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Autore: Ulissae    16/01/2010    5 recensioni
Fanfiction partecipante all'iniziativa "Oh, Mr Cullen, are you still here?" indetta da Fanfiction Contest
Quando due fratelli non si possono definire proprio santi.
E quando i due fratelli -oh, colpevoli quanto Giuda!- andarono a fargli visita furono costretti a scappare via. Tanta era la furia con cui agitava una stampella di titanio, cercando di colpirli e tanti erano i libri che lanciò dietro loro.
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un vampiro simile a Gatto Silvestro

59. Spingilo oltre la linea del confine

Lo scopo della storia è rappresentare al meglio -uno ci tenta, poi...- la frase sopra citata, che fa parte di una raccolta più grande. Lo scopo è di usare la frase come traccia e creare qualcosa di semidemenziale, se non totalmente demenizale. Buona lettura.




Emmett sorrise a trentadue denti, mentre percorreva la strada provinciale diretto verso La Push.
Jasper ghignò soddisfatto, voltandosi verso il sedile posteriore; guardò Edward fissare sconsolato il paesaggio che gli passava davanti.
«Ripetetemi perché sono qui» chiese, la voce stanca e strascicata.
«Perché hai perso una scommessa» ridacchiò il più grosso, scoppiando in una risata cavernosa.
«Una scommessa che consisteva nel resistere, senza suonare, un'intera notte» cinguettò allegro il biondo, quasi gongolando sul posto.
«Ma voi avete giocato sporco!» sbottò l'altro, ringhiando e sporgendosi in avanti. « Avete fatto... bhé quello che non andrebbe fatto... insomma» borbottò, la voce sempre più fievole, imbarazzato.
«Abbiamo fatto sesso» concluse per lui Emmett, tranquillo, mentre parcheggiava la macchina sullo spiazzo e scendeva, iniziando ad avvicinarsi alla foresta.
«Avete urlato!» sibilò Edward, assottigliando lo sguardo e seguendo i due fratelli, che passeggiavano allegramente per il bosco. Cosa poteva farci lui se quei suoi animali lo avevano portato a suonare, per essere coperti?
«Abbiamo...» iniziò Jasper, poi sorrise beato e non concluse.
« JASPER! Dacci un taglio!» esclamò Edward, chiudendo gli occhi indisposto e cercando di scacciare i pensieri sconci dei due.
Questi si fermarono e fecero in modo che lui si posizionasse in mezzo; gli sorrisero angelicamente insieme -Edward si chiese se Satana avesso lo  stesso sorriso o se fosse meno inquietante- e gli posarono due mani sulle rispettive spalle, fraterni.
«Ora, vediamo cosa succede» cinguettò il gigante, dando piccole pacche sulla schiena.
«Sono vicini» sussurrò svelto Jazz, riprendendo a dargli altre pacchette amichevoli -oh, certo, tanto quanto i morsi di un leone-.
«Cosa diamine... hey! Io non ci entro! Infrangerò il patto! E a Carl? A Carl chi glielo dice?» provò a divincolarsi Edward, cercando di scappare dalla presa d'acciaio del fratello maggiore.
«Capirà» trillò Jasp, assomigliando terribilmente alla moglie.
«Uno … » sussurrò Emmett.
«Due … » ridacchiò Jasper.
«TRE!»
In un balzo, senza che il suo super potere lo potesse impedire, si ritrovò sbalzato oltre una linea immaginaria, ma ben marcata.
Lì, si voltò, gli occhi neri e fuori dalle orbite, già pronto a scattare per riconquistare terreno e, soprattutto, sicurezza di sopravvivere.
Un ululato, così vicino da sembrare sopra di lui, squarciò l'aria.
 Bhé, effettivamente era sopra di lui, quell'enorme lupo rossiccio. E sembrava pure abbastanza allegro, non per dire ghignante.
Poco più avanti, i due vampiri, contemplarono la scena estasiati, scommettendo a vicenda quando avrebbe potuto resistere il loro caro fratellino perfettino.

Il giorno dopo scoprirono che un vampiro poteva fare tante cose di cui non ne erano a conoscenza.
Poteva provare dolore. Infatti, Edward, non riuscì a sedersi, tanto meno a suonare, per più di un mese, tante le volte in cui lo avevano morso.
Potevano perfino avere una gamba fasciata e ingessata. Edward si era ritrovato incatenato in camera sua, in un letto di emergenza, con una gamba all'aria.
«Oh, assomiglia a quel grazioso gatto a macchie nere» squittì Alice allegra, mentre passava davanti alla stanza con Rosalie.
«Silvestro, Alice, Silvestro» spiegava lei, saccente.
Sentendole, Edward, iniziava a fumare come una ciminiera, imprecando e maledicendo.
E quando i due fratelli -oh, colpevoli quanto Giuda!- andarono a fargli visita furono costretti a scappare via. Tanta era la furia con cui agitava una stampella di titanio, cercando di colpirli e tanti erano i libri che lanciò dietro loro.

«Ho vinto» esultò una volta al sicuro Emmett, rintanato dentro lo sgabbuzzino. Sì, la paura di essere raggiunti da un vampiro semi movente, con isterismi paragonabili ad una donna in meno pausa, era piuttosto presente.
«Tsè, sei stato fortunato»
«Te l'avevo detto che sarebbe uscito di testa» ridacchiò, prendendo i cento dollari e infilandoli in tasca.
Ci fu silenzio, si guardarono un attimo e poi sorrisero, complici.
«Che facciamo domani?»
«Quello che facciamo tutti i giorni, Em: cercare di far impazzire Edward!»




Angolo Autrice:
oggi mi sento depressa, molto e tanto, perciò la storia non mi soddisfa. Proabilmente non fa né ridere né altro, magari è solo squallida. Ma, se così fosse, fate finta di niente e consideratela solo l'ennesimo tentativo di una persona di tirarsi su il morale.

La noia ti affligge? I compiti non lasciano spazio all'immaginazione?
Vuoi qualcuno da stuzzicare, da amare, da odiare tutto insieme?
Vuoi torturare psicologicamente Edward Cullen, il Gary Stu di Twilight?
Oh, ma cara!, ecco la risposta! Unisciti anche tu al Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 },
nell'iniziativa «Oh, Mr Cullen, are you still here?», e facci vedere quanto sei sadica nel tormentare i nervi del bel vampiro.

Nota inutile: ♥ partecipate ♥

   
 
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