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Autore: Hi Ban    14/02/2010    1 recensioni
Non era più divertente, non c’era più niente di ‘mistico’ o ‘utile’, come lo aveva definito Ino agli albori di quell’iniziativa.
La Hyuga alzò lo sguardo, per incontrare quello delle coetanee che non avevano dato più segni di vita, ma oltre ai loro incontrò anche due occhi ametista che la osservavano ironici.
“Buh!”
Hinata gridò con tutte le forze che aveva in corpo.

Hinata stava con Naruto da poco tempo quando la morte, causata da un brutto incidente, glielo portò via.
E se Hinata fosse vittima dei sensi di colpa, ritenendosi la causa della prematura dipartita dell'Uzumaki? E se Ino e Sakura decidessero di darle una mano?
Hidan/Hinata - Naruto/Hinata
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A good mistake
Capitolo due




La riconobbe subito; era la stessa che Ino aveva mostrato a lei e a Sakura un pomeriggio, molto tempo fa’. Disse che apparteneva a sua nonna e che l’aveva data a lei per un suo compleanno, ma che non credeva che funzionasse davvero. Si era sempre rifiutata di usarla, poiché la paura aveva sempre preso il sopravvento. Anche per una questione di rispetto, in verità. Lei credeva nell’esistenza di spiriti e affini ed era più che convinta che fosse una mancanza di rispetto disturbarli a tal modo. Beh, però la paura incideva di più sulla decisione.
Perché ora quella stessa scatola, che si era rifiutata di vedere anche solo aperta, si trovava in casa sua? Grazie al cielo che era seduta quando fece un breve collegamento con le candele e il possibile utilizzo di una tovaglia in tutto quello. In verità, non sapeva nemmeno lei se essere arrabbiata o semplicemente sconvolta. Volevano richiamare lo spirito di Naruto, disturbare il suo sonno e, in caso avesse funzionato, anche il suo per parecchio tempo a venire, ecco ciò che sarebbe successo se avesse permesso a quelle due di fare di testa loro.
Era scandalizzata solo nel vedere la scatola: aprirla andava oltre le sue possibilità.
“R-ragazze…”
Si limitò semplicemente a chiamarle più volte e, quando ebbe la loro attenzione, impresa tutt’altro che semplice, sventolò la scatola, unica via di comunicazione utilizzabile in quel momento per esplicare il concetto. Ino si portò le mani alla bocca e si voltò verso Sakura, che si era girata per guardare lei. Nessuna delle due accennava a voler dare una spiegazione ma Hinata era sicura di una cosa: non avrebbe disturbato Naruto in qualunque posto lui si trovasse.
“S-scordatevelo. Portatela… via.”
Non voleva avere niente a che fare con quell’aggeggio.
Tanto bastò ad Ino per riprendersi, poiché lei non accettava mai come risposta qualcosa che scombussolasse i suoi piani.
“No, Hinata, tu devi parlare con lui! Ne hai bisogno, non puoi continuare a vivere nel senso di colpa!”
Sakura quella volta non ebbe da ridire sul poco tatto dell’amica, poiché anche secondo lei le cose stavano così.
Hinata però non poteva, non voleva.
“Ma… Io… Ino-chan… n-non posso…”
“Non vuoi rivederlo?”
Ino l’avrebbe spuntata, lo sapeva, ma la Hyuga provò comunque a dissuaderla.
Inutile.
“Bene, Sakura prepara tutto, che manca poco a mezzanotte!”
Hinata, intanto, si era lasciata cadere di nuovo sul letto, trattenendo le lacrime. Non era giusto disturbarlo così, né in quel momento né mai. Naruto poteva anche correre dei rischi, come rimanere bloccato a metà. Doveva ammetterlo, però; la possibilità di rivederlo era una vera e propria tentazione. Non era mancato giorno in cui aveva sperato di rivederlo, in qualunque forma si potesse presentare a lei. Sarebbe bastata anche la sua voce, per renderla felice.
“P-perché proprio mezzanotte?”
“Mmh…Non lo so, l’ho letto su internet. C’è scritto che funziona meglio.”
Hinata si premurò di non chiedere il perché delle candele giallo chiaro e la tovaglia bianca, la ritenne una cosa più che saggia.

