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Autore: Malia_    11/02/2010    17 recensioni
E finalmente... come promesso. New moon dal punto di vista di Edward.
Estratto dalla prefazione: -E io… un
mostro, un animale senza respiro, non avevo più alcun motivo
per vivere, nulla aveva più senso, niente sembrava
più avere una direzione. Guardai la luce del sole
abbracciare le figure rosse che affollavano la piazza e sorrisi appena.
Morte, unica compagnia, unica speranza. Ah quanto dolore, quanta
sofferenza...-.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: New Moon
Capitoli:
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Bene, bene, bene… a esami finiti mi posso dedicare meglio alla scrittura, che è sempre un grande piacere. Della serie “ma invece di uscire ti chiudi in casa a scrivere? Sei pazza”. Ormai lo sapevamo tutti, per chi ancora non lo sapesse. Beh… male! Vabbè che non vi cambia la vita. Allora… io ancora non ho ufficialmente cominciato con il seguire la Meyer… sarà perché non sopporto la loro divisione? Diciamocelo fra noi. Forse è così. In realtà dovrei rileggermi New Moon, ma non mi va! Non mi lanciate qualcosa, ma l’unico che rileggo con piacere è proprio Twilight. Tutto il resto anche se stilisticamente migliore, mi fa solo male. -.- Perciò evito con grazia. Ma devo farlo… affrontare il nemico!!! -.- Visto che questa mattina ho un’oretta libera da dedicare alle risposte, mi metto a rispondere ai commenti. E’ da tanto tempo che non lo faccio e la cosa mi va proprio. Sìsì. Quindi inizio:

harley1958: Ci conosciamo? Ehehehe… gioco tesoro. Allora… io un esempio per tutte? Non lo dire che qualcuno ci crede poi. Ma lo sai faccio del mio meglio, amo tanto ciò che scrivo. Credo che ormai ti ho fatto una capa tanta e sari stufa di sentirmi parlare. Sempre bla bla bla. Questa storia è per te, spero vivamente che possa piacerti ed emozionarti. Un bacio cucciolo ci sentiamo su msn, o via sms.

Potterina1993: vuoi studiare con Eddy? Mhh… si può fare. Chiamalo e vedi se è disponibile. Certo che figata avere uno con due lauree vicino e poi di quel **** censura momentanea. Cioè… a parte che secondo me distrae parecchio. Però sarebbe da sperimentare. Credo che non passerà ancora molto per quando si lasceranno, ma certo è da decidere. Odio quel momento con tutta me stessa. Uff… grazie di esserci tesoro dolce. Ci sentiamo su msn, fratellone permettendo. ^^

 aliceundralandi: Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto. Ottimo. E’ una soddisfazione rientrare nei panni di Edward, un Edward un po’ cambiato, forse più maturo di quello di Mid Sun, più consapevole di questa storia d’amore che sta vivendo. E in fondo è giusto così, tutti crescono nell’amore, anche il nostro vampiro. Ti ringrazio dei complimenti e spero che possa continuare a piacerti questa fic. Non so quando riprenderò le fila della Meyer, presto sicuramente, ma volevo dare anche un senso al momento in cui si lasciano, senza fare tutto e subito. Insomma far scoppiare subito il pandemonio. Mi chiedi perché Nadir… In senso astronomico il Nadir è il contrario dello Zenit, rispetto all’osservatore il polo più alto dell’orizzonte, quello perpendicolare, il Nadir è l’opposto, l’estremo sud, il punto più basso. Non so perché, ma è proprio così che ho visto il mondo di Edward, è come se tutto fosse crollato, dall’estremo alto, all’estremo basso, in un baratro. Forse non è proprio il termine che avrebbe scelto la meyer, forse lei avrebbe scelto qualche cosa tipo rugiada, non so, o qualcos’altro in merito ai pianeti, o a momenti atmosferici, ma io me ne sono innamorata e ho detto “Ci sta”. Spero di essermi spiegata, mamma mia!!! Che confusione. Comunque grazie, grazie ancora di quello che mi hai scritto. Un bacione! Malia

