Capitolo 2: Qualcuno ci segue
nell’ombra!
Pioveva
ininterrottamente ormai dalle dieci di quella mattina. Le nubi sembravano voler
scaricare su di noi qualche furia divina. Cominciavo a chiedermi se il Re dei
Draghi di Fuoco non stesse già attuando, in quel modo, le sue presunte minacce…
Il
sole era quasi tramontato e non si vedeva ad un palmo dal naso. Ad ogni passo
si rischiava di restare impantanati e l’aria si era fatta talmente fredda da
fare quasi male, a contatto con la pelle. Senza contare che tutto questo aveva
notevolmente rallentato la nostra andatura e non contavamo di raggiungere la
capitale di Moonearth, dove si teneva la fiera, e dove progettavamo di
trascorrere la notte, prima di tarda sera. Camminavo in silenzio, maledicendo
fra i denti tutti i Mazoku e gli Shinzoku di cui mi venisse in mente il nome e
stringendomi nel mio mantello zuppo in un disperato tentativo di allontanare il
freddo, peraltro senza ottenere troppo risultati.
“Manca
molto a Miilun, Lina?” Chiese Gourry, con aria stanca. “Non è prudente
lasciarsi sorprendere per strada dalla notte…”
“Credi
forse che non lo sappia? Ma se questo temporale è scoppiato nel momento meno
opportuno io non posso farci proprio nulla!” Sbottai, sgarbatamente. Sapevo che
Gourry non c’entrava nulla, ma ero troppo nervosa per controllarmi.
Il
mio amico mi guardò storto. “Quando sei stanca diventi davvero intrattabile…
Non ci sei mica solo tu, qui, sotto la pioggia…”
“Questo
è vero, ma io almeno non faccio domande stupide.”
Lo
spadaccino si rabbuiò e tacque. La chimera, dal canto suo, se ne stava in
disparte, qualche passo indietro rispetto a noi, decisa a non lasciarsi
coinvolgere in nessuna discussione. Dopo qualche istante quel silenzio cominciò
a pesarmi, quindi mi accostai al mio amico. “Non prendertela, Gourry… mi
dispiace di essere stata brusca… Fra la pioggia e questa faccenda della
sacerdotessa, credo di essere sull’orlo di un esaurimento nervoso.” Assunsi
un’aria minacciosa. “Ma lascia che metta le mani addosso a chiunque stia
cercando di coinvolgermi in un altro guaio…”
Gourry
mi fece un sorriso fiacco. “Non ti preoccupare, non me la sono presa, stavo
solo riflettendo…”
…Al
buio il mio amico non notò la mia espressione stupita…
“…
Dicono che un vero uomo sopporti ogni difficoltà senza esserne turbato…” Lo
spadaccino mi si avvicinò e mi mise le mani sulle spalle, guardandomi negli
occhi. Ehi, cos’è tutta questa serietà, così all’improvviso??? Lanciai
un’occhiata nervosa alle mie spalle, dove Zelgadiss osservava la scena con aria
perplessa. “…Tu non sei per niente femminile e sei piatta come una tavola…
Allora perché basta un po’ di pioggia ad alterarti?”
Lo
fissai negli occhi, a bocca aperta, per un momento, prima che scoppiasse a
ridere. “Lina! Dovresti vedere la tua faccia in questo momento…” Credo che
volesse aggiungere qualcosa, ma non ebbe la forza materiale per farlo, fra i
sussulti provocati dalle risate. Dietro di noi, Zel scosse la testa e nascose
un sogghigno.
Lo
stupore lasciò posto alla rabbia. Sentii la vena sulla mia fronte in procinto
di andare in mille pezzi. Assestai a Gourry il mio migliore uppercut
direttamente sul mento. “Molto spiritoso, davvero!!! Chissà che con il senso
dell’umorismo il signor Gourry delle Meduse non sviluppi anche un cervello! Ci
sarebbe più utile quello, di certe battute!”
“Ora
ti riconosco… Te ne sei stata zitta zitta tutto il giorno, pensavo che quella
sacerdotessa ti avesse fatto il lavaggio del cervello…”
Gli
feci la lingua e proseguii senza aspettarlo. Che razza di…
Gourry
mi raggiunse, ancora ridacchiando. “Su, Lina… Mi perdoni se ti faccio
risparmiare un po’ di fatica?” Domandò, con la più innocente delle espressioni.
“E
in che modo? Pensi di trovare un sistema per volare, possibilmente evitando i
fulmini, nell’arco dei prossimi cinque minuti?” Chiesi, scettica.
Gourry
non mi rispose nemmeno. Si piegò leggermente verso di me… E mi sollevò fra le
sue braccia!
Arrossii
violentemente. “C- che… CHE COSA STAI FACENDOOO????”
“Metto
in atto ciò che ho detto. Ti faccio risparmiare fatica.” Rispose semplicemente,
con un sorriso. “Perché non ti riposi, almeno per un po’? Stanotte non sei
riuscita a dormire molto… E poi, a giudicare dal colore della tua faccia, in
questo modo non soffri nemmeno il freddo…”
La
sua osservazione non fece che peggiorare il mio rossore. “Sono capace benissimo
di camminare da sola!! Mettimi giù subito o anche tu avrai MOLTO caldo!!!!!”
Richiamai velocemente alla memoria la formula per le mie Flare Arrows…
“ASPETTA,
Lina! Così andiamo a fuoco entrambi!!” Gourry lottò per non perdere
l’equilibrio, stringendomi più forte per evitare di lasciarmi cadere… E si
trovò a faccia a faccia con una Palla di Fuoco!! Ma io non avevo ancora fatto
nulla!!!
Nel
tentativo di evitare il colpo all’ultimo momento, il mio amico perse definitivamente
l’equilibrio. Io, d’altro canto, venni sbalzata dall’impatto qualche metro più
avanti. Entrambi atterrammo con la faccia nel fango, mezzo bruciati dal colpo
magico, che fortunatamente avevamo scansato per un soffio. Solo allora mi
accorsi che mentre Gourry ed io discutevamo un gruppo di banditi ci aveva
circondati, e che Zel stava già lottando, ad un paio di metri di distanza da
noi. E, a quanto pare, avevano un mago con loro.
Quello
era veramente il colmo. Era mai possibile che tutti i banditi di questo mondo
dovessero prendersela con me? Cominciai a sentire una rabbia incontrollabile
salirmi sin dallo stomaco…
“Lina,
stai bene?” Mi giunse la voce di Gourry, che si era rimesso in piedi e aveva
estratto la spada.
Non
riuscii a rispondere, perché sentii qualcuno afferrarmi da dietro, ancora prima
che riuscissi ad alzarmi. Uno dei nostri avversari aveva avuto la pessima idea
di scegliermi come ostaggio.
“Eh,
eh… Ora, se non volete che questa povera ragazzina impaurita ci vada di mezzo,
dovrete consegnarci tutto ciò che possedete, comprese le vostre armi.”
Un’espressione
di puro terrore si disegnò sui volti dei miei compagni di viaggio, quando
notarono il
mio
sguardo. “L- lasciala subito, imbecille!!!” Gridò Gourry, sinceramente
preoccupato… per il bandito… “Calmati! Niente gesti avventati!” Zel invece si
rivolse a me.
Il
mio ‘rapitore’ rispose con arroganza. “Le vostre minacce non mi spaventano per
niente! Obbedite o lei morirà all’istante!” Quell’idiota! Chissà cosa aveva
capito… Mi voltai verso di lui con il più amabile degli sguardi. “E’ di ferro,
questa?” Chiesi con noncuranza, indicando la lama della spada che il bandito
brandiva di fronte a me.
“Uh…
S- sì… Ma perché mi fai questa domanda, ragazzina?”