***

Erano sedute in cerchie sulla tovaglia, intorno alle candele. Le fiamme sembravano ancora più inquietanti, poiché nella stanza erano l’unica fonte di luce. Le immagini che si crearono sui muri circostanti fecero chiedere più volte ad Hinata perché avesse permesso che tutto quello accadesse; perché era andata ad aprire la porta a Sakura; perché si era svegliata quella mattina.
Vi era un silenzio sovrumano nella camera, tutte le finestre erano chiuse, così come anche la porta. Secondo Ino quelle disposizioni davano un’aria più mistica alla situazione. C’era così tanto silenzio che a Hinata sembrò di sentire anche il rumore delle fiamme delle candele che si muovevano in una danza macabra.
Quando le campane suonarono la mezzanotte, alla giovane quasi non prese un infarto, tanto immersa in quel silenzio che il suono delle campane le era apparso ancora più forte dl solito.
“È il momento.”
Così dicendo, Ino prese la scatola dietro di sé, la aprì e la posizionò al centro, facendo posto tra le candele. Sakura si ravviò indietro i capelli rosa e si sedette meglio, con aria concentrata. Hinata voleva solo alzarsi e varcare la porta, andandosene, ma le gambe non volevano accennare a muoversi, per fare nessun movimento. Deglutì in preda al panico, quando lo sguardo di Ino si posò su di lei.
“È il tuo momento, Hinata. Chiamalo.”
No, quello non poteva farlo. Non ci sarebbe riuscita, era troppo per lei.
“Ok, ci penso io.” Ino aveva intuito lo stato d’animo dell’amica e aveva preso le redini della situazione. Tanto quanta differenza poteva fare se a chiamare Naruto fosse stata lei e non Hinata?
“E ora?”
“Te l’ho detto cosa bisogna fare, Sakura. Dobbiamo poggiare le mani su questo…” Disse posando la mano su un pezzo di legno intagliato che in teoria avrebbe dovuto avere la forma di una lancetta, ma in pratica era un pezzo di legno informe pieno di schegge.
“… e poi dobbiamo fare delle domande. Ma noi vogliamo che sia Naruto a rispondere.”
“E come facciamo a fare rispondere proprio lui?”
“Su internet c’è scritto che bisogna cercare… Perciò faremo domande finché non becchiamo Naruto!”
Ino era tutta fiera del suo piano, ma sia Hinata che Sakura avevano seri dubbi sul fatto che potesse funzionare. Come si faceva a cercare uno spirito? Male che fosse andata, non avrebbe risposto nessuno e sarebbe stato anche meglio.
“Visto che Hinata non se la sente, le domande le faccio io.”
Ino e Sakura collocarono le mani e attesero che lo facesse anche Hinata. Non avrebbe nemmeno appoggiato la mano se non fosse stato per l’occhiataccia che Ino le lanciò.
“Bene... C’è qualcuno?”
Se Ino credeva davvero che avrebbe funzionato chiedendo semplicemente ’c’è qualcuno?’ doveva davvero aver sopravvalutato le possibilità che vi erano che potesse davvero andare come previsto.
O aveva bevuto.
“Ino ma scherzi?” Disse Sakura, guardandola con sguardo stralunato: su quale sito aveva trovato le istruzioni per far funzionare quella tavola?
“Hai qualche idea migliore, Sakura? Vuoi mettere dei punti e dei cerotti alla tavola, credi che sia meglio?”
Rieccole che partivano.
“Tu cosa preferisci? Metterci dei fiori? Quelli li metto io sulla tua tomba se vuoi!”
“O vuoi farle un’autopsia?” Commentò nuovamente, facendo riferimento al lavoro dell’amica.
“Sieditici sopra Ino, così si rompe e il problema non si pone! Poi sì che avrò qualcosa da ricucire.”
Nonostante il battibecco che infervorava nella stanza, né Ino né Sakura avevano tolto la mano dal pezzo di legno.
Hinata continuava a fissare quel ritaglio di legno, quasi ne fosse stata stregata, pervasa da una malsana, per lei, intenzione. Aveva voglia di rivedere Naruto, in quel momento. Si ritrovò a pensare cose che andavano totalmente contro a ciò a cui si era aggrappata prima per dissuadere Ino. Non capiva perché, ma sentiva il forte impulso di provare a fare ciò che aveva eseguito poco prima Ino, forse lei ci sarebbe riuscita...
Non ebbe il tempo per fare niente, poiché il pezzo di legno di mosse da solo, spostandosi sul sì. Le altre due ragazze sobbalzarono e Hinata cacciò un urlo in gola, certa che non poteva essere reale. Non poteva essersi mosso. Non poteva. “Si è mosso!”
Ino era esultante, relativamente interessata che la risposta alla sua domanda fosse stata ‘sì’.
“Grazie, Ino, non ce ne eravamo accorte da sole.”
Hinata doveva fare qualcosa, se lo sentiva. Non sapeva nemmeno che domanda fare, ma sapeva che doveva farne una. Era importante, ma non capiva perché. Ino la precedette, completamente dimentica di qual era lo scopo dell’uso della tavola. Sakura rivolse uno sguardo dispiaciuto a Hinata, conscia che ormai Ino era troppo presa da quel suo nuovo divertimento per pensare alle cose serie.
“Mi sposerò giovane?”
“No, Ino, morirai brutta, zitella e vecchia.”
“Sakura, la vuoi smettere? È una cosa seria.”
“Oh, serissima.”
Il pezzo di legno si mosse di nuovo, questa volta verso il ‘no’.
Ino assunse un’espressione delusa; voleva chiaramente che la risposta andasse sul ‘sì’.
“Visto? Non avrai tempo per sposarti!” Sakura non credeva davvero in quella tavola, che reputava solo come uno dei modi che Ino voleva tentare per aiutare Hinata, perciò non si premurava di essere seria e dava libero sfogo alla sua euforia.
La Yamanaka, indispettita, pose un’altra domanda alla tavola, sicura che avrebbe avuto un responso negativo.
“Morirò giovane?”
Hinata era rimasta in silenzio fino a quel momento, convinta che non dovessero scherzare così. Era una cosa pericolosa quella e beffarsi dell’autorità degli spiriti era altrettanto azzardato e rischioso. Un brivido le corse lungo la schiena quando la lancetta di legno si posò sul ‘sì’.
Com’era possibile?
Nella stanza calò il silenzio; Ino, spaventata da quella risposta, tolse di colpo la mano, facendo spaventare Hinata che sobbalzo, graffiandosi con una scheggia del frammento di legno.
“Ok, non è divertente. Sakura, lo hai spostato tu, vero?”
“Certo che no, Ino!” La voce di Sakura trapelava ansia, spaventata oltremodo che potesse essersi davvero mosso da solo.
La paura si era impossessata di Ino, così come l’inquietudine di Sakura. Avevano acceso la luce nella stanza ed erano in piedi una di fronte all’atra. Il tentativo di Ino di apparire arrabbiata e calma al tempo stesso, non faceva altro che farla sembrare ancora più spaventata di quanto in realtà non fosse. Sakura non sapeva cosa fare, se non tentare di mantenere la calma quando rispondeva alle accuse infondate e false di Ino.
Hinata era ancora sul pavimento, mentre osservava il taglio sul dito: era piccolo, niente di che, ma la Hyuga era come rapita da quella gocciolina color cremisi che si stava formando sopra. Poi cadde, percorrendo tutto il suo dito fino ad infrangersi sulla tavola. Rimarcò delle linee su quel sottile piano di legno, formando prima un cerchio e poi un triangolo capovolto all’interno. Non aveva fatto caso prima che vi fosse quel disegno: che non ci fosse mai stato? La goccia però era una e, di conseguenza, il sangue era troppo poco per riportare alla luce un emblema di dimensioni non esigue.
“Hinata, vero che... Hinata?”
Hinata non le ascoltava. Era ancora intenta a fissare quel simbolo, portato alla luce dal passaggio del sangue, il suo. Ne era quasi affascinata, stregata da una magia che anche prima aveva tentato di catturarla.
“Hinata, cosa diavolo stai facendo? Da dove è uscito quel simbolo?”