 violacciocca: Eillà!!! Come va??? -.- Che domande sceme. Allora ti piace l’idea di far cominciare new moon dal “prima new moon”? Sono molto contenta. Anche io pensavo che fosse meglio, per dare un senso a tutto quello che succede tra loro, senza spezzare troppo. Anche se forse più doloroso? Non saprei, vederli in atteggiamenti così dolci sapendo che poi si divideranno fa malino, forse. Tornando al tuo commento… direi che siamo d’accordo. Io in questa vita, l’unica che ho, la sola, voglio fare esattamente quello che mi va di fare, sarò egoista, ma ho la possibilità di farlo e per nulla al mondo mi farò sfuggire questa occasione. E sono due le cose che voglio fare, scrivere e conoscere. Conoscere mi dà la possibilità di approfondire i miei personaggi quando scrivo, mi fa crescere, e questo voglio fare fino alla mia morte. Poco ma sicuro. Non sei contorta, anzi sono molto molto molto molto d’accordo con te. Ti stimo molto per quello che hai detto, non è da tutti. ^^ In gamba, sei un tipo in gamba. Un bacione! Malia

 _Storm_91_: Ciao a te… faccio del mio meglio. Sono felice che tu abbia trovato lo scorso capitolo ben scritto. Diciamo che miro sempre a perfezionarmi, forse troppo a pensarci bene. Comunque ancora non ho portato la storia all’inizio di New Moon, credo che lo farò a breve, anzi forse il prossimo capitolo inizierà la scuola e vedremo un pochino come cambieranno le giornate di Bella ed Edward. Forse… perché poi sul momento cambia tutto e io devo stare a inseguire i personaggi e non il contrario. Siamo alle solite. Comunque mi fa molto piacere che tu abbia trovato interessante il capitolo. Grazie. Un bacione grande! Malia

Sognatrice85: Bella bimba!! Ciccina paciocchina! Anche tu qui… tu sei l’unica che mi commenta sempre a pensarci bene sai? Hai il primato mondiale penso, sempre presente e costante. Come nella mia vita, non ti smentisci mai, caro il mio dolce piccolo fiore. Grazie per esserci sempre. Un bacione enorme e unico!!! Smack!!

annalie: Ma guarda chi c’èèèè anche qui!!! Tesoro mi mancherai tanto^^. Beh, pronta? Spero di sì. Allora sono contenta di trovarti anche qui in Nadir, molto. Edward soffrirà, sì, molto, troppo. E noi con lui, mamma mia non voglio nemmeno immaginare!! Però non abbandonerò mid eclipse non ti preoccupare. Non lo farò mai!!! Sei sempre un tesoro con me, ti preoccupi sempre e ci sei. Ti conosco da poco, ma sei già nel mio cuore. Ciao Yami, sono con te! Malia

julietta__: Lo so, lo so, faccio mea culpa. Mi inginocchio sui ceci. Puoi punirmi se vuoi. Di cosa parlo? E’ vero che ho modificato un pochino i due caratteri. E’ che non ci credo che Edward sia impassibile e tonto quanto non credo che Bella a volte sia così superficiale e sciocca. Per favore, no, mi rifiuto, no. Tutto ma io provo allergia per questa cosa. Perciò ho leggermente modificato la cosa e sono contenta che in fondo un pochino tu abbia gradito. Bene. Così almeno siamo in due. Bene bene sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto e ti ringrazio per i complimenti. ^^ spero continuerai a leggere anche se poi sarà una valle di lacrime. Oh my dog! Un bacione. Malia

 crows79: Nooooooooooo, anche tu qui! Cioè tu, tu, tu. Ho visto che mi hai mandato un mp. Non so che mi sta succedendo sti giorni, ma sento la stanchezza degli esami e rimango in panciolle senza fare assolutamente nulla di nulla a parte scrivere. Perdonami ti risponderò appena posso. Sono imperdonabile. Spero che tutto a te vada bene a parte gli impegni, vedo che sei combattiva e la cosa mi fa piacere. Questo significa che sei tornata in te. Abbasso i cattivi! ^^ Eheheh… un bacione e grazie per esserti fermata qui a commentare con tutto quello che hai da fare. Sei speciale tu! Bacio!

pastrella: Grazie! Molte grazie… tutto nel mio segno lo scorso capitolo dici? Spero un segno positivo che non mi lascerà andare durante tutta questa fic. La vedo difficile questa avventura, ma le sfide mi piacciono. Almeno quelle con me stessa, con gli altri non molto. Sono felice che leggerai la storia con piacere. O almeno lo spero. Continuerò a mettercela tutta, promesso. Un bacione e grazie! Malia

Qualcosa da proteggere.

