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Autore: Leeuzzola    07/07/2005    2 recensioni
I nomi sono del tutto di fantasia... Vi prego commentate... E' la storia di una ragazza che ha perso un occasione davanti al suo primo amore, ma la vita beffardaha deciso di darle un'altra possibilità... Come? Leggete e scoprite!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrata dalla porta notai un insolito silenzio rotto soltanto dal pianto immane di una delle mia ragazze: Jessica Barbieri

Entrata dalla porta notai un insolito silenzio rotto soltanto dal pianto immane di una delle mia ragazze: Jessica Barbieri. Piangeva, singhiozzava, aveva gli occhi rossi, le lacrime che le percorrevano numerose il viso. Tutti i compagni stretti accanto a lei, sembravano non sapere cosa fosse successo ma rimanevano comunque vicine alla loro compagna. Le amiche non sapevano come consolarla e quando entrai si voltarono verso di me con facce inquisitorie e pensierose… Cosa poteva portare una ragazza di diciotto anni a piangere in una maniera così opprimente senza neanche riuscire a parlare? Io le dissi con tono  gentile:

-Cara, vieni, usciamo. Parliamo un po’, se ti va…-

La ragazza si alzò lentamente e uscimmo dalla classe con lei ancora in lacrime e una arrivata in bagno riuscì a calmarla:

-Mi ha mollato….-

Il cercai di sembrare confusa e di ignorare ogni cosa di quello che probabilmente era successo anche se lo sapevo più che bene:

-Chi?-

-Il professor Calesi…-

-Come ti ha lasciato?-

-Mi ha detto per telefono che era finita…-

-E non ti ha dato un perché?-

-No, e non ha dato il minimo segno di dispiacere…-

-Da quanto stavate insieme?-

-Otto mesi…-

-Com’è che avete cominciato questa relazione?-

-Per “caso”… Mi piaceva già quando è venuto ad insegnare qui, ma io facevo solo le terza…-

-………Poi?-

-Poi purtroppo l’anno scorso abbiamo finito per baciarci… Io non avrei voluto, anche perché lui è un professore, difatti non l’ho detto neppure alle mie amiche… Quando lo saprà Marta… Sapere che le ho nascosto una cosa così grande… Mi ucciderà…-

Chiesi tutto questo con un po’ di curiosità, anche se sapevo che non avrei dovuto… Lei era decisamente scossa anche se, fortunatamente, aveva solo diciottanni e la sua età l’avrebbe aiutata a superare la cosa abbastanza in fretta… Rimaneva il fatto che lui si era contraddistinto da vero e proprio stronzo… La conversazione terminò con un:

-E se penso che abbiamo anche…-

Frase che mi sembra piuttosto chiara e decisa, che non lasciava dubbi… A questo segui un altro buon quarto d’ora passato a piangere… Cercai di consolarla era tutto inutile, aveva solo bisogno di sfogarsi e sbollire... Se ne uscì a meta della seconda ora. Io piuttosto imbarazzata rientrai in classe e i ragazzi mi rivolsero mille domande:

-Prof, ma perché piangeva?-

-Non ve lo ha detto?- chiesi io.

-No, non lo ha detto a nessuno.- fece Marta, la sua migliore amica, on lo sguardo perso nel vuoto.

Jessica aveva messo in pericolo la sua amicizia con Marta per proteggere dai pettegolezzi quel amore così bello e quello stupido l’aveva lasciata così, probabilmente perché stamattina si è alzato male… Persone così leggere non sono degne di rispetto…

 

Arrivato l’intervallo arrivai alla causa di tutto ciò: Alessandro Calesi. Si fumava la sua sigaretta, tranquillo, immerso nei suoi pensieri. Io mi avvicinai con viso sorridente e beffardo:

-Ciao Alessandro!-

-Ciao Silvia!-

-Come va? Tutto bene?-

-Sì, giornata tranquilla! Oggi sono di buon umore!-

Io mi incupì improvvisamente:

-A sì? Bene, devi sapere che stamattina alla seconda ora ho trovato una mia alunna, in lacrime, col cuore calpestato da un idiota di nome ALESSANDRO CALESI! Tu ne sai mica niente?-

