Eccomi qui di
ritorno con la storia sulle Piccole Falene Notturne^^ Mi auguro con tutto il
cuore che questo capitolo possa piacervi e trasmettervi sensazioni
varie…
Ringrazio tanto
gli angeli che hanno commentato o letto la storia…Mega Baciuzzi^^
Buona
Lettura^^
Ricordi e ferite
laceranti
Quella
stessa sera le Piccole Falene Notturne si ritrovarono nella piazzetta principale
del Monastero, ognuna pronta a prendere la propria posizione. Kai osservò con
attenzione i volti dei ragazzi presenti. Alcune delle Falene più piccole
avrebbero dovuto portare dei messaggi ad altri sottoposti di Vorcof infilandosi
in stretti cunicoli ed entrando fin nelle prigioni di massima sicurezza, altri
dovevano andare nelle miniere di cristallo a ridosso delle montagne, mentre
altri ancora avevano un carico di armi da recuperare. Fortunatamente a capo di
quella piccola squadra di Falene c’era Sem, un ragazzo di sedici anni astuto e
scaltro, il quale Kai sperava aiutasse i più piccoli.
Infine lui
con la sua squadra avrebbero dovuto recarsi in vari
angoli di Mosca, dove sicuramente qualcuno li attendeva con
impazienza.
- Andiamo?
– disse a Ranja che lo aveva appena raggiunto. La ragazza era carina come al suo
solito, anche se lui la preferiva quando era meno truccata. Indossava una
minigonna nera con delle calze a rete dello stesso colore e delle scarpe rosse
laccate con un tacco a spillo, regalo di Oscar, uno dei suoi clienti abituali; a
completare l’opera ci pensava un top rosso e nero con un copri spalle scuro. Non era sicuramente l’abbigliamento
ideale per l’inverno moscovita, ma ormai Ranja ci aveva fatto come tutti l’abitudine.
L’abbigliamento
di Kai per quanto rispettasse poco il suo stile non era da meno. Indossava dei
pantaloni in pelle nera molto aderenti, coordinati con
una maglia dello stesso colore in finta pelle lucida. La maglia, che sembrava
disegnata apposta su di lui gli metteva in evidenza gli
scolpiti pettorali e gli addominali robusti, donandogli, per quanto si potesse
credere in quella situazione, un aspetto davvero meraviglioso.
Non appena
le campane della cattedrale di San Basilio scoccarono i dodici rintocchi, come
tante piccole lucciole, le Falene si dispersero per le strade di Mosca,
raggiungendo in singolo o a piccoli gruppi, le loro postazioni. Si muovevano senza esitazione nel corpo, ma con una grande
confusione nella mente, come tanti piccoli insetti attirati dall’odore
maledettamente dolce del veleno.
La neve
ricopriva interamente le strade della città russa, la quale nascondeva le sue
piccole Falene dalla vista di occhi indiscreti, anche se non ne poteva
cancellare il passaggio. Kai attraversò agilmente le strade che lo separavano
dalla Piazza Rossa, tenendosi a ridosso dei muri per evitare di essere visto.
Nonostante la tormenta si fosse placata, continui fiocchi di neve continuavano a
volteggiare nell’aria, tempestando il volto ed il corpo
del ragazzo, che però pareva non esserne infastidito.
Non sentiva
niente. La sua mente era vuota, talmente vuota che
poteva anche vedersi come troppo piena di pensieri per poterci mettere un po’
d’ordine. Vedeva, ma non provava nulla…Stava forse diventando uno stelo di
ghiaccio privo di sentimenti, come era stato in
passato? “Forse…D'altronde, qui si perde
l’identità…E magari per dare un netto taglio alla mia vita passata, devo
annullare tutto ciò che Loro mi hanno lasciato dentro…”
Un tenue
fascio di luce apparso come dal nulla illuminò debolmente le iridi ametista del
ragazzo, che non si mosse, riconoscendo anche con la neve, il rumore del motore
di quella macchina.