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Aspettai di sentire i suoi passi lungo il corridoio prima di chiudere il mio diario e abbandonarmi di peso sulla sedia. Due giorni prima dell’inizio della scuola e la mia piccola umana aveva passato quelle quarantotto ore immersa nello studio, ma che bimba responsabile... Per non disturbarla ulteriormente avevo allontanato la sua principale fonte di distrazione, cioè me stesso, da casa Swan sia di giorno che di notte. Avevo dedicato quei due giorni alla caccia in modo da poter tornare a scuola in forze e sicuro, insomma normale routine.
-Piccola ribelle…-. Ridacchiai quando la sentii bussare insistentemente alla mia porta. Sospirai scuotendo il capo divertito e mi alzai per andarle ad aprire. Sarebbe stato divertente farla rimanere un po’ sulle spine, ma mi era mancata e sentivo il bisogno di stringerla tra le braccia.
-Chi è?-. Domandai tentando di dare alla mia voce un tono incuriosito. Mi appoggiai allo stipite aspettando che rispondesse e percepii un suo sospiro innervosito.
-Quella a cui non riesci a leggere nella mente. Smettila di giocare, non è divertente Edward-. Mormorò appoggiando la mano sul legno e battendola ripetutamente. Abbassai la maniglia e spalancai la porta contento, quando di fronte agli occhi mi apparve il suo musetto triste e sperduto. Rimasi immobile con la fronte aggrottata e lei entrò senza dire nulla, ma continuando a  guardarsi intorno.
-Devo ancora abituarmi a questa stanza…-. Confessò voltandosi verso di me e deglutendo. Rimase imbarazzata in silenzio e si torturò le mani per qualche secondo. Non capii cosa avesse fino a quando non notai il suo sguardo angosciato e interrogativo.
-Bella…-. Sussurrai avvicinandomi a lei con attenzione. Mi fece segno di rimanere fermo e io mi bloccai terrorizzato. Sospettai che fosse a causa mia, in qualche modo ero riuscito a farla stare male e non ne avevo avuto la  benché minima intenzione.
-Dimmi che hai mangiato, che i tuoi occhi sono dorati perché in questi giorni sei andato a caccia e che sei stato lontano da me solo per questo. Perché… perché ho creduto di impazzire-. Mormorò flebilmente abbassando la testa e fissandosi tesa le punte delle scarpe. Sospirai scuotendo il capo e andandole vicino per circondarle le spalle con un braccio. Ma che idiota, almeno avrei potuto avvertirla.
-Perdonami, non volevo farti preoccupare-. Sussurrai stupito. Ormai avrebbe dovuto sapere che almeno una volta ogni mese preferivo stare lontano da lei qualche giorno per nutrirmi e saziarmi. Non volevo che corresse inutili pericoli a causa mia.
-Lo fai sempre, sparisci e non ti fai sentire-. Disse, il cuore al galoppo, la paura nella voce. Mi maledii… non ero cambiato, per non farla preoccupare non le dicevo nulla e invece ottenevo esattamente l’esatto contrario. Ed era normale, come io mi impensierivo per lei anche Bella si tormentava per me. Ma a volte lo scordavo, dimenticavo che il mio piccolo cerbiattino potesse arrivare a preoccuparsi per un vampiro e pensavo di essere io l’unico ad avere il diritto di proteggerla e riflettere su cosa fosse giusto o meno per entrambi.
- Perdonami-. Conclusi solamente non sapendo che altro dire. La guardai attento e mi abbandonai al profumo di lavanda che emanavano i suoi capelli appena lavati. Lo shampoo mi infastidiva un po’, ma non era così forte da cancellare il suo dolce profumo. Respirai piano sentendo la sua fragranza avvolgermi ed entrarmi dentro le vene come un fiume in piena. Con calma sarei riuscito a mantenere una certa lucidità, ora non era più così difficile.
- Sì, perdonami… perdonami-. Mormorò divincolandosi e osservando il perfetto ordine della mia camera. Abbassò le braccia lungo i fianchi e io continuai a guardarla fino a quando lei non si voltò verso di me e non mi fissò come svuotata di ogni forza.
