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Autore: Salice    22/02/2010    1 recensioni
(Tratta dal primo capitolo)
- Naruto, ti senti bene? Hai un pessimo aspetto! – Rock Lee si era avvicinato, e lo scrutava con quei suoi grandi occhi a palla sotto le sopracciglia spesse. Buffo, pensò Naruto. Il sopracciglione aveva un’espressione preoccupata. Doveva avere un aspetto davvero orribile per farlo reagire in quel modo. -… Sdo bede… Sdo andando da Sagura… - Balbettò, scandendo a malapena le parole. - Sei davvero messo male… E’ meglio se te ne stai a casa… Hai tutta l’aria di uno con un brutto raffreddore… - Gli suggerì il ragazzo, fissandolo dall’alto, con le mani sui fianchi e quell’aria assurdamente paterna che metteva su ogni tanto. Aveva solo un anno più di lui, accidenti! - Ravvreddore? – Domandò con espressione imbambolata, guardando l’amico dal basso in alto. – Bai avudo guella roba io… - Fece per rialzarsi, ma crollò faccia a terra, privo di sensi. 2^ Classificata al Naruto Fruits Contest indetto da sakuchan e Nihal.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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2° giorno – Posso farcela!



- Naruto è malato? – Chiese incredulo Shikamaru, fissando Choji. Il robusto ragazzo, in piedi sulla porta, annuiva e masticava senza sosta.
- Non credevo che fosse possibile che quel vulcano in eruzione potesse ammalarsi! – Sbottò, ancora stupefatto, facendo cenno all’amico di entrare in casa.
- L’ho saputo da Rock Lee ieri sera. Buongiorno Yoshino! – Rispose Choji, tra un boccone e l’altro, salutando poi la madre di Shikamaru, che rispose con un sorriso, guardandosi bene dall’invitare il ragazzo a fermarsi per la colazione. Non aveva certo fatto acquisti per un esercito, quella mattina. Nel mentre, Shikamaru proseguì a parlare.
- Credo che dovremmo andare a trovarlo… Vieni con me, Choji? –
Il ragazzo scosse la testa.
- Ho una missione, partirò tra circa un’ora! -
- Ah! Allora andrò io e gli porterò i tuoi saluti. Cosa posso portare ad un ammalato? – Si chiese il ragazzo, ad alta voce. Due voci, provenienti rispettivamente da sua madre in cucina e da suo padre nel portico, gli risposero con sicurezza:
- Dei fiori! -
- Delle arance! -
- Mamma, Naruto è un ragazzo, non posso portargli dei fiori! – Protestò Shikamaru, scoccando un’occhiata malevola verso Choji che ridacchiava. Senza smettere di mangiare, ovviamente.
Suo padre si affacciò nella stanza.
- Delle arance sono più indicate, gli saranno utili… -
- Ai malati si regalano i fiori, portano bene! – Lo rimbeccò la madre, guardando storto Shikaku, che accennò una smorfia. Shikamaru colse lo scambio di sguardi tra genitori e si arrese, sperando di salvare il padre dall’ira materna.
- Va bene, prenderò arance e fiori! – Sospirò, andando a infilarsi i sandali, voltandosi verso l’amico che lo seguiva.
- Andiamo, Choji? – L’altro ragazzo, a guance piene annuì verso il suo amico.
- Se passiamo dal negozio di Ino che è sulla strada posso accompagnarti. – Gli sorrise, ficcandosi l’ennesima manciata di snack in bocca.
- Bene, allora andiamo! -
Shikamaru e Choji salutarono Yoshino, la quale continuava a fissare con espressione malevola il marito, intento a battersela in frettolosa ritirata, e uscirono in strada.


***



Per qualche istante, Naruto si convinse d’essere guarito. Sdraiato a letto, si sentiva leggero e senza peso, poi tentò di respirare, e il panico lo assalì, non riuscendoci. Dopo un breve istante di confusione, aiutato da un raschio fastidioso nel naso, si ricordò del maledetto raffreddore. Annaspò di lato, alla ricerca del suo sacro rotolo di carta igienica, ma si trovò in mano con orrore solo un tubo di cartone. Si tolse con un sospiro e un rantolio la pezzuola che aveva sulla fronte, completamente asciutta. Abbozzò un sorriso ripensando alla delicatezza di Sakura quando gli aveva bagnato la fronte, prima di andarsene con Sai, ma si riscosse in fretta. Un pizzicorino al naso lo avvisò che non aveva tempo per le questioni filosofiche. Scese in fretta dal letto, ciabattando fino in bagno e recuperando un altro rotolo di carta igienica dal mobiletto. Giusto in tempo per annaffiare con uno starnuto il lavandino e parte del pavimento.
- Ghe Sghifo! – Biascicò, pulendosi sommariamente le dita con la carta, aprendo poi l’acqua corrente per completare il lavoro e dare una parvenza di vaga civiltà al bagno. Terminata l’operazione, si trascinò con il suo morbido trofeo fino al letto, su cui si accasciò, strisciando sotto le lenzuola.