I due fari
lentamente si fecero più vicini, mentre dal buio della notte usciva un’auto nera
molto elegante, dal modello lineare e sottile; i fari anteriori riflettevano una
luce azzurrina che illuminava lievemente i pochi metri successivi, i finestrini,
dalla forma accurata erano scuri ma a Kai non servì molto per sapere chi ci
fosse dietro. Quando il ragazzo si trovò accanto al vetro del guidatore,
quest’ultimo fece abbassare il finestrino, rivelano il viso bello e curato di un
uomo circa sulla trentina con capelli biondi e sottili ed occhi di un grigio molto chiaro. La pelle diafana
dell’uomo risaltava ancor maggiormente grazie al suo cappotto
nero.
L’uomo per
niente sorpreso rivolse al ragazzo un sorriso compiaciuto.
- Sapevo
che saresti passato di qui - La sua voce era sicura e decisa, ma si nascondeva
dietro un velo di ironia e soddisfazione.
Kai si
limitò a scrollare le spalle. Anche lui sapeva per certo che l’avrebbe
incontrato, ma non riusciva a guardarlo come ogni volta, dopo la rivelazione
fattagli da Ranja.
- Su che
aspetti, monta su. Qui si congela…Ti porto in un posto
– con un sorriso malizioso il biondo aspettò che Kai girasse intorno all’auto,
sedendosi nel posto accanto al guidatore. I suoi occhi grigi lo rincorsero di
nascosto. Quanto gli era mancato. Era sempre bellissimo, la sua Piccola Falena.
- Che c’è?
– lo sguardo sospettoso di Kai lo scoprì a fissarlo.
- Niente.
Ti osservavo –
Kai lo
squadrò divertito. – E cosa ci sarebbe di tanto interessante da osservare? –
- Tu -
La
semplicità di quell’affermazione fu come un pugno nello stomaco per il ragazzo,
che nonostante sapesse dell’affetto morboso che provava per lui il russo, mai si
sarebbe aspettato una cosa simile. Volse lo sguardo da
un’altra parte per sfuggire ai suoi occhi.
L’altro
sorrise – Andiamo
–
Quando la
macchina si fermò, per poco a Kai non venne un colpo. Ricordava bene l’edificio
davanti al quale si erano fermati, ma mai avrebbe pensato di ritornarci. Un
elegante albergo di lusso si stagliava dinanzi a loro, alto e maestoso, come la
prima volta che lo aveva visto e vi aveva varcato la soglia…Ma non era
solo…
- Eh…Ho
paura che ci siamo persi! – la voce stridula del prof. Kappa non tentava di
nascondere nulla; era preoccupatissimo, agitato e non la smetteva di disperarsi.
Kai si girò verso di loro: Rei e Max sembravano stanchi nonostante cercassero di
non farlo vedere, il cinese sorrideva mentre l’americano cercava in tutti i modi
di sdrammatizzare la situazione facendo battute su Takao, il quale era rimasto
indietro rispetto al gruppo. Avevano tutti fame e
oltretutto non erano abituati a quel clima, eppure Kai si trovava
bene…
Avanzò
verso di loro. I ragazzi lo osservavano stupiti; era sempre stato un tipo strano
e taciturno, ma questo silenzio assoluto non glielo
avevano mai visto. Prese dalle mani del prof. la piantina stilizzata che gli
avevano dato alla BBA. Inizialmente non seppe spiegarsi
il perché, ma non appena i suoi occhi percorsero la cartina, capì subito che
direzione prendere. – Allora ci capisci qualcosa? – gli chiese Rei avvicinandosi
a lui. – Forse –
- Entriamo
o preferisci congelare qui? – la voce suadente di Dimitri lo riportò alla realtà
come se avesse ricevuto una scossa. Non era questo il momento…Ora doveva “lavorare”. Entrò insieme all’uomo nella
lussuosa hall del Golden Ring Hotel, seguito incessantemente dai suoi
ricordi.
