Non
sopporto la vista di una donna
che piange. Mi ricorda mia madre, che piangeva ogni volta che mi
guardava …
Parlo della mia seconda madre. La mia procreatrice non l’ho
mai conosciuta …
-Ho
sentito dire che la principessa ama uno sporco demone
-Cosa?
Un demone?!
-Si
incontrano nel cuore della notte nei sotterranei!
-E
perché non lo fanno alla luce del sole?
-Vedi
… pare che lui abbia già una moglie e un figlio.
Demoni anche loro.
-O
cielo! La sventura si abbatterà su questa casa!!!
-Zitta!
Sta arrivando la principessa!!
Le
serve tacquero immediatamente. Una ragazza stava arrivando avvolta in
un kimono
prezioso blu e bianco.
-Gradirei
una tazza di thè tra un’ora. Nella mia stanza-
disse alle donne.
-Sì,
come desiderate, principessa Kotori.
Continuò
a camminare poi si fermò e si voltò. –I
pettegolezzi vanno lasciati fuori dalle
mura del mio palazzo. Chiaro?
-Sì
…
-Bene.
‘Perché?
Perché non posso vivere il mio amore
serenamente?’. Entrò nella sua stanza e si
guardò attorno. Tutto come sempre al suo posto. Le dava la
nausea quella
perfezione. Da quando aveva conosciuto lui.
Stava
passeggiando nel cortile e
alzando lo sguardo lo vide, nascosto tra i rami di una albero. Con un
balzo era
sceso e l’aveva guardata intensamente con i suoi meravigliosi
occhi castani.
Kotori si era sentita pervasa da paura mista desiderio. Voleva scappare
ma al
tempo stesso voleva restare lì e conoscerlo.
-Non
aver paura. Non voglio farti
del male!-le aveva detto facendo un passo verso di lei. Si era
presentato col
nome Sha Kinzo e Kotori aveva notato subito le orecchie, diverse dalle
sue, e
quel strano simbolo che spuntava tra i vestiti, sulla spalla. Era un
demone.
-Principessa?
Il vostro thè!-una serva la riportò alla
realtà. Posò il vassoio e se ne andò.
Da quel giorno era iniziata la loro storia. Le raccontò
subito di avere già una
famiglia, una sposa che lo amava e un bambino. Ma a lei non importava.
Sentiva
ormai nascere un amore impossibile da descrivere.
Era
da diversi mesi che si vedevano, si era concessa a lui tante volte e
adesso …
era incinta. Da sei mesi. Le vesti le permettevano di nascondere le
rotondità,
ma quando sarebbe arrivato il momento?
Quella
sera, aspettava Kinzo nei sotterranei come al solito passeggiando
avanti e
indietro.
-Sei
inquieta?
Kotori
si voltò e lo vide apparire
dall’oscurità.
-Ciao
… Le voci circolano nel castello … Ho paura
quando nascerà.
-Non
devi. Se dovesse succedere qualcosa io ci sarò!
Kotori
sorrise. –Va bene. Mi manchi sempre … Le giornate
non passano mai.
-Lo
so. Vorrei venire più spesso, ma …
-No,
meglio di no! Se ti scoprissero …
-Ora
devo andare. Ci vediamo domani.
-Va
bene-si baciarono dolcemente e Kinzo scomparve.
-Ce
la fate principessa?-la sua ancella la sorreggeva mentre percorrevano i
sotterranei. Kotori ansima e tratteneva i lamenti.
-Devo
farcela. Non voglio partorire dove tutti mi possano sentire …
-Ma
è un posto malsano questo!
-Fa
lo stesso!!
Kotori
si adagiò a terra e iniziò il duro parto.
Piangeva e cercava di trattenersi per
il bambino e per Kinzo. Cosa avrebbe pensato di lei se avesse saputo
dove e in
che maniera vergognosa fosse avvenuto il parto?
-Principessa
vedo la testa!!-esclamò la ragazza.
-Davvero?-chiese
sorridendo tra le lacrime Kotori. Si concentrò per portare a
termine quel
miracolo e finalmente il suono più dolce le giunse alle
orecchie. Il pianto di
un bambino.