Lui si voltò dall’altra parte:

-Che fai, ti metti a fare anche la crocerossina ora? Io non devo spiegazioni a nessuno, e di sicuro non a te!-

-Questo è poco ma è sicuro! Ma almeno a lei qualcosa potevi dire e sicuramente non lasciarla per telefono!-

-Ma guarda sta rompicoglioni ficcanaso!  C’hai anche parlato! Ma fatti i fatti tuoi! Ma poi me l’hai detto pure tu che era sbagliato avere una relazione con un’alunna, adesso che vuoi?  Ho fatto come mi avevi detto…-

-Ho detto che era sbagliato ma mica ti ho detto di lasciarla, e sicuramente non così! Ti sei comportato da verme schifoso. Te la sei tenuta finché ti ha fatto comodo e poi l’hai getta come si fa come uno straccio vecchio… Ma da quando poi dai retta a quel che dico?-

-Se l’ho fatto è perché avevo dei motivi…-

-Questo non lo so, so soltanto che l’hai ferita molto…-

Così me ne andai…

Piovve per tutta la mattinata… Una roba veramente orribile… L’insensibilità di quel idiota mi aveva veramente colpito… Aveva i “suoi motivi”… Avrei proprio voluto sapere quali fossero…

 

Passarono più o meno sei settimane da quello spiacevole fatto e io e Alessandro non ci parlavamo poi molto, anzi per niente. Jessica stava bene e si era trovata un altro ragazzo. Lui se ne infischiava altamente. Bhè, valla a capire qualche volta la gente… Era giunta l’ora di fare il pagellino così durante il consiglio d’istituto vennero costituite le coppie degli insegnanti che avrebbero dovuto riassumere e “commentare” le varie sezioni. Io ebbi il “piacere” di finire in coppia con la professoressa Zucci la quale mi chiamò a casa la stessa sera:

-Pronto?-

-Professoressa Annunzi?-

-Sì, chi parla?-

-Sono la professoressa Zucci.-

-Ah, salve…-

-Senta, io d’accordo con il preside avrei deciso di metterla in coppia con il professor Calesi. Sa io e lui non andiamo un granché d’accordo quindi finiremo per non ultimare un buon lavoro, quindi l’ho chiamata per informarla del cambiamento…-

-Troppo gentile…- (tono di disgusto camuffato molto bene).

-Mi fa una cortesia? Potrebbe comunicarlo lei al professor Calesi?-

-Come no…-

-Bene la saluto. Arrivederci.-

-Arrivederci.-

Stupendo… Ora mi toccava fare coppia con quel tizio. Che faccio? Lo chiamo? Abbhè, dai Silvia fatti coraggio. Alzai la cornetta piuttosto riluttante e feci il numero. Rispose praticamente subito:

-Pronto?-

Oddio, la sola voce mi dava la nausea.

-Professor Calesi?-

-Sì, chi parla?-

-Sono la professoressa Annunzi. Senta la Zucci mi ha informato che dovremo fare il lavoro del pagellino insieme. L’ho chiamata per comunicarglielo.-

-Fantastico… Una moralista dietro un’altra. Che fortuna…-

-Senta, non ne sono molto entusiasta neppure io okey? Niente smorfie e capricci capito ragazzino? Domani, alle quattro, dopo l’orario scolastico e niente storie. Anche io preferivo la Zucci.-

Così dicendo gli attaccai il telefono in faccia. Avevo paura di non concludere niente il giorno dopo… Bah, mi dissi, speriamo sia più professionale di quanto non dimostri.

 

Sala insegnanti, al termine delle lezioni:

-Salve.-

-Salve professoressa Zucci.-

-Mi dispiace di averla messa in coppia col prof. Calesi, ma io proprio non lo reggo.-

-Come la capisco….-

-Scusi ancora. Arrivederci.-

-Arrivederci.-

 

Affrontai le lezioni con serenità. Poi arrivò l’ora fatale. Lo avrei incontrato. Naturalmente dopo non meno di tre quarti d’ora di ritardo! Lo vidi alla fine del corridoio che porta alla sala insegnanti e gli feci:

-Ma che bravo! Solo tre miseri quarti d’ora di ritardo! Meglio rispetto all’ora e mezza del primo consiglio dei docenti…-