Feci
spallucce, per quanto mi era possibile, così imprigionata nella sua stretta.
“Niente… Dovevo solo decidere con quale incantesimo metterti fuori gioco.”
“Eh?”
Prima
ancora che potesse cogliere il senso della mia frase, agii. Mi divincolai, gli
assestai una dolorosa gomitata nel costato e feci un passo avanti. Quindi mi
voltai verso di lui con uno sogghigno e… “Mono
Volt!” Gridai, appoggiando la mano al piatto della lama del bandito e
lasciando che la corrente elettrica la attraversasse fino a raggiungere il mio
obiettivo. Non era esattamente l’incantesimo più prudente da utilizzare in una
giornata come quella, ma sortì l’effetto desiderato. Il bandito cadde a terra
privo di sensi, senza nemmeno emettere un rantolo.
Fra
i nostri avversari cadde il silenzio più totale. Tutti gli occhi erano rivolti
a me. Improvvisamente il mago della banda impallidì visibilmente e mutò
espressione. “N- no… Non è possibile… Non può essere lei…” Mi volsi verso di
lui e lo fissai con uno sguardo poco rassicurante. “… Una ragazzina non molto
alta, capelli rossi, arrogante, imbattibile nelle arti magiche… Ed ha anche il
seno piatto!!!!”
“Ecco
fatta la frittata…” Sentii Gourry mormorare, a qualche passo da me.
“E’
proprio lei! E’ Lina Inverse!!! RITIRATA!!!!” Gridò quello sfrontato. Il panico
si diffuse fra i banditi, che cominciarono a scappare. Troppo tardi.
Cominciai
a recitare sommessamente la formula del mio incantesimo preferito. Prima, nella
mia infinita bontà, mi sarei limitata a minacciarli e bruciacchiarli un po’ per
farmi dare il loro bottino, ma dato che la mettevano sul personale… “Tu che sei più oscuro del crepuscolo, più
rosso del flusso del sangue,…” Lo so, era un tantino esagerato per quella
situazione, ma ero troppo arrabbiata per tenerne conto.
“Aspetta
un momento, Lina!” I miei compagni tentarono inutilmente di fermarmi.
“…
Tu, il cui potere è sepolto nella marea del tempo. Nel Tuo
grande nome, mi impegno verso le tenebre affinché tutti i nemici tanto folli da
mettersi contro di me vengano sconfitti dal dono concesso a queste mie
immeritevoli mani, per il potere che tu ed io…”
“Fermi
tutti!!!!” Eh? E adesso che…?Tutti alzarono gli occhi al luogo dal quale
proveniva la voce… La cima di un albero…
“Attaccare
dei pacifici viandanti per privarli dei loro onesti risparmi è un’azione che va
contro i più basilari principi della giustizia! Non vi perdonerò mai per aver
tentato un gesto tanto malvagio… Ora riceverete la giusta punizione!!” La
figura in piedi sull’albero spiccò un salto… E atterrò con il volto nel fango.
Sospirai.
Conoscevo soltanto due persone in grado di esprimersi così… E quella ragazzina
non poteva essere di certo Philionel di Sailune…
La
principessa Amelia Will Tesla Sailune scattò in piedi con una agilità
ammirevole e assunse un’espressione fiera. Sarebbe stata perfetta, se non fosse
stata coperta di fango dalla testa ai piedi…
“Pentitevi
delle vostre malefatte e consegnatevi alle autorità!” Ordinò, puntando un dito
verso i malviventi.
“Senti,
mocciosa… Vai a giocare da un'altra parte. Abbiamo altro da fare e non ci piace
essere presi in giro.” Rispose uno dei banditi.
“Mocciosa
a chi?” La maga batté la mani di fronte al proprio petto. “Palla di Fuoco!!” Una parte dei banditi venne spazzata via dal
colpo. Tutti gli altri si rimisero in posizione da combattimento, pronti al
contrattacco.
A
quel punto mi feci nuovamente avanti. Ero stanca di assistere a quella scena
ridicola. “Guarda, Amelia, che hanno ragione loro… Ora hanno altro da fare.”
Alzai lo sguardo verso i banditi, con un sogghigno. “Erano impegnati con me…”
La
giovane mi fissò con aria stupita. Evidentemente, nella sua brama di giustizia,
non si era accorta di me. I banditi, riportati alla realtà dalla mia comparsa,
ripresero a fuggire. Complimenti per il fegato…
Feci
spallucce. “Dire Brand!” Un po’ più
calma, scagliai il nuovo incantesimo, senza nemmeno recitare la formula al
completo. La potenza ne risultò considerevolmente ridotta… Del resto, per
incapaci di quel genere, sarebbe bastato anche molto meno…
“Che
seccatori…” Cominciai, fissando il piccolo cratere che si era formato di fronte
a me. Ma prima che potessi aggiungere altro, la mia vecchia amica mi era già
addosso. “Lina- san!! Che bello rivederti!” Amelia mi abbracciò, riempiendomi
ancora di più, se possibile, di fango. “S- sono felice anch’io, Amelia… Però
lasciami respirare…” Le sorrisi.
La
mia amica rispose al sorriso, quindi si rivolse agli altri, che fissavano la
scena con un’aria stupita che non appariva molto intelligente, a dire il vero
(il che poteva anche essere normale per Gourry, ma per Zel…). “Zel- san!!
Gourry- san!! Ci siete anche voi!” Ridacchiò. “Se avessi immaginato che foste
voi quelli attaccati dai banditi non avrei certo creduto che fosse necessario
un mio intervento…”
I
due si avvicinarono. Zel rivolse alla ragazza un sorriso ed un cenno di saluto,
mentre Gourry le batté calorosamente una mano sulla spalla. “Amelia! Quanto sei
cresciuta!” Effettivamente la giovane aveva ormai raggiunto la mia altezza. “Ma
sei in viaggio tutta sola? Sei in vacanza, per caso?”
Amelia
sorrise nuovamente. “Oh, no… Mi muovo per conto di mio padre… E ho un compagno
di viaggio…” La maga si volse a guardare una figura che sbucava allora da
dietro un albero, ansimante. Amelia sapeva correre, quando voleva… Per un
momento temetti di veder apparire il padre della ragazza in persona, Philionel
El di Sailune. Chi mi si presentò di fronte non somigliava DECISAMENTE a Phil,
anche se si trattava di un volto ugualmente noto…
“Caro,
caro Gourry- sama! Allora era davvero la tua voce, quella che ho sentito!”
Sylphiel.
La
bella ragazza dai capelli neri si buttò letteralmente fra le braccia del mio
amico, che la fissò con aria perplessa per qualche secondo, per poi
riconoscerla. “Uh… Ciao, Sylphiel!” Le sorrise. “Anche tu in viaggio con
Amelia? Come mai?”
Sylphiel
ignorò la domanda e scostò una ciocca di capelli dal volto dello spadaccino,
con aria preoccupata. “Ma, Gourry- sama, sei tutto pieno di fango… Che cosa ti
è successo?”
“Niente
di grave, è colpa di quei banditi…” Sorrise nuovamente. “Sei stato attaccato?”
Scattò la sacerdotessa. “Non ti preoccupare. Ora è tutto a posto.”
Bah!
Come se LUI avesse combinato qualcosa! Quella scena cominciava a darmi il
voltastomaco, quindi intervenni. “Scusate tanto per l’interruzione, ma questo
non mi sembra il luogo più adatto per i convenevoli! Se non ve ne foste
accorti, ci sta piovendo sulla testa! E non sarebbe male raggiungere Miilun
prima di domani mattina…” Rivolsi un’occhiataccia a Gourry. “Non eri tu quello
che aveva tanta fretta, prima?”
