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Autore: eilantha    28/01/2010    1 recensioni
Periodo dei Malandrini. Sirius sta tornando da una "scappatella" come Felpato nella Foresta Proibita, ma è ferito e non sa come rientrare al castello. All'improvviso una melodia lo attrare fino al Lago Nero dove vede qualcosa che lo lascia a bocca aperta: una creatura che con il solo canto riesce ad attirare a sè un Unicorno. Inizia così l'intreccio della sua vita con la "Dama Bianca".
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black, Voldemort | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autore: so che Arthur e Molly Weasley non frequentavano Hogwarts con i Malandrini... ma mi piaceva nominare anche loro due. Perdonate la piccola concessione che mi sono presa.

Per tutti, Emily è di una razza fatata, ma solo lei, gli altri protagonisti non sono OOC.

3 — Scontro



Lily
I giorni passavano e il cane sembrava guarire.
Aveva dovuto faticare molto per tenerlo buono, quello stupido animale non ne voleva sapere di starsene fermo a guarire. Cercava continuamente di alzarsi sulle zampe malferme. Sembrava che l’unica persona che riusciva a calmarlo fosse Emily.
Come la ragazza entrava nella stanza il cane uggiolava richiamando la sua attenzione. “Come ce ne fosse bisogno” si disse Lily “Emily non fa altro che venire a trovare te, stupido cagnaccio”.
Era strano.
Lei solitamente non era così prevenuta nei confronti di qualcuno, persona od animale che fosse, ma quel cane le stava dando sui nervi. La seguiva con lo sguardo, sembrava che sorridesse ogni volta che lei alzava lo sguardo a guardare fuori della finestra... sembrava si prendesse gioco di lei perché sapeva.
“No, Lily, non può essere. Quel cane non può sapere nulla di nulla, non metterti in testa strane idee”.
- Lily! Cagnolino! - Lily era sempre più scioccata, e si passò una mano sui capelli. Emily stava entrando in quel momento e sedendosi sul letto abbracciò il cane, che le stava facendo mille feste, leccandole il viso e le mani. “Solo Emily riesce a chiamare quel cane, quel GROSSO cane nero ... cagnolino!”.
- Dove sei stata? Sono più di due ore che dovresti darmi il cambio! -
Emily si girò verso Lily, sentendo dalla voce dell’amica l’amara accusa. - Scusa... sono stata bloccata nella sala comune da due tizi del tuo anno... cercavano notizie di un certo Sirius Black ed erano convinti che io sapessi dove poteva essere... chissà perché? -
- Sirius Black.- commentò Lily - Conosco il tipo. E credo di sapere chi erano i due tizi di cui parli: quello coi capelli sempre scompigliati e gli occhialini era James Potter e l’altro, quello più timido, è Remus Lupin - disse quasi con noncuranza... noncuranza che però era stata notata da qualcuno. Il grosso cane aveva infatti alzato le orecchie per ascoltare quanto veniva detto dopo aver sentito il nome di Sirius e quando Lily aveva pronunciato il nome di Potter le era sembrato che il cane la guardasse con un piccolo sogghigno.
“Oddio, pensò, sto impazzendo a stare tutte queste ore con quello stupido cane... adesso mi immagino anche le cose”.
Emily non disse nulla. I nomi che Lily le aveva detto non le dicevano assolutamente nulla. Lei non era proprio il tipo che badava a chi la circondava, anzi... era un tipo piuttosto solitario, lei.
Ma qualcosa nel comportamento del cane la indusse ad osservare meglio l’amica, che ora guardava dalla finestra con un lieve rossore sulle guance.
- Lily stai bene? -
Lily si voltò a guardarla ed i suoi occhi si intenerirono. L’amica era realmente preoccupata per lei.
- Sì, Emily. Sto bene. Perché non portiamo il tuo amico peloso a fare quattro passi? -
L’idea di Lily piacque molto sia a Emily che al cane, che scodinzolò ed abbaiò felice, come se avesse capito in pieno le parole della ragazza.

