Vorrei
chiarire che Brian è OOC rispetto al telefilm, ma dato che questa One Shot è tratta da Future per
me è IC.
La
Fan Fiction è scritta da me e il Brian post 5.13 lo vedo così.
Giusto
per dire che anche io so come è fatto
Brian in Queer as Folk, ma siete
sicuri che non sarebbe cambiato? In fondo anche se rimane solo un personaggio
di un telefilm anche loro maturano e anche Brian non potrà rimanere per sempre
giovane e bello nonostante noi preghiamo perché questo avvenga.
La Fan Fiction ha partecipato al contest Winter
Holidays Around the World e ha vinto il premio 'Miglior Spirito Natalizio’
All I want for Christmas (Missing Moment of ‘Future’)
- 22 Dicembre -
Non
faccio in tempo ad arrivare al Diner che da lontano
vedo tutte quelle lucine colorate che brillano e che annunciano che si avvicina
quella festa tanto inutile quasi quanto il giorno di San Valentino. Mi fermo
davanti alla porta indeciso se entrare ed affrontare la gente troppo felice per
l’arrivo di questa festa o andarmene, ma alla fine decido di arrischiarmi ad
entrare, almeno così potrò pranzare
Entro
e cerco con gli occhi gli altri, trovo solo Michael e vado verso di lui.
“Ehi
Brian! Come si sta di nuovo da soli dopo tutto questo tempo?” dice Michael
facendomi posto
“Michy
caz.zi tuoi mai?”
“Senti
se Justin…”
“Justin
cosa?”
Fan.culo che cosa mi
nascondono?
“Non
te l’ha detto?”
“Michael
mi vuoi dire di che caz.zo stai parlando?”
“Ehm
no, niente che ti riguardi, una cosa, ehm del fumetto, già!”
“Senti
puoi darla a bere a chiunque, ma non a me. Quindi ora mi dici quello di cui
stavi parlando prima, chiaro?”
Vedo
Michael abbassare la testa e mentre sento la campanella della porta, Michael ne
approfitta per alzarsi in piedi e salutare Emmett. Diavolo ora non riuscirò a
scoprire che cosa stanno pensando di fare sti due
cretini!
“Ciao
Brian!”
“Ciao”
“Allora
cosa vi porto ragazzi?” ci chiede Debbie
“Per
me un panino con tacchino, senza maionese e patatine”
“Per
me delle uova e bacon!” dice Michael
“Per
me solo un caffè! Oggi ho un sacco di cose da fare!” dice Emmett
“Allora
Brian cosa farai per Natale?”
“Non
mi piace festeggiare!”
“Si
come del resto i compleanni!” dice Michael sarcastico
“Senti
Michael non sono obbligato a festeggiare una cosa in cui non credo, quindi
cerca di non rompere, ok?”
“Fai
come ti pare, in fondo sei tu a perderci!”
“Si
un pranzo in famiglia e lo scambio dei regali, sai che gioia!” dico
Per
fortuna sono arrivate le ordinazioni e finalmente smettono di parlare di questa
giornata di mer.da!
Appena
finisco il pranzo, mi alzo in piedi, deciso ad andarmene al più presto, ma non
faccio in tempo ad arrivare alla porta che Debbie mi blocca.
“Dove
credi di andare Brian?” mi dice trattenendomi per il braccio
“Andrei
al lavoro se mi lasciassi andare!”
“Non
così in fretta! Tu a Natale sei a pranzo da noi, ore 13 e non fare tardi!” mi
dice e se ne va senza farmi nemmeno rispondere
Scappo
velocemente dal Diner prima che mi chiedano di fare
qualcos’altro fuori dal mondo e mi avvio verso la macchina per andare al lavoro
***
È
da due ore che sono in ufficio e non ho ancora combinato niente quando mi suona
il telefono
“Brian
Kinney!” rispondo come sempre
“Ehi
Brian!”
“Justin,
come mai chiami così presto?”
“Con
la mostra e tutto il resto avrei rischiato di non poterti più chiamare e avevo
voglia di sentirti!”
“Jus sei sicuro che non debba venire per supporto morale?”
“No,
non ti preoccupare ce la faccio da solo, e poi li conosci, Gale e Randy non mi lascerebbero un attimo da solo!”
“Si
va bene ma cerca di non mostrare troppo il tuo sedere in giro chiaro?”
“Geloso
Signor Kinney?”
“E
anche se fosse?”