- Cavolo, ma questo albergo è enorme! – Takao sembrava aver
recuperato tutto il suo buon umore, mentre con gli occhi estasiati assaporava
ogni centimetro di quella magnifica hall che si stagliava dinanzi ai
Bladebreakers. – Sei sempre il solito Takao! – scherzò Max, mentre con le sue
parole una strana sensazione di benessere iniziò a contagiare tutti i ragazzi
che risero. Tutti tranne Kai…
Sbatté le
palpebre tornando ad osservare Dimitri che, accanto a
lui, prendeva la chiave dalle mani del consierge. L’uomo non badò molto al fatto
che un ragazzo dal viso piuttosto scarno si trovasse in
compagnia di una figura tanto elegante, anzi probabilmente non si accorse
neppure della sua presenza. Era lo stesso di sei anni prima.
- Andiamo –
gli sussurrò Dimitri precedendolo verso l’ascensore. A quell’ora non c’era nessuno in giro e così Kai potè tirare un sospiro di
sollievo; meno gente lo vedeva, meno possibilità aveva che qualcuno potesse
chiedergli informazioni su di lui. Il ragazzo camminava adagio al fianco
dell’uomo, mentre con la mente ripercorreva quei corridoi insieme a Takao, Max,
Rei e il prof. K…
Quando
Dimitri passò la tessera magnetica sulla porta della sua suite, il cuore di Kai
mancò un colpo. “Questa camera…”
osservava l’arredamento con gli occhi sgranati, senza perdersi neanche un
particolare. Le delicate tende gialle, l’elegante mobilia in legno pregiato, i tavolini con un fantastico televisore al
plasma ultrapiatto. Ogni tipo di confort possibile era concentrato in quella
camera, la stessa di sei anni prima…
Il ragazzo
percepì un peso sullo stomaco, come se rivedere il posto in cui avevano dormito
per quasi due settimane, potesse fargli risentire il loro odore, vedere i loro
volti la mattina, sentire le loro risate…
Il suo
orgoglio gli concesse un sorriso di beatitudine, mentre intanto Dimitri lo
osservava sempre più impaziente e felice. “La mia Piccola
Falena”
Si avvicinò
a lui da dietro, circondandolo con le sue forti braccia, ed avvicinando la bocca al suo orecchio, nascosto in parte
dai capelli argentati. – Allora Chris ti piace? – Il ragazzo chinò indietro il
capo lasciandogli intendere di continuare. Chris, il nome che usava quando diveniva
una Falena, un nome che serviva a proteggerlo, a nasconderlo al resto del mondo.
– Cosa, la camera o questo? – rispose malizioso girandosi verso il biondo ed osservandolo dritto negli occhi. Il diamante e l’ametista
in un unico istante. Dimitri intanto non lasciava la presa dai fianchi del
ragazzo, neanche quando si piegò su di lui per baciarlo. Un bacio freddo, pieno
di impazienza e voglia di sfogare il proprio desiderio.
Kai percepì solo questo, come ogni volta; non che Dimitri fosse come Vorcof
certo, ma lui non riusciva comunque a leggere altro in quei gesti. Per quanto
accurati e delicati, per lui erano come una pugnalata continua, mentre la sua
mente rivedeva in quei gesti solo Lei. Lei che lo baciava, lei che si lasciava
cullare come una bambina in cerca d’affetto, lei che gli avvolgeva le braccia
attorno al collo, lei che gli accarezzava i capelli, lei che lasciava
inevitabilmente su di lui il suo fresco profumo di pesca.
Dimitri lo
spinse con forza sul grande letto che troneggiava in un lato della stanza. “Sei anni fa lì c’erano due singoli, mentre
dall’altra parte ne stavano altri tre…Max, Takao ed il
prof. da una parte, io e Rei dall’altra”
Percependo
il peso dell’uomo su di sé, Kai cercò di abbandonarsi, come se stesse cadendo
nuovamente in una voragine di incubi e sogni repressi
con la forza. “Hilary…”
Un cuore
batteva tranquillo sotto il suo orecchio. Lentamente si rialzò cercando di
rimettere a fuoco le immagini. Accanto a lui Dimitri lo osservava compiaciuto
ed appagato, i suoi occhi grigi non lo abbandonavano un
attimo, mentre con le mani gli accarezzava dolcemente la schiena coperta da
piccoli tagli più o meno recenti. Kai si volse verso il biondo e lo osservò per
alcuni istanti. Non riusciva a reggere la vicinanza di quegli occhi grigi,
poiché troppe volte nella sua mente assumevano lentamente sfumature tendenti al
castano, fino ad assumere una colorazione simile a quella del cioccolato. Due
dolci e caldi occhi color del cioccolato, che lo osservano come se volessero
urlargli tutto l’amore che provavano per lui.
