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Autore: ShunLi    07/02/2010    0 recensioni
Seri ancora non poteva credere che fosse davanti a lei: un bambino di una bellezza dolcissima, nato da chissà quanti giorni, che stava per morire assiderato in un vicolo buio della città. E lei lo aveva salvato. Si chiese, di riflesso, perchè lo avesse trovato proprio lei.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Faceva freddo in quel luogo desolato.
Non c'era nessuno se non qualche gatto randagio che frugava nell'immondizia.
Seri passò di lì per tornare prima a casa, una scorciatoia che tagliava la strada principale. Camminava piano, senza fretta, con le cuffie del suo lettore musicale nelle orecchie.
Si avvolse ancor di più nella sua sciarpa bianca, faceva davvero freddo quella sera.
All'improvviso sentì un pianto acuto, fortissimo.
Era di un neonato, ne era sicura.
Il suo cuore cominciò a battere velocemente, credeva di esser vittima di uno scherzo. Ma il pianto divenne più forte, più disperato.
Seri si tolse le cuffie e cominciò ad avvicinarsi a quel grido tanto forte da spaventarla.
E poi lo vide.
Era un bambino, un piccolo maschietto avvolto in un lenzuolo. Ea sicuramente nato da pochi giorni, ma aveva il fiato pari a quello di un adulto. Non smetteva di reclamare attenzione, le sue guanciotte rosee erano bagnate dal continuo scorrere delle sue lacrime.
Stringeva le manine in piccoli pugni che parevano carichi di rabbia. Forse lo avevano abbandonato, ma Seri non ne era certa. Si guardò intorno, per vedere se era rimasto il passaggio di qualche altra persona. Ma evidentemente, l'unica a passare era stata proprio lei.
Seri prese il bambino in braccio e si accorse, nonostante il freddo che  faceva, che il piccolo era molto caldo.
Prontamente la ragazza lo avvolse nella sua sciarpa. Ma i singhiozzi del piccolo ancora non cessavano. Seri si fece prendere dal panico, non era molto brava con i bambini.
Quindi si avviò nella strada principale, ma nemmeno per di là passava anima viva. Che cosa strana, pensò la ragazza, eppure qualche macchina l'aveva sentita passare.
Seri sospirò, poi guardò il bambino: era bellissimo.
Chiaro, dagli occhi verdi e dai capelli castani. Quale madre snaturata aveva avuto il coraggio di lasciare così una così bella creatura?
Seri gli asciugò le lacrime con il lenzuolo e poi cominciò a cullarlo. Il bimbo, preso alla sprovvista, smise di singhiozzare. I suoi teneri occhi verdi cominciarono ad osservare la persona che lo teneva in braccio. Tese una manina in avanti sfiorando il viso della ragazza. Seri sorrise: non si spiegava il motivo, ma sentiva che quel bambino era speciale. Istintivamente pensò ad un nome. "Shinji?"
Il bambino reagì sorridendo.
"Shinji?" Lo richiamò la ragzza.
Il bambino stavolta rise. Il suo viso era allegro e attento.
"Allora è deciso: il tuo nome sarà Shinji Fujizare."
Disse la ragazza e portò con sè il bambino a casa.

La prima cosa che Seri fece, una volta rincasata con il bambino, preparò un bagno con l'acqua calda e tirò fuori tutto il necessario per prendersi cura di Shinji. Solo che abitava da sola e non aveva nè biberon, nè pannolini, nè vestitini adatti al piccolo. L'unica cosa che trovò nel suo buco d'armadio fu una tuta in ciniglia di quando lei era piccola e un ciuccietto.
"Chissà se gli va questa tutina..." Si domandò, mentre si rigirava l'indumento tra le mani. Seri aveva adagiato il piccolo sul suo letto, circondandolo di cuscini e pupazzi, in modo tale che non cadesse. Mentre la ragazza era in cucina a disinfettare il ciuccietto, il piccolo giocava con i pupazzi intorno a lui.
Ormai la vasca era piena e l'acqua calda era stata profumata con un buon detergente. Con una mano, Seri sosteneva il bambino, mentre con l'altra lo lavava delicatamente.
Shinji sembrava prenderci gusto a schizzare la "mamma" che era intenta a lavarlo.
"Sei proprio un birichino! Un birichino pulito e profumato!" Disse, mentre lo asciugava.