***


Salve!^-^
Tralasciando il fatto che è la terza volta che provo a postare questo capitolo e il computer mi muore nel momento cruciale, se leggete queste note autore vuol dire l'ho spuntata su questo ammasso di fili!
Il capitolo non è molto lungo, ma sicuramente lo è u po' di più dell'altro!^^
Chissà di chi è quel fantomatico simbolo!xD
Eheh! A chi lo sa do una falce in testa in regalo!^O^
Ok, nel prossimo capitolo dovrebbe comparire Hidan!*O*
Beh, ringrazio Sadi per aver messo la storia tra le seguite!
E ovviamente mizukage per aver recensito il primo capitolo!**

Sono rimasta imbambolata davanti allo schermo per un bel po' quando ho letto la recensione e la faccia pressapoco era questa: O_O
Nessuno mi ha mai detto così tante volte che sono un genio... anzi, non me lo dicono quasi mai!xD
Davvero, mi hai reso felicissima! Non so come ringraziarti, perché ho l'impressione che scrivere solo grazie sia un po' poco!^^'
Beh, inizio scrivendotelo, che è sempre meglio di niente!xD
Grazie mille!**
E stai tranquilla, non odio né la frase (**) né te (figuriamoci se ti odio!**)!
La recensione andava benissimo così! Anzi, ti ringrazio perché con quelle piche righe mi hai risollevato il morale!** Quando ho letto che hai recensito ciò che hai recensito perché mio davvero, sono rimasta di sasso!O_O
Poi ho inziato a gongolare come una scema e lo stato catatonico è durato sia sul pullman, sia a scuola e per i giorni seguenti, ma quello è relativo!ù_ù
Ti ringrazio anche per aver recensito le altre storia!** Davvero, dirti grazie è davvero troppo poco!
Oh, beh, sì, scritto anche un'altra shonen ai per un contest e, per la tua felicità xD, non è Sasuke/Naruto!**
Ora sloggio o la risposta è più lunga della storia!x°D Grazie ancora!**


Spero vi piaccia!^_-
  
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