- C’è… c’è solo qualche piccolissima cosa in te che non sia perfetta?-. Commentò lasciando ancora vagare gli occhi sulle pareti e sul mio divano. Il suo sguardo si soffermò sulla mia scrivania dove era abbandonata una delle mie tante agende che tenevo con cura e poi tornò su di me.
-Tante cose Bella, e mi sembra di averti dimostrato che non sono perfetto, altrimenti non starei con te, mi terrei ben lontano e non ti metterei sempre così in pericolo. Questo vuol dire che sono un pazzo, un incosciente-. Continuai elencando poi tutti i miei possibili difetti, quando vidi Bella accostarsi al mio diario e prenderlo tra le mani. Mi sentii improvvisamente inerme e debole, stava tenendo i miei pensieri tra le dita e avrebbe potuto leggere le ultime pagine senza che avessi la forza di impedirle nulla. Bella poteva avere accesso ad ogni cosa di me se avesse voluto, non l’avrei fermata.
- Evidentemente non ne ricordo nemmeno una di quelle cose-. Mormorò sovrappensiero sfogliando le pagine e soffermandosi su una precisa. Voleva realmente leggere quello che pensavo di lei? Rimasi immobile aspettando che terminasse e in un attimo vidi i suoi occhi diventare lucidi e il suo viso impallidire. Odiavo il pallore sulle sue guance, che adoravo veder arrossire a causa mia, emozionate ed eccitate dalle emozioni che le davo. Il suo sangue pulsante e vivo mi dava enorme piacere, raramente riuscivo a resistere al suo cuore gonfio di sentimenti nei miei confronti, impazzivo e perdevo la ragione. Richiuse l’agenda e mi guardò stupita.
-Scusami, non dovevo-. Rimise a posto quello che aveva preso e mi guardò imbarazzata. Non volevo si sentisse fuori luogo, ciò che era mio era suo e anche se avrei preferito che alcune di quelle pagine rimanessero nei recessi più profondi della mia mente non avrei osato nasconderle nulla.
-No, fai pure se vuoi-. Dissi sottovoce cercando i suoi occhi che sfuggirono subito i miei. Sperai che ciò che aveva letto non l’avesse impressionata o infastidita, ma erano i miei veri pensieri. Se in qualche modo l’avessero disturbata non me lo sarei mai perdonato.
- Non ne avevo il diritto, scusami-. Fece ancora facendomi innervosire. Quell’aria scostante tra noi non mi piaceva affatto, era un abisso tra le nostre due nature, quando mi sentivo un estraneo per lei, quando sapevo che si sentiva maledettamente a disagio in mia presenza. E non volevo… non avrei mai voluto che questo accadesse.
- Non scusarti, Bella… per favore. Non ce n’è bisogno. Puoi leggerli tutti se vuoi-. Mormorai portandomi una mano tra i capelli e scompigliandoli agitato. Non sapevo come fare ora per tranquillizzarla, ero solo un uomo in fondo, un ragazzo, e non avevo idea di come riuscire a calmare la sua ansia. Ero solo in grado di farla stare male, che bravo, proprio un asso di perfezione.
- Mh…-. Mi voltò le spalle e si avvicinò alla grande vetrata che dava all’esterno, fissando silenziosa gli alberi che enormi si stagliavano intorno alla mia casa. Si soffermò sul pick-up, parcheggiato davanti la villa, e poi appoggiò la testa sul vetro freddo aspettando di tranquillizzarsi.
-Davvero-. Bisbigliai andandole vicino e tentando di incrociare il suo sguardo – Non ti sto dicendo una bugia…-. Continuai alzando una mano e accostandola alla sua guancia che immediatamente riprese colore. Ecco, così, ora andava molto meglio. Divenne rossa e si fece coccolare dalle mie dita dimentica di ogni pensiero. Era così che volevo vederla, felice di ogni piccolo gesto, di quella minima intimità che avrebbe dovuto soddisfare entrambi, anche se accendeva una miccia folle di desiderio e passione.
-Non mi mentiresti mai vero, Edward?-. Continuò facendomi inorridire. Non le avrei mai voluto mentire, non l’avevo mai fatto, le avevo aperto il mio cuore nonostante fosse pericoloso, avevo cercato di starle lontano, ma non ci ero riuscito, avevo fallito ogni tentativo di resisterle tentando di nascondere a me stesso quell’amore. Dirle bugie sarebbe stato mentire a me stesso, lei era parte di me, era me e io non potevo dimenticare quello che mi univa a lei.