Felpato

Erano ormai tre giorni che era rinchiuso in quella stanza e non ne poteva veramente più. Evans, già perché proprio nella stanza della ragazza era finito, lo trattava come se fosse una fastidiosa pulce. E lui non si divertiva affatto.
Anche se aveva notato uno strano comportamento nella ragazza. Ogni giorno, alla stessa ora, fissava qualcosa fuori dalla finestra sopra il letto. Felpato ci aveva messo un pò prima di riuscire a capire cosa la ragazza osservava, senza mostrarsi interessato poiché Evans era fin troppo sospettosa nei suoi confronti.
Quel giorno, finalmente, era riuscito a vedere cosa portava la ragazza a stare almeno due ore davanti alla finestra. Quella finestra che dava proprio sul campo di Quidditch. Proprio nell’orario in cui i Grifondoro si allenavano. E siccome erano le vacanze di Pasqua, Sirius sapeva che sul campo ad allenarsi potevano esserci solo 3 persone. Due ragazzi del terzo anno e James.
Non vedeva l’ora di poter dire all’amico di quella strabiliante scoperta. Sapeva che James stravedeva per quella Evans, anche se lui non riusciva proprio a capire cosa ci vedesse nella ragazza, e sapere che lei lo osservava dalla finestra lo avrebbe reso felice. E… e se la ragazza non stesse osservando James? No, non era possibile. Non poteva credere che lei guardasse uno degli altri due. E poi lui sapeva che proprio perché la Evans piaceva a James, la conclusione più logica doveva essere che anche James piacesse a lei.
Ma non doveva pensarci troppo, doveva trovare invece un modo per tornare nella sua camera e alla sue sembianze. Essere un cane per troppo tempo lo stava snervando, non era divertente, soprattutto non amava così tanto mangiare carne cruda, cosa che invece le due ragazze davano per scontato.
Anche se adorava essere coccolato dall’altra ragazza, quella Emily.
Emily. Ogni volta che lei entrava lui tratteneva il fiato, in attesa che lei si avvicinasse per fargli una carezza. Non avrebbe mai pensato di bramare così tanto il contatto con una ragazza.
Non che non ne avesse avute, fin’ora, di ragazze, ma nessuna mai gli aveva fatto quello stesso effetto.
E poi ancora doveva scoprire come mai i suoi capelli avevano cambiato colore - li preferiva bianchi - così come avrebbe voluto vederla vestita con quell’abito così aderente e trasparente e non con la solita, scialba, informe divisa da strega.
Emily entrò in quel momento distraendo Felpato dai suoi ricordi di quella serata. Era ancora un poco assonnato e non fece caso alle sue parole, fino quando la dolce voce di Emily non pronunciò il suo nome:
- … Sirius Black ed erano convinti che io sapessi dove poteva essere... chissà perché? -
L’attenzione di Felpato si riscosse subito. Dove la ragazza aveva sentito il suo nome? E poi sentì la Evans dare la spiegazione più logica, James e Remus lo stavano cercando e se sapevano che lui era con Emily dovevano per forza aver consultato la Mappa del Malandrino.
Felpato guardò Evans con due occhi indagatori, chiedendosi perché all’improvviso stava arrossendo. “Strana ragazza”, pensò.
Un’altra frase attirò però la sua attenzione, detta da Evans, stavolta:
- Perché non portiamo il tuo amico peloso a fare quattro passi? -
Ecco un’ottima occasione per riuscire a tornare al suo aspetto!