- Sei stato
bravo – disse Dimitri tirando Kai verso di sé e baciandolo di nuovo con
passione. Il ragazzo rispose al contatto offertogli, anche se dopo pochi istanti
si allontanò, dirigendosi a raccogliere i suoi pochi vestiti sparsi per la
stanza.
- Te ne vai
già via? –
- Come
sempre –
- I tuoi
soldi sono sul tavolino – disse tranquillo l’uomo intuendo già la prossima mossa
della sua Falena.
Kai dopo
essersi rivestito si recò nel piccolo soggiorno, accarezzando con la mano il
lucente legno del tavolino…
- Io
propongo un film! – esclamò entusiasta Takao sedendosi comodamente sul divano e
appoggiando una pila di dvd sul tavolino in legno. – Ci
sto! – concordò Max allegramente accomodandosi anche
lui.
- Anch’io –
annuì il cinese raggiante, mentre dietro di loro il prof. Kappa si agitava
furiosamente. – Ma ragazzi, non dovreste allenarvi!? –
- Senti che
ne dici di tornare qui domani sera? – gli chiese Dimitri mentre lui stava per
uscire.
Kai ci
pensò un attimo. Quei soldi erano sufficienti a pagare la Tassa per quella sera,
e magari con un piccolo extra avrebbe potuto predere di nascosto qualcosa per i
ragazzi.
- Va bene,
a che ora? -
- Oh quando
vuoi, ho lasciato indicato al consierge che sei il mio segretario ed apprendista. Ti lascerà entrare senza creare problemi
–
- Un
assistente? – Kai lo squadrò seriamente divertito. Dimitri era sempre il solito
sfacciato; non aveva un minimo di pudore o ritegno nel far pesare la sua
influenza, e questo ricordava a Kai un certo ex blaider di sua conoscenza…Un
blaider che tempo fa combatteva con un bey blu scuro, con
al centro una magnifica fenice di fuoco.
- Sì…Ma non
ho specificato di che tipo di “assistenza” si tratta – disse malizioso l’uomo
sorridendo.
Anche Kai
si ritrovò a sorridere. Malgrado la situazione, Dimitri
aveva quel modo di parlare dannatamente implicito che riusciva a donare lievi
istanti di distrazione alla piccola Falena.
- A domani,
Chris –
- No
Dimitri, a stanotte, sono le due del mattino – con questa frase la Falena lasciò
l’albergo, inoltrandosi per le strade di Mosca per tornare alla sua Tana.
Era
arrivato in orario, stranamente. Per i portici non si vedeva nessuno; le guardie
erano tutte rintanate come topi nelle loro camere, le uniche oltre ovviamente a
quella di Vorcof, in qui funzionavano i riscaldamenti.
Evitando di
battere i denti per il freddo pungente, Kai si diresse rapido verso la sua
cella, chiudendosi immediatamente la porta alle spalle. Ancora quella
sensazione.
Arrancò
sfinito verso il suo giaciglio; lì nessuno poteva
vederlo, lì nessuno avrebbe potuto dire che Kai Hiwatari fosse un debole.
Nessuno…Tranne la sua anima.
Si distese
debolmente sul letto freddo e duro come il granito, che in quel momento gli
parve il più morbido del mondo. Era senza forze. Dopo aver pagato con tutti i
soldi della serata la Tassa con anche gli arretrati
della sera precedente, non aveva potuto prendere nulla dalla dispensa, così si
era diretto stanco e morto di fame verso la sua cella.
Tuttavia
non era la fame o la stanchezza ad impensierirlo, ma se
stesso. Come ogni sera si sentiva sporco ed umiliato.
