Crossover
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Autore: francycnarf    25/01/2010    0 recensioni
Fruits Basket & xxxHOLiC
Dimmelo, Kyo, dillo che non aspetti altro nella tua vita, che spiccare il volo su ali nere come la notte e il dolore, per giungere al limite della felicità.
Dillo, Kyo, che non ne puoi più di queste catene insanguinate.
Dimmelo che vuoi venire tra le mie braccia a chiedermi aiuto...
Genere: Mistero, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Mi spieghi perché proprio il sale?- fece seccato Kyo, non appena incrociò lo sguardo di Yuko Ichihara proprio al limitare della foresta. Aveva portato con sé una busta di plastica con cinque bottiglie identiche di sakè.
Era mezzanotte meno un minuto.
- Perché il sale purifica!- fece ovvia Yuko, prima di esclamare:
- O____HW!-
Yuko si lanciò contro Kyo, o meglio, contro la busta.
La prese e guardò dentro.
- Ma sono tutte della stessa marca!-
- Ho preso quelle più economiche! Le ho dovute far mettere anche sul conto, poiché non avevo abbastanza soldi, grazie!- esclamò irritato Kyo.
Non solo le prendeva le bottiglie di sakè, ma doveva anche sorbirsi lamentele degne di una bimba viziata.
- E comunque... E' stata lei a
 manipolare la mia mano, non è così?- proseguì sospettoso.
Aveva avuto
 troppa fortuna in quello scontro, per i suoi gusti.
Ma la Strega non badò alla sua domanda e continuò demoralizzata.
- Oh, KyonKyon, non hai proprio gusto. Se c’era il mio compagno di bevute, Mokona, vedevi quante te ne diceva!-
- Ma lei pensa solo a bere?! E risponda alla domanda! E non mi chiede niente sulla missione?-
- Se sei qui, vuol dire che la missione è andata bene- dichiarò ragionevole, sviando di nuovo la domanda di Kyo, con un sorrisetto astuto - E non ritengo che tu sia scappato dal campo di battaglia, perché sei un uomo d’onore, e poi sei ricoperto di polvere e sale!- gli indicò il viso.
Si sedette a terra, in modo aggraziato, e versò il contenuto della prima bottiglia alcolica in un bicchiere che prima Kyo non aveva visto.
Nel frattempo pensava che Yuko fosse davvero in gamba, sapeva davvero capirle le persone.
- Certo che a lei non sfugge mai nulla. Sembra conoscermi da una vita…-
- Vedi, Kyo-kun, esiste una serie di correlazioni tra le cose: così come ci può essere una correlazione tra un bruco, un bozzolo ed una farfalla nella metamorfosi, così come ce n’è una tra l’erba, un’antilope ed una tigre nella catena alimentare, così come ne esiste una tra desiderio, sacrificio e felicità nelle azioni umane, ne esiste anche una tra il passato, presente e futuro nel tempo di ogni singola persona. Tu mi hai dato dell’indovina poco fa, ma non è proprio così. Gli indovini, come i chiromanti, hanno dei doni innati per predirti passato, presente e futuro. Io semplicemente ho il dovere di tenere in equilibrio
 tutte le correlazioni del mondo tra loro, soprattutto, come avrai capito, quelle nelle sfere dimensionali e in quella dei desideri- spiegò lentamente la Strega, per poi bere sakè.
Kyo la ascoltava assorto, sedendosi con lei.
- Quindi se lei, Yuko-san, conosce una persona, è perché ne conosce gli equilibri, per capirci?-
- Una sorta, sì. Se trovo degli squilibri, è mio dovere entrare in azione, un po’ come nel tuo caso, troppo depresso e sempre più chiuso-
Il Gatto non si offese, in fondo era vero, ma faceva sempre male ammetterlo.
- Lei mi parli dei desideri, come fa a renderli atti?-
- Non può sempre succedere che diventino atti.
 Non in questo mondo almeno. Se qui io desiderassi qualcosa, per capirci, dovrò sacrificarne un’altra dello stesso valore per ottenerla, ma sempre tenendo conto delle “catene” che legano questo mondo: non puoi pretendere che ti mostri un cavallo alato, se non mi dai qualcosa di altrettanto fantasioso che riesca a compensare un tale desiderio, qualcosa che non è originario di questo mondo, ma che trovi perché viene semplicemente “importato” da altre dimensioni. Un esempio? Quello spirito che hai affrontato. Questi “importi” cerco di equilibrarli portando qualcosa di questo mondo all’Aldilà.- spiegò brevemente, senza soffermarsi troppo.