-Ero tentato di non venire. Ora rimpiango di non averlo fatto…-

-Stavo giusto per andarmene… Poi mi è venuta in mente il fatto che la Zucci mi ha dato questo incarico forse come una prova…-

-Come sei diligente!-

-Senti, prima facciamo e meglio è per tutti e due! Via il dente, via il dolore!-

-Mi fa molto piacere essere paragonato ad una carie!-

-Almeno le carie si tolgono invece a te non c’è verso di farti cambiare atteggiamento! Sei un Ragazzino!-

-Mi mantengo giovane! E comunque meglio ragazzino che acida a ventiquattro anni!-

-Non sono ACIDA! Sono RESPONSABILE!-

-Ma per favore! Dimmi , cosa ti ha fatto la vita per ridurti così a una tenera età?-

Restai zittita e mi voltai. Mi aveva offeso. Ce l’aveva fatta. Aveva detto ciò che pensava una volta tanto. Ma mi aveva ferita. Se ne accorse all’istante. Non credeva che dessi così tanto peso alle sue parole. Fece un respiro profondo e poi disse:

-Ehi! Mica te la sarai presa?-

Silenzio totale da parte mia.

-Dai, andiamo, io scherzavo…-

-Non sembrava proprio dal tuo tono di voce.-

Lui ci pensò un attimo:

-Sì, in effetti è vero. Solo una domanda: ma perché devi sempre farmi la moralina? So distinguere il giusto dallo sbagliato! Non ho bisogno né di te né della Zucci!-

Stavolta era arrabbiato o meglio, ferito. Sì, l’avevo proprio fatto incazzare. Credevo che i tipi come lui non si arrabbiassero. Questo mi portò a pensare che forse anche lui aveva dei sentimenti. Così per impormi usai lo stesso tono di voce:

-Pensi anche di avere ragione? Dannazione! Mi hai fatto aspettare, mi insulti, e ti metteresti anche a discutere?-

-Tu e la Zucci mi trattate come un povere deficiente che sta qui tutto il giorno a cazzeggiare!-

-Non è vero!Ti considero un irresponsabile non un fannullone!-

-Quanti complimenti da parte tua!-

-Ah, vorresti anche i complimenti? Sei andato a letto con una studente, l’hai scarica, cerco di farti capire, che tutto ciò è sbagliato e mi insulti anche?-

-Non mi vanto delle mie bravate, ma non voglio essere giudicato dalla gente come te!-

-Illuminami! Cosa significa “dalla gente come te”?-

-Da quelli che credono di sapere tutto, che vivono con la razionalità attaccata al cuore, che non si lasciano trasportare dalle emozioni… Dimmi, quand’è stata l’ultima volta che hai baciato qualcuno?-

Il suo tono era doloroso. Mi voltai perché gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime e scappai di corsa prima di mettermi a piangere.

 

DAL PUNTO DI VISTA DI LUI

Si cambia narratore (Alessandro/Silvia, Silvia/Alessandro) quando c’è questo titolo, tanto per non dare una sola focalizzazione alla storia.

 

Era scappata. Bravo Alessandro, un lavoro fantastico. Ormai le donne le dovresti conoscere! Perché cazzo apro bocca senza prima pensare!?!?! Volevo cambiarla, ma di sicuro non ferendola! Mi sarei preso a schiaffi! Ecco perché non ho una relazione seria da tanto tempo! Le donne non le conquisti certo ferendole! Però pure lei se l’era andata a cercare! Il primo passo per renderla meno acida era allontanarla dalle grinfie malefiche della Zucci anzi, come la chiamavano i ragazzi… ZUCCIFERO! Ci parlerò domani!