“Forse
hai ragione, Lina- san.” Sylphiel si allontanò dallo spadaccino. “Prenderemo
freddo, restando qui fermi.”
Feci
spallucce e mi incamminai, mentre gli altri allungavano il passo per starmi
dietro. “Non c’è bisogno di essere gelosi, Lina- san…” Cominciò Amelia,
ridacchiando. “Lo sai che Gourry- san…” La incenerii con un’occhiata, e la
giovane maga ritenne decisamente più saggio tacere piuttosto che aggiungere
altre stupidaggini…
Qualche
ora più tardi ci trovavamo in una locanda nel centro dell’imponente città di
Miilun, capitale del regno di Moonearth. La fiera sarebbe cominciata il
pomeriggio successivo, quindi avevamo tutto il tempo di rilassarci un po’ prima
di esplorarla a dovere. Dopo esserci fatti un bagno caldo (ne avevamo DAVVERO
bisogno, tutti quanti…) ed aver cenato abbondantemente, ci eravamo riuniti
nella mia stanza, dove avevo spiegato brevemente ad Amelia e Sylphiel gli
avvenimenti dei giorni precedenti.
“Accidenti, Lina- san… Certo che tu e Gourry-
san attirate i guai come delle calamite…” Commentò Amelia. Sospirai, mentre
Gourry ed io ci scambiavamo un sorriso. Non aveva tutti i torti… “Adesso che mi
ci fai pensare, è vera quella storia che avete sconfitto un’altra delle parti
di Shabranigdu? Ne ho sentito parlare tempo fa, a Sailune…”
Sorrisi
nuovamente e tornai a guardare Amelia, agitando la mano con noncuranza. “E’
vero. E’ accaduto qualche mese fa, prima che ci recassimo a Zephilia. Da quando
ci siamo salutati ci sono capitate un sacco di cose…”
Tutti
i volti dei miei compagni di viaggio, tranne quello di Gourry, si riempirono di
stupore.
“Questa
proprio non l’avevo sentita… Complimenti, Lina…” Fu il commento di Zelgadiss,
per una volta sinceramente ammirato.
“Allora
stai proprio diventando anche tu una paladina della Giustizia!!!! Voglio sapere
tutta la storia!!!” Saltò su Amelia. I suoi occhi erano pieni di stelle…
“Ma
Zephilia non è dove si trova la tua famiglia, Lina- san? Perché tu e Gourry-
sama siete stati là?” Chiese Sylphiel, quasi dispiaciuta. Ehi, ma di che ti
preoccupi…?
Sospirai
nuovamente. Ci sarebbe voluta una vita per raccontare tutte le avventure che
avevamo vissuto negli ultimi tempi e, anche se non mi dispiace ogni tanto farmi
gloria delle mie imprese, conclusi che ero troppo assonnata per mettermi a
rispondere alle loro domande. “Vi racconto tutto un’altra volta, d’accordo?
Piuttosto, come mai voi due vi trovate qui a Moonearth?” Mi rivolsi alla maga e
alla sacerdotessa che sedevano di fronte a me.
Amelia
prese la parola per prima. “Oh, è molto semplice… Sailune è responsabile di una
delle sezioni più consistenti della fiera…” Amelia sorrise, con orgoglio. La
cosa non mi stupiva… Sailune, oltre ad
essere una delle città più importanti dal punto di vista politico, è da sempre
stata considerata la vera e propria capitale della Magia Bianca. “… Per questo
motivo il mio papà mi ha mandata a controllare che tutto fosse stato
organizzato per il meglio.” Concluse la principessa, con un’alzata di spalle.
Un ordinario lavoro da funzionario reale, quindi. Amelia se la cavava piuttosto
bene in questo campo, nonostante la sua indole un tantino esuberante, e, per
quanto ne sapevo, Phil si serviva spesso di lei. Quello che non capivo era la
presenza di…
Sylphiel
intervenne a sanare i miei dubbi. “Io mi sono offerta di accompagnare Amelia-
san. In qualità di sacerdotessa, la fiera interessa anche a me. E poi, potevo
esserle di aiuto…”
“Vedete,
Sylphiel- san si trova a Sailune da un po’ di tempo, e le è già capitato di
accompagnarmi in qualche missione diplomatica.” Aggiunse Amelia, come
spiegazione. Annuii.
“A
dire il vero, speravamo di incontrarvi da queste parti… Abbiamo immaginato che
se ne aveste avuto la possibilità non sareste mancati, e avevamo entrambe
voglia di rivedervi.” Disse Amelia con un sorriso, lanciando una rapida
occhiata a Zel. Sylphiel annuì a conferma, passandoci in rassegna con lo
sguardo e ridacchiando nel notare l’ampio sbadiglio di Gourry, che si trovava
seduto sul letto accanto a me. “Per quel che mi riguarda, la speranza di
rivedervi è uno dei motivi che mi hanno spinta a restare a Sailune…” Aggiunse
la sacerdotessa. La speranza di rivedere soprattutto qualcuno, immagino… “ Ero
convinta che prima o poi sareste passati da quelle parti.” Concluse.
Evidentemente
non mi conosceva molto bene… Sailune non era certo la mia meta preferita, visto
il mio scarso amore per la Magia Bianca e per il principe Philionel…
In
ogni caso, non feci commenti. Incrociai le mani dietro la testa e mi appoggiai
al muro. “Capisco…” Dissi, semplicemente, trattenendo anch’io uno sbadiglio.
Era bello tornare a parlare con gli altri dopo tanto tempo, ma stavo morendo di
sonno, dopo quella giornata trascorsa a camminare sotto la pioggia. Alla mia
destra, avvertii il sommesso russare di Gourry, che evidentemente non trovava
la conversazione troppo interessante… Sospirai e gli diedi un pizzicotto sul
braccio. Non era molto carino nemmeno per LUI mettersi a russare in faccia a
dei vecchi amici che non vedeva da tanto tempo. Il mio amico si svegliò con un
sussulto, ma non fece commenti. Ammirevole…
Mi
rivolsi nuovamente agli altri. “Bene, dato che abbiamo una meta comune, domani
visiteremo tutti insieme la fiera…” Mi alzai. “Ora però non ho nessuna voglia
di starmene qui a parlare. Una ragazza giovane come me deve dormire, se vuole
mantenersi bella!” “Servisse a qualcosa…” Bofonchiò Gourry alle mie spalle,
guadagnandosi un calcio in uno stinco.
Spinsi
gli altri fuori dalla stanza e mi misi a letto. Osservai per un momento la
pioggia fuori dalla finestra. Un fulmine rischiarò all’improvviso il cielo,
permettendomi di vedere… Una figura SEDUTA SUL TETTO della casa di fronte, che
agitava la mano, in segno di saluto verso di me!
“GHAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!”
Gridai, cadendo dal letto. Mi rialzai all’istante e guardai nuovamente nel buio
al di là del vetro. Nessuno… Lo spavento improvviso aveva trasformato le mie
ginocchia in gelatina. Mi sedetti sul letto sperando che il mio cuore non
avesse intenzione di uscirmi dal petto… Non si dovrebbero fare certi scherzi a
notte fonda… SCHERZI? Ma quali scherzi? Chi è che si arrampica su un tetto, in piena
notte, sotto la pioggia battente, solo per il gusto di fare uno scherzo? Non
ero convinta di voler sapere la risposta a quella domanda, quindi mi rimisi a
letto, auto- convincendomi di essermi immaginata tutto. Quel che è certo è che
quella sera non guardai più verso la finestra…
Il
mio urlo, la mattina successiva, al mio risveglio, rivaleggiò con quello della
sera precedente.