Come ogni sera provava ribrezzo per quello che era diventato. Una bambola in
mano del primo che passava. Che fosse Dimitri, o Vorcof, o qualcun altro questo
non faceva differenza. Era un oggetto, mentre prima era una persona. L’immagine
di Hilary gli risuonava chiara nella mente. Lei era il suo primo pensiero ogni
mattina, in ogni ora della giornata, ogni istante della notte. Lei c’era sempre.
Il solo
fatto che la “tradisse” ad ogni calar della luna, lo
faceva sentire uno straccio, un demone caduto oltre le braccia dell’Inferno, un
demonio che neanche la Casa di Lucifero vuole accogliere. Istintivamente si
portò la mano al polpaccio destro, percorrendo con le sottili dita arcuate il
nome inciso sulla pelle. “Hilary”
Ricordava
ancora il giorno in cui se lo era fatto; era stato durante la sua prima notte al
Monastero. In quell’occasione trovò un piccolo pezzo di vetro, probabilmente un
frammento di qualche bottiglia di alcolici rotta dalle
guardie. Inizialmente aveva pensato di tagliarsi le vene, ma poi si era
ricreduto. “Se lo facessi lei non me lo perdonerebbe mai” così aveva pensato di
usarlo per ricordarsi per chi doveva vivere, cosa lo faceva vivere…Si era inciso
il nome della sua stella sulla pelle, godendo nel sentire la carne mentre si
straziava dal dolore nell’urlare il suo nome…Hilary.
Percependo
nuovamente sollievo nel sentire il suo nome sulla pelle, il ragazzo di
addormentò sognando l’angelo a cui apparteneva quella
scritta e il suo cuore.
Un colpo
alla porta, altri due in rapida successione, Ranja.
Kai si alzò
di scattò e corse alla porta con il cuore in gola. Non
era giorno e Ranja non veniva mai nella sua camera di notte, di solito era
troppo stanca, e come lui sopraffatta dalla vergogna si rintanava nell’oscurità
della sua cella.
Aprì la
porta di scatto, prima che la figura davanti a lui gli
cadesse pesantemente addosso, aggrappandosi disperatamente alle sue
spalle. Barcollarono per qualche istante, prima che lui assicurasse la presa
sulle sue braccia.
La guardò
negli occhi e un brivido d’orrore si diffuse lungo tutto il corpo. Il trucco era
sparso sul viso chiaro, e i suoi occhi arrossati cercavano di nascondere delle
lacrime molto taglienti. Sulla gote grosse chiazze
bluastre contribuivano a portare i pensieri di Kai verso un’unica direzione.
Sentì di aver perso tutto il suo autocontrollo.
- Chi è
stato Ranja? – le disse scuotendola con forza.
Lei scosse
la testa mordendosi le labbra, mentre i capelli scompigliati sul viso
ricoprivano altri lividi e celavano ai suoi occhi viola tagli e contusioni.
- Ranja,
rispondi! – Kai alzò la voce adirato come mai in vita
sua.
- Non lo
so… - disse lei affondando la testa sul suo petto senza riuscire più a fermare
la discesa delle lacrime. Kai l’abbracciò forte,
facendola entrare nella sua stanza e chiudendo la porta.
- Kai mi
spiace ho...Rotto il patto… - disse lei in preda alle
lacrime. Già il patto…
- E va
bene, allora sai che ti dico signor Hiwatari? Facciamo un patto, nessuno dei due
verrà mai ad implorare l’aiuto dell’altro. Tanto se
sostieni di non aver bisogno di nessuno… -
- Se
proprio ci tieni, tanto ti assicuro che non sarò mai io a chiederti aiuto Ranja
– disse lui con voce indifferente.
- Oh lo
vedremo…Tutti prima o poi hanno bisogno di aiuto, anche
Kai Hiwatari – sentenziò Ranja dando così il via al loro strano rapporto di vera
amicizia.
Kai la
strinse forte a sé, permettendole di sfogarsi liberamente. La osservava pieno di
rabbia. Chi aveva potuto farle questo? Chi solo si era permesso di toccare la
sua amica? I suoi pensieri furono interrotti dai forti sussulti che scandivano i
singhiozzi della ragazza, che aveva il volto celato dai capelli abbandonato sul
petto nudo del ragazzo. Kai le accarezzò dolcemente la schiena per calmarla,
mentre avvertiva sui polpastrelli tracce chiare di quella che doveva essere
stata una violenza crudele. I vestiti della ragazza erano strappati in più
punti, e l’intero suo corpo era ricoperto di tagli, graffi ed ematomi.