 

L’indomani mattina…

-Salve professoressa Zucci!!!!!!!! Come sta?-

-Bene, lei professor Calesi?-

-Bah, insomma… Potrebbe andare meglio, sa ieri ho discusso vivacemente con una collega, molto simpatica, per colpa sua!-

-Mia e perché?-

-Lei, si sta adoperando per aizzarmela contro e non glielo permetterò!-

-Oh, caro, ho paura che la colpa non sia mia, ma SUA. Probabilmente la nostra ben amata professoressa Annunzi ha capito di che pasta è fatto lei, e non la tollera. Io non centro ASSOLUTAMENTE NULLA!-

-Senta, glielo ripeto per l’ultima volta: me la lasci in pace.-

-Pensi come le pare. Io ho parlato a sufficienza e sinceramente ne ho abbastanza di stare qui a discutere con lei.-

Che caratteraccio! Povero il marito! Okey! Secondo passo! Silvia!Dovevo riconquistarla! A parer mio lei è solo una delle tante che se la tira! Credo proprio di esserle simpatico! Le farò le mie scuse e poi il mio bel visino farà il resto!

 

Al termine della seconda ora andai da lei per porle le mie scuse:

-Ciao Silvia!!!!!!-

-Che vuoi…-

-Guarda quando mi rispondi così mi fai passare la voglia di scusarmi… A ogni modo sono venuto qui proprio per questo… Ecco, volevo porti le mie scuse. L’altro pomeriggio sono stato davvero un insolente e volevo scusarmi, e prometterti che non succederà mai più.-

Lei mi guardò e andò per la sincerità:

-M’ha ferita. Molto. E nel profondo. Le scuse non mi bastano. Ho bisogno di fatti. Cioè di capire se ti dispiace davvero.-

Se ne andò. Lei e le sue ragioni. Ero al punto di inizio. Cerchiamo di analizzare la situazione:

1.       Vuole fatti e non parole.

2.       Non è convinta della mia sincerità.

3.       Non devo arrendermi.

Quindi per quanto riguardava il primo punto c’era un’unica cosa da fare. Per dimostrarle la mia determinazione avrei dovuto parlare, ma non con lei. Ma con Jessica.

 

La cosa risultò più difficile del previsto. Dopo corse frenetiche dietro di lei riuscii un giorno a fermarla. Col fiatone le dissi che dovevo parlarle:

-Jessica, mi dispiace davvero tanto di averti ferita e lasciata in quella maniera.-

-Vorresti il mio perdono?-

-Volevo solo scusarmi, dirti che se l’ho fatto è perché avevo dei motivi particolari, anche se questo non mi scusa.-

-Io ho ricostruito molto in questi due mesi, e ho un nuovo ragazzo. Vedendoti così spesso ho avuto la dolorosa possibilità di venire a contatto con te molte volte, ma questo mi ha anche permesso di riuscire a combattere col dolore di essere stata mollata senza spiegazioni e motivazioni. Non ti odio, anche se l’ho fatto. Però da poco ho capito perché mi hai lasciata. C’è un’altra nella tua vita e quando stavamo ancora insieme me ne sono accorta anche se ho preferito fare finta di niente, per non soffrire.-

-No, guarda che ti sbagli…-

-Non potrai negarlo a te stesso ancora per molto. Si vede lontano un miglio che spasimi per la professoressa Annunzi… Comunque per quello che vale, io non ti odio e ti perdono.-

-Grazie.-

 

Il discorso di Jessica mi aveva molto colpito. Che avesse davvero ragione? Ma perché innamorasi di qualcuno anche se non lo si conosce? Era vero, provavo qualcosa di indefinito e confuso verso Silvia, ma che fosse davvero amore? La chiamai. Infondo avremo comunque dovuto farlo quel lavoro del pagellino. E le parlai. Le dissi di Jessica e lei accettò le mie scuse. Ci saremo visti per il lavoro alle quattro del giorno stesso.

 

DAL PUNTO DI VISTA DI LEI

 

Mi chiamò e parlammo a lungo. Mi fece le sue scuse e lo perdonai. Infondo nel nostro strano rapporto distaccato ma a volte intenso c’era qualcosa di magico e speciale. Cominciai a pensare di nutrire sentimenti per lui. Nessuno mi aveva mai ferito nel profondo come aveva fatto lui giorni prima e proprio a causa di quel dolore intenso al cuore, avevo capito che forse poteva trattarsi di amore.

