Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Laurelin    30/01/2010    1 recensioni
La Compagnia si è sciolta e la Guerra dell'Anello si avvicina. Rohan e Gondor stanno per subire gli attacchi di Saruman e Sauron, mentre il Portatore dell'Anello si avvia verso Mordor con il suo fedele scudiero: cosa faranno gli altri Viandanti?
E' l'ora di fare alcune scelte: saranno prese le giuste decisioni?
Una mia rivisitazione delle Due Torri e del Ritorno del Re, parte della saga "Racconti della Terra di Mezzo", What if? e OOC per alcuni personaggi, con elementi ripresi sia dal libro che dai film
Presenza di nuovi personaggi, Boromir sopravvive, Aragorn/OC, Boromir/OC e altre...
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aragorn, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Racconti della Terra di Mezzo'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

 

Dopo aver inseguito gli orchi per tre giorni e tre notti, Aragorn, Boromir, Legolas e Gimli si erano resi conto che i rapitori dei loro amici erano agli ordini di Saruman e li stavano portando ad Isengard. Ormai disperavano di riuscire a raggiungerli in tempo, anche se avevano recuperato terreno, dato che Isengard era ormai molto vicina.
Quello che i quattro non sapevano era che gli orchi erano già stati attaccati durante la notte ai confini della foresta di Fangorn da Éomer ed i suoi uomini e che Merry e Pipino si erano rifugiati nella foresta dove erano stati trovati da Barbalbero.
Poco dopo videro un numeroso gruppo di cavalieri venire verso di loro e si fermarono, pensando che probabilmente quegli uomini sapevano qualcosa degli orchi che stavano inseguendo.
Nonostante fosse pieno giorno e i quattro fossero bene in vista, i cavalieri non li videro e li oltrepassarono tutti, merito questo dei mantelli di Lorien che i Viandanti indossavano e solo quando tutto il gruppo li superò Aragorn li richiamò, facendosi vedere.
-Cavalieri di Rohan, quali notizie dal Mark?- chiese e subito i cavalieri girano i cavalli e tornarono indietro, circondandoli, mentre uno di loro, quello che probabilmente era il loro capo, si fece più avanti degli altri.
-Quali sono i vostri nomi e cosa fate nelle terre del Mark, stranieri? Parlate in fretta! E in che modo siete sfuggiti ai nostri occhi? Siete forse di stirpe elfica?-
-Solo uno di noi appartiene alla stirpe elfica, Legolas del Reame Boscoso nel lontano Bosco Atro, ma siamo passati da Lothlórien e i doni e la benevolenza della Dama ci accompagnano.- spiegò Aragorn e sentendo quelle parole il cavaliere divenne diffidente
-Allora esiste davvero una Dama nel Bosco d’Oro! Ma dicono che ben pochi riescano a sfuggire alle sue reti e se godete della sua benevolenza potreste essere anche voi tessitori di reti.- e lanciando uno sguardo diffidente agli altri tre proseguì chiedendo loro perché stessero zitti.
Gimli inveì contro il Rohirrim, chiedendogli quale fosse il suo nome e rimproverandolo per ciò che aveva detto sul conto della Dama di Lorien.
-Egli è Éomer, figlio di Éomund, Terzo Maresciallo del Riddermark e nipote del sovrano di queste terre, Gimli. Ma noto che la tua cortesia ultimamente è diminuita Éomer.- disse Boromir, abbassando il cappuccio del mantello.
-Boromir di Gondor! Quale sorpresa! Non avrei mai pensato di rincontrarti in queste circostanze e in tale compagnia! Spero che mi dirai i nomi degli altri tuoi compagni e i vostri scopi- rispose Éomer, sorpreso ma molto più rilassato di prima
-Il mio nome è Aragorn, figlio di Arathorn ed egli è Gimli figlio di Glóin. Inseguiamo un gruppo di Uruk-hai, diretti ad Isengard, che hanno rapito due nostri compagni.- spiegò Aragorn
-Saruman ha avvelenato la mente del Re e stabilito il dominio su queste terre. La mia compagnia è di quelle fedeli a Rohan e per questo veniamo banditi, dato che ormai Théoden non sa più riconoscere gli amici nemmeno nella propria stirpe e Théodred giace ormai morente ad Edoras.-
Poi Éomer disse che lui ed i suoi uomini avevano ucciso tutti gli Uruk-hai ma non avevano trovato traccia di prigionieri, uomini o bambini che fossero, ma prestò loro tre cavalli, augurando loro che la ricerca non fosse vana, anche se la speranza sembrava aver abbandonato le terre di Rohan. Poi li avvertì che Saruman era astuto e pericoloso e si diceva che vagasse qua e là come un vecchio con mantello e cappuccio e che ovunque le sue spie sfuggivano alle reti di Rohan prima di partire a cavallo insieme ai suoi uomini, diretto verso Nord.
Aragorn salì su uno dei cavalli, Boromir su un altro e Legolas, con Gimli dietro, sull’ultimo e si diressero verso il campo della battaglia nella speranza di trovare tracce dei loro amici, o almeno i loro corpi.
Durante la ricerca si accorsero che i due erano riusciti a fuggire nella foresta di Fangorn, nonostante la ritenessero pericolosa, s’inoltrarono tutti e quattro senza esitare alla ricerca degli hobbit.

