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Autore: Vala    29/01/2010    1 recensioni
Il percorso di una ragazza attraverso i vari cicli scolastici, brevi episodi prendendo spunto dalla memoria per descrivere come una bambina preferisce crescere cercando di isolarsi dalla vita comune scegliendo la fantasia al di sopra della realtà fino alla maturità, quando la società la porterà a stringere legami con il mondo esterno al di fuori della sua testa.
1 stadio - asilo
2 stadio - elementari
3 stadio - medie
4 stadio - superiori
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“…fine!”.
Mi alzo seduta sul letto sgranchendomi le ossa della schiena. Sono un paio d’ore che sono sdraiata a leggere sotto la luce forte del faretto a illuminare le pagine piene di scritte fitte fitte, come piacciono a me. Tante pagine, tante parole e tanta fantasia messa nera su bianco con abilità. È almeno la quinta volta che leggo questo libro ma non mi stancherò mai. Amo profondamente il suo modo di scrivere, ho tutte le sue pubblicazioni in italiano e appena potrò ho già in mente di comprarmi anche le edizioni originali in inglese. Bacio la copertina di “Intervista col vampiro”, accarezzo con grande aspettativa quella di “Scelti dalle tenebre” e mi alzo un po’ in certa sulle gambe. Sto per fare qualche passo in direzione della porta alla volta della cucina per prendere un bicchiere d’acqua prima di immergermi nuovamente nel mondo nella mia testa, quando mia madre spalanca la porta della camera con aria irritata.
“Lo sai, oggi è sabato sera” mi dice grave come se non lo sapessi. Ecco che riparte! Con un sospiro mal celato mi risiedo sul letto mentre mia madre attacca con la solita tiritera: devo uscire, farmi degli amici, vivere la mia vita, non stare sempre chiusa in camera su romanzi che non servono a nulla, storie di vampiri e mostri simili che le fanno schifo…il mio cipiglio da annoiato-neutrale si trasforma in belva inferocita mentre la sento insultare i miei libri preferiti. Lei se ne accorge, esce dalla stanza e continua a distanza di sicurezza con le sue litanie che sono perfettamente udibili finché non mi sdraio di nuovo sul letto e mi infilo gli auricolari con la musica rock a tutto volume. Ah, sempre la stessa storia. Ma a che mi serve uscire quando tutto quello che mi serve è in questa mia stanza? Ho una parete di libri che mi guardano benevoli, della musica ad aiutarmi nell’isolamento disperato dal mondo, un morbido cuscino sotto la testa e voglia di sognare a palate. Possono forse le relazioni sociali darmi la stessa scarica lungo il corpo mentre sogno mondi popolati da draghi, risse con nani, elfi aggraziati che praticano magie naturali, bande di motociclisti, cantare su un palcoscenico, o anche solo essere alta un po’ più di un metro ed uno sputo e possedere un corpo da urlo?
Il ritmo di una canzone scatenata evoca alla mente immagini di un club come quello in cui sono stata una volta per caso in una delle mie rarissime uscite mondane. Alzo il volume. Dentro le orecchie solo la batteria e mentre chiudo gli occhi mi percepisco avanzare sui miei stivaletti neri col tacco alto, avanzo verso la batteria, verso la chitarra ed il basso elettrico, verso la voce graffiante del cantante che mi ha notata. E come non notarmi, ho lunghi capelli argentei raccolti in un’alta coda di cavallo che mette in risalto i lineamenti nobili. Eccola la mia preda, è uno splendido ballerino che ondeggia al ritmo scatenato sotto il palco. Si dimena come un folle attorniato da altri amici, ragazzini insignificanti di fronte al pulsare forte del sangue dello splendido essere che si volta ora a guardarmi. Si è accorto delle mie intenzioni? Impossibile, non sono così stupida, nei miei 140 anni di caccia ho accumulato abbastanza pratica del mondo per non venire scoperta dal primo mortale di cui mi voglio cibare. Gli sorrido accattivante e comincio la mia seduzione con movimenti sinuosi dei fianchi. Mi dimeno nella sua direzione mulinando le braccia, accarezzandomi l’incavo dei seni, facendo schioccare i capelli al punto che lo sferzo con la mia coda alta. È piacevolmente sorpreso, posso annusare l’eccitazione derivante dall’accoppiamento che emana. Ah sì, ecco quello che cerco, del sangue giovane e caldo sotto la lingua e mani forti che mi aggrappano la carne cariche di desiderio e paura.
“Ehi straniero…” gli sussurro all’orecchio indietreggiando mentre me lo trascino dietro. Troppo facile. La musica cambia, è un lento. Lui cerca di tirarmi di nuovo sotto il palco per pavoneggiarsi della conquista, ma io ho fretta, ho voglia. Non posso attendere oltre prima di sentirlo sotto le mani. Mi accarezzo più insistente il corpo, un invito impossibile da rifiutare e infatti non può rifiutarlo mentre segue con le dita gli stessi movimenti che ho fatto io poco prima, lungo le spalle, giù a disegnare i contorni del seno, fino alla morbida curva di un fianco e più giù a invocare il caldo fuoco della passione. Basta non resisto più!
Ruoto su me stessa, lo sbatto contro un muro. Sento la solidità delle sue spalle, il suo petto che si alza e abbassa mentre si china rapido a stamparmi un bacio sulla fronte. Sbagliato ragazzo, più giù! Accolgo le sue labbra sulle mie con gratitudine, le lingue si intrecciano. Pericolo, pericolo! Ecco, li ha sentiti, ma ormai è troppo tardi, i miei canini hanno già graffiato la sua lingua, il sangue comincia a scivolare nella mia gola e io non sono più in grado di capire nulla. Finalmente sangue giovane,…
Qualcosa mi strappa con violenza le cuffie dalle orecchie, la musica si interrompe di botto, io mi alzo di scatto, sulla mia guancia il segno del cuscino e sul cuscino una traccia di saliva ove avevo affondato il viso con forza. Mia madre mi guarda quasi schifata, mi accusa di fare cose proibite e malsane, poi mi dice di venire a mangiare. Mentre esce dalla stanza mi lecco le labbra con malizia, la mia mano scivola un’ultima volta lungo il mio corpo accaldato. Ah mammina cara, se sapessi…possono i rapporti sociali darmi quello che ho ora? Io non credo. Tuttavia sono stanca di questi continui attacchi, se continua così è capace di sequestrarmi i miei adorati libri, spunto per tante avvincenti vite nella mia mente. E questo non posso permetterlo.
“Domani posso andare al cinema?” annuncio a cena. Mia madre è felice, mio padre non dice nulla come al solito. Io sorrido da brava figlia e intanto penso a come convincere le ragazzine dall’animo romantico a evitare film d’amore per sceglierne uno d’azione. Se non altro non sarà tempo perso, avrò l’occasione di immergermi in un altro dei mondi fantastici che amo più della realtà.
Sulle labbra il vago sapore del sangue della bistecca, fuori dalla finestra i pipistrelli volano. Il mio cuore vola con loro nella notte. Domani sera potrò essere un’avventuriera in cerca di denaro e gloria, ma questa sera, questa sera ancora una volta sono un vampiro immortale e libero.
  
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