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Autore: ShunLi    13/02/2010    1 recensioni
Il foglio era solo macchiato in più punti dall'inchiostro, ma il testo era chiaramente leggibile. La maggior parte dei cibi elencati rievocavano l'antico Giappone; c'erano diverse varietà di sushi, il sukiyaki con tanti funghi specificato e sottolineato, zuppa di miso, onigiri con gli umeboshi e il sakè. Poi in fondo alla lista, Sanji lesse le schifezze più svariate: patatine, pizza, bastoncini di pesce fritti e NON al forno, frutta secca... Insomma, nemmeno Luffy mangiava quella roba! E i dolci? Alla voce dolci era indicato un solo piatto: Sanji. Il cuoco iniziò a sudare freddo. Cosa voleva significare?
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Nella mia stanza... Andiamo nella mia stanza."
Eh si, non poteva più negarlo a se stesso, o perlomeno, prendersi in giro.
Da tempo Zoro gli piaceva.
Ma non si era mai avvicinato perchè lui correva dietro alle ragazze, lui moriva per le ragazze... O forse era il suo stupido orgoglio?
Stupido marimo, in ogni caso era tutta colpa sua.
La stanza del biondino distava un bel pò dalla cucina, ma questo non impedì ai due di scambiarsi effusioni.
Zoro iniziò a baciarlo con foga, unendo il suo respiro con quello del biondo. Le mani di quest'ultimo risalirono indecise sulla schiena del marimo, alzandogli di poco la maglia.
Zoro sorrise soddisfatto. Era quello che desiderava e per una volta, erano in due a volere la medesima cosa.
Una volta arrivati alla camera di Sanji, quest'ultimo la richiuse con un piede, calciandola forte.
Zoro tirò a sè il biondo, accarezzando il suo viso e i suoi capelli, tantissimi fili d'oro morbidi e piacevoli al tatto. Altri baci si susseguirono in una guerra in cui nessuno dei due avrebbe vinto.
"Ah, mh.." Sanji boccheggiò in cerca d'aria, mentre il marimo lo spogliava. Ogni suo gesto era terribilmente eccitante, gli faceva girare la testa.
Ad un certo punto, qualcosa cambiò.
Pareva che Zoro gli stesse strappando la camicia di dosso, dato che alcuni bottoni saltarono via dall'indumento, finendo sul pavimento. Sanji sudava febbrilmente, i suoi biondi capelli spettinati erano imperlati di sudore. Continuò ad ansimare e si ritrovò sdraiato sul materasso.
Il viso eccitato del cuoco era una goduria.
Sentì le braccia di Sanji allacciarsi al suo collo, mentre gli sfilava piano i pantaloni.
Per tutta risposta il biondo afferrò con foga la fascia che avvolgeva l'addome dello spadaccino e gliela sfilò con un colpo secco, abbandonandola poco dopo dove capitava.
Come erano arrivati a questo? Si chiese il cuoco. Lo faceva apposta a farlo ansimare a quel modo? Perchè? La sua testa non si chiedeva altro.
"Perchè?" Il pensiero si tramutò in domanda. Zoro inizialmente lo ignorò, e solo al terzo perchè rispose.
"Perchè mi piaci, stupido cuoco."
"No, non può essere così..." Sussurrò Sanji a mezzavoce.
"Io ti odio, ti odio!"
"E invece io ti adoro, anche quando sei incazzato." Ribattè la testa verde. Una mano troppo invadente si insinuò nella biancheria.
Sanji sussultò, e presto un calore sconosciuto lo invase.
"Zoro...Ah Zo... Zoro..."
Con quel gesto, Zoro aveva cercato di zittire il cuoco.
Ma quest'ultimo non demorse.
"No, Zoro, aspetta...Aspetta..."
"Cosa c'è?"
"Io...Non..." Sanji piegò il viso di lato. Non si sentiva pronto. Stava accadendo tutto troppo in fretta, Zoro non aveva perso tempo, ma non poteva biasimarlo. Era stato anche Sanji a farsi trasportare. Doveva concedergli più tempo. Per lui era una cosa strana, ma come poteva spiegarglielo?
"Non ti senti pronto?" Domandò Zoro, come se avesse interpretato il suo pensiero. Sanji annuì, senza aprir bocca.
Guardò Zoro, sicuramente era deluso. Invece il suo sguardo era comprensivo.
"Va bene." E lo baciò. Sfiorò le sue labbra dolcemente, prima di raccogliere la fascia ed uscire dalla stanza.