Ad un certo punto videro lo stregone bianco e decisero di attaccarlo senza dargli il tempo di parlare, per evitare i suoi incantesimi, ma il mago li sconfisse senza difficoltà per poi rivelarsi Gandalf, sopravvissuto allo scontro con il Balrog e tornato di nuovo per terminare il suo compito. Aggiunse anche che adesso era Gandalf il Bianco e che tornava da loro al mutare della marea perché una parte del loro viaggio era terminata e un'altra stava cominciando, dato che si dovevano dirigere immediatamente a Rohan dove la situazione era difficile e la guerra contro Saruman alle porte.
Poi Gandalf riferì loro alcuni messaggi da parte di Galadriel e aggiunse che Merry e Pipino avevano un altro compito e che erano stati portati a Fangorn perché stava per succedere qualcosa che non accadeva dai tempi remoti e che nella foresta c’era un grande potere che si stava risvegliando. Aragorn gli fece notare che non aveva assolutamente perso la sua vecchia abitudine di parlare per enigmi.
Gandalf spiegò che gli Ent stavano per svegliarsi per poi chiamare il suo stallone, Ombromanto, signore dei Meares, gli splendidi destrieri di Rohan.  Insieme a lui arrivarono i cavalli che i Rohirrim avevano prestato ad Aragorn, Legolas e Boromir e montarono tutti in sella, partendo alla volta di Edoras.
Si vedevano già i primi bagliori dell’alba, quando Aragorn, svegliatosi prima degli altri, vedendo Gandalf intento a fumare si avvicinò lui. Lo stregone gli disse che per quanto Sauron fosse potente, non si sentiva ancora tanto sicuro da poter ignorare l’erede di Númenor. Sapendolo ancora vivo, temeva lui e quello che era diventato e per questo avrebbe colpito il mondo degli uomini e lo avrebbe fatto in fretta, servendosi di Saruman per attaccare Rohan. La terra di Théoden doveva riuscire a difendersi da sola, ma era debole e pronta a cadere, e per di più il re aveva la mente incatenata da un incantesimo di Saruman. Aiutare Rohan era il loro primo compito, difficile certo, ma in ogni caso, nonostante la forza di Sauron e Saruman, loro avevano un vantaggio: Frodo e l’Anello erano nascosti e i loro nemici non potevano nemmeno lontanamente immaginare che loro volessero distruggerlo. Molto sarebbe dipeso dalla velocità e dalla segretezza con cui Frodo avesse portato a termine il suo compito e doveva portarlo a termine da solo. Sentendo che anche Sam era con Frodo, Gandalf si rassicurò, sapendo che Sam avrebbe aiutato Frodo a non cedere all’Anello.

Quello che non sapevano era che durante la notte, nella capitale di Rohan, qualcuno aveva continuato a mettere in atto i piani dei loro nemici: Gríma Vermilinguo era entrato nella stanza del principe Théodred, con l’intenzione di mettere fine una volta per tutte alla vita dell’erede del suo sovrano, dato che l’agguato degli Uruk-hai, organizzato da Saruman con la sua complicità non era completamente andato a buon fine.
Pochi minuti dopo usciva dalla stanza, stando attento a non essere notato ed estremamente soddisfatto per aver raggiunto il suo scopo: dopotutto, chi avrebbe potuto sospettare che qualcuno si fosse preso la briga di uccidere un uomo morente e incosciente e nessuno avrebbe sospettato o scoperto che il principe Théodred fosse morto soffocato, prima di essere ucciso dalle ferite riportate.

 

