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Autore: eclinu    20/01/2010    2 recensioni
Caro David,
come vanno le cose a Londra? Spero bene.
Da quando mi sono trasferita a Leicester sento tanto la tua mancanza…
Sai che vorrei tanto rivederti? Perché non vieni a trovarmi qualche volta? So che il viaggio è lungo, ma insieme alla lettera ti ho allegato tutte le fermate dei treni che potresti effettuare per poter farmi visita.
Sempre se tu voglia…
Potremmo incontrarci a metà strada, che ne dici?
Aspetto una tua risposta.
Sarah.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah

 

Caro David,

come vanno le cose a Londra? Spero bene.

Da quando mi sono trasferita a Leicester sento tanto la tua mancanza…

Sai che vorrei tanto rivederti? Perché non vieni a trovarmi qualche volta? So che il viaggio è lungo, ma insieme alla lettera ti ho allegato tutte le fermate dei treni che potresti effettuare per poter farmi visita.

Sempre se tu voglia…

Potremmo incontrarci a metà strada, che ne dici?

Aspetto una tua risposta.

Sarah.

 

 

Non so quante volte rilessi quella lettera quel giorno.

Quante volte la chiusi e l’aprii, la carta si indebolì e si stropicciò.

Sarah voleva rivedermi ed io non stavo più nella pelle perché quell’idea era assolutamente geniale.

Risposi alla lettera dicendole che ero d’accordo: anche io volevo rivederla.

Decidemmo di incontrarci alla stazione di Rushden alle diciotto; non avendo ancora la patente, l’unico modo che avevamo di incontrarci era il treno.

Volevo vederla per confessarle i miei sentimenti.

 

Quel pomeriggio del sedici aprile, presi il treno alla stazione di Londra e alle diciotto e qualche minuto mi trovai a Rushden: non c’erano molte persone nella sala d’attesa e così mi guardai intorno per cercare Sarah, una ragazza dall’aria vagamente familiare e che aveva qualche fattezza della sua infanzia.

Di lei ricordavo i suoi lunghi capelli color caramello e gli occhi verdi come lo smeraldo, le guance così morbide che amavo tirargli e le labbra rosa come i petali di ciliegio.

Non vedendo nessuna ragazza che le somigliasse, mi sedetti su di una panchina ed aspettai.

Il tempo passava. Passava lentamente, pesandomi. Sarah non arrivava.

Erano ormai le diciannove quando vidi correre all’interno della stazione una bellissima ragazza dai lunghi capelli color caramello che le arrivavano ai fianchi; indossava un abito bianco, lungo fino al ginocchio ornato di fiorellini rossi e una maglietta aperta di cotone azzurro.

Quando entrò nella sala si guardò intorno e quando i nostri occhi si incontrarono, sorrise e mi corse in contro.

Mi alzai e quando lo feci, lei mi si lanciò letteralmente addosso, cingendomi il collo con le sue esili braccia.

«David…» mormorò spostandosi e in quell’istante la potei ammirare.

Era bellissima.

I suoi capelli sembravano di seta, i suoi occhi due gemme preziose e la sua pelle pallida sembrava liscia come il marmo.

«Sarah…» Mormorai di rimando e lei sorrise: le sue guance si colorarono di rosso e non potei fare a meno di bisbigliare «Sei bellissima»

Erano passati due anni dall’ultima volta che l’avevo vista e non mi aspettavo di avere quello splendore davanti. Non mi aspettavo una donna, ma una bambina con le ginocchia perennemente sbucciate.

Passammo la giornata insieme, visitando Rushden e i suoi viali alberati vi erano parecchi ciliegi in fiore e vedere Sarah che camminava sotto le chiome rosa la faceva sembrare una fatina della primavera.

Ci fermammo sotto un albero dal quale cadevano tanti petali rosa che sembravano fiocchi di neve e ci sedemmo ad una panchina; passammo il tempo a parlare degli ultimi due anni ed infine giunse il momento di silenzio, nel quale né io né lei sapevamo cosa dire.

Poi, come preso da un moto di coraggio, le accarezzai il viso e avvicinai lentamente le mie labbra alle sue.

Quando le nostre labbra si toccarono non avevo più niente nella testa, c’erano solo quelle labbra morbide e rosa come i petali che ci cadevano in testa.

 

Il tempo in sua compagnia passò velocemente e giunse l’ora di tornare a Londra.

Salutai Sarah con un ultimo bacio e le promisi che sarei tornato a trovarla, ma solo quando mi ritrovai in completa solitudine nel treno i pensieri negativi affollarono la mia mente: non le avevo detto che mi sarei trasferito nel Southampton.

 

Dopo quel giorno, persi i contatti con Sarah.

 

Gli anni passarono velocemente e mi ritrovai laureato, con un lavoro ed una casa di mia proprietà.

Ma ero solo.

Non ero riuscito a portare avanti nessuna relazione; io amavo Sarah e nessun’altra sarebbe stata in grado di sostituirla.

Avevo cercato di riprendere i contatti con lei, ma venni a sapere che si era trasferita e nessuno sapeva dirmi dove.

Sarah non sarebbe mai stata mia moglie come avevo sempre desiderato.

L’avevo persa per sempre.

 

Custodisco ancora le sue lettere e le rileggo ogni sera per addormentarmi e sognare il suo abbraccio a Rushden, le sue labbra morbide sotto il ciliegio.

Cammino per le strade del mio paesino. E’ aprile e gli alberi di ciliegio sono in fiore.

Mi ricordano in modo distinto Sarah…

L’avevo sempre paragonata alla primavera.

Mi avvicino ad un passaggio al livello: la sbarra di protezione è calata.

Sento il rumore del treno sulle rotaie e prima che passi alzo lo sguardo: dei capelli color caramello ondeggiano al vento, la gonna di un vestito bianco a fiori rossi svolazza nella stessa direzione dei capelli.

Sento un tuffo al cuore.

Il treno passa impedendomi di vedere.

«Sarah» mormoro al vento, mentre i petali di ciliegio iniziano a cadere come soffici fiocchi di neve.

 

______

Shot ispirata dall’OAV “5 centimetri al secondo” –guardatelo perché è stupendo-.

Diciamo che in questa shot ho inserito qualche particolare personale… spero che sia di gradimento.

   
 
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