Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Ale_Jackson 86    17/02/2010    1 recensioni
In questa FanFiction sarà lo stesso Michael a condurci per mano attraverso i suoi ricordi di giovinezza.Ci racconterà del suo incontro casuale con Alex,una giovane ragazza di colore con la quale vivrà una bellissima storia d'amore che segnerà la vita di entrambi.Un viaggio nel tempo attraverso "le parole di Michael" che ci porteranno indietro negli anni(ma soprattutto nei"ricordi",appunto) e più precisamente subito dopo il successo di "Thriller". (Questa storia è nata dal desiderio di regalare,a chi si appresta a leggerla, un'immagine del "Michael Jackson/Uomo" pensata secondo la mia personale considerazione nei confronti di una delle più grandi star di tutti i tempi,ma soprattutto di uno degli uomini più buoni al Mondo)Buona lettura!!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<2>
[Dammi un pò di te
la parte più dolce
Prendi un pò di me
la parte più forte]
(Subsonica)



Quella barriera invisibile fra me ed Alex si frantumò grazie alla mia insistenza che la incuriosì e così,sorprendentemente,fu lei un giorno ad uscire da casa e venirmi incontro.
Non devo fare un grande sforzo per ricordarmi cosa indossava la prima volta che le parlai,o meglio...che lei mi parlò.
Era estate ed un leggero vestito di lino bianco ondeggiava su di lei,aiutato dal debole venticello tiepido e dalle sue gambe che,muovendosi,aderivano e scomparivano dietro la stoffa leggera.
Un raggio indiscreto della luce del sole al tramonto,rivelò alla mia vista un delizioso spettacolo, facendomi notare chiaramente l'ombra delle sue splendide gambe attraverso il cotone reso trasparente ed infuocato da quella luce suggestiva.
Devo ammettere che arrossii e cercai di voltarmi alla svelta,facendo finta di niente e sperando che lei non cogliesse imbarazzo nei miei occhi.
Mossi i primi passi,come per proseguire verso una meta a me ignota,anche perchè non esisteva, dato che quella stradina e quella casa era la destinazione di tutte le mie passeggiate.
Fui trattenuto da una voce cristallina e gentile che mi bloccò, ancora con un ginocchio piegato in avanti.Lo distesi e mi raddrizzai sulle gambe,feci leva su un piede e con una lenta giravolta me la ritrovai poco lontana da me,ma oltre il bianco steccato di legno.
Con gli occhi bassi notai che aveva dei piedi delicati e curatissimi,trattenuti dentro un paio di sandali con solo due fascette,anch'esse bianche.
Risalii piano con lo sguardo ed incrociai i suoi occhioni scuri.
Aveva i capelli sciolti e riccissimi,una piccola nuvola nera attorno a quel viso angelico e scuro,le ricadevano di poco al di sotto delle spalle.
Tutto quel bianco che contrastava con il colore della sua pelle color gianduia era di grande effetto.

"Scusa...?"< font>
"Si?"
"Volevo chiederti una cosa..."

Mi guardava e sorrideva,per nulla stupita o intimorita di avere davanti a se una celebrità come me.
M'incuriosì la sua spontaneità e la sua sicurezza.

"Dimmi pure.."<>
"Chi sei?"

Strabuzzai gli occhi.

"Cosa?!"
<>
"Anche se non sembrava,ti ho osservato in questi mesi.
Vieni sempre qui.
Somigli tanto ad un mio amico che non vedo da tanto.
Pensavo di conoscerti e invece..."