“Sarebbe
il momento adatto per vantarmene, non mi puoi minacciare dato che sei lì a
Pittsburgh mentre io sono a New York!” mi risponde sghignazzando
“Beh
posso comunque passare ai fatti appena torni a casa!”
“Ok
va bene, posso contarci quindi?”
“Ti
piacerebbe eh?” già immagino come poter fargliela pagare…
“Devo
anche risponderti?” mi dice
Sto
per rispondergli per le rime, ma vedo Cinthia farmi
un cenno per dirmi che quelli della Brown Athletic sono arrivati
“Jus devo andare, sarai fantastico come sempre!”
“Grazie
Brian, appena posso ti chiamo dall’albergo!”
“Va
bene, in bocca al lupo!” riattacco
“Cinthiaaa!” urlo sapendo che lei è l’unica in grado di
aiutarmi
“Brian
ma cosa urli!” risponde arrivando con il fiatone davanti alla scrivania
“Devi
farmi un favore!” e inizio a spiegarle la mia idea.
-
23 Dicembre -
Ormai
ho organizzato tutto, mi manca solo di chiamare Debbie per dirle che non andrò
da lei a Natale e sapendo che inizierà ad urlare, preferisco essere abbastanza
lontano.
“Brian
qual buon vento!”
“Debbie!”
“Non
mi hai mai chiamato in venticinque anni, come mai hai iniziato proprio oggi?”
“Devo
declinare il tuo invito per Natale e tu devi ripianificare il tuo!”
“Ah
ho capito, dimmi cosa devo fare!” dice
Io
inizio a dirle cosa dovrà fare e come mi sono organizzato
“Io
devo andare fuori città, quindi fallo sapere tu agli altri ok?”
“Va
bene, ci penso. Tu non preoccuparti”
“Ecco
parla la madre di quello che non sa tenere un segreto nemmeno se ne andrebbe
della sua vita! Ora ti saluto che devo preparare la valigia per la partenza!”
rispondo
“Salutami
Justin allora!” mi risponde ridendo
“Si
si mamma!” non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che ha già messo giù!
Mi
alzo dalla poltrona dello studio e vado verso la camera da letto dove mi
aspetta una valigia ancora vuota che deve essere riempita entro venti minuti.
Iniziamo
dalle cose essenziali. Mi avvio verso il bagno pensando a come diavolo farò a
trovare tutto ciò che mi serve, dato che è Justin a occuparsi della
sistemazione degli oggetti da bagno.
Mi
va bene che alla prima antina che apro trovo il necessario, rasoio, schiuma da
barba, spazzolino e tutto il resto, ora non mi resta altro da fare che capire
dove metterli, ma appena mi giro per tornare in camera vedo una busta adatta in
cui posso infilare tutto e lanciarla accanto alla valigia aperta sul letto. In
camera apro la cabina armadio e penso a quanti giorni starò via e a cosa
potrebbe servirmi durante la permanenza; prendo un completo di Armani e uno di
Hugo Boss, due paia di Jeans e un pantalone, chissà se avrò tempo di dare
un’occhiata a qualche locale, beh per sicurezza prendo anche un paio di
canottiere, con i jeans sono perfette; afferro un paio di camicie e una
cravatta adatta a entrambi i completi. Mancano solo le scarpe, infilo tutto nel
trolley e vado alla scarpiera per prendere gli stivaletti neri e le scarpe
nuove.
Sento
suonare il cellulare e vedo che è arrivato il taxi, chiudo la valigia, fatta
giusto in tempo e esco di casa.
“Buongiorno
Signor Kinney” mi saluta l’autista mentre prende il bagaglio e lo mette in
auto.
Ci
avviamo verso l’aereoporto e sono in anticipo sulla tabella di marcia, tra
massimo quattro ore sarò a destinazione.
***
Finalmente
alle sette sono all’aereoporto dove trovo l’autista dell’hotel ad aspettarmi.
“Signor
Kinney? Benvenuto, se mi consegna il bagaglio andiamo all’albergo”
Faccio
un cenno, lo seguo alla macchina e dopo venti minuti posso dire di essere
finalmente arrivato.
Vado
verso la reception e chiedo di Justin Taylor-Kinney
“Il
Signor Taylor-Kinney al momento è fuori per la
mostra, Signor Kinney!” mi dice sorridendomi
“Si
immaginavo. Mi potrebbe dare la chiave della camera? Vorrei prepararmi, sa non
vorrei arrivare tardi!”