Nei pressi della breccia di Rohan

Erano passate parecchie ore dal momento in cui avevano incontrato Aragorn, Boromir, Legolas e Gimli, ed era ormai pomeriggio inoltrato quando Éomer ed i suoi uomini, che costeggiavano la foresta di Fangorn, avvicinandosi al Limlaith, videro in lontananza due cavalieri che venivano verso di loro. Entrambi indossavano l’armatura completa, con i volti celati da elmi e montavano splendidi destrieri, indubbiamente di gran valore e paragonabili ai Meares di cui Rohan era tanto fiera e il manto di uno dei due animali era bianco splendente, mentre quello dell’altro era nero come la notte.
Non appena intravidero i Rohirrim, i due spronarono i loro cavalli al galoppo per raggiungerli, sorpresi di vedere un gruppo di Eorlingas tanto lontani dalle loro fortezze, per poi fermarsi a poca distanza dal gruppo e smontare da cavallo togliendosi gli elmi: entrambi mostravano all’incirca venticinque anni e sarebbe stato difficile darne loro più di una trentina. Uno dei due era un uomo alto, dai capelli neri e gli occhi grigi, l’altra una ragazza, alta e slanciata, con lunghi capelli d’oro ondulati e gli occhi di un azzurro scuro tendente al violetto, decisamente molto bella.
-Laurelin, Beren sono felice di rivedervi, anche se questo è veramente un bruttissimo momento per Rohan.- li salutò Éomer
-Éomer! Cosa ci fai da queste parti? Sbaglio o dovresti essere ad Edoras?- chiese Beren
-Gríma Vermilinguo ha avuto la meglio, purtroppo. Théodred è stato ferito mortalmente in un agguato dagli Orchi di Saruman e quando sono partito giaceva incosciente e morente nel suo letto, senza alcuna possibilità di salvezza ed io sono stato esiliato e per di più temo che Vermilinguo abbia messo gli occhi sulla mia adorata sorella. E le brutte notizie non finiscono qui.- spiegò Éomer
-Cos’altro è successo, Éomer?- chiese Laurelin, molto preoccupata da quelle notizie
-Ieri mattina ho incontrato Boromir di Gondor insieme ad alcuni compagni e mi hanno informato che Gandalf il Grigio è morto a Moria, ma non mi hanno spiegato per quale motivo sia entrato lì dentro ed è anche per questo che sono stato felice di vedervi arrivare.- fu la risposta
-Come facevi a sapere che eravamo proprio noi, Éomer?- chiese Beren, incuriosito
-Beh, Aglar e Thalion sono decisamente inconfondibili, specie per qualcuno che ama i cavalli, non credete anche voi?- disse Éomer riferendosi ai bellissimi destrieri dei due. Laurelin, sentendo quelle parole, sorrise e accarezzò il suo Aglar, mentre Beren disse che solo un Rohirrim avrebbe potuto fare simili considerazioni, rimontando sul suo splendido cavallo nero. Tanto Laurelin quanto Beren, nonostante cercassero di non mostrarlo troppo erano veramente molto preoccupati e rattristati per le notizie portate loro da Éomer, soprattutto perché sentivano che adesso, anche il peso del compito di Gandalf e lo scontro con Saruman sarebbero ricaduti sulle loro spalle, ma convinsero Éomer ed i suoi uomini a seguirli ad Edoras, dicendo loro che avrebbero convinto il re a perdonarli e che erano sicuri di riuscirci, anche perché era probabile che Théoden non sapesse nemmeno di averli banditi.


Edoras

Éowyn, disperata per la morte del cugino, per la propria solitudine, disgustata dal discorso e dalla doppiezza di Vermilinguo era corsa all’ingresso del palazzo, per sfuggirgli e nella speranza che il vento la facesse sentir meglio. Vedendo la bandiera di Rohan, che il vento aveva strappato dalla sua asta, volare e depositarsi oltre le mura, vicino ad un gruppo di cavalieri in arrivo, si chiese se fosse un buon presagio o se invece fosse stupido continuare a conservare la speranza in un futuro migliore.
I cavalieri erano i cinque Viandanti, ormai giunti alla loro meta, che prima di essere introdotti al cospetto del re, furono costretti dalle guardie, che obbedivano ad un ordine di Gríma, a lasciare le loro armi fuori dalla sala. Obbedirono, ma non senza qualche protesta, anche se quando il capitano disse a Gandalf di lasciare anche il suo bastone, lo stregone rispose che non era giusto separare un vecchio dal suo appoggio, per poi scambiare uno sguardo con Aragorn.

L’accoglienza che re Théoden diede loro non fu delle migliori, nemmeno per Boromir, che a Rohan era poco conosciuto, dal momento che Gríma, il consigliere del Re, gli suggeriva di dire a Gandalf Corvotempesta, come lo chiamava lui, che non era il benvenuto. Quando Gríma si accorse che le guardie non avevano tolto il bastone allo stregone urlò, rimproverando le guardie di aver disubbidito ai suoi ordini, costringendo Aragorn, Legolas, Boromir e Gimli a bloccare i soldati con la forza per impedire loro di raggiungere Gandalf.  Mentre Gimli teneva bloccato Gríma e Aragorn fermava Éowyn, che preoccupata per lo zio voleva raggiungerlo, Gandalf rivelò di essere diventato il Bianco e ruppe l’incantesimo di Saruman, liberando Théoden, che da vecchio incanutito, pieno di rughe e quasi incapace di muoversi, ritornò a mostrare la sua reale età, ancora alto e fiero, con molte rughe in meno e capelli e barba biondi. Éowyn, non appena Aragorn la lasciò andare, corse dallo zio abbracciandolo felice, soprattutto quando lui la riconobbe. Théoden ringraziò quindi Gandalf, si alzò e uscì a respirare di nuovo l’aria di Rohan, per poi cacciare Gríma e ricevere l’omaggio dei suoi uomini,. Poi chiese notizie di Théodred ed Éomer, che non vedeva insieme agli altri e provò un fortissimo dolore quando lo informarono della morte di Théodred e dell’esilio di Éomer, mentre insieme a Éowyn dava il benvenuto agli altri suoi ospiti.




Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come l'entrata in scena dei primi due nuovi personaggi di questa storia.

Grazie per la recensione Thiliol e spero che la storia continui a piacerti e interessarti
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Laurelin