Emily

- Cagnolino! Aspettami! Dove vai? Non giocare a nascondino con me! - Emily stava rincorrendo, senza accorgersi, il cane nei dormitori maschili di Grifondoro.
D’un tratto quello svoltò verso un corridoio e lei lo perse di vista. Davanti a lei c’erano solo due porte, una alla sua destra ed una alla sua sinistra, ma spostata avanti di qualche metro. Indecisa su dove entrare, si lasciò portare dall’istinto ed aprì la porta alla sua destra, spalancandola, mentre ancora chiamava il cane.
Quello che trovò però proprio non se lo aspettava.
Un ragazzo di circa 16-17 anni, a torso nudo, con lunghi e mossi capelli neri, si voltò a metà verso di lei. Si stava infilando una maglietta aderente, anch’essa nera, che faceva risaltare la pelle olivastra. Un accenno di barba tingeva il suo viso.
Ma gli occhi furono la cosa che colpì Emily maggiormente: due grandi occhi castano scuro che, sorpresi, la guardavano da quel viso.
Emily si bloccò, osservando il ragazzo incantarsi a metà dell’azione: ancora non aveva infilato del tutto la maglietta ed Emily poteva vedere i muscoli delle spalle e delle braccia. Un brivido le scese lungo la schiena, anche se in quel momento non ne riconobbe il motivo. Pensò solo che vedere quel ragazzo seminudo le avesse ricordato di avere freddo.
Lui, scuotendosi, finì di indossare la maglietta e poi si voltò completamente verso di lei.
- Cercavi? — le chiese.
Emily si scosse e si guardò intorno, consapevole di essere dove non avrebbe dovuto e senza una reale scusa: in fondo non avrebbe dovuto portare quel cane nella torre.
- Ah.. sì, ecco... cercavo un cane... mi è scappato e pensavo si fosse infilato in questa stanza.... ma è ovvio che non c’è... altrimenti l’avresti visto e... e lo avresti già detto... - stava parlando velocemente come mai faceva. Era nervosa, MOLTO nervosa, sia per la situazione, ma soprattutto per quegli occhi color ebano che le rimanevano incollati addosso e che non accennavano a distogliersi.
- Calma! Calma... se parli così velocemente non capisco cosa dici e di certo non posso aiutarti! —
La sua voce, così calda e suadente, le giunse come una sferzata. Nuovamente alzò i suoi occhi color smeraldo per osservarlo e si trovò a fissarli in quelli ebano di lui che sembravano volerle dire tante cose.
Emily scosse la testa, per snebbiarsi il cervello e mormorò uno — Scusa — abbassando gli occhi e iniziando a fissarsi i piedi... “Possibile che le scarpe venissero nascoste così tanto dal mantello della divisa? Non ci avevo mai fatto caso...” Emily cercava di pensare a qualcosa che la calmasse.
- Non devi scusarti di nulla - le disse lui avvicinandosi - Se non ho capito male, stai cercando un cane? - lei fece di sì con la testa, senza aprire bocca... perché la bocca le si era seccata...
Lui, infatti, si stava avvicinando a lei mentre parlava.... era ad un braccio di distanza... ora era proprio di fronte a lei. Emily poteva vedere i suoi piedi, nudi, spuntare dai pantaloni vicini ai suoi. Erano piedi lunghi ed affusolati. Alzò leggermente il capo, per guardarlo, e si accorse che il ragazzo era decisamente alto, lei non gli arrivava nemmeno alla spalla.
- Direi che il tuo cane non è in questa stanza - continuò lui - Ma se mi dai una descrizione io e i miei amici potremmo aiutarti a cercarlo. -
A quelle parole Emily si riscosse... Alzò il viso e fissandolo negli occhi - No... Scusa ancora per il disturbo. - si voltò di scatto e uscì di corsa dalla stanza volando quasi sulle scale che la portavano nella Sala Comune di Grifondoro.
- Aspett... - lui fece per seguirla, poi si ricordò di essere ancora a piedi nudi e tornò verso il letto per infilarsi calzini e scarpe. Scese le scale mentre ancora si infilava la seconda scarpa, rischiando così di cadere ad ogni gradino, ma col fiato in gola per paura di averla spaventata.

