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Autore: Danielle_Lady of Blue Roses    17/02/2010    2 recensioni
Cosa succederebbe se Franziska, poco dopo il suo ritorno dall'America, scoprisse di avere una cuginetta geniale? E se la suddetta cugina fosse appena rimasta orfana e lei fosse l'unica parente?
" Mentre le due donne discutevano la bambina si era avvicinata al tavolino e osservato attentamente i documenti sparsi, In pochi minuti aveva letto e memorizzato tutto: referto, prove, pianta del luogo del delitto, testimoni e deposizioni.
Si voltò verso la più giovane delle due donne: -Signorina Von Karma, il colpevole dell'omicidio è quest'uomo, vero?- chiese in tedesco impeccabile, indicando una foto[...]
-Come hai fatto a capire tutte queste cose? Ricostruire un delitto non è semplice...-
-Con la mamma, quando era a casa, facevamo un gioco: lei mi sfidava a riconoscere tutti i dettagli delle immagini, o ad imparare a memoria tutto leggendolo solo una volta, poi nascondeva le cose e mi faceva delle domande, e poi ancora mi spiegava cosa succedeva nell'immagine. Dopo un po' sono diventata brava e potevo dirlo io a lei cos'era successo. E parlavamo sempre in tedesco!- aggiunse orgogliosa, quasi avesse capito l'importanza che aveva per la cugina conoscere quelle cose."
La storia parte dopo la fine di Justice for All e non tiene conto degli avvenimenti successivi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A1 26 Giugno, ore 10.30, Aeroporto internazionale (USA).
-Dai Franzy, muoviti! Forza, forza, forza!- esclamò una bambina correndo con uno zainetto di jeans in spalla.
-Beruhige dich (Calmati) Aleksandra! Non correre, abbiamo tutto il tempo che vogliamo- rispose "Franzy", che emerse tra la folla coi corti capelli azzurri vagamente scomposti.
-Uffi! Sei lenta! E' colpa dei tacchi, lo so! Dovresti smetterla di indossarli, sei già alta così!- affermò annuendo con decisione Aleksandra.
Franziska scosse il capo, quella bambina l'avrebbe fatta impazzire prima o poi. Per una persona che non aveva mai potuto essere una bambina, capirla era difficile. Però aveva imparato a volerle bene, a dispetto della fama di insensibile che si portava dietro. Si era costruita quella fama, in effetti, quando ancora pensava di poter essere una vera figlia per suo padre. Ora non aveva più importanza, lui era un assassino adesso, non più il perfetto procuratore Von Karma. Non meritava né la sua stima, né essere seguito come esempio.
-Correre non si addice ai perfetti, Aleksandra...- "E tu ormai sei l'unica che possa dichiararsi tale. L'ultima Von Karma perfetta" pensò, quasi orgogliosa.
-E noi lo siamo, lo so, lo so...- completò saltellando.
Alessandra Bompiani e Franziska Von Karma erano cugine prime, anche se lo avevano scoperto da meno di tre mesi. A marzo Karlotta e Marco, i genitori di Alessandra erano morti in seguito ad un'aggressione e gli assistenti sociali avevano individuato in Franziska l'unica parente che avrebbe potuto occuparsi di lei: Karlotta infatti era la sorella minore di Manfred, fuggita di casa anni prima della nascita della nipote e formatasi una nuova vita in Italia tramite alcuni amicizie che aveva stretto nel corso di una vacanza.
All'inizio la procuratrice non aveva voluto saperne, era appena rientrata dal disastroso soggiorno negli States e voleva solo riprendersi, ma...

