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Autore: Arya    09/07/2005    6 recensioni
Una certa rossa di nostra conoscenza, ormai ventiseienne, lavora come redattrice della rubrica "Girls and style" della celeberrima rivista babbana Look&Seduzione.
Ma la sua vita non è poi così perfetta come sembra. E' vuota e monotona. E' una donna ormai cinica e fredda, che non ha conservato più nulla della vecchia, peperina studentessa di Hogwarts. Impeccabile, calcolatrice, perfetta. Una bomba sexy capace di manovrare tutti gli uomini... tranne uno!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOOK & SEDUZIONE

LOOK & SEDUZIONE

 

Capitolo 1 – Amanti

 

Uscì dall’ufficio, come al solito, oltre l’ora prefissata nel contratto stipulato con la caporedattrice Daisy Rosenberg. E non perché la obbligassero, semplicemente preferiva rimanere a lavoro fino a tardi, pur di non tornare a casa e immergersi ancora una volta in quella vita senza colore. Perfetta, si, ma totalmente priva di toni. La stessa routine si ripeteva da ormai cinque anni, lenta e inesorabile, monocorde e  ripetitiva. Era una situazione esasperante.

Ormai erano le 22.00 esatte, quando si decise a spegnere il suo PC e a chiudere tutto. Uscì dall’edificio, maledicendo mentalmente chiunque avesse provocato quel dannato temporale. Non aveva l’ombrello, per ripararsi. la bacchetta, per rendersi impermeabile. Perfetto.

“Da qui la metropolitana è troppo lontana…”, e continuò il suo giro di maledizioni, stavolta rivolte a se stessa, per non essere mai riuscita a superare l’esame di materializzazione. Si sentiva così dannatamente impotente. “Calmati. Ginevra. Calma e sangue freddo… pensa Ginevra, pensa…”.

Si guardò intorno. Forse poteva aspettare spiovesse un po’ e fare una corsa a Grimmauld place, che distava poco da lì? Ma ci ripensò: era comunque troppo lontano. Prese il cellulare e fece scorrere i nomi della rubrica, tentando di ricordarsi ognuno di quegli uomini dove abitassero. Sorrise, soddisfatta, almeno una decina erano lì nei dintorni. Premuto il tasto verde, avvicinò il telefonino all’orecchio, schiarendosi la voce. Una voce maschile rispose.

Pronto?

- Ciao, Matthew! Sono Ginevra Weasley… ricordi?

E come potrei dimenticarti? Sei la donna che mi ha dato più soddisfazione a letto…

La mascella di Ginevra si irrigidì. Che caprone. Beh, a mali estremi, estremi rimedi. Almeno finché non spioveva, doveva rifugiarsi da qualcuno.

- Senti, Matt… so di essere sparita… di essermi comportata male… ma credi… che… potremmo… passare un’altra notte insieme? Tu… mi manchi così tanto…-, rispose lei con una voce da innocentina che proprio non le apparteneva.

Ma stai scherzando, maialina? Vieni pure quando vuoi… vado a farmi la doccia, ma lascio la porta aperta. Ti aspetto.

*CLICK*

Che schifo…”, pensò afflitta. Ma non aveva alternative. E comunque Matthew era davvero… dotato.

 

***

 

- E’ bello rivederti…-, disse lui aprendo la porta e cingendole subito la vita con le braccia. La baciò con foga, e Ginevra pensò che la sua lingua ricordava vagamente una la centrifuga di una lavatrice.

Lo allontanò, con gentilezza. – Scusa, Matt… mi faresti sedere vicino al camino? -, chiese indicando il fuoco scoppiettante proveniente dal soggiorno. – E’ che sono bagnata fradicia… -, si giustificò con un sorriso sensuale.

Lui si morse un labbro, passandosi una mano sull’amichetto, cercando di calmarlo. – Accomodati…-, disse richiudendo la porta e scortandola verso il salotto.

“Ma tu guarda se proprio il più perverso di tutti doveva abitare vicino alla redazione!!!”-, pensò sbuffando impercettibilmente, senza perdere quel suo portamento sicuro ed impeccabile, nonostante avesse una voglia matta di togliere le scarpe e bruciarle in quel fuoco acceso dinnanzi a lei. Si sedette sul divano, togliendosi la giacca. Prese uno specchietto dalla borsetta e si ravviò i capelli bagnati, e aggiustò le sbavature della matita sotto gli occhi.

- Ti offro un tè?-, chiese lui guardandola con lo stesso sguardo che gli adolescenti di quindici anni riservano ai film pornografici.