Non
faccio in tempo a finire la frase che già me le sta consegnando.
So
già dove andare dato che è stata Cinthia ad
organizzare il soggiorno di Justin nella grande mela.
Ho
solo un paio d’ore per prepararmi e presentarmi in tempo alla prima di Justin e
mi sento emozionato come una caz.zo di lesbica!
Qualcuno mi esorcizzi in modo rapido e indolore!
Salgo
sull’auto e do l’indirizzo della Harold & Harrison Gallery. Nemmeno venti
minuti e sono davanti all’ingresso, e sono in ritardo, ma non tanto rispetto al
mio solito. Cerco l’invito nella giacca che mi sono fatto mandare senza dirlo a
Justin e lo consegno all’entrata.
Entrando
noto che c’è molta gente in vista della società newyorchese e sorrido pensando
a quanta strada ha fatto il mio raggio di sole!
Vedo
di sfuggita uno dei proprietari che mi viene incontro e attendo impaziente che
mi raggiunga
“Brian,
come stai?” mi chiede Gale Harold
“Tutto
bene; e qui come sta andando?” chiedo mentre cerco una capigliatura bionda in
mezzo alla folla
“Alla
grande. Justin sta vendendo parecchio e tutti pendono dalle sue labbra!”
“Spero
non in senso letterale!” sorrido
“Guarda
l’ho perso da qualche minuto, ma basta cercare un folto gruppo e lo troverai
facilmente” mi dice salutandomi con una pacca sulle spalle
Mi
guardo intorno e improvvisamente incrocio due occhi azzurri che mi stanno
fissando sorpresi, spero solo che la sorpresa sia voluta!
Vado
verso di lui e non faccio in tempo a fare gli ultimi metri che mi salta addosso
“Brian!”
urla Justin fregandosene di tutto e baciandomi sulla bocca con passione, come
se non ci vedessimo da secoli invece che solo da 24 ore!
Mi
stacco giusto per respirare e gli metto un braccio intorno alla vita
“Dicono
che qui stia facendo un’esposizione il nuovo Warhol e non potevo perdermelo,
soprattutto se da qualche tempo questo artista ha il mio stesso cognome!” gli
dico
“Non
sapevo che venissi, ma come…” mi dice mentre cerca di
ritrovare le parole
“Justin
davvero pensavi che mi sarei perso la tua prima personale in questa galleria?”
“Ma
Brian il lavoro e…” risponde
“Siamo
a Natale cosa vuoi che interessi se siamo chiusi per qualche giorno? E comunque
anche i vari dirigenti hanno delle famiglie con cui passare le vacanze
natalizie, no?” gli dico stringendomelo contro
Caz.zo quanto mi è
mancato sentirlo addosso, è come la coperta di Linus, non vorrei mai
separarmene!
“Dai
vieni a vedere i quadri” mi dice trascinandomi verso la zona più illuminata
della galleria
“Come
se non li avessi già visti mentre li facevi!” rispondo io ridendo “Se non
ricordi, viviamo nella stessa casa!”
“Certo
che mi ricordo Brian, ma un paio non li hai di certo visti, dato che li ho
nascosti apposta da Michael!” dice sghignazzando
All’improvviso
mi trovo davanti due quadri, uno astratto dove mi sembra di vedere due figure
maschili sullo sfondo, il secondo invece rappresenta chiaramente noi, sul letto
del loft, abbracciati, come l’ultima notte prima che partisse per New York,
quando avevamo deciso di non sposarci più.
“Sono…” sembro di nuovo una lesbica, non riesco a trovare le
parole per esprimere quello che sento, ha disegnato noi e mi sembra di sentire
di nuovo tutta l’angoscia e la tristezza di quella notte, quando ancora pensavo
che sarebbe stata l’ultima.
Lo
abbraccio, perché solo così spero di potergli far capire quello che sento.