“CHE
ACCIDENTI CI FAI TU NELLA MIA CAMERA?????” Gridai, divincolandomi
dall’abbraccio di Gourry e colpendo con un pugno il volto del mio amico, ancora
addormentato. Lo spadaccino si svegliò di soprassalto. Il braccio con cui
ancora mi teneva stretta a sé allentò la sua presa attorno alla mia vita e il
ragazzo scivolò con un tonfo giù dal letto. Quindi si mise a sedere, con aria
assonnata, e mi fissò, stupito.
“Lina????
Cosa ci facevi nel mio letto?” Si guardò intorno. “… Forse sto ancora
sognando…” Dopo avermi dato un’altra occhiata, lo spadaccino si distese
nuovamente a terra, del tutto intenzionato a rimettersi a dormire.
“NON
STAI SOGNANDO, PEZZO DI DEFICIENTE!!!!” Gridai nuovamente, ancora completamente
rossa in volto (e non per la rabbia…), tirandogli un cuscino. Scattai in piedi
sul letto. “Adesso, se non vuoi che ti uccida, hai dieci secondi per spiegarmi
perché sei venuto nella mia camera…”
Gourry
si tirò su, questa volta perfettamente sveglio. “Lina… Guarda che questa è la
MIA camera…”
“…”
“Eh?”
Mi guardai attorno. L’armatura di Gourry era appesa al muro e i suoi vestiti
giacevano su una sedia. Vicino al letto, appoggiata al muro, c’era la Blast
Sword… Non era possibile…
“Ma…
Come… NO! NON PUO’ essere! Io non mi sono mossa dalla mia stanza!!!!” Rivolsi
un’occhiata rabbiosa al mio amico, che si stava rialzando.
“Bè…
Evidentemente sì, dato che ti trovi qui…” Si grattò la testa, con aria
perplessa. “Uhm… Hai mai pensato di essere sonnambula…?”
“Non
dire stupidaggini! Non sono mai stata sonnambula! E poi, come avrei fatto ad
entrare, con la porta chiusa?”
Gourry
raggiunse la porta e provò ad abbassare la maniglia. “E’ ancora chiusa a
chiave… Comunque non credo che un lucchetto rappresenti un grosso problema, per
te…” Commentò, sorridendo fra sé e sé. FORSE era vero, ma non era quello il
punto, in quel momento! “Ragiona, per una volta, testone! Non è possibile che
io a notte fonda mi sia messa a scassinare la porta della tua camera senza
nessun motivo, e per di più ancora completamente addormentata!”
“Allora
come fai ad essere qui?” Chiese il mio amico, guardandomi con la stessa
espressione spaesata che dovevo avere io in quel preciso momento. Non seppi
come rispondere e per un momento nella stanza cadde il silenzio.
“E’
da qualche giorno che succedono cose strane!” Sbottai quindi, buttandomi a
sedere sul letto. “E provo l’IRRITANTE sensazione che qualcuno si stia prendendo
gioco di noi!”
Gourry
si sedette accanto a me. “Chissà se tutto questo è collegato in qualche modo
con quello che ti ha detto la cameriera…” Rifletté, dopo qualche secondo. Mi
sdraiai con la mani incrociate dietro la testa e presi a fissare il soffitto.
“Non ne ho la più pallida idea. Speriamo di scoprire qualcosa di più, oggi.
Siamo a Miilun, quindi chiunque stia cercando di ‘servirsi di noi’ dovrebbe
uscire allo scoperto, ormai…”
Un
bussare impetuoso mi interruppe. Scattai in piedi e raggiunsi la porta prima di
Gourry, aprendola. “Che cosa diavolo c’è, ANCORA?” Gridai, senza nemmeno
aspettare di vedere in faccia il malcapitato.
Zel
indietreggiò di due passi, sorpreso di trovarmi lì. “Uh… Ho sentito delle urla
e sono venuto a vedere che cosa fosse successo… Ma che cosa ci fai qui a
quest’ora, scusa?” Chiese, con aria perplessa.
“E’
PROPRIO QUELLO CHE VORREI CAPIRE ANCH’IO!!!!” Sbottai, ormai senza più un
briciolo di pazienza. Sbattei la porta alle mie spalle in faccia al povero
Gourry, abbellendo con una crepa il soffitto del corridoio. Quindi me ne tornai
nella mia camera, che inspiegabilmente era ancora chiusa a chiave, e mi vestii,
borbottando fra me e me cose che è meglio non dire… Proprio il modo migliore
per cominciare la giornata…
Solo
un’ora più tardi ci trovavamo in marcia per le strade della città, che sotto la
luce del sole aveva un aspetto molto più accogliente. Gourry ed io addentammo
contemporaneamente uno dei dolcetti che avevamo appena acquistato in una delle
tante bancarelle che avevano aperto i battenti lungo le strade del centro
cittadino. Erano appena le otto del mattino, ma le vie erano già piene di vita.
I miei compagni di viaggio ed io dovevamo camminare quasi stretti gli uni agli
altri, per evitare di perderci fra la folla… Se ciò fosse accaduto, sarebbe
stato piuttosto seccante. Con tutta quella gente, ci sarebbero volute ore, per
ritrovarsi.
“AAAAHHH!
Meno male, stavo morendo di fame!” Commentai, mentre terminavo l’ultimo
dolcetto alla marmellata, preparata a buttarmi su quelli al cioccolato. “La
cucina di Miilun è ottima, vero?” Domandai, indirizzandomi allo spadaccino che
mi camminava a fianco. “MMM shì, hai rasgioune…” Deglutì. “E anche l’ambiente
non è niente male.” Considerò, guardandosi attorno.
“Gourry-
san, non è educato parlare con la bocca piena!” Lo rimproverò Amelia.
“Non
so come facciate, voi due, a mangiare ancora… Ci siamo alzati da tavola un
quarto d’ora fa. Non credevo che un essere umano potesse materialmente
contenere nello stomaco una quantità simile di cibo…” Sospirò Zel.
Gourry
si limitò a fare spallucce. Io mi voltai e strizzai l’occhio a Zelgadiss.
“Pensavo che ti fosse chiaro, dopo tanti anni che ci conosciamo, che io, la
bellissima maga- genio Lina Inverse, e la sua fortissima, sedicente ‘guardia del
corpo’ Cervello- di- Medusa non siamo esseri umani qualunque…”
“Se
fossi in voi non me ne vanterei molto…” Replicò la chimera.
“Ehi,
Zel! Cosa vorresti…” Non terminai la frase, perché sentii Gourry tirarmi per la
manica. “Lina! Focacce calde!” Mi voltai, perdendo immediatamente interesse
nella conversazione con Zelgadiss. “Con lo sciroppo di lamponi! Andiamo,
Gourry, che aspetti?” Sorpassai lo spadaccino con un balzo e raggiunsi la
bancarella.
Alle
nostre spalle, i nostri compagni di viaggio sospirarono. “Andando avanti di
questo passo, raggiungeremo la fiera domani mattina.” Sentii borbottare
Zelgadiss. “Non ti preoccupare, Zel- san… Gli stand apriranno solo oggi
pomeriggio, ricordi? Abbiamo tutto il tempo per assistere alla cerimonia di
apertura…” Lo rassicurò Sylphiel, con un sorriso.
Anch’io
raggiunsi il piccolo gruppo insieme a Gourry, dopo aver fatto il pieno di
focacce. “Sylphiel ha perfettamente ragione, Zel, non fare sempre il
guastafeste!” Commentai, a bocca piena. “Uhm, Lina- san…” Intervenne Amelia “…
Veramente io vorrei arrivare dai rappresentanti di Sailune almeno un’ora prima
dell’apertura…”
“Perfetto!”