***



- Ciao Ino! – Esordì Shikamaru, entrando nel negozio di fiori con Choji.
- Shika! Choji! – La ragazza bionda sorrise, da dietro il bancone. – Non mi direte che vi siete trovati una fidanzata, vero? – Domandò, con espressione maliziosa, dirigendosi verso di loro.
- Non dire scemenze! Solo voi ragazze pensate continuamente a queste cose! – Sbuffò il ragazzo, posando sul bancone un pacchetto di carta.
- Ma è vero che Naruto è malato? Me lo ha detto Sakura ieri. – Chiese la ragazza, ignorando il brontolio di Shikamaru.
- Si… Sono per lui i fiori. –
Ino sgranò gli occhi azzurri.
- Fiori? Non è mica morto! –
Choji rise a bocca piena, Shikamaru sollevò le braccia in un gesto esasperato.
- Ahh, lo so, cosa credi? Ma mia madre si stava impuntando e non avevo voglia di discutere… -
- Hai mai voglia di fare qualcosa, Shikamaru? – Chiese la ragazza, punzecchiandolo.
- Piantala di fare dell’ironia Ino, e aiutami a scegliere qualcosa che non sia tremendamente da femmina!– Ribatté il ragazzo, accucciandosi accanto ad alcune piante in vaso. Lei gli si avvicinò, mentre Choji rimase più indietro, accanto al bancone.
- Non guardare da quella parte… Neanche il cactus più resistente sopravviverebbe in casa di Naruto! E’ meglio un fiore reciso. – Disse con sicurezza Ino indicando invece una pianta carica di tanti piccoli fiorellini gialli, raggruppati in ciuffetti.
- L’achillea è un buon augurio di guarigione. -
- Va bene, ne prendiamo un mazzetto e andiamo, prima che Choji parta. -
In men che non si dica, la ragazza confezionò con cura un piccolo fascio di achillea, che consegnò a Shikamaru, mentre Choji afferrava il pacchetto di carta.


***



Naruto era riuscito a sedersi a tavola, e fissava con astio il riso in bianco, ovviamente freddo, che gli aveva lasciato Sakura. Certo, era un piatto cucinato da Sakura ma… Perché proprio il riso in bianco? Non che cambiasse molto, visto che non sentiva alcun sapore… Ma l’idea del ramen gli sarebbe stata più gradevole. Per un attimo fissò con nostalgia l’anta dietro cui conservava le sue confezioni di tagliolini in brodo precotti, poi realizzò che erano sepolte sotto un quintale di arance e tornò ad osservare tristemente il riso.
Ne aveva ingoiato a malapena qualche cucchiaiata, quando sentì bussare. Di nuovo Sakura e Sai? O Kakashi? Pensò con terrore, ingoiando il riso e quasi soffocandosi nel buttarlo giù.
- Avandi! – Gracchiò, cincischiando con la ciotola del riso in mano. Shikamaru e Choji fecero la loro apparizione nel vano della porta, ed entrarono. Shikamaru aveva un mazzetto di fiori in mano e… Fiori? Che diamine gli era preso a Shikamaru?
-Gosa è guella roba? – Domandò indicando il mazzetto. Il ragazzo abbassò lo sguardo e scrollò le spalle.
- Non ho voglia di spiegarlo un’altra volta, tienilo e non fare domande. – Affermò in tono scocciato. Choji dal canto suo, si fece avanti con un pacchetto, che appoggiò cautamente sul tavolo, rispondendo alla domanda di Naruto:
- La madre di Shikamaru ha insistito che fosse il regalo migliore per un malato… Ora io devo andare. Riprenditi, Naruto! – Detto questo il Ninja si eclissò.
- Ah, gabisgo… Giao Giogi!-
Nel frattempo, Shikamaru aveva sistemato in un bicchiere il mazzetto, e si era accasciato con espressione esausta sul pavimento, a gambe incrociate.
- Non sai quanto ti invidio Naruto! Hai la scusa di essere malato e puoi stare a dormire tutto il giorno finché non starai meglio… - Seee, come no! Pensò Naruto. Avrebbe proprio voluto vedere la stanza di Shikamaru piena di arance, fazzoletti e di gente che andava e veniva costringendolo a mangiare… Imboccandolo.
- Guarda ghe dod è bica bello… - Tossì per qualche minuto, sotto lo sguardo sgomento del chunin.
- Comunque ti ho portato anche qualcosa di utile… - Mormorò il ragazzo seduto, grattandosi una spalla con un gesto imbarazzato.
Naruto sbarrò gli occhi. No, per favore… Non ancora quelle… Quelle…. Cose! Pregò silenziosamente, respirando malamente dalla bocca, e tuffando poi di corsa il naso in una striscia di carta igienica.
- Ecco qua… abbiamo preso delle ara… - Il ragazzo si bloccò, e altrettanto fece Naruto, sollevando lo sguardo dal suo improvvisato fazzoletto umido per controllare la situazione. Shikamaru aveva sollevato il sacchetto che era sul tavolo, e lo stava soppesando con aria perplessa.
- Ghe g’è? – Chiese Naruto, buttandosi a sedere sul letto con un sospiro.
- Le… Arance… - Shikamaru aprì il sacchetto, e mostrò a Naruto il contenuto. Era pieno di bucce!
- Ah babbè, dod è ud broblema sai… - Biascicò lui, perplesso, mentre l’altro ragazzo accartocciava nervosamente il sacchettino.
- Le ho lasciate sul bancone del negozio mentre sceglievo i fiori… Choji!!! – Sbottò Shikamaru, scuotendo la testa e lanciando per terra la pallina di carta. Il volto di Naruto si illuminò all’improvviso, e una lacrima di commossa gratitudine verso Choji gli scivolò giù per la guancia.
Shikamaru, dal canto suo, gli si avvicinò in apprensione.
- Oh Cavolo! Naruto! Ti senti bene? Sono sicuro che Choji non l’ha fatto apposta… - Naruto scosse il capo, deglutendo rumorosamente. Era davvero felice che Choji fosse passato a trovarlo!