-Lo sai, lo sai che non lo farei-. Terminai scostandole i capelli dietro l’orecchio e carezzandoli piano come seta preziosa, pregiata. Bella per me era unica, un piccolo cerbiatto indifeso da proteggere dal mostro cattivo che ero, ma anche la più bella delle creature, la più desiderabile ai miei occhi, e questo era spaventoso, ma normale. Se normale poteva dirsi il desiderio fisico per un’umana da parte di un diciassettenne centenario per giunta vampiro.
- Mai?-. Insisté voltandosi verso di me e pregandomi con gli occhi di dirle la verità. Fissai il mio sguardo sulle sue labbra e la voglia di baciarla tornò prepotente. No, non potevo farlo, anche se ero sazio. Voleva essere rassicurata e io avrei cercato di farlo. Le sorrisi e la portai contro di me, abbracciandola e cullandola contro il mio petto. Quale piacevole tortura sentire il mio corpo reagire istintivamente alla mio piccolo Bambi, i miei sensi divennero così acuti che riuscii a percepire il profumo del suo desiderio per me. Come un animale chiusi gli occhi per goderne segretamente e mi illusi di riuscire a mantenere quel poco di controllo che mi era rimasto. Un vampiro, un uomo… un semplice idiota. Poteva essere la descrizione che evidenziava le mie perfette qualità da creatura insensata e assetata di sangue qual ero.
- Non vorrei mai, Bella, preferirei farmi del male che farne a te…-. Le confidai scostandola lentamente e fissando i miei occhi nei suoi. Il suo viso si rabbuiò immediatamente, non era quella la risposta che avrebbe voluto sentirmi dire. Ma non potevo fare altrimenti, dovevo essere onesto con lei e con me stesso. La amavo, più di me stesso e cercavo di dimostrarglielo ogni giorno senza pensare al domani, perché di quello non potevo esserne sicuro nemmeno io. La sua vita era costantemente in bilico, la vedevo oscillare, una piccola preda sperduta nel bosco e sempre di più mi angosciavo pensando che avrebbe potuto correre chissà quali pericoli se non l’avessi difesa, se non l’avessi protetta ad ogni costo. Ero diventato paranoico, averla lasciata da sola per due giorni aveva fatto più male a me che a lei, questo però non l’avrei mai ammesso di fronte a Bella. La caccia era stata comunque un buon diversivo, Emmett sapeva come farmi divertire.
- Ma mi mentirai… o forse già l’hai fatto inconsapevolmente. Magari dicendo di amarmi per esempio-. Parlò con noncuranza, come se la leggerezza del suo tono potesse farmi realmente credere che stesse dicendo quelle fesserie non pensandole veramente. Avevo imparato a conoscerla, pur non potendo leggere nella mente e improvvisamente capii che quei giorni senza di me le avevano provocato più dolore di quanto non mi aspettassi.
- Immagino che tu stia scherzando, voglio crederlo perché non voglio ricominciare a discutere-. Cominciai sentendo la volontà di stare calmo venire meno. Ancora una volta il fatto che Bella si sentisse così inferiore a me ci stava dividendo, era chiaro che qualcosa non andava e quel qualcosa invece di diminuire stava crescendo e formando un baratro tra noi.
- Sì…-. Fece pensierosa abbassando gli occhi sulla mia maglietta – E immagino di non dovere affatto preoccuparmi, penserai a tutto tu… a tutto quanto, senza dirmi mai nulla-. Iniziò prima che potessi fermare il flusso impazzito ed impaurito dei suoi pensieri.
- E tu dicevi che ero perfetto eh?-. La interruppi finalmente posandole un leggero bacio sulla fronte e facendola fremere – Non lo sono, se riesco a far preoccupare la persona che amo. Non devi sentirti così, sei la mia vita, tutto per me. Lo sai-. Conclusi afferrandole una mano e portandola con me verso il divano accogliente che arredava la mia stanza. Ci mettemmo seduti e ricordai quando appena qualche mese prima l’avevo lì stretta tra le mie braccia, il desiderio accecante, la passione incontrollabile. Ora era diverso. Dopo averla vista morente, aver assaggiato il suo sangue, ero molto più attento al mio comportamento. Carlisle mi aveva avvertito che dentro di me stava maturando un amore più cauto, più maturo, insomma stavo crescendo, dopo cento anni di vita, io stavo crescendo. Incredibile che anche un vampiro potesse mutare, anche se solo a causa di emozioni molto forti.
