Claire entrò in
camera sua, Sylar era andato via da poco, e lei aveva deciso di parlare con suo
padre, la camera era vuota, ancora.
‘Gretchen sarà a lezione’ pensò.
Prese le chiavi
della sua macchina e le lasciò un biglietto e si diresse a casa di suo padre,
ma fu solo Lauren che vi trovò, così si decise, doveva chiamare Peter.
Compose il numero e
aspettò ma risultò spento. Gli lasciò un messaggio, aveva bisogno di parlare
con qualcuno.
Nel frattempo Sylar
era arrivato a destinazione. Casa di Matt Parkman era di fronte a lui. Sorrise,
superò il vialetto e busso alla porta d’ ingresso.
“Matt è in casa
signora? – disse Sylar a Janice che subito riconobbe – sono Gabriel un suo ex
collega”
“No non c’è ma
tornerà a momenti – rispose la moglie di Matt – entri pure “
Poco dopo Matt
arrivò e spaventato mandò via di casa la moglie e il figlio con una scusa poi
si rivolse a Sylar.
“Che ci fai qui?”
“Mi ha mandato
Claire”
“Claire?”
“Si Claire Bennet,
dice che tu puoi aiutarmi”
“Aiutarti in cosa?”
chiese Matt sorpreso
“Toglimi i poteri,
bloccali nascondili, fammi tornare normale”
“Tu sei pazzo
Sylar”
“No, sono solo
stanco di essere Sylar, voglio tornare ad essere Gabriel, basta uccidere, basta
scappare, sono stanco”
“Mi dispiace non
posso aiutarti”
“Matt tu devi”
esclamò Sylar bloccando il poliziotto contro il muro e lasciandolo andare
subito dopo.
In quel momento
qualcuno bussò alla porta, Matt andò ad aprire.
“Peter, che ci fai
qui?”
“Mi devi aiutare
Matt, devo trovare Sylar. E’ importante ma nessuno sa dove…”
Peter fu interrotto
da un rumore proveniente dalla cucina.
“Sei solo” chiese
sorpreso e si diresse verso la cucina nonostante i tentativi di Matt di
fermarlo.
Quando arrivò in
cucina, Peter si bloccò. Sylar era li e Matt stava cercando di nasconderlo,
guardò il suo amico con aria interrogativa e poi si rivolse verso Sylar con lo
stesso sguardo con cui aveva guardato Matt. Dopo lunghi minuti di imbarazzante
silenzio Peter alzò le braccia e guardando prima l’ uno e poi l'altro chiese:”
Qualcuno vuole spiegarmi? “
Sylar parlò per
primo: “Claire… mi ha mandato lei qui, ha detto che Matt avrebbe potuto
aiutarmi”
“Claire? – Esclamò
Peter spaventato e avvicinandosi a Sylar –“sei già stato da lei? Come sta? Le
hai fatto del male? Ti giuro che se le hai torto un solo capello io ti uccido,
non so come ma troverò il modo”
“Sta tranquillo
Petrelli – disse Sylar staccandosi dalla stretta in cui Peter l’aveva chiuso-
non le ho fatto niente!”
“Che cosa ci fai
qui Peter?” chiese Matt avvicinandosi ai due
E Peter cominciò a
spiegare di come avesse assunto il potere della madre e del sogno che aveva
fatto
Si trovava a New
York nell’ appartamento che era stato di Isaac Mendez il pittore che Sylar
aveva assassinato come tanti altri, e li c’ erano Sylar e Claire sembrava
vivessero li insieme e sembravano innamorati e felici se non per un piccolo
particolare, Sylar ad un certo punto aveva deciso che sarebbe stato meglio per
tutti se Claire fosse morta e stava tentando di ucciderla.
Sylar sussultò.
Vivere insieme a
Claire, e nell’ appartamento del pittore del futuro per poi cercare di
ucciderla.
Non avrebbe mai
potuto uccidere l’ unica persona che forse si sarebbe interessata a lui, non
avrebbe mai potuto uccidere l’ unica persona che l’ avrebbe aiutato, l’ unica
persona che dopo così tanto tempo lo aveva fatto sentire vivo, che aveva
agitato in lui tutti quei sentimenti che non provava da così tanto tempo, o che
forse non aveva mai provato.
No non avrebbe
potuto uccidere Claire, dopotutto le visioni della signora Petrelli non sempre
si erano avverate, come quando aveva ucciso Nathan, lei aveva sognato che
Nathan sarebbe sopravvissuto, che Peter lo avrebbe salvato ma le cose erano
andate ben diversamente.
Nathan. Sylar pensò
a lui, era il padre di Claire, lo aveva ucciso, e lui stava pensando alla
ragazza molto più che come ad una semplice salvatrice. Come avrebbe mai potuto
lei, provare compassione o addirittura amare Sylar? Questo era assolutamente
impossibile.
Syalr non aveva
fatto caso al fatto che Matt sentiva perfettamente tutto ciò che stava pensando
e non si accorse di come sottovoce lo stesse comunicando a Peter e come il viso
di questo stesse cambiando espressione. Ora Peter era confuso, quello non era
il Sylar che tutti conoscevano, cosa stava succedendo all’ assassino spietato
che aveva ucciso centinaia di persone.