***


Nel suo studio, la quinta Hokage rifletteva sulla conversazione avuta un giorno prima con Kakashi:

- Sembra che Naruto sia raffreddato… E’ possibile? – Le aveva domandato Kakashi, senza preamboli. Lei aveva soppesato cautamente le parole, prima di parlare.
- Non è una cosa molto comune, in effetti. Può essere che la malattia sia così potente da resistere almeno in parte al potere rigenerante di Naruto… Il chakra della volpe forse potrebbe aiutarlo, ma non posso rischiare che Naruto venga sopraffatto e distruggere così il villaggio… - La donna bionda giocherellò con una lista di missioni che aveva sulla scrivania, senza sollevare lo sguardo.
- Capisco. E’ indispensabile che Naruto non perda il controllo. - Constatò Kakashi, imboccando una finestra, pronto a saltare giù.
- E che guarisca in fretta. – Aggiunse Tsunade.


La donna sospirò. Forse era meglio controllare di persona le condizioni di Naruto, prima che la situazione sfuggisse al loro controllo. Naruto era pur sempre una forza portante! Aggirò la scrivania ed uscì dal suo ufficio, senza neanche toccare la pila di urgenti pratiche che le era appena stata portata.


***



Fuori dalla porta di casa di Naruto, Kiba e Shino osservavano Hinata. Sotto lo sguardo dei due ragazzi, la giovane era arrossita vistosamente, e fissava il pavimento con aria nervosa.
- Hinata… Non possiamo aspettare tutto il giorno che tu ti senta pronta! – Sbottò Kiba, ficcandosi le mani nelle tasche della giacca bordata di pelo. La ragazza annuì, chinando ancora di più il capo, stringendo tra le mani un contenitore. Kiba sbuffò spostando lo sguardo verso Shino, che se ne stava appoggiato al muro, il cappuccio ben calato sul capo. Ovviamente non si capiva da che parte guardasse, con quei suoi occhiali da sole.
- Shino, dille qualcosa anche tu! – Lo esortò, indicandogli Hinata.
- Mh… Se non se la sente… - Fu l’unica cosa che gli sentirono dire.
- Se non te la senti, dovresti provare comunque… Avanti Hinata!- Riprovò il ragazzo, mettendo in mostra la sua dentatura particolarmente affilata. Hinata deglutì nervosamente, arrossendo ancora di più se possibile. Kiba sospirò, voltandosi verso Shino.
- Non potresti provare ad incoraggiarla? –
Shino sollevò impercettibilmente il volto. Impossibile dire se avesse alzato davvero lo sguardo, ma era questa l’impressione che dava.
- … -
- Oh! Basta, mi arrendo, noi entriamo. Vuoi che gli consegni io quella roba? – Domandò Kiba, con un tono abbastanza scocciato, che tradiva comunque una sorta di burbero affetto, allungando la mano destra verso di lei.
- G… Grazie Kiba, io credo che passerò in un altro momento… - Mormorò Hinata, consegnandogli il contenitore, prima di girare sui tacchi e correre via.
- Maledizione… E’ migliorata così tanto, eppure con Naruto è sempre la stessa storia… Chissà che le prende? – Quasi ringhiò il ragazzo, rivolgendosi al suo amico.
- ... -
Kiba sollevò gli occhi al cielo.
- Certo Shino, grazie per l’aiuto, Shino. – Brontolò Kiba, picchiando due forti colpi sulla porta di casa di Naruto.