-Sei perfetto. Tu non ti vedi come ti vedo io-. Sussurrò scontrosa avvalendosi del suo infallibile sguardo lungimirante da essere umano. Mi lasciai sfuggire un piccolo sorriso accarezzando con i polpastrelli le fossette delle sue guance indispettite. Mister perfezione… reclinai il viso da un lato e mi ritrovai a ridacchiare della sua espressione assolutamente irreprensibile. Già, Bella non poteva vedere quello che riusciva a scatenare in me, non poteva vedere quello che ero veramente.
- Se leggessi più approfonditamente qualcuna di quelle pagine del diario credo capiresti-. Le confessai nonostante tutto sperando che non fraintendesse. Si portò le ginocchia al petto, poggiando il mento e lasciando che le mie dita continuassero il loro percorso sul profilo del suo naso.
- Se leggessi il tuo diario vedrei ti amo scritti ovunque… come nella pagina che ho aperto. Nessuno ti ha mai detto che scrivi divinamente? Sembra poesia Edward, ma è così che mi vedi? Tu non sei normale-. Concluse sbuffando. Non trattenni una risata e le passai le mani tra i capelli lunghi. Ma come diavolo riusciva a pensarle quelle cose? E poi dubitava del mio affetto.
- Sono meno poeta di quanto tu non possa immaginare, Bella…-. Ammisi con un sospiro, ricordando quanto mi piacesse il suo sangue e quanto mi sentissi ancora forte di quello che avevo rubato da lei qualche mese prima. Era come se fossi rinato, le mie energie vitali si erano sintonizzate con una forza disumana. Non riuscivo a credere che del sangue umano potesse fare quell’effetto, ma Bella per me non era come gli altri. Lei era la mia eterna dannazione e il mio amore immortale.
- Sei molto più testardo di quanto io non potessi immaginare, Edward-. Imitò la mia voce seria e impassibile con un tono che non riuscì a farmi trattenere una risata. Che bambina, a volte dimenticavo che tra noi due ci fosse quella grande differenza di età. Mi ero sentito un bimbo con lei, un ragazzo, un uomo, e ora a volte sentivo di essere il suo carnefice. E questo… questo mi terrorizzava sopra ogni altra cosa.
- Dimostramelo-. Conclusi sarcasticamente facendole roteare gli occhi in aria. Ero anche un esagerato, a dirla tutta, o tutto bianco o tutto nero, nessuna via di mezzo e questo non era positivo per una cerbiattina tenera come lei.
-Terra chiama Edward, Edward rispondi… vedi? Stai di nuovo viaggiando in quella massa neuronale spaventosa che ti ritrovi, Mister Perfezione-. Si alzò stiracchiandosi e chinando il capo per guardarmi. La osservai con un vago senso di inquietudine e poi le presi le dita. Non sapevo più come dirle che non ero affatto perfetto, non capivo come mai avesse quell’idea assurda. Gli umani tendevano evidentemente a dimenticare, perché se avessi ripercorso la nostra storia passata non avrei visto nemmeno una traccia di elementi così impeccabili nel sottoscritto. Tutt’altro…
- Anche nel mio desiderio nei tuoi confronti vedi questo?-. Le domandai rischiando un discorso che avrebbe scatenato la litigata del secolo. Dovevo stare attento a quell’argomento, camminavo su un terreno franabile. Bella scosse la testa esasperata e si inginocchiò al mio fianco appoggiando distrattamente la testa su una mia coscia. La lasciai fare sbalordito da quel gesto. Possibile che sapesse sempre come stupirmi? Era incredibile.
Il mio respiro accelerò in modo naturale e quando le sue dita giocarono a sfiorare la mia pelle e a tracciare le linee indelebili sul palmo della mia mano, capii di dovermi rilassare prima che il mio corpo si irrigidisse e io mi potessi sentire troppo a disagio.