Lei scosse la testa. – Ma siamo in un convento?-, chiese acida. Lui sorrise. – Ti prendo una birra… -, sussurrò alzandosi e avviandosi verso la cucina. Ginevra sospirò. Aveva tanta voglia di un bel tè caldo… ma questo era meglio non lo sapesse nessuno. Prese il cellulare e scrisse un messaggio ad Hermione, chiedendole di chiamare sua madre ed avvisarla che avrebbe dormito a Grimmauld place, quella notte.

 

***

 

Chiuse il libro, si tolse gli occhiali per la stanchezza, appoggiandoli sul tavolino accanto alla poltrona di pelle verde su cui era seduto, poi si portò due dita alle tempie, massaggiandole. Aveva la testa che gli scoppiava, letteralmente. Senti un rumore flebile di rotelle, ma in quel momento gli dava parecchio fastidio. Alzò lo sguardo e vide una delle cameriere spingere il carrello con il tè e i biscotti verso di lui. Fece un cenno con il capo, facendole intendere che doveva sparire immediatamente.

Si alzò dalla poltrona e si versò il contenuto bollente della teiera in una tazzina, sperando che un po’ di zuccheri avrebbero giovato alla sua povera testa. Quella situazione stava degenerando, diventando estremamente deprimente. Ok aver successo il padre , come erede della sua fortuna e della nobile casata dei Malfoy, ma a tutto c’era un limite. Gli impegni erano troppi, i divertimenti troppo pochi. Aveva ventisei anni e non aveva avuto uno straccio di tempo libero negli ultimi sette anni, da quando si era diplomato ad Hogwarts, per poter trovare moglie, indispensabile se voleva un erede. Dopo la morte di suo padre Lucius, aveva preso il suo posto come braccio destro del signore oscuro, si trovava sempre in situazioni pericolose, ad alta tensione, cruente e insanguinate. Presto o tardi, si diceva ogni giorno, avrebbe conosciuto anche lui la morte, e senza un erede che fine avrebbe fatto la casata dei Malfoy? Impossibile accettare che scomparisse. Forse era giunto il momento di fare, ciò che avrebbe dovuto fare molto tempo prima. Uscì dal grande salone, uno dei tanti di Malfoy Manor, e si diresse al terzo piano, verso le camere di sua madre. Arrivato velocemente davanti alla porta del salotto privato dove in quel momento Narcissa stava chiacchierando con alcune dame dell’alta società, bussò alla porta, chiedendo il permesso di entrare. Si sentì unAvanti’, enunciato con la più totale freddezza.

- Permesso. -, disse lui, inchinandosi un po’ dinnanzi a tutte quelle signore, di cui almeno la metà di loro, all’insaputa della madre, si era portato a letto. – Scusate l’irruzione, madre, ma c’è una questione di estrema importanza di cui ho bisogno di metterla a conoscenza.-, spiegò con poco entusiasmo, ignorando gli sguardi famelici puntati su di lui.

- Dimmi pure… -, rispose algida, senza neanche guardarlo, ma sorseggiando il suo tè in tutta tranquillità.

Lui la guardò ostile. – E’ una faccenda privata… non mi costringa a trascinarla di là con la forza, madre…

Narcissa Malfoy, con il suo solito sguardo gelido, si congedò qualche minuto dalle ‘amiche’ e seguì il figlio nella stanza accanto, un altro dei suoi salotti.

- Muoviti Draco, ho ospiti. Cosa devi dirmi?-, chiese disinteressata.

Lui fece qualche passo avanti e indietro, nervoso. Poi si bloccò e la guardò.

- Io mi allontanerò da Malfoy Manor per qualche tempo, madre. Ci penserò io ad avvisare il signore oscuro, non si dia pena. Ho bisogno di una pausa, me la concederà sicuramente, sono il suo servo più fedele. -, spiegò, con una leggera nota triste negli occhi.

Narcissa lo esaminò come fosse un verme schifoso, poi si voltò dandogli le spalle e camminando verso la porta. – Cerca di non farti uccidere… -, disse utilizzando, per la prima volta, un tono più caldo. Si diede una scrollata alle spalle, per riprendersi e si voltò di nuovo verso di lui, con quello sguardo pungente. - … perché si dia il caso che non hai ancora dato eredi a questa famiglia. E vedi di trovarti una purosangue di buona famiglia, mentre sarai lontano da qui, siamo intesi?-, senza nemmeno attendere una risposta se ne andò, sbattendo la porta alle sue spalle. Draco non udì alcun rumore di passi, segno che sua madre era ancora fuori la porta, immobile. Sorrise un po’, dopotutto sua madre gli voleva bene, e se aveva quel ruolo da donna irraggiungibile era stato sempre e solo per accontentare suo marito.

