“Ino,
aspetta, Ino!”
Quando Ino
si girò, avendo ritrovato il coraggio di parlare, lo fece con voce rotta e le
lacrime agli occhi: “Sai Shikamaru, ti credevo tante cose, ma meschino…” Non
riuscì a proseguire oltre, voltandosi di scatto e facendo volare i capelli
nell’aria fredda di fine dicembre, prendendo a correre in maniera scomposta
verso nemmeno lei sapeva dove.
Shikamaru
prese fiato prima di correrle dietro.
“Ino, vuoi dirmi che ti prende?” fece afferrandola per un
braccio e costringendola a voltarsi verso di sé. “Mi dispiace, non l’ho fatto
apposta…”
“Non l’hai fatto apposta?” Ino ora piangeva apertamente, le lacrime che le
rigavano il mascara sul volto.
“Non- non
intendevo…” Shikamaru non sapeva da che parte cominciare. Vederla in lacrime
l’aveva sempre lasciato in quello stato d’impotenza.
“A me pare
che intendessi, invece” rispose la ragazza con astio, prendendo a singhiozzare
contro la sua volontà. Shikamaru le prese le spalle, e lei si scrollò le sue
mani di dosso: “Non mi toccare!”
“Ino…”
“Non mi
toccare, ho detto!” urlò lei, in mezzo alla strada. Due passanti si voltarono.
Shikamaru
sospirò: “Va bene, ma… ascoltami, d’accordo?” fece piano.
Ino scosse
il capo: “Hai veramente intenzione di spiegarmi nei dettagli perché mi hai
fatto questo?” singhiozzò.
“Ino,
sediamoci per piacere” chiese lui con tono ragionevole.
“Credo
proprio che ne avrò bisogno” rispose lei accomodandosi sulla panchina indicata
dal ragazzo e affondando la testa tra le mani. “Parla” disse poi.
“Non puoi
guardarmi mentre lo faccio?” chiese Shikamaru.
“Sto
facendo uno sforzo enorme anche solo a stare qui, Shikamaru, la mia pazienza ha
un limite”
“Va bene”
acconsentì Shikamaru “Anche se mi sembra che tu stia facendo una scenata…”
“Una
scenata? Una scenata?” ripeté incredula Ino, guardandolo con tanto d’occhi.
“Sì”
confermò Shikamaru. Ino riprese a piangere, e lui fece la mossa sbagliata di
prenderle la mano.
“Ho detto
di non toccarmi!” sibilò lei, pericolosa.
“Scusa”
fece Shikamaru radunando la poca pazienza che gli era rimasta. Quella serata
era cominciata male, malissimo, e ora ci si metteva pure Ino coi suoi capricci
sul ritardo.
“Spiega” lo
freddò lei.
“Non volevo
arrivare in ritardo” argomentò lui “è solo che…da dove comincio?”
“Se non lo
sai tu” il tono di Ino era glaciale.
Shikamaru
sospirò e Ino fece altrettanto, solo che la sua esalazione parve molto più
minacciosa.
“Mi sono
preparato per venire, mi sono messo i vestiti consigliati da mia madre perché
pensava ti piacessero, sono uscito di casa e per strada ho incontrato questa ragazza…”
Ino rise
istericamente.
Shikamaru
decise di ignorarla e continuò: “Camminava davanti a me, per un tratto, l’ho
notata perché aveva una camminata davvero distintiva…”
“Possiamo
saltare questi particolari? Non mi interessano e non so neppure perché io sia
ancora qui…”
Shikamaru
evocò tutta la pazienza che aveva in corpo: “Per farla breve, l’ho vista
accasciarsi a terra, e ho fatto appena in tempo a prenderla al volo prima che
sbattesse la testa…”
“Il che
continua a non spiegare il rossetto rosso che hai sulla camicia!” tuonò Ino,
incapace di trattenersi ancora a lungo.
“Quale… cosa?”
chiese Shikamaru, confuso.
“Non fare
il finto tonto!” fece lei, prendendolo per il bavero e mostrandogli il tessuto
incriminato.
“Beh,
quello…” fece Shikamaru.
“Non era previsto,
eh?” domandò Ino, saldando la presa.
“No, dev’essere stato quando…”
“Risparmiami!”
urlò Ino lasciandolo e alzandosi con tutta l’intenzione di andarsene.
Shikamaru la
guardò un secondo, poi scoppiò a ridere: “Stupida, stupida donna…” rise di
gusto.
Ino si
voltò indignata, pronta a rispondere con un insulto che ancora non le giungeva
alle labbra.
Shikamaru
però fu più veloce, si alzò, le afferrò la vita e la attirò a sé, prendendo a
baciarla con vigore.
“Bastardo!”
si negò Ino prendendo a colpirlo sul petto: “Lasciami andare, Nara, o giuro che
non rispondo delle mie azioni!”
“Nemmeno io,
con te vicina e in queste condizioni” sussurrò Shikamaru prima di prendere a
baciarle il collo. “Non pensavo che potessi essere più sensuale di quando sei
arrabbiata, ma arrabbiata e gelosa è
un’accoppiata che non avevo mai provato…” le sibilò all’orecchio.
“Nara!”
ripeté Ino, isterica.
Shikamaru
non mollò la presa, dandosi il tempo
però di guardarla negli occhi: “Non c’è niente di cui essere gelosa, Ino: ho aiutato una ragazza che era in preda alle
contrazioni, che era per strada e incinta di un altro uomo: l’ho accompagnata in ospedale e mi sono fiondato a
chiamare i parenti perché quel bambino non nascesse davanti a me che ero uno
sconosciuto, ma l’operazione ha richiesto un po’ di tempo.”
Ino si gelò
sul posto.
“E ripeto:
non pensavo potessi essere ancora più sexy: continui a dare nuove definizioni
al termine, Yamanaka” fece prima di avvolgerla
completamente tra le sue braccia e trascinarla in un bacio appassionato cui
questa volta la ragazza rispose con uguale fervore.
“Ah, buon
capodanno” fece poi Shikamaru privandosi delle sue labbra e porgendole un
pacchetto. Ino squittì di gioia, poi gli saltò di nuovo al collo: “Non avresti
dovuto!” trillò deliziata.
“Adori i regali”
alzò le spalle Shikamaru.
“Ma tu odi
capodanno” puntualizzò Ino.
“Adoro te”
replicò Shikamaru, ben cosciente di essersi guadagnato altri cinque minuti di
paradiso.
Scusatemi tantissimo, ma sono di
corsa e non ho tempo di rispondere decentemente alle recensioni… spero che
comunque apprezziate il capitolo! Un bacione, alla prossima!
Vostra frettolosissima WT