Socchiuse gli occhi,scrutandomi,poi asserì sicura:

"No,non ti conosco"<>

Come era possibile?!Stavo forse sognando?Mi misi una mano in tasca e mi mollai un pizzico sulla coscia.
Mi feci male...allora capii che era realtà!
Non conosceva Michael Jackson e, per quanto sia una persona modesta e con i piedi ben piantati a terra nonostante il mio successo,devo ammettere che quella notizia mi spiazzò.
Le sorrisi.
Mi sembrava che l'altro mio sogno si fosse avverato.
Due sogni così opposti e paralleli che mai,appunto per questo,potevano realizzarsi:
da una parte ero ciò che avevo sempre desiderato diventare,una famosissima popstar,e dall'altro ero ciò che non ero mai stato e che non potevo più essere.....un perfetto sconosciuto.Uno qualunque.
Pensai che fosse un pò strano...Non doveva essere munita nemmeno di un piccolo televisore,niente radio....niente di niente.
Ma che contatti aveva con il mondo?Probabilmente nessuno e quella stranezza mi piacque.

"E' vero,in effetti non ci conosciamo"

Le allungai la mano pregando Iddio che me la stringesse e così fece.

"Sono Michael,tanto piacere"
"Alexandra,ma chiamami Alex,lo preferisco"<>
"Ok ,Alex"

Un minuto di completo silenzio nel quale m'imbarazzai parecchio,ma fu ancora lei a riprendere in pugno la situazione.

"Michael...Che bel nome che hai"<>

Arrossii,naturalmente.Ero già nella buona strada.
Odiai per un attimo la mia timidezza.

"Alex?"
"Si?"< font>

Volevo spiegarle perchè passavo sempre di lì,ma se glielo avessi detto avrei anche dovuto spiegarle chi ero realmente e...non volevo.
Mi piaceva quell'anonimato.

"Sii sincera:davvero non mi conosci?"
<>
"Speravo fossi qualcuno che conoscessi,sai...mai nessuno viene a trovarmi.
Sono sempre sola.Per questo sono uscita a fermarti"

I suoi occhi si fecero tristi.
Quella ragazza,che non avrebbe avuto più di ventidue anni,chissà quale zavorra portava sul cuore.
Mi sentii ancora più simile a lei.

<>
"Vengo qui perchè mi piacciono le staccionate bianche....Lo so,sembra stupida come cosa,ma è vera"
"No invece!!Non ci trovo nulla di stupido in tutto questo.
L' adoro anch'io.< una>
Questa staccionata è stata una mia richiesta di quando avevo più o meno cinque anni.
Mio padre me la realizzò in una notte e all'indomani....Oddio!Che sorpresa è stata per me...
Mio padre era un uomo speciale.
E' l'unico ricordo che conservo di lui, apparte qualche vecchia foto.
E' per questo che la ridipingo spesso.
Non voglio che ingiallisca.Così,sentendo l'odore della vernice sempre fresca,è come se lui fosse ancora qui con me"

Un mesto sorriso le fece piegare in su le estremità di quelle labbra a forma di cuore e svelò per un attimo i suoi denti perfettamente dritti e bianchissimi.

"E' una bella cosa"
"Si...Bella e triste"<>
"Scusa,non volevo..."
"Non preoccuparti,sono abituata.
Anzi mi ha fatto piacere parlare con qualcuno.<>
Beh....era da tanto che non lo facevo."
"Sono contento allora"
"Si...anch'io"< font>
"Alex...ho notato che dipingi,sei un'artista allora..."
"Beh....si"<>

Rise ed anch'io lo feci.

"Anche io adoro dipingere e disegnare,sai?!"
"Wow!"<>
"Già...Senti Alex,adesso devo proprio andare..."

Notai che un'ombra di delusione passò sul suo viso.

"Ma,se vuoi ,torno domani eh?!"

S'illuminò e il mio cuore fece altrettanto,alleggerendosi ancora una volta.

"Si...torna!Grazie Michael..."
"Grazie a te,davvero..."

Penso sempre che la mia timidezza,in quel momento fu vinta dalla disperata voglia di trovarmi un amico.
Quella sera,tornai a casa e per la prima volta non piansi.
Pensavo che quella ragazza non sapeva chi fossi e, anche se mi sembrava sempre più strano, io ci credevo sul serio.
Desiderai ardentemente che non lo venisse mai a scoprire.

Ben presto capii che un altro muro invisibile,più spesso,lo aveva eretto lei,intorno a se.
Dovevo abbatterlo.
  
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