Remus

Era in pensiero: orami erano 4 giorni che Sirius era sparito dalla circolazione. Aveva paura. Sapeva che l’ultima luna piena era stata molto movimentata per i suoi amici. Stava crescendo e con lui stava crescendo la sua forza come Lupo Mannaro. E sapeva che invece James e Sirius non stavano incrementando la loro forza alla stessa velocità sua. Era in pensiero perché aveva paura di aver indebolito troppo Sirius: ricordava, a mala pena, che aveva graffiato qualcuno di loro. E siccome non era James, di sicuro doveva essere Sirius.
Sirius... James continuava a ripetergli di non preoccuparsi, che sapeva che era al sicuro, però non voleva dirgli il motivo, né dove si trovava in quel momento.
James era seduto in una delle poltrone di fronte al grande caminetto della Sala Comune, mentre lui non riusciva a stare fermo e continuava a passeggiare per la Sala, con una tale inquietudine che ogni tanto James gli lanciava un’occhiataccia in tralice.
- Perché non ne approfitti per studiare Lunastorta? - la domanda di James gli giunse inaspettata, si stava voltando per rispondergli quando dalle scale della torre dedicata ai dormitori dei ragazzi un’ombra uscì di corsa e, non vedendolo, gli sbatté addosso facendolo rovinare a terra.
James si era alzato di corsa per raggiungerlo. La figura, che in effetti era parecchio leggera rispetto a quanto Remus si sarebbe aspettato, si muoveva sopra di lui cercando di alzarsi, quando un ragazzo, reggendosi su un piede solo mentre era impegnato a indossare una scarpa sull’altro piede e a scendere le scale il più velocemente possibile, non fece a tempo a fermarsi, pur avendo intravisto la scena ai piedi delle scale, e cadde addosso alle due figure ancora in terra.
- Aught! - urlarono in contemporanea Remus e l’altra figura.
James, che dalla sua posizione aveva assistito a tutta la scena rimanendo incolume, guardò per mezzo secondo i tre e poi scoppiò in una sonora risata, che fece voltare tutti verso di lui.
Altri ragazzi erano in quel momento nella sala comune e la risata di James attirò la loro attenzione sui tre: quasi tutti iniziarono a ridere, molto più sommessamente di James, ma comunque a ridere.
Solo uno ebbe il coraggio di commentare - Che bel sand”witch” avete formato!- [NdA: witch significa strega].
Si trattava di Arthur Weasley, un ragazzo alto, rosso di capelli e tutt’ossa del settimo anno. Molly Prewett, la sua ragazza, che stava ridacchiando nascondendosi dietro la mano, alla battuta gli diede un pizzicotto sul braccio, per fargli capire che non aveva gradito. Weasley la guardò per un momento arrabbiato, ma poi i dolci occhi marroni della sua ragazza lo distrassero talmente che si dimenticò completamente dei tre.
Remus stava ancora cercando di capire la battuta quando si accorse che i pesi sopra di lui si stavano muovendosi.
- Caspita che volo, meno male che Remus è un atterraggio abbastanza morbido. -
La voce che aveva pronunciato quelle parole era una voce che Remus conosceva bene. Si stava alzando anche lui, aiutato da James che era ancora in preda a delle risatine nervose, quando alzando gli occhi vide il ragazzo che gli era piombato addosso: Sirius!
Era talmente sollevato di vederlo lì con loro, presumibilmente incolume, che non si accorse della terza figura finché non sentì Sirius rivolgersi a lei.
- Certo che sei veloce quando scappi... Hai mai pensato di giocare nella squadra di Quidditch? Se sei veloce con la scopa come con le gambe saresti un ottimo sostegno per James! -.
Remus spostò finalmente l’attenzione da Sirius all’altra persona, così come stava facendo James, il cui riso nervoso era cessato improvvisamente a sentir Sirius parlare di Quidditch.
Una ragazza! Remus era allibito. Quella che gli era piombata addosso era nientemeno la ragazza che James aveva punzecchiato solo poche ore prima chiedendole di Sirius e … cosa diamine ci faceva lei nei dormitori dei ragazzi quando Remus era sicuro di averla vista salire in quelli delle ragazze?
La faccenda si faceva complicata. E poi, notò improvvisamente Remus, da quando Sirius parlava di Quidditch ad una ragazza? Fino ad ora i suoi approcci si erano limitati ad un cenno del capo ogni volta che qualche ragazza gli chiedeva di uscire.
Non che quelle storie avessero mai segnato l’amico, questo Remus lo sapeva bene.
Lo poteva vedere. Sirius nemmeno si interessava del nome di una qualsiasi delle ragazze con cui usciva.
Remus cercò con lo sguardo James e quello che vide confermò i suoi sospetti. James aveva un sopracciglio alzato mentre osservava l’amico cercare di far parlare quella ragazza, che doveva essere assai spaventata, visto che continuava a guardarli tutti e tre senza proferire parola.
Finché Sirius, avendo capito che nulla di quello che stava blaterando stava raggiungendo la ragazza, si rivolse a James con una frase che sconvolse Remus per il tono finto casuale con cui la pronunciò.
- James, questa ragazza stava inseguendo il suo cane... un grosso cane nero... ed è giunta fino alla nostra stanza... Per caso potresti aiutare me e lei a trovarlo? -