Seri ancora non poteva credere che fosse davanti a lei: un bambino di una bellezza dolcissima, nato da chissà quanti giorni, che stava per morire assiderato in un vicolo buio della città. E lei lo aveva salvato. Si chiese, di riflesso, perchè lo avesse trovato proprio lei.
Per fortuna Shinji non reclamò per la fame e il ciuccietto che aveva in bocca lo fece addormentare. Anche la tutina gli stava bene, nonostante fosse rosa.
L'indomani avrebbe dovuto fare un sacco di compere per lei e per il piccolo. Solo un dubbio la lacerava.
A chi avrebbe potuto lasciare il piccolo Shinji?

La mattina dopo Seri fu risvegliata da un pianto, che forte, gli rimbombava nelle orecchie. Si alzò, frastornata da quell'insistente pianto, e quando lo vide, l'unica cosa che sentì nel fondo del suo cuore fu tenerezza.
"Su Shinji, non piangere. Cosa c'è?"
Un odore non molto gradito gli fece capire il disagio del bambino.
"E' l'ora del bagno!" Ribadì Seri a gran voce.

Il pannolino d'emergenza (un fazzoletto molto grande ed accuratamente piegato) fu ben presto messo al posto dell'altro.
Il bambino ora era più tranquillo e perlomeno non piangeva più, ma quando sarebbe ricapitata la medesima cosa? O avrebbe lamentato per la fame?
"Devo lasciarti a qualcuno... Ma a chi?" Seri cominciò a pensare... Chi tra le sue conoscenze, era abbastanza maturo da non maltrattare un bambino come un giocattolo?

"Azure, ti ringrazio, ti ringrazio tanto!!" Seri era al settimo cielo.
"Ma davvero hai trovato questo bimbo nel vicolo di una strada?" Domandò l'avvenente ragazza. Aveva gli occhi viola e i capelli platino, sfumati d'azzurro. Teneva Shinji in modo un pò goffo, ma comunque soddisfacente.
"Si, ed era anche senza vestiti."
"Non capisco come abbiano potuto lasciarlo a morire lì... Per fortuna la tua mamma ti ha salvato!" Shinji rise, confortato dalle coccole di Azure. Era come se capisse i loro discorsi. Seri porse al piccolo l'orsacchiotto a cui aveva dimostrato tutta la sua morbosa affezzione e lo abbracciò a sè.
"E' davvero un bellissimo bambino." Disse Azure.
"Altrochè..."
Ci fu un minuto di silenzio in cui le due ragazze guardavano il bimbo giocare con l'orsacchiotto. Poi, ad Azure venne in mente di procurare a Seri ciò di cui aveva bisogno.
"Sei sicura che vuoi darli a me?"
Ora Shinji giaceva dentro un box, gattonando e giocando con altri giocattoli semi-nuovi.
"Certo, ormai a me non servono. Erano di mio fratello, mia madre vorrebbe solo sbarazzarsene." Disse Azure.
"Hai anche dei vestiti?" Domandò Seri. Se ne stava deliberatamente approfittando, ma in fondo sapeva che Azure sarebbe stata capace di fargli trovare uno spicchio di luna sottocasa.
"Ma certo Seri, tutto quello che vuoi. Ho anche i biberon ma devi comprare sempre dei ciucci nuovi, quelli vecchi ormai saranno pieni di batteri..." Spiegò Azure, come se fosse stata da sempre una madre.
Seri era stupeffatta.
"Accidenti Azure, dovresti fare tu la mamma! Io sono proprio negata per un ruolo del genere."
"Infatti me lo stavo chiedendo da quando sei piombata in casa mia con questo frugoletto. Avresti potuto portarlo alla polizia e invece gli hai dato un nome, premediti di crescerlo e di registrarlo al comune. Io so che tu odi i bambini Seri, e ora dovrai rinunciare ai manga che ti compri ogni mese per poter dare il latte a questa creatura."
Nelle parole di Azure c'erano durezza e amara verità.
Ma ormai Seri sentiva che non le importava più niente. Altro che manga, Shinji in un giorno era diventato la sua fonte d'ispirazione, il suo raggio di sole personale, il motivo per andare a lavorare e dare a Shinji una vita bellissima.
"Lo so Azure. Ma adesso, l'unica cosa che mi importa davvero sono quei suoi occhi verdi che mi sorridono felici."
Le parole di Seri lasciarono Azure sgomenta.
"Direi che questo bimbo abbia fatto qualche miracolo."
"Ora il miracolo lo devo fare io, comprando i pannolini giusti!" Disse scherzando.
Prima di andare via, Seri diede un lieve bacio sulla fronte del piccolo.
"Tornerò presto, fai il bravo." Gli sussurrò e Shinji la guardò, come se avesse capito il senso della frase. A volte Seri si chiese da dve Shinji venisse realmente.
  
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