Gridai, puntando un dito al cielo. “Ciò significa che abbiamo circa altre
quattro ore da spendere in città prima di incamminarci!” Zel e Amelia si
scambiarono un’occhiata. “Dove vorresti andare, Lina, tanto per saperlo…?”
Sospirò la chimera, rassegnata.
“Ma
che domande! A cercare un buon ristorante! E dove, se no?” Senza aspettare la
risposta, mi avviai di corsa verso la piazza che si intravedeva al termine
della strada. “Grandioso! Potremo gustare qualche specialità locale!” Gridò
Gourry imitandomi. I nostri compagni di viaggio sospirarono, quindi si
incamminarono per seguirci.
Avevo
quasi raggiunto la piazza, quando la mia corsa si arrestò all’improvviso.
Gourry, che non si aspettava che mi fermassi, andò a sbattere direttamente
contro la mia schiena e mi afferrò al volo prima che l’urto mi sbalzasse a
terra. “L- Lina? Che ti è preso?”
“Gourry…
tu non hai sentito nulla?” Una voce. Qualcuno aveva gridato il mio nome, ne ero
sicura.
Il
mio amico mi guardò senza capire. “Di che cosa stai parlando, Lina?” Non era
possibile. Me lo ero sognato? Un’altra volta? Forse stavo impazzendo… “Cosa hai
sentito, Lina?” Gourry mi fissò, preoccupato.
“Ho
avuto l’impressione che qualcuno mi stesse chiamando…”
Gli
altri ci raggiunsero. “Cos’è successo, ragazzi?” Chiese Sylphiel. Stavo per
rispondere, quando provai quella strana, ma familiare, sensazione… Gourry ed io
ci scambiammo un’occhiata ed il mio amico annuì. C’era un demone nei paraggi.
“Mazoku…” Sussurrò Zelgadiss, dando voce ai nostri pensieri. Ci siamo, pensai.
Forse ora avremmo fatto un po’ di chiarezza nella faccenda di cui mi aveva
parlato la sacerdotessa assassinata…
Ma
quella sensazione, così improvvisamente come era comparsa, svanì. Chiunque
fosse, se n’era andato. Tutti e cinque battemmo le palpebre e restammo fermi in
silenzio per qualche secondo. Persi il controllo e scattai. “Eh, no! Non si fa
così, accidenti!!! Prima fai sentire la tua presenza e poi non ti fai neanche
vedere? Qualcuno dovrebbe insegnare un po’ di educazione a voi demoni!!!”
Gridai. Ovviamente, tutti, per la strada, si fermarono e si voltarono a
fissarmi…
“Io
non rimpiangerei troppo di non averlo incontrato, Lina… Questo non mi sembra il
posto più adatto ad un combattimento.” Commentò Zelgadiss, lanciando
un’occhiata alla folla, che aveva ripreso a camminare normalmente,
probabilmente ritenendo più saggio tenersi fuori dalla questione.
“Magari
quel demone era solo di passaggio e non mirava a noi…” Suggerì Amelia.
“Amelia,
se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi anni è che quando c’è un demone
‘di passaggio’ sta mirando senza alcun dubbio a me!” Commentai, con un sospiro,
rimettendomi a camminare. “Ma non mi lascerò rovinare il pranzo da…” Mi fermai
nuovamente. “E questo cos’è?” Domandai, ad alta voce, guardandomi nel palmo
della mano. Non mi ero accorta che il mio pugno chiuso stava stringendo
qualcosa. Ma da quanto tempo era lì?
Quattro
teste si sporsero dalle mie spalle per vedere… Un pendaglio, con una piccola
pietra… Poteva essere… “Orhialcon!!!” Gridai, sorpresa. Il materiale,
refrattario alla magia, valeva molto più dell’oro stesso. Una pietra di quelle
dimensioni non era molto, ma se rivenduta avrebbe comunque potuto rendere una
piccola fortuna. Chi poteva essere stato tanto stupido da regalare una cosa del
genere? Forse me l’aveva lasciata quel demone?
La
mia opinione riguardo ai Mazoku e alle loro maniere stava già diventando
radicalmente migliore di quanto non fosse mai stata in precedenza, quando mi
accorsi di un piccolo particolare…
“Oh,
dannazione! E’ cava!” Osservai, con delusione, nel notare che l’oggetto era più
leggero del dovuto e che da un piccolo foro si poteva osservarne l’interno,
vuoto. Questo ne riduceva notevolmente il valore…
“Lina-
san, che cos’è che sbuca da quel foro?” Chiese Amelia sporgendosi tanto su di
me da farmi quasi perdere l’equilibrio. Con cautela, estrassi dal foro un
piccolo foglio di carta.
“Ore
nove, esterno porta nord.” Lessi ad alta voce. “Eh? Ma che significa?”
“Sembra
quasi…” Iniziò Gourry. “… Un appuntamento!!!” Concluse Amelia, per lui.
Ci
fissammo tutti in silenzio per un momento, quindi Sylphiel prese la parola con
un insolito entusiasmo. “Ma è meraviglioso, Lina- san! Pensa, un tuo ammiratore
vuole conoscerti!! Bisogna che tu corra subito alla locanda per prepararti!”
Le
rivolsi un’occhiata poco convinta. “Sylphiel, mi spiace deluderti ma temo che
non si tratti di un ammiratore… Ho la netta impressione che a lasciarmi questo
messaggio sia stato il demone di poco fa…” Sospirai. Non ci capivo più niente.
Cosa avevano in mente questa volta? Mi sembrava quasi di partecipare ad un
gioco, una caccia al tesoro…
“E
non trovi stupendo il fatto che l’amore possa nascere anche fra esseri così
diversi come uomini e demoni?” Continuò Sylphiel. Ehi, aspetta un…
“E’
vero!!!” Intervenne Amelia. “Se quel demone è un tuo ammiratore, tu con il tuo
amore potresti redimerlo e riportarlo sulla retta via! Proprio come nelle
fiabe!” Gli occhi della principessa si erano improvvisamente illuminati.
“Ehi,
aspettate un attimo!!!” Questa volta fu Gourry a parlare. “Vorreste dirmi che
Lina si è fidanzata con un demone???” Chiese, stupito.
“Bastaaaaaaa!
Che ACCIDENTI avete capito tutti quanti???” Mi faceva male la testa. “Quel
Mazoku probabilmente sta cercando di farci cadere in una trappola! O comunque
vuole mettersi in contatto con noi per
qualche motivo…”
Zel
intervenne. “Penso che quella della trappola sia la spiegazione più plausibile,
Lina… Solo non capisco perché non ci abbiano attaccati qui, se è ciò che
vogliono fare… Non penso proprio che i demoni si preoccupino molto degli
innocenti che possono essere uccisi dai loro colpi…” Concluse, indicando la
folla che ci circondava.
“Forse
vogliono attirarci in un luogo preciso, per qualche motivo…” Considerai.
La
chimera si limitò ad annuire. “Resta da decidere che cosa vogliamo fare…”
Lanciai
un’altra breve occhiata al foglio di carta che tenevo in mano. “Per ottenere
ciò che vogliono hanno bisogno che ci troviamo nel luogo indicato…”.
“Considerando
che è EVIDENTEMENTE una trappola, la cosa più saggia da fare sarebbe evitare di
caderci e non recarsi all’appuntamento…” disse Gourry, incrociando le braccia
al petto. “Ma…” “Ma…” Proseguii per lui. “…Come dico sempre, se cadere
consapevolmente in una trappola è stupido, lo è ancora di più avere sempre
paura di cadere in qualche trappola e di conseguenza starsene senza fare
nulla.”
“Giusto,
Lina- san! Affrontiamo i demoni a testa alta. Noi siamo dalla parte della
giustizia, non POSSIAMO perdere!” Fu il commento di Amelia.