-Ora prendiamo il tuo caso: hai desiderato che accelerassi il processo di deterioramento della maledizione; hai sacrificato la tua vita affrontando uno spirito molto potente ed hai preso un debito per queste bottiglie; ora, quindi, cosa ti impedirebbe di essere felice? L’equilibrio tra desiderio e sacrificio c’è stato, ora sei felice?-
Rivolse un’occhiata obliqua a Kyo, assorto nei suoi pensieri.
- Beh, sono molto felice di quello che ha fatto per me… -
- Io non ho fatto nulla, Kyon, semplicemente ti ho dato le istruzioni per esprimere il tuo desiderio- interruppe Yuko modesta.
- Già. Eppure sono ancora insoddisfatto-
- Ah sì? Cosa desideri ancora, Kyo, dimmi -
- Che il tempo mi venga di nuovo restituito. Voglio… Vorrei poter tornare indietro, aver riparato un sacco di errori- strinse le mani a pugno.
Confidarsi non era la sua miglior prerogativa. C’era bisogno di fiducia, ed era difficile per Kyo averne in una persona. Era anche vero, però, che sembrava ancora più difficile NON confidarsi con una persona armoniosa e saggia come Yuko, per quanto, alle volte, potesse sembrare capricciosa e insopportabile.
- C’è molta gente che vorrebbe poter tornare sui propri passi, proprio come vuoi tu, ma pochi capiscono che la miglior soluzione è andare avanti - fece Yuko- Cosa vorresti cambiare?-
- Non avrei permesso, prima di tutto, il suicidio di mia madre per causa mia -
- Non è colpa tua, ma di tuo padre che continuava ad opprimerla, e lo sai-
- Avrei voluto essere più grato a Kazuma-sensei per essere stato così gentile ad accogliermi come un figlio-
- Ma lui lo sa, Kyon! Lo sa anche ora che vai a trovarlo tanto spesso, sebbene tu viva in un altro luogo-
- Vorrei non dover odiare Yuki- continuò perentorio.
- Curioso, vero, come una favoletta possa condizionare un capofamiglia e tutta la sua gente?-
Parlava della favola secondo cui il Topo ingannò il Gatto, dicendogli che il Banchetto di Dio si sarebbe tenuto il giorno dopo. In questo modo, il Gatto fu escluso tra gli Jyunishi.
- Io… Io l’ho… Non ho potuto fare niente per
 lei-
- Nessuno avrebbe potuto salvarla da quell’incidente- incalzò Yuko, sapendo di chi parlasse.
- STRONZATE! - urlò Kyo, calciando una bottiglia, che si frantumò contro un albero.
Di nuovo quelle ruote, nella sua testa, che sprizzavano sangue.
Si alzò, voltò le spalle alla Witch lady e diede un pugno ad un altro albero, facendo finta che fosse l'autoveicolo di anni fa, una sciocca e vana speranza di fermare quella macchina, stavolta.
Yuko non si scompose più di tanto, come se si aspettasse una simile reazione.
Lo fissò con sguardo perso in chissà quali pensieri, seria, con la testa leggermente inclinata a sinistra.
Kyo ripeté in un gemito:
- Stronzate…- appoggiò la testa all’albero e si morse il labbro inferiore, per impedire alle lacrime di scendere, per impedire a quell’antico dolore di riemergere.
Vedeva di nuovo lo sguardo di quella donna, ormai in procinto di morire, su quella strada asfaltata, che lo guardava con occhi fissi, riconoscendolo come il suo amico di chiacchierate.
“ Non ti perdonerò” aveva sussurrato.
Oh, quanto avevano chiacchierato Kyoko Honda e Kyo Sohma, nei tempi andati.
- Con… Con che faccia dirò a Tohru… Che ho visto sua madre, mentre moriva? Come faccio a dirle che sua madre, in questo momento…- tirò su col naso - potrebbe essere ancora viva se fossi intervenuto, e a quest’ora si starebbero scambiando il bacio della buonanotte? Io non voglio perderla, Yuko-san… Non voglio perdere una persona speciale come Tohru.. Lei sa farmi stare bene, cerca di farmi capire che lei c’è sempre per me, ma io… Io ora ho così poco tempo da trascorrere fuori da quella stretta e angusta camera della villa in cui sarò confinato, lo capisci? Voglio passare al meglio questi giorni… Con lei… E non voglio che soffra ancora, non lo merita, basta; non è già abbastanza che si sforzi di sorridere?-
Lasciò che la corteccia dell’albero facesse passare quelle gocce salate lungo tutto il suo corpo legnoso.
- Kyo…- stavolta Yuko non usò nemmeno in suffisso onorifico - … Guardami - furono le sue parole.
L’altro fece cenno di no con la testa, vergognandosi.