 

***

 

- Che cosa significa che Ginny ti ha chiesto di chiamare mia madre e dirle che dormirà qui?-, chiese Ron, alitandole sul collo, come tanti anni prima quando aveva scoperto che la sua sorellina se la faceva con Micheal Corner.

Hermione, che era su una scala e stava posando alcuni tomi di almeno cinque chili ciascuno su uno scaffale dell’immensa biblioteca di Grimmauld Place, non si prese nemmeno la briga di rispondere all’amico. – HERMIONE! ESIGO UNA RISPOSTA!-, urlò infuriato. Ed Hermione, per tutta risposta, gli mollò un calcio sul viso, facendolo cadere a terra. Poi si girò verso di lui, portandosi una mano sulle labbra, ridendo. – Oooopsss… ti ho fatto male? Beh, era quello l’intento.-, dissimulò la risatina in un eccesso di tosse, poi si voltò di nuovo verso gli scaffali, continuando a catalogare i libri di erbologia.

Il ragazzo si massaggiò la mascella dolorante. – Ti odio, quando fai così… -, disse alzandosi dal freddo pavimento su cui era caduto per colpa del calcio volante della ragazza e si riavvicinò alla scala, alzando le braccia e prendendola per la sottile vita. Hermione si dimenò, ma lui la fece scendere con poca fatica e la bloccò contro uno degli scaffali. La osservò attentamente. Era diventata una donna stupenda, completamente diversa dal castoro dei tempi dell’adolescenza. Non era molto alta, ma in compenso era molto formosa. Il suo viso era ancora quello di una studiosa, ma si era sfinato, rivelando dei lineamenti paradisiaci. I profondi occhi color nocciola erano sempre truccati da un filo di matita e una spolverata di ombretto dai colori neutri, accentuandone la forma un po’ orientale, non a mandola, ma decisamente diversi dai canoni europei. Era maledettamente bella, e quelle labbra carnose non facevano altro che farlo impazzire, ogni giorno di più. Si curvò un po’ verso di lei, infilando una mano sotto il suo maglione, accarezzandole la schiena e facendola rabbrividire. Le diede un piccolo bacio sulla fronte, poi uno sulla guancia e infine passò a torturarle le labbra, in un gioco di baci estremamente intrigante. Lei rispose la bacio, ma poi lo spinse via.

- Stupido, qui potrebbero vederci Harry o Luna…-, sibilò irritata. Risalì sulla scala e continuò il suo lavoro, le gote leggermente tinte di rosso.

Ron si appoggiò ad una parete, tentando di ricordare da quanto tempo andasse avanti quella storia. Beh, troppo comunque. Hermione era fidanzata con il figlio di amici dei suoi genitori, tutti dentisti anche loro, ma lei non lo amava e se non lo lasciava era semplicemente per non dare un dispiacere a sua madre e suo padre. Lui in effetti non sapeva neanche se Hermione, andando a letto con lui, lo faceva per ripicca verso quella gente che non sopportava o se davvero le interessasse qualcosa di lui. Tuttavia Ronald non se ne era mai dato pena, perché a lui bastava averla. Ma da un po’ di tempo a questa parte era sempre più geloso, sempre più possessivo, e presto o tardi sarebbe scoppiato. Quando si arrabbiava, scattava malamente con tutti, spesso aveva fatto a pugni anche con Harry, ed aveva una fifa matta di poter torcere anche un solo capello alla sua dolce secchiona. Essere il suo amante era bello, ma non riusciva ad accettare l’idea che lei potesse passare qualche notte con quel babbano fallito, per di più brutto come la morte. – Lascialo… -, si ritrovò a dire dopo poco. Hermione non si fermò neanche a guardarlo, ma continuò la sua attività. – Non posso, lo sai bene…-, fu tutto ciò che rispose. Ronald si avvicinò alla scala e la guardò dal basso. – Io ti amo…-, sussurrò supplice. La giovane donna chiuse gli occhi, portandosi una mano sul cuore. Da quand’era che le faceva così male, ogni volta che Ronald le rivolgeva quelle parole? Riaprì gli occhi, facendo come se nulla fosse successo. – Ti ringrazio… ma lo sai… non posso ricambiarti… -, tentò di giustificarsi.

- Non puoi o non vuoi?-, fu la domanda del tutto lecita del rosso.