“E
gli altri?” gli chiedo dopo essermi ripreso abbastanza
“Di
qua vieni!” mi trascina di nuovo con sé
Dopo
due ore che giriamo per la galleria, salutiamo gente e parliamo con dei
conoscenti, finalmente possiamo tornare in albergo. Justin in taxi appoggia la
testa contro di me, strofina il naso sul mio collo e si rilassa. Arrivati,
saliamo in camera e non fa in tempo a chiudere la porta che già sono dietro di
lui a slacciargli la camicia
“Brian”
bisbiglia lui strofinandosi contro il mio inguine
“Non
lo facciamo da troppo tempo, sono in astinenza, e tu da brava mogliettina devi
prenderti cura di tuo marito!” rispondo mentre gli passo la mano tra i capelli
“Sarà
un piacere prendermi cura di te, caro!” risponde sorridendo
Mentre
ci dirigiamo verso il letto, ci spogliamo entrambi rischiando ad ogni passo di
cadere per terra, finalmente arrivati a destinazione prendo le braccia di
Justin e me lo tiro addosso mentre cado sul materasso.
- 24 Dicembre -
Mi
sveglio e controllando l’ora noto che sono già le 11, siamo in ritardo e se non
mi muovo rischio di mandare a put.tane i programmi di
oggi. In quello stesso momento mi accorgo del letto vuoto, ma mentre incomincio
a pensare a dove diavolo si possa essersi cacciato Justin sento dei rumori
provenire dal bagno. Inizio ad alzarmi per andare da lui sotto la doccia per
dargli come si deve il buongiorno, ma con tutte le cose che ho organizzato oggi
per noi, non posso proprio perdere nemmeno un minuto.
Mi
alzo e telefono alla hall per farci mandare su la colazione, inutile vestirsi
per andare a farla fuori, quando qui posso farla tranquillamente sul letto,
anche nudo!
Sento
l’acqua fermarsi e vedo Justin sulla porta del bagno intento ad asciugarsi i
capelli. Appena alza lo sguardo e nota che sono sveglio si avvicina al letto e
inizia a salire sul mio corpo strusciando le gambe sopra le mie.
“Justin
non abbiamo tempo, sta arrivando la colazione e…” mi
interrompo all’improvviso quando sento la sua mano sopra il mio inguine che
inizia ad accarezzarmi tutto intorno senza arrivare al punto più sensibile
“Jus davvero…” dico sospirando
senza riuscire a fermarlo, al diavolo chi se ne frega!
Ma
non faccio in tempo a prenderlo per i fianchi e a metterlo sotto di me che
bussano alla porta
“Scusate
Signori Kinney, ho portato la colazione”
“Si
arrivo” dico mentre mi metto un paio di pantaloni di Justin che trovo sulla
sedia e vado ad aprire la porta
“Grazie”
dico al cameriere mentre entra e prepara la tavola per la colazione, io cerco
qualcosa da dargli come mancia e appena finito mi volto verso di lui porgendogli
i soldi e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.
“Ehi
come mai hai ordinato la colazione? Senza la tua cura mattutina a base di
sesso?”
“Diciamo
che avevo pianificato una giornata solo io e te, ma ormai è ora di pranzo e non
abbiamo tempo, quindi salteremo direttamente ai programmi che avevo per il dopo
pranzo!” dico passandomi la mano tra i capelli incasinandoli ancora di più
Ci
mettiamo a tavola e iniziamo a mangiare, Justin sembra un pozzo senza fondo, a
volte mi chiedo come farà quando arriverà agli enta a
smaltire tutto quel cibo!
Mi
guarda mentre mangia le uova e alza un sopracciglio
“Beh
che c’è?” chiedo io
“Niente,
mi sembra strano che dopo tutto quello che hai fatto per arrivare in tempo ora
non hai nemmeno fatto un gesto per tornare a letto!”
“Per
quello c’è tempo dopo…” rispondo sorridendo sornione
Vedo
che si alza , si avvicina a me, tira indietro la sedia a sufficienza per
potersi sedere in braccio e inizia a strusciarsi su di me
“E
se io non avessi voglia di aspettare?”
“Dovrai
adattarti come me e rimanere in astinenza almeno fino a che non torniamo per
prepararci per la cena!” dico prendendogli il viso tra le mani, passo un dito
sulle labbra e avvicino il mio viso al suo e lo bacio con passione prima di
farlo alzare per iniziare a prepararci, altrimenti non ce la faremo mai!
Nel
giro di un’ora ce l’abbiamo fatta e siamo entrambi vestiti con jeans, maglia a
maniche lunghe e giubbotto. Noto che da quando siamo sposati anche Justin
compra solo roba di marca, infatti indossa un giubbotto di CK Jeans e gli sta
da dio, vorrei toglierlo, ma sono stato io a non voler consumare e quindi mi
tocca stare con un’erezione, almeno finché non usciremo da qui e mi si
congelerà!