-E’
un maschio?
-Sì,
principessa. Un bel maschietto!
La
ragazza le porse il bambino avvolto in alcuni stracci insanguinati.
Piangeva e
si dimenava tra le sue braccia. Aveva enormi occhi rosso sangue.
-Ciao
piccolino. Come stai? Aspetta che ti veda il papà
…
Il
giorno dopo Kinzo le andò a far visita di giorno, nella sua
stanza. Teneva il
bambino tra le braccia mentre dormiva, Kotori gli si
avvicinò in vestaglia.
-Come
lo chiamiamo?-gli chiese
-Tu
che nome preferisci?
-Uhm
… che ne pensi di Gojyo?
-Va
bene. Ti dispiace per gli occhi?
-Cosa?
-I
bambini della proibizione nati da un demone un essere umano hanno occhi
e
capelli rossi. Avrei voluto che avesse i tuoi occhi castani, mia dolce
Kotori.
-E’
bello così. E sarà un bellissimo ragazzo. Le
donne faranno la fila per lui. Già
lo vedo!-sorrise allegramente.
-Kotori.
Stai attenta.
-Perché?
-Gira
un gruppo di demoni. Possono aver sentito l’odore del sangue
e venire qua.
-Va
bene.
-Se
succede qualcosa, scappa. Rifugiati nel bosco. Io verrò da
te a qualsiasi costo.
Come
aveva previsto, i demoni arrivarono nel giro di pochi giorni. Misero a
soqquadro il castello, fecero strage di uomini e donne e di Kotori
… Non riuscì
a scappare in tempo, rinchiuse il bambino in un posto sicuro e
affrontò i
demoni a testa alta, tratteneva le lacrime e il disgustoso mentre
quella feccia
abusava di lei e quando tutto fu finito svenne.
- … E’
stata violentata ripetutamente. Non mi
sorprende che viva in una specie di sogno-disse il dottore.
-Grazie
infinite.
L’ancella
si avvicinò a Kotori rannicchiata vicino alla finestra. Era
ormai un guscio
vuoto, gli occhi persi nel vuoto. Il bambino piangeva nella stanza
accanto,
aveva bisogno del latte materno e non semplice latte di capra.
-Principessa,
non vorreste prenderlo in braccio?-le chiese.
-Non
posso. Ho le mani sporche …
-Capisco.
Quella
notte Kotori si alzò, prese il bambino che dormiva beato e
uscì dal palazzo, i
piedi nudi solcavano il prato silenziosi, la lunga tunica mossa dal
vento. Si
diresse sicura verso il limitare del bosco e finalmente vide lo
strapiombo a
picco sul mare. Il bambino iniziò a piangere.
Lo
posò a terra vicino a un albero.
-La
mamma ti vuole un mondo di bene, ma deve andare.
Si
avvicinò con passo sicuro al ciglio e guardò in
basso. Il mare si infrangeva
sugli scogli burrascoso.
-Kotori!!!!-Kinzo
arrivò correndo. –Che fai?!
Si
voltò con le lacrime agli occhi. –Abbi cura di
Gojyo, io sono sporca e devo
pagare per quello che mi hanno fatto…
-L’ho
saputo, ma non …
Kotori
si spinse indietro librandosi in aria, Kinzo cercò di
afferrarla ma le sfuggì
di mano e cadde velocemente fino a sprofondare nell’oceano.
-Cos’è
quello?-chiese la donna appena Kinzo entrò in casa.
-E’
un bambino, non lo vedi? Sua madre è morta e noi ci
occupiamo di lui. Chiaro?
Sbirciò
nel fagotto che il
marito teneva in
mano. Occhi rossi. –E’ il figlio di quella dannata
squaldrina, della tua amante
umana!!! Io non lo voglio quel bastardo in casa mia!!!
-Lo
vorrai. Perché ti obbligherò a volergli bene e a
crescerlo. Se non lo farai tu,
lo farò io. Lo farà Jyen! Ma questo bambino
vivrà!
…
sarà un bellissimo ragazzo. Le
donne faranno la fila per lui. Già lo vedo!