-Trovi questo innaturale?-. Mi domandò facendomi rabbrividire. No, lo trovavo estremamente naturale, forse più del dovuto. Tra un vampiro e un’umana non avrebbe dovuto esserci una simile sintonia di anime, una così profonda condivisione di desiderio fisico. Ma fino ad un anno prima non avrei creduto possibile neanche un sentimento d’amore così profondo verso un essere umano.
-No-. Risposi semplicemente, aspettando che continuasse a torturarmi. E lei lo fece… Tracciò con i polpastrelli dei disegni immaginari sul dorso della mia mano e io trattenni il respiro, vagamente sconvolto dalla scarica elettrica che mi percorse.
-Vedo che neanche tu hai una buona memoria. Strano per un vampiro-. Bisbigliò risalendo lungo il mio polso e massaggiandolo gentilmente. Era come se mi stesse passando una piuma sulla pelle per fare in modo che venissi percorso da mille brividi contemporaneamente.
- A volte… mi impongo di non ricordare-. Confessai, gli occhi ora chiusi e la testa abbandonata sul divano. Era vero, ricordare quanto mi piacesse essere toccato da lei, accarezzato dalle sue mani o anche quanto godessi nel toccarla non era positivo per me, trattenere gli istinti di un vampiro non era come frenare quello di un umano. Non era razionale l’impulso che sentivo nascere dentro di me, era automatico, mi spingeva verso la possessione di ogni cosa che la riguardasse, per egoismo puro, per piacere, per qualsiasi cosa fosse sentirla gridare il mio nome con voce roca e ansimante. Ciò che doveva assolutamente essere evitato era il contatto fisico, ecco la regola che mi stavo auto imponendo e su cui mi stavo allenando con rigidità.
- Edward, rilassati-. Mi intimò sfiorandomi piano il braccio e giocando a torturare con le unghie il marmo della mia pelle. Non sapevo cosa le diceva la testa, ma la mia rischiava di smettere di parlarmi. E questo era terribilmente frustrante. Ogni volta che tentavo di controllarmi tutto si perdeva e la mia ragione andava a farsi benedire in qualche posto lontano, molto lontano.
- Per favore, Bella…-. Cominciai cercando di farla allontanare da me. Mi alzai appena consapevole che la visione dei suoi capelli scivolare sulle mie gambe e cadere nel vuoto mi piacque troppo. Mi fece pensare a cose da respingere assolutamente e non erano pensieri da uomo quelli che volevo fare in sua presenza, preferivo riflettere su cose più edificanti. Ad esempio come avrebbe trascorso il suo compleanno, cosa avrei potuto regalarle.
- Per favore, Edward… solo qualche minuto-. Replicò lei volgendo la testa verso di me. Quel movimento mi fece sussultare perché in nessun modo avrei potuto prevedere quel tipo di intimità. La fissai inorridito e mi sollevai tentando di allontanarla da me. Perché continuava a credere che io avrei potuto sopportare un simile tormento? Mi afferrò di nuovo la mano stringendo le mie dita e io tornai a sedermi agitato. La guardai attentamente e ricambiai la sua stretta con delicatezza.
-Altro esempio di chiara non perfezione-. Sottolineai tentando di fare ironia su me stesso. Bella mi guardò sbalordita e portò il suo corpo tra le mie gambe facendo iniziare la mia preghiera verso il cielo. Forse non si rendeva conto, forse non aveva la minima idea di cosa stava cercando di risvegliare. Qui non si trattava di un semplice e blando desiderio controllabile, era in gioco la sua vita e anche la mia.
- Dove? Dimostralo… come dici tu-. Mormorò dubbiosa rilassandosi ancora sull’altra gamba portando l’altra mano a strofinarsi sui miei jeans. Nella mia testa… ecco dove. Era come se fosse entrato un virus che stava sbaragliando senza pietà i miei neuroni, a cui avevo lavorato per ben cento anni. Mi sentivo ridicolo, questa era la sensazione, assolutamente ridicolo. E non mi piaceva avere la sensazione di stare facendo qualcosa di sbagliato.
- Vieni qui Bella, vieni da me. Per favore-. Le intimai allungando le braccia. Preferivo tenerla tra le braccia, stringerla contro il mio corpo, che immaginare cose di cui poi mi sarebbe rimasto un chiaro e indelebile desiderio dentro di me. Lei si alzò, attratta dalla mia voce, dalle mie parole e io la sollevai abbracciandola come fosse stata una bambina. Molto, molto meglio.