La
chimera sospirò, rassegnata. “E così, quando sembra che ci sia una minima
possibilità di evitare un guaio, noi la eliminiamo andando a cercarcelo a testa
bassa… Se quel bastardo di Rezo ha mai avuto ragione su qualcosa, è stato sul
fatto che non so scegliermi gli amici…”
Gli
rivolsi un breve sogghigno. “Bene, dato che siamo TUTTI d’accordo, cosa
aspettiamo? Non possiamo lasciare aspettare quel povero demone tutto da solo…” Dicendo
questo, mi incamminai verso il luogo indicato dal biglietto. Trappola o no,
stavolta avremmo finalmente fatto chiarezza nella situazione…
Doveva
essere passato almeno un quarto d’ora dall’orario dell’appuntamento, e ancora
non si vedeva nessuno. “Maleducati e anche ritardatari!” Sbottai, spazientita.
La prospettiva di riuscire a mangiare qualcosa prima della fiera si faceva
sempre più lontana e stare lì ferma con le mani in mano mi dava sinceramente
sui nervi. Del resto, chi si aspetta di poter fare affidamento su di un Mazoku?
“Mi
dispiace di averti fatto aspettare, Lina Inverse, ma impegni urgenti mi
trattenevano nell’altra dimensione. Capisci, non si può mancare ad un
appuntamento con il proprio capo…”
Ci
volgemmo tutti improvvisamente verso la fonte della voce, colti di nuovo da
quella sgradevole sensazione… Di fronte a noi, si trovava una figura
apparentemente umana. Chi ci parlava si sarebbe detto un ragazzo di circa
vent’anni. Lunghi capelli castani legati a coda di cavallo, un corpo ben strutturato.
Decisamente affascinante, anche se non era proprio il mio tipo. I suoi occhi,
tanto chiari da essere quasi bianchi, erano freddi in un modo che mi
spaventava. Non lasciavano trapelare alcun tipo di emozione. Non erano gli
occhi di una persona con cui avrei voluto avere a che fare…
La
natura non umana di quell’essere era comunque chiaramente rivelata dal colore
azzurrognolo della sua pelle, e dalle dita della mani, innaturalmente lunghe.
Un tipico demone, dopotutto.
“Sei
tu che ci hai contattati?” Chiesi, con voce ferma. Mi sentivo inspiegabilmente
tranquilla. Non sapevo perché, ma quel demone non mi dava l’impressione di
essere particolarmente aggressivo…
Il
Mazoku si limitò ad annuire. “Sai, non potevo perdere l’occasione di conoscere
la ragazza tanto temuta da tutti i demoni… Sei piuttosto famosa, sai?”
“Allora
è davvero un tuo ammiratore…” Sentii bofonchiare Gourry. Gli pestai un piede.
Non era il momento di mettersi a dire stupidaggini.
Il
Mazoku proseguì, con un’aria che oserei dire divertita, anche se il suo volto
continuava ad apparire simile ad una maschera impenetrabile. “ ‘Demon
slayer’…Assassina di demoni… E’ così che vieni ricordata, ora, non è vero?”
Feci
spallucce. “Qualcuno ama chiamarmi in questo modo…” Evidentemente anche il nomignolo
affibbiato qualche mese prima a Gourry e a me da Memphis era già di dominio
pubblico. Sospirai. Almeno non era così negativo come gli altri…
“Bè,
non bisognerebbe mai dare soprannomi a caso… Quindi ti farò il favore di
testare quanto sia adatto il tuo… E nel frattempo ne approfitterò per rendermi
conto di quale sia il tuo reale potere…” Ehi, aspetta un… Troppo tardi. Una
sfera di energia apparve fra le dita affusolate del demone.
Istintivamente,
mi posi davanti a Gourry. “Wind Shield!!!”
Gridai, sperando che la mia magia riuscisse a sostenere la forza dell’attacco.
Gli incantesimi di difesa non sono la mia specialità… Al mio fianco, anche gli
altri evocarono uno scudo protettivo. Al momento dell’impatto, ringraziai tutte
le divinità per la presenza di Sylphiel. Senza la sua magia difensiva a parare
il colpo, il nostro scudo avrebbe senza alcun dubbio ceduto. Era decisamente
forte. Non dovevamo sottovalutarlo.
All’improvviso,
dall’aria fina cominciarono a prendere forma delle figure. Demoni Inferiori,
circa una ventina. Le cose, in questo modo, non miglioravano di certo, per noi.
“Devi
avere una bella paura di noi, se ti rivolgi a dei Demoni Inferiori perché ti
aiutino a sconfiggerci…” Mi indirizzai al Mazoku con arroganza. In realtà,
però, cominciavo a non sentirmi più tanto tranquilla…
“E’
solo che mi piacerebbe risolvere la questione in privato con te…” Rabbrividii.
Bè, a me invece l’idea non allettava PER NIENTE! Purtroppo, non c’era molto da
fare. Il gruppo di Demoni Inferiori si gettò subito sugli altri ed io rimasi
sola a fronteggiare il nostro avversario principale. Considerata la sua
capacità di cambiare dimensione, non sarebbe stata una lotta semplice. Senza
contare che mi sembrava essere piuttosto veloce. Era rischioso tentare
incantesimi la cui formula richiedesse troppo tempo per essere pronunciata…
Come il Laguna Blade, anche se un colpo magico simile in quel momento mi
sarebbe stato utile… Sempre che fossi riuscita a lanciarlo anche senza i miei
talismani, ovviamente…
Il
mio avversario stava già preparando un secondo attacco. Non sarei riuscita a
pararlo da sola. L’unico modo per evitarlo era essere più veloce di lui e
tentare IMMEDIATAMENTE un incantesimo. Non c’era un secondo da perdere.
“Dire Brand!” Gridai. Sapevo che
quell’incantesimo non lo avrebbe messo fuori gioco, ma la mia intenzione era
quella di bombardarlo a raffica, fino a che non avessi potuto approfittare di
un suo momento di distrazione. Alla fine sarei stata sfinita, ma in questo modo
gli avrei impedito di colpirmi e avrei contemporaneamente messo a dura prova la
sua resistenza. E quando si è stanchi anche la concentrazione ne risente… Lo
stesso valeva per me, comunque. Dovevo stare molto attenta.
Purtroppo,
mi ero mossa lievemente in ritardo. Il demone riuscì comunque a lanciare la
sfera di energia. Non riuscì a mirare con precisione, però, ed io evitai il
colpo abbastanza facilmente. Nel frattempo il mio avversario era scomparso per
evitare di essere colpito dal mio attacco. E se conoscevo bene i Mazoku…
Proprio come mi aspettavo! Il demone ricomparve proprio alle mie spalle. Ma io
ero preparata alla sua mossa. Appoggiai all’istante la mano a terra e… “Dug Haut!” Il suolo dietro di me
cominciò ad ondeggiare, come se fosse stato della consistenza dell’acqua. Ne
emersero acuminati spuntoni di roccia ed il demone, per evitare di essere
trafitto, fu costretto a sparire nuovamente. Anche se trattata con la magia, la
roccia non avrebbe potuto ucciderlo, se lo avesse trapassato. Ciò non toglie
che sarebbe stato immobilizzato a sufficienza per permettermi di finirlo con
uno dei miei incantesimi più potenti. Purtroppo, non fu così stupido da cadere
nella mia trappola.
Dopo
pochi istanti, apparve nuovamente di fronte a me. “Sei astuta, ragazzina.
Meriti davvero la tua fama…” Osservò, con ammirazione.
“Grazie.
Nemmeno tu te la cavi male.” Replicai con un sogghigno, quindi attaccai
nuovamente . Non dovevo lasciargli un attimo di tregua.