“Allora
mi dici dove andiamo?”
“No
fa parte della sorpresa, quindi dovrai aspettare finché non saremo arrivati!”
rispondo io pensando che sarà così sorpreso che non dimenticherà facilmente
questo soggiorno a New York.
Scendiamo
nella hall e ci aspetta una macchina che ci porterà alla nostra prima tappa.
“Signori
Kinney, tra mezz’ora saremo arrivati, nel bagagliaio trovate quello che avete
chiesto” mi dice cortesemente l’autista
“Grazie”
rispondo salendo in macchina subito dopo Justin
Mi
accomodo sul sedile mentre Justin intreccia la sua mano, coperta dai guanti,
nella mia e me la stringe.
Mentre
parliamo di come Justin si sia trovato nella Grande Mela in questi giorni, il
tempo trascorre velocemente e finalmente inizio a vedere l’albero di Natale più
grande di New York, anche se siamo ancora lontani.
“Ma
è il Rockfeller Center!” dice Justin
“Meno
male che l’hai riconosciuto, in fondo ci hai abitato solo per due anni in
questa città!”
“E
che cosa dovremmo fare qui?” mi chiede
“Aspetta
fino a quando non arriviamo e te lo dico!” rispondo
Dopo
qualche minuto la macchina si ferma, io apro la portiera e l’autista mi porge
ciò che avevo richiesto.
“Grazie
mille, ci potrebbe venire a prendere tra un paio d’ore?” gli chiedo
“Certo,
ci avevano già informato dell’ora. Buon divertimento.” risponde l’autista
Prendo
Justin per un braccio e mi avvio verso quello che viene considerato il più
grande albero di Natale degli Stati Uniti e Justin mi guarda come se non mi
riconoscesse e in effetti non mi riconosco nemmeno io, ma al diavolo, il Brian
Kinney di adesso non è quello di dieci anni fa che non credeva nell’amore ma
solo nelle scopate! Non sento più il bisogno di andare a scopare in giro quando
nel mio letto ho, devo ammetterlo, la migliore scopata di sempre, e anche se a
lui non lo dirò mai, lo era già dalle prime volte, ha da sempre un talento
naturale e non per merito mio, almeno non del tutto.
Frugo
nelle tasche e trovo la macchina digitale, mi sono reso conto che oltre alle
foto del matrimonio non ne abbiamo altre, e quale modo migliore di iniziare a
farle se non la vigilia di Natale davanti all’albero del Rockfeller
Center?
“La
macchina fotografica?” mi chiede Justin vedendomela tra le mani
“Non
abbiamo foto se non quelle del matrimonio” dico
“Allora
è l’ora di cominciare a farle” dice Justin prendendomela dalle mani e senza
riuscire a fare un passo verso di lui il flash mi acceca
“Ma
non potresti almeno aspettare che mi metta in posa” gli dico ridendo
“No
quelle naturali sono le migliori” mi risponde
Finalmente
riesco a farlo fermare a sufficienza per rubargli la macchina e fargli una foto
per poi prenderlo per un braccio e trascinarlo davanti all’albero e fargliene
un’altra mentre sorride e fa sorridere anche me.
“Dai
andiamo, abbiamo due ore per sfogarci!”
“Cosa
intendi per sfogarci? Vero che ti piace l’esibizionismo ma farlo proprio
davanti a tutta questa gente sarebbe troppo anche per te!” mi risponde Justin
mentre mi mette un braccio attorno alla vita e io gli metto un braccio sulle
spalle.
Arriviamo
alla pista di pattinaggio e vedo Justin guardarsi intorno
“Si
è proprio quello che stai pensando, questo è il mio regalo per te, anche se in
anticipo, fare qualcosa che nessuno dei due ha mai fatto e farlo insieme!” non
finisco nemmeno di parlare che Justin mi salta addosso baciandomi sulla bocca e
subito sento la sua lingua che si fa strada tra le labbra, dopo qualche minuto
riesco a staccarmi da quella bocca calda e vorace.
“Ok
andiamo a prendere i pattini!”
Dopo
circa venti minuti finalmente entrambi abbiamo su i pattini e ci avviamo alla
pista. Ora che ci siamo penso a che diavolo di idea mi sia venuta, nessuno dei
due sa pattinare e rischiamo di romperci qualcosa!
“Dovresti
stare attento, alla tua età a non far cadute!” dice Justin tenendomi la mano
“Pensa
ai fatti tuoi! Nemmeno tu sei ormai così giovane!”