30 Marzo, ore 18.30, Residenza Von Karma (Germania).
Franziska era appena rientrata dal lavoro, in cui si era rilanciata a capofitto, aveva poggiato come al solito il fascicolo del nuovo caso sul tavolino del salotto e la frusta sul divano, a casa non ne aveva bisogno: era fuori discussione che i domestici non le ubbidissero all'istante.
Sentì distrattamente il campanello suonare mentre rileggeva il referto dell'autopsia, e sempre distrattamente annuì quando una delle domestiche le annunciò una visita.
Entrarono una donna mora dalla pelle olivastra, non molto alta, seguita da una bambina pallida sui sette anni coi ricciolini castani sciolti lunghi fino a metà schiena. Teneva gli occhi bassi quindi era impossibile vederne il colore.
-Il procuratore Von Karma, presumo- chiese la donna in inglese, con accezione inequivocabilmente italiana.
Franziska si alzò -Esatto, lei invece chi sarebbe?-
-Il mio nome è Maddalena Valeri, sono un'assistente sociale e mi sto occupando del caso di sua cugina...-
-Non mi risulta di avere cugini- la contraddisse.
Maddalena parve interdetta -Sua zia paterna Karlotta è stata data per defunta dalla sua famiglia quando fuggì di casa, evidentemente non le era mai stato raccontato, dico bene?-
"Questa bambina è davvero mia cugina allora?" si chiese Franziska.
-Il mese scorso i suoi zii sono morti e lei è risultata l'unica parente ancora in vita...-
-Non intendo prenderla con me, se è per questo che è venuta può anche andarsene-
-Le sto dicendo che lei è l'unica persona che le rimane, la bambina finirà in un orfanotrofio se non la accetta lei...-
Mentre le due donne discutevano la bambina si era avvicinata al tavolino e osservato attentamente i documenti sparsi, In pochi minuti aveva letto e memorizzato tutto: referto, prove, pianta del luogo del delitto, testimoni e deposizioni.
Si voltò verso la più giovane delle due donne: -Signorina Von Karma, il colpevole dell'omicidio è quest'uomo, vero?- chiese in tedesco impeccabile, indicando una foto.
L'interpellata rispose con aria di sufficienza -Cosa te lo fa credere?-
Gli occhi della bambina, rivelatisi lo stesso color ghiaccio dei suoi, si illuminarono mentre spiegava tutta una serie di ragionamenti precisamente concordanti con le prove del fascicolo. Alle domande opposte da Franziska, sempre più incuriosita dalle capacità della piccola, rispondeva con difficoltà minime.
L'assistente sociale, come notando una possibilità di avvicinamento si congedò, approfittando di un momento in cui la procuratrice stava confrontando una prova con quanto detto dalla bambina -Credo sia opportuno che vi conosciate, tornerò verso le otto a prenderti, Ale. Arrivederci- e uscì.
-Come si chiama? Di nome, intendo- chiese la bambina.
-Franziska. Tu invece?- rispose notando che Maddalena non le aveva detto il nome.
-Alessandra Bompiani, ma la mamma mi chiamava sempre Aleksandra e papà Ale- sorrise triste.
Franziska sapeva bene cosa significava crescere senza madre e da qualche tempo aveva pensato di essere stata tutto sommato anche senza padre, così sorrise vagamente alla piccola e cambiò discorso.
-Quali lingue sai?- le chiese.
Ale rispose subito, perdendo d'un tratto l'aria triste, o quantomeno provandoci -Italiano, tedesco e un po' l'inglese-
"E' molto forte" notò tra se' -Come hai fatto a capire tutte queste cose? Ricostruire un delitto non è semplice...-
-Con la mamma, quando era a casa, facevamo un gioco: lei mi sfidava a riconoscere tutti i dettagli delle immagini, o ad imparare a memoria tutto leggendolo solo una volta, poi nascondeva le cose e mi faceva delle domande, e poi ancora mi spiegava cosa succedeva nell'immagine. Dopo un po' sono diventata brava e potevo dirlo io a lei cos'era successo. E parlavamo sempre in tedesco!- aggiunse orgogliosa, quasi avesse capito l'importanza che aveva per la cugina conoscere quelle cose.
-Ti va di fare questo "gioco" insieme a me, mädchen (piccola) Aleksandra?- le chiese, volendo vagliare le capacità.
-Davvero lo conosci? Si che giochiamo! La tua mamma lo ha insegnato anche a te?-
-Più o meno- rispose ripensando alle interminabili giornate di studio. Quant'erano state tediose a volte! Eppure le aveva sopportate tutte per diventare la perfetta erede di suo padre.
Quando Maddalena era tornata Franziska aveva completamente cambiato idea circa la bambina: non voleva che crescesse da sola, magari senza avere in futuro la possibilità di sfruttare le sue capacità.
Sarebbe rimasta con lei. E l'avrebbe anche aiutata a rimettere in piedi la perfezione della famiglia.
Come un'altra possibilità.
 

Ciao a tutti!
Per cominciare vi ringrazio per essere arrivati fin qui, so che il mio modo di scrivere è pesante a volte, quindi grazie.
Questa storia mi è venuta in mente per ispirazione fulminea, non so ancora ne' dove andrò a parare, ne' quanto sarà lunga quindi apprezzerò qualunque consiglio sia per migliorare che per andare avanti.
Ho messo l'avvertimento OOC solo perché temo di non essere in grado di interpretare bene i personaggi, se mi direte che sto lavorando bene lo toglierò volentieri.
Inutile dire che le recensioni sono sempre gradite, ma apprezzo anche chi legge in silenzio.
Un abbraccio colossale                                                           Danielle



   
 
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