- Kai –
disse sollevando il viso verso il suo. Il ragazzo per poco non si spaventò; il
bellissimo volto da bambina di Ranja si era tramutato in una maschera di puro
terrore, non c’era nulla della sua Ranja in quella ragazza tranne che i suoi
occhi.
- Ti prego,
posso stare qui con te? – chiese mandando all’aria tutto il suo pudore ed orgoglio. Era sempre stata una ragazza fiera, ma questo
era davvero troppo, anche per lei.
Kai non ci
pensò nemmeno per un istante. – Certo, dove pensavi di andare? – le disse
facendola stendere sul lettino
e sdraiandosi accanto a lei. Lo spazio era ridotto, così dovettero stringersi
molto, ma a nessuno dei due importava; a Ranja serviva solo la vicinanza di Kai
e un suo abbraccio, mentre il ragazzo voleva solo farla riposare, cercando di
calmarla e confortarla. L’abbracciò silenziosamente,
facendole appoggiare la testa al suo petto, mentre lui le accarezzava i
capelli.
- Kai ho bisogno di te -
–
Tranquilla, ora ci sono io amica mia.
-
Beh
che dire? Io l’avvertimento OOC l’avevo messo…Il nostro Kai non è esattamente
come lo immaginiamo tutte, ma spero comunque che vi sia arrivato in qualche
modo. La sua non è debolezza, ci tengo a metterlo in chiaro, è semplicemente
rassegnazione e paura per l’incolumità delle piccole Falene.
Avviso
per i lettori:
dal prossimo capitolo ci riattaccheremo anche a “quelle anime che si trovano in
Giappone”…In fondo è un seguito di Ad un passo…In the middle between Life and
Death o no?
L’angolo
dei grazie^^
Lexy90:
Grazie tesoro per esserti letta anche questo mio piccolo delirio^^ Mi fa molto
piacere e sono contentissima quando leggo che ti sembrava quasi di essere lì…Beh
qui col fatto che ci sono anche pochi personaggi (rispetto ai Cavalieri)
l’inquadratura su Kai è a 360°^-^ Eh sì il caro Vorcof non si smentisce mai, è
sempre lurido e perfido e nella mia mente perversa ha sempre avuto la faccia da
maniaco (e soprattutto ossessionato da Kai) Per quanto riguarda Ranja, lei è una
mia piccola creazione e come tutti i personaggi che ho inventato (prendi Crystal
e Samantha per esempio) anche lei ha una sua caratterizzazione specifica, e
spero vivamente che ti possa piacere sia la nuova arrivata sia il capitolo^^
Grazie ancora per il tuo continuo ed immancabile
appoggio…E’ molto importante^^ Baciuzzi Avly
Pich_91:
Grazie 1000 Pich per le annotazioni tesoro, sono contentissima che questa storia
ti abbia colpito in maniera positiva e mi impegnerò
perché continui a farlo^^
Mi
fa estremamente piacere il fatto che tu abbia trovato
Kai IC, io per la verità avevo paura di averlo reso OOC, ma se mi dici questo
allora è ancora meglio! Felice che Ranja ti piaccia, tengo molto a questo
personaggio e sono contenta quando sento che anche a voi lei comunica qualcosa^^
Spero
di ricevere il tuo parere anche su questo capitolo! Baciuzzi
Avly
Silvj:
Grazie davvero cara! Sapere che ti vengono in mente
possibili seguiti è una grande cosa per me, perché significa che la storia ti ha
colpita^^ Spero vivamente che questa storia ti possa continuare a piacere e
aspetto un tuo parere^^ Grazie ancora!! Baciuzzi
Avly
Ringrazio
di cuore Flamara, Ria e Silvj che hanno messo questa storia fra
le seguite^^ Grazie 1000 Baciuzzi Avly
Only
for you my friends,
Avly