James

- James, questa ragazza stava inseguendo il suo cane... un grosso cane nero... ed è giunta fino alla nostra stanza... Per caso potresti aiutare me e lei a trovarlo? - Sirius aveva pronunciato quella frase con una tale non-chalance, anche se fissando i propri piedi, cosa molto sospetta per tipo sicuro ed arrogante come Sirius, che James per poco non cadde a terra dalla sorpresa.
“Stava inseguendo te nelle vesti di Felpato, allora?” la frase si materializzò nella mente di James e nei suoi occhi castani, che si erano fissati in quelli di Sirius.
Remus, alla sua sinistra, aveva emesso un gemito che aveva distolto sia James che Sirius da quella conversazione con gli occhi. James si riprese quasi subito, sperando che Remus facesse altrettanto.
- Ah, Felpato... stavi per caso cercando il mio cane? - la frase che James pronunciò in direzione della ragazza ebbe sui presenti tre effetti differenti.
Sirius lo ringraziò con gli occhi perché gli stava reggendo il gioco, Remus voltò sgranando gli occhi su James chiedendosi cosa volevano combinare gli amici, sperando di non dover intervenire per salvarli da qualche guaio, mentre la ragazza... Bhè per la prima volta alzò il viso a guardare James e lui si stupì dell’intensità di quello sguardo, nonché della preoccupazione che quegli occhi verdi esprimevano: “preoccupazione ma per chi?” si chiese James.
- Felpato - la sua voce era quasi un sussurro e i tre ragazzi fecero molta fatica a sentirla - Allora è così che si chiama? Gli si addice proprio. - un leggero sorriso illuminò il viso della ragazza, ma più della bellezza di quel sorriso, che James ammise a se stesso essere proprio incantevole, si stupì della reazione del suo amico. Sirius stava sorridendo guardando la ragazza con due occhi teneri e dolci come mai James li aveva visti. Cosa diamine gli stava capitando? Quello non era il solito Sirius!
- Ma... ma... è ferito ad una zampa! -
James si voltò di scatto verso la ragazza che aveva quasi urlato quelle ultime parole. La fissò sgranando leggermente gli occhi, poi si voltò verso Sirius, cercando di non farsi notare da lei, lo guardò scuotere leggermente la testa e fare il gesto di muovere tranquillamente il braccio... ma il dolore lo bloccò a metà costringendolo ad abbassare il braccio e stringerlo con l’altra mano, facendo una bella smorfia di dolore. Fu in quel momento che James capì perché l’amico era stato lontano tanto a lungo.
- Non preoccuparti, ragazzina. Grazie per avermi avvisato, mi ero chiesto dove potesse essere finito quella piccola peste... ora lo so. - la frase di James non convinse per niente Emily.
- Ma... io e Lily volevamo portarlo a fare una passeggiata... sono tre giorni che non esce... se la zampa gli farà ancora male...-
- Stai tranquilla. - le disse James, allungando una mano e carezzandole una guancia, giusto per vedere la reazione di Sirius, che subito si rabbuiò - Se la zampa gli farà male vedrai che tornerà. Ti ringrazio di cuore per esserti presa cura di Felpato. E ringrazia anche la tua amica... Lily Evans, giusto? -
- Sì. -
Detto ciò, e senza lasciare il tempo a nessuno di fargli altre domande, James si voltò verso la scala che portava al dormitorio, prendendo Sirius per il braccio, ovviamente non quello ferito, e trascinandoselo dietro. Remus rimase sbigottito per qualche secondo, poi salutò la ragazza e seguì correndo gli amici.
  
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