Purtroppo,
nessuno di noi due aveva intenzione di cedere. Andando avanti di quel passo,
avremmo potuto continuare all’infinito. E cominciavo a sentirmi davvero stanca.
La magia richiede una quantità molto grossa di forza vitale. Avrei avuto
bisogno di almeno qualche secondo per recuperare, ma, se volevo tenere il ritmo
dei suoi attacchi, non potevo permettermelo. Continuando in quel modo, non ce
l’avrei fatta… Era mai possibile che quel bastardo fosse COSI’ resistente,
accidenti? Chissà come procedeva il combattimento degli altri, chissà se
potevano venire a darmi una mano… Mi sarebbe bastato guadagnare anche un solo
secondo sul mio avversario e avrei potuto finirlo…
A
quel punto, commisi l’errore più grosso che potessi fare in una circostanza
come quella. Mi voltai per osservare gli altri con la coda dell’occhio, notando
Zel e Amelia intenti nel compiere un attacco magico in sincronia e Sylphiel
impegnata a parare. Non è necessario dire che il demone approfittò all’istante
del mio attimo di distrazione. Prima che potessi accorgermene, mi aveva
lanciato un’altra sfera di energia. Era troppo tardi per evitarla, troppo tardi
anche solo per tentare uno scudo protettivo. Probabilmente quel colpo non mi
avrebbe uccisa, ma non c’era dubbio che in seguito il demone avrebbe terminato
il lavoro all’istante, e, con me a terra, nessuno avrebbe fatto in tempo per
impedirglielo. Indietreggiando, inciampai e caddi a sedere. Era finita…
O
forse no. “Lina!” Sentii gridare, mentre qualcuno si interponeva fra me e la
sfera di energia. La lama della Blast Sword assorbì la forza del colpo,
divenendo all’istante più affilata.
Gourry
si voltò per un attimo verso di me, per accertarsi che fosse tutto a posto.
“Lina, stai bene?” Il mio amico si era liberato appena in tempo del demone che
lo stava attaccando, lasciando stupito per un attimo anche il mio avversario.
“Adesso sì, grazie.” Gli sorrisi. “Un tempismo perfetto.”
Lo
spadaccino agitò la mano con noncuranza. “Oh, demoni o non demoni il mio
compito è sempre quello di proteggerti. Non potevo di certo lasciarti nei
guai…” Si rivolse al Mazoku, con sguardo rabbioso. “Mi hai sentito? Non ti
permetterò di toccarla, nemmeno con un dito! Dovrai passare sul mio cadavere,
per farlo!”
Il
demone, ripresosi dallo stupore, sogghignò un po’ nervosamente. “Se è solo per
questo, non c’è alcun problema…” Ooops… Il nostro ‘amico’ doveva essersela
presa per l’intromissione… Il Mazoku si preparò a sferrare un altro attacco
magico. Dovevamo sbrigarci.
“Gourry!”
Gridai.
“Ok!”
Rispose il mio amico, intuendo perfettamente ciò che avevo intenzione di fare…
Lo
spadaccino scattò in avanti mentre io indietreggiavo, recitando sommessamente
una formula. Grazie a Gourry, potevo guadagnare qualche secondo, ma non molto,
comunque.
“Sciocchi!
Che cosa credete di fare?” Il demone parò l’attacco del mio amico servendosi
dei propri ARTIGLI (non sarebbe male avere unghie così resistenti…) e riuscì ad
atterrarlo con il contraccolpo. Ma io non avrei di certo aspettato che
riuscisse a ferirlo. “Elmekia Lance!”
Gli indirizzai l’incantesimo con precisione, e non riuscì ad evitarne
totalmente gli effetti, impegnato com’era con il mio compagno. Notai che era un
po’ stordito. “Non basta un incantesimo del genere a mettermi fuori
combattimento!” Gridò, in un tono di voce che non appariva più tanto sicuro.
“Lo so benissimo, stupido!” Approfittando del suo stordimento, avevo terminato
un’altra formula. Questa volta, tuttavia, l’avrebbe evitata facilmente. “Mega Brand!!” Terminai comunque
l’incantesimo. “Pessima mira, mocciosa!” Il demone evitò di essere colpito,
semplicemente spostandosi di lato. Solo che il mio incantesimo non era, in
effetti, indirizzato a lui! Mentre tenevo occupato il Mazoku, Gourry si era
rialzato senza che questi se ne accorgesse! Il mio amico assorbì l’incantesimo
con la sua lama magica e caricò. Il demone, colto totalmente alla sprovvista,
venne colpito. Non abbastanza in profondità per essere ucciso, ma questo non
importava, perché io ero già pronta con un altro incantesimo. “Hell Blast!” Anche questo lo colpì,
stavolta in pieno. Un altro colpo e per lui sarebbe stata la fine…
Improvvisamente,
il demone sparì. Non pensavo che avesse ancora le energie per cambiare
dimensione così all’improvviso. Come diavolo aveva fatto? Doveva essere più
potente del previsto… O doveva avere ricevuto una mano da qualcuno dei suoi
superiori… Per un momento mi aspettai che riapparisse, o che comparisse qualche
altro demone, ma ciò non accadde.
Gourry
mi raggiunse. “Ehi… Lina…”
Guardai
in alto verso di lui e gli battei con la mano sulla schiena. “Credo proprio che
siamo uno a zero per noi, Gourry… Per questa volta, l’abbiamo battuto.”
Sospirai. “Era prevedibile, del resto… Nessuno può batterci, quando noi
due lavoriamo in squadra.” Conclusi con
un sorriso ed un’alzata di spalle. Era vero. Dopo tanti anni insieme, la nostra
cooperazione era pressoché perfetta. Potevamo intuire i rispettivi pensieri
senza parlare, e diventava difficile per qualunque nemico riuscire a prevedere
le nostre mosse. Se a questo si sommavano l’incredibile abilità di Gourry con
la spada e le mie INSUPERABILI doti magiche, i nostri nemici avevano davvero di
che preoccuparsi, di fronte a noi.
Gourry
annuì con un sorriso, concordando con me. “Senza alcun dubbio, Lina.”
Rifletté per un momento, mentre aspettavamo
gli altri, che ci stavano raggiungendo dopo aver sconfitto gli ultimi demoni .
“Ehi, Lina, dato che sembra che dopotutto non volessero fare proprio niente di
particolare con questo posto, pensi che riusciremo ancora ad andare a mangiare
qualcosa…?”
Rimasi
interdetta per un attimo… Aveva ragione! Alla fine, per quale motivo i Mazoku
ci avevano attirati lì? Apparentemente proprio per nessuno! Ma allora? E se non
fosse stato per attirarci in un luogo particolare che ci avessero mandato quel
biglietto? Se ci fosse stato qualcos’altro sotto? Ma cosa? Accidenti! Ero
andata lì per sapere qualcosa di più, invece ci capivo meno di prima. Cercai il
pendaglio che avevo nascosto all’interno della mia sovratunica… Sparito!
Grandioso, davvero…
Gli
altri arrivarono da noi. “State bene?” Chiese Sylphiel, preoccupata. Annuii e
guardai verso Zelgadiss. Dal modo in cui si guardava attorno con aria
interrogativa, doveva essere giunto alle mie stesse conclusioni.
“Niente
di fatto, di nuovo.” Commentò, seccato. Amelia lo guardò con aria
interrogativa. “Bè, Zel- san, li abbiamo sconfitti…”
“Non
è questo il punto.” Intervenni. “Non è ancora chiaro che cosa vogliano da noi.”
