitarsi ed erano improvvisamente diventati di poche parole, come se volessero nascondere qualcosa. Tuttavia le due non erano riuscite a cavare niente dalla bocca dei quattro, che erano rimasti sul vago per tutto il tempo.
Solo qualche ora dopo la verità era venuta a galla, tramite Rachel che, facendo leva sulla capacità di persuasione che riusciva ad avere su Paul, era riuscita a farsi dire cosa stessero nascondendo. E, sebbene Rachel avesse cercato di dare poco peso alla cosa per non ferire l’amica, quelle parole avevano fatto ormai breccia nel cervello di Leah, che era improvvisamente uscito dal  binario della gioia riconquistata per andare a schiantarsi contro un muro, l’ennesimo, di sofferenza.

“Lee, forse è meglio che non te lo dico io”
“Tanto lo verrò a sapere prima o poi e sono sicura che sarà sempre meglio saperlo da un’amica, no?”

“Ok, te lo dico, solo perché ti voglio bene ma, per favore, promettimi che conterrai la tua reazione. Hai fatto così tanto sforzi per liberarti della tua natura di licantropo, non vorrai che….”

“Taglia corto, Rachel”
“Sam ed Emily hanno fissato la data del matrimonio. È… è ufficiale. Mi dispiace tanto Lee”

La reazione di Leah aveva lasciato di stucco l’amica, convinta che la ragazza avrebbe istantaneamente ripreso le sembianze di lupo, dopo tre anni. Quello che Rachel non sapeva, però, era che la sofferenza in quel momento aveva superato la rabbia. Il dolore cieco che provava impediva a Leah ogni tipo di reazione; si era semplicemente accasciata a terra, con gli occhi vitrei spalancati, incapace persino di versare lacrime.

 

Leah si ridestò improvvisamente da quei pensieri e una lacrima le scese, solitaria, sul viso; la asciugò prima che Seth potesse accorgersene. In quel momento un moto di odio profondo le attraversò il corpo. Era la prima volta che odiava quella coppia, la cui unione sarebbe stata ufficializzata di lì a qualche ora. Un’unione che lei stessa avrebbe dovuto testimoniare. Oh, sì, perché come se non fosse bastata la beffa dell’imprinting e il successivo matrimonio, c’era un ultimo, sbeffeggiante particolare: Leah sarebbe stata la testimone di Emily. Testimone di una storia che non avrebbe mai voluto vedere neanche nascere. Proprio buffa come sensazione. Meglio, ridicola. Anzi, ancora peggio: devastante.
“Leah, per favore, avresti dovuto pensarci prima. Se non ti andava di essere la testimone potevi benissimo dirglielo, ma prima, non il giorno del matrimonio!”.
Seth in fondo aveva ragione. Non ci sarebbe stato niente di male a rifiutare una simile richiesta, no? Nella sua situazione sarebbe stato più che logico. Ma a Leah la logica non interessava particolarmente. Su tutto prevaleva il suo dannato, amato orgoglio. Se avesse detto di no alla richiesta di Emily di farle da testimone, cosa avrebbe pensato la gente? Che, poverina, ancora soffriva per l’amore non più corrisposto di Sam e per questo non aveva il coraggio di prendersi un tale onere. Ma Leah Clearwater era testarda e dannatamente orgogliosa; prendersi una tale responsabilità significava mostrare alla gente che lei era più forte, che aveva superato tutto al punto di essere testimone di quell’unione. La gente non doveva provare compassione per lei, anzi doveva ammirarla per il suo coraggio, per la sua forza.
Eppure in quel momento di quel coraggio e quella forza ben poco rimaneva. E le parole di Seth suonavano più ragionevoli di quanto lei avesse mai pensato.
Il ragazzo la guardava, pensieroso e speranzoso; ma lei restava ancorata a quel divano, senza più alcuna convinzione se non quella di voler cambiare tutto.
Il silenzio sempre più pesante tra i due fu improvvisamente rotto da un rumore assordante. La porta della casa era stata improvvisamente spalancata e nel salotto aveva fatto il suo ingresso un Jacob Black tirato a lucido, con i capelli corti stranamente pettinati e uno smoking nero che sembrava creargli non poco fastidio.
“Jake, che ci fai qui?” chiese Seth rilassandosi; probabilmente pensava che l’amico avrebbe potuto essergli d’aiuto in quella situazione.
“Già, Black, che ci fai qui? Pensavo che ormai ti fossi scordato di noi comuni mortali di La Push” disse irritata Leah, guardandolo in quella strana veste. Sebbene fosse abituata a vederlo in una tenuta decisamente più informale, doveva ammettere che Jacob Black in versione cerimonia non era poi così tanto male. A quei pensieri una smorfia di disappunto si dipinse automaticamente sul suo viso.

“Sempre molto gentile, Leah. Almeno quando io vengo a La Push non mi comporto in maniera acida”. La frecciatina di Jacob non fece altro che acuire il nervosismo di Leah. Il volto di Seth dimostrava la consapevolezza che in quel momento la situazione non stava affatto migliorando come aveva sperato.