***
Dopo
quasi due ore che siamo sulla pista ho i muscoli che mi fanno un male boia e il
cu.lo congelato a causa di tutte le cadute che
abbiamo fatto. Nonostante i voli e il freddo ci siamo divertiti come due scemi,
ma dopotutto un po’ di sano divertimento senza paranoie e preoccupazioni
inutili ci voleva, anche se per il freddo non riesco nemmeno più a muovere le
mani!
Ci
siamo rimessi le scarpe e siamo in auto diretti di nuovo verso l’hotel. Justin
ancora non sa che cosa ci aspetta dopo e non voglio rovinargli la sorpresa,
tutto ciò che deve sapere è che saremo in un posto elegante e che quindi si
deve mettere il suo completo migliore!
Sono
già le sei passate e dobbiamo uscire di qui almeno per le sette e mezza,
altrimenti rischiamo di non arrivare in tempo a causa del traffico traffico.
“Vai
a fare la doccia Justin, devo fare un paio di telefonate”
“Va
bene, tanto ci metto poco” mi risponde iniziando a spogliarsi e sfoggiando quei
boxer che gli avvolgono il sedere sodo e sento le mie parti basse che iniziano
ad apprezzare la visione, ma se voglio che tutto sia come ho programmato non
devo distrarmi, in fondo cosa ci vuole a resistere alla tentazione di Justin
che si sta spogliando lentamente e muove quel cule.tto
che si ritrova come se volesse farsi scopare, no meglio pensare ad altro,
altrimenti altro che resistere alle tentazioni!
“Inutile
che ci provi, non mi lascerò trascinare nel vortice del sesso!” gli dico mentre
entra finalmente in doccia dopo essersi spogliato completamente
Appena
sento la porta chiudersi prendo al volo il telefono per controllare i messaggi
e leggo che è tutto come pensavo, ci attendono alle otto.
Justin
esce dal bagno e subito senza concedergli il tempo di fare qualcosa ci entro io
chiudendomi dentro.
Dopo
venti minuti esco dal bagno e trovo Justin che si sta iniziando a vestire solo
ora, sicuramente lo ha fatto apposta per farmi cadere in tentazione
“Justin
finisci di vestirti, se arrivo tardi per colpa tua, ti strangolo!” gli dico
dandogli una pacca sul fondoschiena
Vado
verso l’armadio dove ho appeso i completi e prendo quello che preferisco di
più, Armani è una certezza per serate importanti e nonostante io non festeggi
nemmeno i compleanni stavolta lo faccio per lui, perché mi sopporta e
soprattutto perché se lo merita.
Inizio
a vestirmi mentre Justin cerca di sistemarsi i capelli con del gel e si lava i
denti.
Sono
quasi le sette e mezza e siamo pronti, devo solo aggiustare la cravatta a Justin
che nonostante tutto questo tempo passato con me ancora non ha imparato ad
annodarla. Dopo aver fatto anche questo prendo cellulare, portafoglio e
cappotto e chiamando Justin usciamo nuovamente.
Saliamo
ancora in macchina
“Ci
porta al 1500 di Harbor Boulevard?” dico all’autista dopo esserci messi comodi
“Certo,
ci vorranno almeno venti minuti traffico permettendo.” risponde l’autista
Justin
intanto guarda dal finestrino e io mi incanto a guardare i suoi occhi che
riflettono l’illuminazione di questa città piena di luci e alberi natalizi.
Quando
si gira faccio finta di niente e mi sorride, quel suo sorriso che potrebbe da
solo illuminare un intero isolato, e riesco a capire sempre di più cosa ci ha
visto in lui Debbie per chiamarlo Raggio di Sole.
***
Alle
otto meno qualche minuto arriviamo e siamo davanti a uno Yatch
club, di fronte ci sono un paio di auto con i finestrini oscurati.
“Brian
che diavolo succede?” mi chiede non riuscendo a capire cosa stava vedendo
“Dai
scendi e lo scoprirai!” dico io porgendogli la mano e aiutandolo ad uscire
Scende
dall’auto e mentre lo trascino dietro di me prendo il cellulare, dopo aver
cercato al volo il numero corretto, lo chiamo e basta uno squillo per far
capire che è arrivato il momento.
Qualche
secondo e scendono tutti dalle auto lì intorno e si illumina la passerella di
uno degli Yatch ormeggiati lì.