-Voglio solo proteggerti, lo capisci?-. Sussurrai sulle sue tempie baciandole ripetutamente e cullandola avanti e indietro. Era così bello prendersi cura di lei, l’avrei tenuta così per sempre.
- Sì, sì. Lo so. E io voglio proteggere te-. Disse sottovoce toccando con il naso la mia gola e strofinando le sua labbra sul mio collo. Lei proteggere me…. Interessante, ma impossibile. Lasciai che mi coccolasse per non farle ulteriormente male allontanandola e per qualche minuto mi abbandonai al suo calore.
Era più sopportabile senza la tensione che faceva nascere un’aspettativa di piacere nel mio corpo, era più accettabile. Dovevo comunque astenermi dal respirare intensamente, altrimenti sarebbe stata la mia fine.
-Piccola, pensa a te per una volta-. Le dissi abbassando lo sguardo sulla sua bocca e desiderando nutrirmi di quelle labbra gustose. Le fissai tentato di cedere, annaspando e tentando di convincermi che quel bacio mi avrebbe fatto perdere definitivamente il senno. Non potevo farlo, se l’avessi fatto avrei voluto sempre di più, lo sapevo, preteso cose che ogni notte segretamente mi trovavo ad immaginare steso con lei nel suo letto, oppure da solo nella mia stanza. E nemmeno la lettura riusciva a distogliere la mia mente. Avevo la sensazione di non aver fatto passi avanti, ma mille indietro. Era come se fossi tornato a smaniare per lei, torturandomi per quella passione inverosimile.
- E tu… quando penserai a te? Sempre il solito. Ti va di uscire e andare a fare due passi?-. Mi domandò stringendosi ancora di più contro di me. La sfiorai con il mio respiro e sentii il suo insinuarsi dentro di me e tentarmi sempre di più. Solo un bacio, uno e poi avrei smesso di desiderare, mi sarei imposto qualsiasi dolore, ma non quello di volerla, di immaginarmi con lei come un semplice ragazzo, in grado di abbandonarmi all’amore.
- Con il tuo pick-up mi rifiuto, amore-. Le risposi sincero assottigliando le palpebre e scostandomi di scatto. No, niente libertà per quel giorno, non avrei fatto niente che avesse potuto metterla in pericolo. Era assolutamente inammissibile quel mio atteggiamento. Rischiavo di arrivare a detestarmi. Il mio cerbiattino tornò a poggiare la mia testa contro la mia spalla, sbuffando e io ridacchiai furbescamente.
- Cattivo, sei cattivo. Vampiro cattivo…-. Ripeté più volte stringendo la mia mano ancora più forte. Non la lasciai andare e la portai al mio petto spingendola contro il mio cuore ormai morto. Sapevo che se non fossimo usciti, avremmo finito per baciarci su quel divano e accarezzarci fino a sera. Ne avevo un bisogno cronico e potente, quasi una necessità. Ringraziai che l’avesse capito.
- Non ho mai detto di essere buono. Io ti ho sempre avvertita del contrario…-. Borbottai e le permisi di lanciarmi un’occhiataccia omicida. La sollevai tra le braccia facendola mugolare sorpresa e mi diressi verso la porta con lei in braccio.
- Lasciami andare Edward!!-. Urlò lei ridendo e aggrappandosi alla mia t-shirt. Avrei tanto voluto, ma se fosse caduta a terra si sarebbe fatta male e non potevo permettermelo. Mi piegai sulle gambe fingendo di perdere l’equilibrio e la vidi spaventarsi e urlare lamentosa.
- Se insisti…-. Commentai tornando ad afferrarla fermamente e poi a lasciarla ancora. Rideva, rideva come una bimba e questo non faceva che dimostrarmi quanto si fidasse di me. Non avrei voluto che lo facesse, ma mi rendeva felice. Risi con lei sollevandola con facilità e Bella si aggrappò alle mie spalle scuotendo la testa e liberando la massa di capelli castani che tanto mi faceva impazzire con il loro odore.
- Sei terribile, insopportabile a volte…-. Mormorò Bella stringendomi forte e mordendomi il collo come per succhiare il mio sangue. Che peste, quel cerbiattino era una peste, non sapevo come altro definirla. Ma che amore, che dolce amore, mio, tutto mio e solamente mio.
   
 
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