 

Ci incontrammo in orario a scuola. Appena mi vide mi disse:

-Oggi sono in orario perfetto!-

-Già, l’ho notato. Mi ha fatto molto piacere che tu abbia parlato con Jessica. Se lo meritava. E’ una brava ragazza.-

-Sì, hai ragione.-

-Sai, ho accettato questo lavoro perché sono già stata in questa scuola, da studente.-

-Anche io.-

-Ma no? –

-Sì. Ero anche uno tra i più popolari…-

-Anche io, soprattutto per via dei miei voti…-

-Dovremmo esserci incontrati per un anno se non sbaglio…-

-Già…-

-Annunzi, Annunzi, Annunzi, Annunzi… Un cognome che non mi è nuovo…-

-Una volta ho vinto il torneo di Matematica…-

-Ummm....-

-Poi mi sono intrufolata nel sito della scuola perché non mi piaceva… L’ho modificato…-

-…E ti hanno dato tre giorni di sospensione!!! Ora sì che mi ricordo!!! Tu sei quella sbarbatella di prima che non faceva che tirarsela con quelli più grandi… Poi ti sei messa con quel belloccio di terza che si vedeva lontano un miglio che non ti piaceva … A proposito, mi sono sempre chiesto perché diavolo lo hai fatto?-

-Per la ragione più vecchia del mondo… Perché quello che mi piaceva non mi si filava, o meglio lo conoscevo ma non sembrava molto interessato a me…-

-Ma chi era questo coglione?-

-Chissà…-

Il mio sguardo era piuttosto chiaro…

-Oh no, vuoi dire che… Che… Il coglione… Ero io?-

-Già, mi piacevi davvero… Possibile che la mia timidezza non ti abbia fatto capire nulla…-

-Bhè, ma perché diavolo allora non hai insistito?-

-Ti me non te ne fregava niente… Io avevo bisogno di considerazione e amore, e soprattutto di dimenticare te quindi mi sono messa con Marco, lui mi amava davvero…-

-Perché, adesso è cambiato qualcosa?-

-Bhè, anche questa è la storia più vecchia del mondo…-

-L’ho lasciato…-

-Perché?-

-Perché non è tutto quel grande amore che pensavo… Almeno non da parte mia…-

-Di cosa si occupa?-

-Docente di Matematica non so dove… Almeno io l’ho lasciato a quel punto otto mesi fa, quando gli ho spezzato il cuore lasciandolo senza nessuna spiegazione e col cuore infranto…-

-Siete stati insieme molto?-

-Bhè se otto anni ti sembra un’inerzia, fai un po’ tu… Invece che mi racconti di te?-

-Sono dove mi hai lasciato… Università e poi lavoro… Relazioni serie una sola… Il problema è che una volta arrivato davanti all’altare l’ho mollata… Tutto ciò tre anni fa… Non ero pronto… Da lì in poi, qualche Jessica e niente di più… Ma fammi capire… Tu hai vissuto otto anni di bugie?-

-No, perché dopo aver sofferto per te come un cane ho capito che non ne valeva la pena e ho messo la testa a posto con Marco ma quando mi sono accorta che la cosa si faceva troppo seria ho rifiutato ogni responsabilità e me la sono data a gambe davanti a una cosa più grande di me… Quella è stata la cosa più intelligente che avessi fatto nell’ultimo anno.-

-Comunque non è vero che non mi piacevi al liceo…-

-Per me eri più di una semplice cotta… O almeno credo…-

-Senti ti faccio una proposta…-

-Sentiamo….-

-Proviamoci!-

-Che?-

-Frequentiamoci!-

-No! L’ultima volta che c’hai provato ho finito col mettermi con uno, starci otto anni, e poi capire che con me non c’azzeccava un accidente! Scordatelo!-

-Andiamo dai! Perché no?-

-Alessandro, parliamoci chiaro: non mi va di soffrire per te ancora.-

-Pensi di aver sofferto solo tu?-

-Sì.-

-Le tue continue fughe hanno messo in crisi anche me!-

-No. Hanno messo in crisi il tuo orgoglio! La cosa è decisamente diversa! E comunque ti ha fatto bene! Non eri altro che un montato!-

-Non puoi farmi delle colpe per via del mio passato!-

-Invece lo faccio! L’argomento è chiuso e ora sbrighiamo questo lavoro!-

 

***Fine Chapter 2***

 

  
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