- Allora guardati il polso sinistro- suggerì birichina la Strega.
Ed egli così fece.
Mancava qualcosa al posto sinistro.
- Il rosario!- fece allarmato.
Eppure le sue mani erano le stesse di sempre, la sua voce era normale. Non si era trasformato in alcun demonio.
Si voltò verso Yuko, che faceva roteare il braccialetto su di un suo indice quasi fosse un hula-hoop.
Aveva un sorriso dolce sul volto.
- Le persone sanno davvero essere migliori, quando cercano di essere felici assieme agli altri -
Lo sguardo di Kyo rimase incantato sul bracciale roteante.
Gli si avvicinò e cominciò a domandare:
- Come...?-
- Nel momento in cui tu pensi a quella ragazza, qualunque male sembra svanire, anche quello della maledizione. Quando mostri di preoccuparti per lei, di voler essere al suo fianco, la qualità delle cose migliora sempre di più. -
Gli restituì il bracciale.
- Ti conviene rimetterlo al polso però. Non è ancora rotta la maledizione. Questo stallo è solo temporaneo- fece seria.
Kyo obbedì, annuendo e tirando su col naso.
- Yuko-san… Io… Sono senza parole-
- Immagino che farai tesoro di quest’ultimo insegnamento. Confido nel fatto che cercherai di parlare con sincerità a Tohru -
- Sì… Devo dirle la verità, anche se immagino che ne soffrirà- voltò lo sguardo di lato.
- Ma d’altronde chi sei tu per determinare la felicità o l’infelicità di una persona? Deve essere un sentimento individuale. Poi chi ti dice che dal dolore, com’è capitato a te, non possa nascere una gemma di felicità?- fece capire Yuko, sentendo che ormai la loro conversazione era arrivata a termine.
- Non c’è luce senza ombra, caro mio, non c’è desiderio senza sacrificio- si alzò. Improvvisamente disse:
- Ah, grazie della ciocca comunque-
- Come?-
- La ciocca del tuo pelo felino- fece uscire una fialetta con dentro dei peletti arancioni.
- Eh?! E quando li hai presi?!- Kyo fece per acciuffarli, infastidito, ma Yuko muoveva pigramente la mano per non lasciargliela prendere..
- Quando ti ho abbracciato. Che vuoi che ti dica, mi sono anticipata il pagamento per l’illuminazione che ti ho dato poco fa! E poi questo bilancia anche quella bottiglia di sakè che mi hai rotto. Anche se per il sakè, a me tanto sacro, te ne avrei fatte comprare altre cento- si burlò di Kyo.
- Ma che faccia tosta! E mi spieghi che ci fai con una mia ciocca?! Lascia almeno che ti prenda qualcosa di più idoneo!-
- Ma il tuo pelo semi-felino è così richiesto nell’Altro Mondo, mi farai diventare ancora più famosa! - esclamò inflessibile ma divertita.
- Tiranna egoista!- fu la risposta furibonda e offesa di Kyo, che le voltò le spalle, irritato, e iniziò ad andarsene:
- Io vado a casa. Se sono fortunato, Tohru ancora non avrà chiesto aiuto all’F.B.I. per ricercarmi; ci si vede - borbottò corrucciato, mettendo le mani in tasca. Superò quei pochi alberi che delimitavano il parco dalla foresta.
- Preferivi che chiamasse il W.W.F?- fece ironica, socchiudendo divertita i suoi occhi vermigli.
- Spiritosa... - un nervo sulla tempia gli pulsava minaccioso. Poi esclamò:
- Ah!- e le rivolse uno sguardo di lato: - Spiegami piuttosto perché hai preso le sembianze di una volpe nel sogno e quando mi hai attirato nella foresta! Perché la Volpe?-.
Non gliel’aveva ancora chiesto.
Vide la Strega, ferma precisamente al limitare della foresta, che ci rifletteva su, portando gli occhi al cielo.
Poi rispose seria:
- Perché così assomigliavamo al Gatto e alla Volpe della favola di Collodi-.
-… Addio- fece piatto Kyo, per guardare nuovamente avanti, incapace di concepire una simile risposta… E poi chi era Collodi, si chiedeva scandalizzato?!
- E inoltre… Perché le Volpi sono capaci di creare illusioni che non lasciano distinguere l’apparenza… Dalla realtà- aggiunse enigmatica Yuko.
- Ma davvero..?- domandò scettico Kyo, voltandosi nuovamente indietro.
Ma non c’era niente di niente dietro di lui, se non uno spiazzo erboso: non c’era né Yuko, né la sua Foresta, né alcun guaito, nè- ci avrebbe sperato quasi- alcuna Volpe.


  
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