“Il
mio regalo per te…” dico sussurrando quelle parole
nel suo orecchio
“Ma…” non fa in tempo a parlare che i nostri amici ci
travolgono in un abbraccio di gruppo dove noi stiamo rischiando di morire
soffocati.
Dopo
qualche minuto, anche troppo per i miei gusti, ci lasciano respirare e Justin
appena si allontanano tutti mi tira a sé e stringendomi le braccia al collo mi
bacia, quel bacio solo nostro, pieno di passione, ma anche di amore, perché è
un bacio che dà e riceve, un bacio tutto per noi.
Ci
allontaniamo di poco e ci accorgiamo che gli altri sono intorno a noi e stanno
applaudendo, come se stessero vedendo un film piuttosto che me e Justin. Ci
dirigiamo verso la scaletta e il primo a salire è Justin, io lo seguo subito
dopo, dietro di me ci sono le lesbiche con i bambini, Michael e Ben con Hunter,
la mamma di Justin con il marito nuovo di zecca, Debbie e Carl e infine Ted e
Emmett con i rispettivi partner.
Quando
saliamo a bordo il capitano ci saluta e ci fa accomodare.
Justin
mi tiene per il braccio, mi volta e si stringe a me
“Cavolo
Brian se sapevo che mi avresti regalato una serata così ridicolmente romantica,
avrei pensato meglio al tuo regalo” mi dice strofinandosi contro il mio collo
mentre passa una mano miei capelli.
“Non
ti preoccupare, non mi aspetto mica che tu possa raggiungere i miei livelli!”
dico ridendo
“Ehi!”
mi dice dandomi un pizzicotto sul fianco
“Comunque
sono curioso, quando mi dai il mio(senza “mio”) regalo?”
“Dovrai
aspettare la mezzanotte!” risponde
“Non
è per niente corretto farmi aspettare quando tu hai già ricevuto il tuo!”
“Beh,
tanto non sei curioso, no?” ride
“Mi
arrendo” rispondo io sentendo gli altri ormai in procinto di morire di fame
“Dai
vieni che qui tra poco si mangiano i tavoli!” dico mentre lo guido alla sala in
cui mangeremo
Dopo
il caos dovuto ai posti, per fortuna prestabiliti, ci sediamo e cominciano a portare
gli antipasti, tradizione vuole che alla Vigilia si mangi pesce.
***
Ormai
manca un minuto alla mezzanotte e penso di non aver mai mangiato così tanto in
vita mia, ora abbiamo davanti il dolce e lo champagne per festeggiare.
Prendiamo
i flute e iniziamo il conto alla rovescia
“
E
tutti insieme
“
“
“Auguri”
urlano tutti come pazzi
Io
sto guardando Justin che mi sorride, fa cincin con me e mi abbraccia.
Dalla
tasca Justin tira fuori una busta molto elegante, senza fronzoli che odio e me
la da.
“Auguri
Brian” dice continuando a tenermi abbracciato
Apro
con calma la busta nonostante la curiosità mi stia divorando da quando mi ha
detto che non è allo stesso livello del suo. Ci trovo due fogli, uno è un
biglietto aereo
“Milano?”
chiedo incredulo
“E’
la capitale della moda no? Potrai dare sfogo al tuo amore per i vestiti!
Comunque non è finita, continua a leggere!” mi dice dandomi una spinta leggera
al braccio
Leggo
l’altro foglio e rimango senza parole
“Ma
come diavolo hai fatto?”
“Ho
i miei contatti!” dice
“Al
diavolo, sei pazzo!”
“Si,
di te!” risponde baciandomi di nuovo
Il
secondo foglio contiene un buono da 10000 dollari da usare nei negozi di Armani
durante tutto l’anno, sapendo benissimo che ci metterò davvero poco a usarli
tutti
“Conoscendoti
so già che li spenderai in un giorno solo!”
“Mi
conosci, sono i soldi investiti meglio, soprattutto se si parla di stilisti
italiani”
“Buon
Natale Brian”
“Justin…”
“Che
c’è?”
“Il
buono è solo per me vero? Perché 10000 basteranno forse per cinque completi!”
dico ridendo tirandomelo ancora più vicino
“Che
egoista che sei!”
“Vero!”
Gli
sfioro la guancia con la mia
“Ti
amo Justin” gli sussurro all’orecchio.
Credo
che per lui queste parole siano il regalo più bello che potesse ricevere.