Sospirai. “Ma anche stando qui a rimuginarci sopra non credo proprio che
giungeremo a qualche conclusione. Possiamo solo fare delle ipotesi, e non sono
molto…”
Sylphiel
intervenne timidamente. “Io non ho avuto l’impressione che quei demoni
volessero davvero eliminarci…” Tutti ci voltammo a guardarla. “Voglio dire… Mi
è sembrato quasi che volessero solo spaventarci, o misurare la nostra forza, o
entrambe le cose.” Concluse la sacerdotessa.
Sbuffai.
“Penso che i demoni se la siano fatta, ormai, un’idea della mia forza…” Mi
accigliai. “Ma in fondo potresti avere ragione. Anch’io, inizialmente, ho avuto
quell’impressione… Senza contare che quel Mazoku non ha mai attaccato in modo
da potermi uccidere al primo colpo…”
Feci
spallucce e sorrisi. “Bè, non ha senso starsene a preoccupare ora! Non c’è
niente che possiamo fare! Tanto vale cercare di godersi la fiera e aspettare la
loro prossima mossa!”
“Che
incosciente!” Commentò Zelgadiss, rivolgendomi un’occhiataccia. “Alla loro
‘prossima mossa’ potremmo non essere tanto fortunati da cavarcela!”
Gli
strizzai l’occhio. “Oh, non è stata la fortuna a farci vincere, ma la mia
immensa abilità… E quella non verrà mai a mancare!”
Gourry
mi pose una mano sulla testa. “Lina ha ragione, Zel… Non ci sono molte altre
alternative… Non possiamo farci niente! E allora, perché non pranzare in pace?”
La
chimera abbassò lo sguardo, con aria sconfitta. “Niente da fare, siete tutti e
due irrecuperabili… Una coppia perfetta…” Si voltò, prima che potessi fargli
intendere come IO la pensavo sulla cosa. “Andiamo a questa fiera, prima che mi
venga una crisi di nervi…” Quando Gourry accennò a protestare, concluse. “…Sono
certo che anche lì potremo trovare qualcosa da mettere sotto i denti.”
Lo
spadaccino annuì, soddisfatto.
Ci
incamminammo per raggiungere la zona Est della città. La fiera cominciava dal
centro, dove si trovava la sede principale del Circolo dei Maghi di Miilun, e
dove si sarebbe tenuta la cerimonia di apertura. A partire da lì, si estendeva
a Est, nella parte della città dove era concentrato il maggior numero di templi
e di scuole di magia, e proseguiva anche oltre le mura, per uno spazio
considerevole. Era comprensibile che l’area della fiera comprendesse anche zone
più isolate. Non era consigliabile effettuare dimostrazioni di magia vicino
agli edifici…
Quando
arrivammo al centro della città, i preparativi stavano giungendo al termine.
Amelia raggiunse gli inviati di Sailune e li interrogò brevemente sull’andamento
delle cose, per poi intraprendere una discussione su questioni di Magia Bianca
che, in tutta sincerità, non interessavano più di tanto ad un fruitore di Magia
Nera come me… Mi guardai attorno. Caspita, avevano fatto un bel lavoro!
Migliaia di stand, con oggetti magici di ogni tipo, si estendevano per
chilometri. Il tutto era diviso ordinatamente in sezioni. Le tre principali,
ovviamente, erano quelle riguardanti i differenti tipi di magia, la Magia Nera,
la Magia Bianca e la Magia Sciamana. Evidentemente, una sistemazione così
organica e razionale non era stata possibile per l’intera estensione della
fiera, ma solo per la zona centrale. Più avanti, gli stand si ammassavano senza
particolari distinzioni. Un po’ da tutto il mondo, erano giunti uomini e donne
più o meno esperti di magia, per aprire la loro bancarella. Era QUELLA, la
parte della fiera che più mi interessava. Intendiamoci, non avrei mancato di
visitare anche la zona centrale, dove si potevano trovare oggetti e testi
interessanti e di alto valore, ma era fra le bancarelle ammassate nella zona
periferica che si potevano compiere i veri affari. Oggetti molto potenti
potevano essere stati posti per caso, da un venditore poco esperto, fra tante
cianfrusaglie. Vista la mia esperienza, in quel caso sarei riuscita ad
appropriarmene ad un prezzo ragionevole. Senza contare che sarei riuscita a
vendere a caro prezzo a qualche mercante gli oggetti magici che io stessa avevo
realizzato…
Sentii
venire piano piano alla luce quello spirito di intraprendenza commerciale tanto
tipico degli Inverse. Mi piaceva fare affari. Dopotutto, venivo da una famiglia
di mercanti…
Ero
sul punto di trovare una scusa per lasciare Amelia alle sue discussioni e dare
un’occhiata anticipata a quello che fra qualche ora sarebbe stato il mio
‘territorio di azione’, quando avvertii un improvviso strattone al mio
mantello. Qualcuno aveva cautamente portato le mani alla mia cintura e stava
cercando di rompere il filo con cui tenevo legata a me la borsa con i miei
soldi… QUALCUNO STAVA CERCANDO DI BORSEGGIARMI! Volevano derubare proprio ME,
la grande Lina Inverse, conosciuta da tutti come l’assassina di ladri. Chiunque
fosse, aveva decisamente scelto la persona sbagliata! Mi voltai, la mano più
veloce del pensiero stesso, e colpii con un pugno diretto il volto di… Gourry?
“Ahi!
E questo, per quale motivo…” Cominciò il mio amico, ovviamente contrariato.
Non
gli prestai nemmeno ascolto. Intravidi una figura allontanarsi, di spalle. E
aveva la MIA borsa in mano. Colta dalla rabbia non mi accorsi nemmeno che si
trattava di un profilo stranamente familiare… Senza una parola di avvertimento
ai miei compagni, mi misi a correre dietro al fuggitivo. COME AVEVA OSATO? Me
l’avrebbe pagata cara…
“Lina!”
Gridarono quattro voci all’unisono, alle mie spalle. Procedetti, senza voltarmi
a rispondere. La folla era troppo fitta, temevo di perdere di vista il mio
inseguito. La figura voltò in un vicolo isolato, apparentemente seguendo la
strada che portava alle rovine del vecchio tempio. Cercai di aumentare la
velocità e proseguii anch’io nella
stessa direzione . Fu subito dopo la curva, che mi accorsi del bastone che
volava verso di me, mirando deliberatamente alla mia testa…
Con
un grido saltai fuori traiettoria e nell’indietreggiare andai a sbattere
direttamente contro Zel, che mi aveva raggiunto insieme agli altri, buttandolo
quasi a terra. Non ebbi il tempo di scusarmi con la chimera, però.
All’improvviso mi trovai faccia a faccia con il mio inseguito, apparso dal
nulla. Se ne stava appeso a testa in giù, il suo naso premuto contro la mia
fronte. Appeso dove, non saprei proprio dirlo… I suoi piedi sembravano essere
sostenuti dall’aria stessa…
“Continui
ad avere ottimi riflessi, eh, Lina- chan? Non c’era nemmeno bisogno di metterti
alla prova…” Disse, con un sottile sorriso sulle labbra, prima di chinarsi a
baciarmi sulla guancia, in una posizione PERICOLOSAMENTE vicina alla bocca.
Gridai
nuovamente, e questa volta il mio pugno lo colpì direttamente al volto. Perse
l’equilibrio a mezz’aria e cadde rovinosamente al suolo, con un gemito di
dolore, lasciando la presa sulla mia borsa. “Ahi, neanche le tue maniere
sembrano essere cambiate molto…” Commentò massaggiandosi la punta del naso.
Io
indietreggiai nuovamente, guardando con un misto di rabbia ed orrore il volto
(allora un po’ rovinato dal mio colpo… povero piccolo…) dell’ultimo essere al
mondo che avrei voluto vedere in quel luogo.
Xellos Metallium.