Lei finalmente si decise a guardarlo, gli occhi arrossati dallo sforzo di trattenere le lacrime. Scese velocemente la scala e gli gettò le braccia al collo, stringendosi a lui, baciandolo, cadendo entrambi in un turbinio di passione e incesto. Ma ad Hermione, nonostante fosse molto cattolica, non importava più nulla se ciò che faceva era sbagliato. Anche lei lo amava, e seppur non poteva dirglielo, sperava che le sue azioni glielo facessero capire.

 

***

 

Quel mattino si svegliò con un profondo mal di testa. Aprì gli occhi e si guardò un po’ intorno, tentando di ricordare dove fosse. Si alzò a sedere e impallidì. Aveva di nuovo passato la notte con uno dei tanti… o meglio, uno dei tonti. Guardò la sveglia:era ancora in perfetto orario ed aveva tutto il tempo di farsi una bella doccia, fare colazione e prepararsi per andare in redazione. Si alzò dal letto, tenendo il lenzuolo addosso e lanciò un’occhiata disgustata a Matthew, ancora più grasso di come lo ricordava. Si trascinò in bagno e senza troppi complimenti si buttò sotto l’acqua corrente della doccia. Non canticchiò come era solita fare. Non era proprio dell’umore adatto. Si prese tutto il tempo necessario a ripulirsi dalla sensazione di sporco che si sentiva addosso. Non si sentiva mai perfettamente pulita, dopo aver passato la notte con uno dei suoi amanti, ma con Matthew si sentiva particolarmente putrida.

Uscì dalla cabina doccia e si guardò in giro. Era sicura che la sera precedente avesse posato da quelle parti la sua borsa, dove si portava sempre un ricambio. Non si poteva mai sapere, dopotutto anche a lavoro le capitava spesso di farlo in ufficio con qualche suo superiore, per raggiungere i suoi scopi. Vide la borsa su uno sgabello e velocemente si asciugò e si cambiò, poi torno in camera da letto e prese il tailleur di raso nero. Lo guardò storcendo il naso: era tutto stropicciato. Guardò Matthew, che ronfava alla grande, così si concentrò, sperando che l’incantesimo le riuscisse anche senza bacchetta. Gratta e netta pensò chiudendo gli occhi, e il completo tornò come nuovo, camicia bianca di seta compresa. Sorrise di se stessa, ignara che a pochi chilometri da lì, qualcuno la stava cercando come un ossesso per parlarle e risolvere una questione aperta da ormai troppo tempo.

 

…continua…

 

Ciao a tutti! ^_^ Questa è la mia prima fanfiction e sono davvero lieta di aver avuto un riscontro positivo tra voi lettori. Passo velocemente a ringraziare tutti coloro che hanno lasciato una recensione alla mia modesta opera ^^

 

Sanachan: Beh, come una professionista é un termine inappropriate, però si, mi piace molto scrivere e sono davvero contentissima ti piaccia il mio stile. Grazie dei complimenti ^__^

ginny88: Ho aggiornato abbastanza presto? Spero di si. Beh il ragazzo in effetti è davvero bello come un angelo… forse hai indovinato… chissà, chissà… =P Cmq si era un po’ corto, ma dopotutto era solo un prologo, la storia vera e propria comincia da qui.

Minako-chan: Blaise, Draco…. Mah, può essere chiunque!! Ma credo che ormai si sia capito, vero? ^_-

RachelDickinson: Ah ah tutto avevano detto del mio stile, ma non che è adorabile. Ti ringrazio per aver ampliato la sfilza di aggettivi (positivi e negativi) che mi sono stati appioppati dalle mie amiche, dopo aver letto una mia storia. Ah, a proposito, ho letto tutte le tue storie, sei davvero un’autrice degna di stima, dico sul serio! Le mie preferite sono Sweet child o’ mine e le storie che hai scritto con la tua amica San!!! Stavolta tocca a me dirlo: aggiornate presto ihih =P

Slytherin_Princess: Idea geniale? Wow addirittura?! Che figo =D No, a parte gli scherzi, mi fa piacere che il prologo ti sia piaciuto, spero che anche questo capitolo abbia suscitato in te curiosità (e magari un pizzico di tenerezza per la storia di ron ed Hermione, eh? ^__^ Che cicci pucci che sono!)

Aletheangel: Beh… e io spero sia chi speri e pensi tu… fammi sapere se il tuo intuito aveva indovinato, dopotutto in questo capitolo penso si sia capito abbondantemente chi è il coprotagonista della nostra rossa preferita, vero? Spero comunque ti piaccia l’evolversi della storia ^o^

 

Continuate a seguirmi ^____-

 

Arya

  
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