Sanji rimase senza respiro e si mise sotto le coperte con un dolce senso di inquietudine nel petto. Zoro non aveva fatto storie. Aveva assentito al suo  desiderio e aveva smesso, giusto per dargli il tempo necessario per decidere. Rimurginò abbastanza da farsi venire sonno. Tanto la cena era pronta, quindi...
Ma il suo sonno non durò molto, infatti a svegliarlo furono le grida di Usopp e Chopper, che si litigavano per delle polpette.
"NOO! SONO MIE!!"
"MA IO NON LE HO NEMMENO ASSAGGIATE! DAI!!"
"Ma sei o non sei un dottore? Non lo sai che il fritto fa male alla salute?" A quell'affermazione la povera renna si abbandonò sul pavimento piangente.
Robin affettuosamente la rincuorò.
"Su non piangere... Insomma Usopp dopo tutto si tratta di una polpetta, cosa ti costa?"
Sanji entrò in cucina, ancora assonnato e un aspetto a dir poco "sconvolto".
"Sanji, tutto bene? Ti abbiamo svegliato?" Domandò Nami.
"Non ti preoccupare... Ma che ore sono?"
"Sono le sette di sera." Precisò Robin.
"Oh... Quindi non avete mangiato?"
"Si non vedi?"Frankie indicò Luffy con un ringonfio al posto della pancia e stava beatamente dormendo.
"Quindi vi siete arrangiati."
"No Sanji, affatto! Non ci crederai, ma Zoro ha preso posto ai fornelli e ci ha persino servito!" Comunicò Chopper, con tono meravigliato.
Anche Sanji se ne sorprese.
Che l'avesse fatto solo per fargli piacere?
Quella zucca verde...
"Spero non abbia combinato nessun danno."
"Invece dovevi vederlo! E' stato grandioso quando ha affettato la cipolla con il terzo coltello in bocca!" Raccontò Usopp.
Tutti si misero a ridere. Per una volta, Zoro aveva fatto qualcosa di buono.
Zoro sentì le risate dei suoi nakama. Si sentì profondamente irritato. E dire che lo aveva fatto per loro. Ma soprattutto per attirarsi l'attenzione del cuoco.

Il cielo stellato era veramente stupendo quella sera. Sanji riusciva a vederne un pezzo dall'oblò della cucina, distraendosi ogni tanto mentre lavava i piatti. Infatti la sola luce accesa che si vedeva dalla Thousand Sunny era quella del cuoco e Zoro, nonostante fosse di vedetta quella sera, continuava a guardare in basso, anche solo per intravedere il suo bel viso.
Stava lavando troppi piatti si disse. Forse doveva dargli una mano.

Sanji svuotò il lavandino con l'acqua sporca e lo riempì un altra volta. Mise un goccio di detersivo e aspettò che la schiuma divenne abbondane, prima di risciaquare l'ennesimo piatto, ma...
"Ehi, cuoco." Chiamò Zoro.
Quel piatto gli scivolò dalle mani per lo spavento, e si depositò sul lavandino con un suono sordo.
"Quante volte ti ho detto di bussare?" Disse rinunciatario. Non valeva la pena litigare con lui. Specie alle undici e mezzo della sera, rischiando di disturbare gli altri. E poi fra tutti, proprio lui doveva piombare in cucina?
"Pensavo avessi bisogno d'aiuto."
"Non ti preoccupare, ho quasi finito."
In realtà aveva ancora una torre di pentole da lavare.
"Ma come fanno ad accumularsi così tanti piatti?"
"E' colpa vostra. Mangiate anche negli orari più impensabili."
Il rumore della spugna che sfregava vigorosamente contro la stoviglia diede fine alla discussione dei due.
Sanji, anche se non lo dava a vedere, era ancora molto imbarazzato per quel che era accaduto la sera prima.
"Posso stare qui?" Domandò Zoro.
"Fa un pò come ti pare." Rispose Sanji.
Il tipico tintinnio delle katane smise di riempire il silenzio della cucina. Sanji capì che Zoro se ne fosse sbarazzato. Ma il loro proprietario non si era seduto al tavolo o seduto in terra.
Il calore del suo petto gli riscaldò la schiena quando si avvicinò.
Le sue mani gli cinsero la vita in una stretta possente.
E la sua testa si poggiò nell'incavo del collo.
"Mi piaci cuocastro."
Sanji sorrise.
"Mi piaci anche tu, zucca verde." Ammise, arrossendo.
  
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