“Sue mi ha detto che ancora non eravate arrivati e mi ha pregato di venirvi a chiamare. Fra un po’ arriverà Emily e, sai, serve la testimone per celebrare il matrimonio”. Lo sguardo di Leah a quelle parole divenne ancora più tetro. Seth cominciò seriamente a pensare che da un momento all’altro il lupo grigio avrebbe fatto ritorno, mentre Jacob muoveva quasi ritmicamente la testa da un Clearwater all’altro, palesemente in cerca di spiegazioni.
“Non vuole venire” sussurrò improvvisamente Seth, mentre un’occhiata torva della sorella lo gelava. Seth fece spallucce, nel tentativo di giustificarsi.

“Tu… cosa?” chiese Jacob fissando Leah.
“Non sono affari tuoi, Jacob” borbottò lei, continuando a fissare il fratello di traverso.

“Non saranno affari miei, ma là fuori ci sono un bel po’ di persone che aspettano te. Ed Emily…”.
Leah cominciò a ridere nervosamente sentendo quel nome. Jacob la fissò per qualche istante, poi capì cosa doveva fare.

“Seth, vai a dire a tua madre che stiamo arrivando” sibilò Jacob al ragazzo, senza però distogliere lo sguardo da Leah.
“Jake, io non credo…” cominciò a balbettare Seth, ma Jacob lo interruppe istintivamente.
“Seth, ti ho detto di andare. Stai tranquillo, tra cinque minuti, massimo dieci, saremo lì. Prima dell’arrivo di Emily” disse Jacob, sottolineando le ultime parole. Leah strinse le labbra, mentre il fratello, rivolgendole un’ultima occhiata, usciva dalla casa.

Nessuno seppe cosa si erano detti Jacob e Leah dal momento in cui Seth era uscito. Tuttavia, qualunque cosa fosse, Seth fu grato all’amico. Esattamente dieci minuti dopo averli lasciati soli, Jacob e Leah giunsero nel luogo fissato per il matrimonio. Appena in tempo perché Leah prendesse il suo posto di testimone, qualche minuto prima dell’ingresso di Emily.
E sebbene, durante la cerimonia, ogni sguardo di Sam rivolto  all’ormai moglie la ferisse in modo incondizionato, la cerimonia proseguì tranquillamente e, nel momento in cui i due furono proclamati marito e moglie, Leah Clearwater guardò furtivamente Jacob Black e rivolse un sorriso, per quanto stentato, alla coppia.

 

***

Buonsalve (no, non chiedetemi cosa sia, so solo che mi suona beneXD) a tutti, a voi che, spero, siete tornati a leggere le nuove avventure di Leah, e a voi che vi siete sintonizzati solo adesso (beh, uno ci spera sempre in nuovi fans, no?:D)! Eccovi un nuovo capitolo. Come avrete intuito è un flashback; a dire il vero ancora non so se si rivelerà fondamentale ai fini della storia, però l'idea che mi è venuta in mente su questo capitolo mi piaceva e ho pensato che si potesse inserire bene nella trama della storia quantomeno per approfondire un po' il personaggio di Leah. Non so se sarà l'unico flashback della storia o se ne inserirò altri... l'idea generale della fic c'è, ma lo svolgimento nel complesso devo ancora chiarirlo! Detto questo, passiamo ai ringraziamenti:

Grazie grazie grazie a chi ha recensito:

Dreamerchan: mi è dispiaciuto per il problema del font, l'ho modificato comunque (ti ho anche mandato un'email per avvertirti) e spero che riuscirai e avrai ancora voglia di leggere la storia ^^

Gaea: oooh, mi sento lusingata! Sono riuscita ad attirare l'attenzione di qualcuno che non è più tanto attratto da questo fandom! Che posso dire? Sono contentissima!! E mi fa piacere essere riuscita a caratterizzare Leah (concordo esattamente con te... viva il girl power!!!XD). Ti ringrazio per i complimenti e spero di non deluderti con la continuazione della storia!!:)

Kirej: sono contenta di trovare persona che come me amano Leah... perciò spero di non deluderti con il resto della storia!!:)

Lea_91: Grazie milleee!! Anche per la recensione che hai lasciato a un'altra delle mie storie e per avermi messa tra gli autori preferiti!! Grazie grazie grazie.. non so che altro dire, si vede?:)

Marpy: *__* sono davvero emozionata e ancora una volta lusingata!! Adoro la forza e il coraggio di Leah e penso proprio sia totalmente l'opposto di Bella, purtroppo però spesso ho letto di persone che non la sopportano. Credo che sia facile odiarla, perchè ha questo atteggiamento così orgoglioso che nasconde una dolcezza che si è imposta di no far uscire più per non soffrire oltre; e, a mio modesto parere, è ciò che rende questo personaggio così interessante! Spero di non deluderti nella caratterizzazione della mia Leah nella continuazione della storia!!^^

Infine, grazie a chi l'ha inserita tra le preferite (Marpy, valeego e bambo898) e tra le seguite (Lea_91, Frammento e Pirilla88). Spero che i vostri giudizi continuino a essere positivi^_^

A presto (spero!!)

Vostra Kià!

   
 
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