***



Naruto sussultò, e si accorse di essersi addormentato sulla scodella di riso. Occavoli… Nel suo sonno agitato ne aveva rovesciato almeno metà. Cosa stava sognando? Gli pareva di ricordare… Niente, perché un secondo colpo molto forte si abbatté sulla porta.
- Avandi! – Tentò di scandire bene la parola. A quel punto era del tutto inutile chiedere chi fosse, visto il via vai che c’era stato in quegli ultimi due giorni. Kiba entrò dalla porta con un ghigno stampato in volto, seguito da Shino. Osservando quest’ ultimo, Naruto si rese conto che se per sbaglio gli fosse mai capitato di vederlo senza cappuccio e occhiali da sole, probabilmente non l’avrebbe riconosciuto.
- Ehi Naruto! Sei davvero malmesso! – Gli disse allegramente Kiba, con quella sua faccia sorridente al punto da diventare irritante.
- Eh, don sdo boldo bede… - Annuì Naruto, non osando alzarsi da tavola. Aveva come l’impressione che se si fosse messo in piedi, il mondo intero si sarebbe ribaltato. Kiba spazzò via la ciotola da davanti al suo naso, e ci piazzò invece un contenitore.
- Te lo manda Hinata. -
- Gobe bai dod è venuda? – Domandò Naruto, senza osare aprire il coperchio della scatola. Avrebbe voluto fare uno sguardo diffidente, o perlomeno perplesso, ma gli occhi gli bruciavano in maniera insopportabile, ed era costretto a socchiuderli in continuazione. Gli sembrava che la faccia intera stesse andando a fuoco. Del naso poi, era meglio non parlarne. Kiba incrociò lo sguardo… O meglio, gli occhiali da sole di Shino, prima di rispondere.
- Non si sentiva molto bene sai… -
Shino annuì debolmente, o almeno così parve a Naruto.
- Ah… Era ravvreddada anghe lei? – Domandò, passando a soffiarsi rumorosamente il naso, gettando poi quell’affare appicicaticcio verso il cestino che aveva messo ai piedi del letto, mancandolo clamorosamente. Non che facesse differenza, visto che era ormai pieno.
- No, non esattamente. Ehi, ma non lo apri il pacchetto? – Chiese Kiba, avvicinandosi a Naruto e scoperchiando al suo posto il contenitore:
Disposte con estrema cura e simmetria, ricoperte di zucchero e miele, c’erano delle… Fettine d’arancia! Naruto sentì improvvisamente la testa girargli. Certo quelle perlomeno avevano un aspetto migliore… Ma erano di nuovo arance! Probabilmente doveva aver assunto un colorito meno salubre ancora, perché Kiba e Shino si erano avvicinati.
- Naruto tutto bene? Non stai per vomitare, vero? – Domandò Kiba, allarmato, affrettandosi a mettergli sotto il naso il catino. Shino apparve accanto a Naruto, parlando con la sua solita aria pragmatica.
- Naruto, ho appreso una nuova tecnica taumaturgica da mio padre, se vuoi posso inserire degli insetti nel tuo corpo per succhiare via i batteri… -
Naruto non rispose, ma rotolò giù per la sedia e portò entrambe le mani davanti alla bocca, traballando verso il bagno. Mentre si sbatteva la porta alle spalle, senti la voce nervosa di Kiba sbottare.
- Perfetto! Grazie tante Shino! -


***



Naruto lasciò spuntare il naso dal groviglio di coperte in cui si era arrotolato. Era scosso a tratti da brividi di freddo, e al contempo si sentiva la fronte bollire. Sbirciò fuori dal suo nido e si rese conto che doveva essere il tramonto. Una luce dorata e calda invadeva la stanza e il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro che voleva essere malinconico. In realtà assomigliava più al gracchiare di un corvo.
Proprio in quell’istante, la porta si spalancò. Jiraya, seguito da Tsunade, fece il suo ingresso.
- Allora, Naruto! Gira voce che tu ti sia ammalato! E ti ho portato la migliore ninja medico del villaggio, anche se ha parecchi impegni! – Esordì l’uomo, facendo subito dopo una smorfia. - Ma che razza di casa hai? Sembra un tugurio! – Esclamò un secondo dopo, puntando l’indice sul cestino traboccante di fazzoletti, sui rotoli di carta igienica sparsi sulle più varie superfici e sulla pila di ciotole non lavate che languiva nel lavandino.
- Ba ghe volede? – Sputacchiò Naruto, cercando di fare una smorfia. Pessima idea. La pelle nel naso sembrava che si fosse trasformata in corteccia, tanto era rigida.
- Naruto… Fammi sentire la febbre. – Disse Tsunade con gentilezza, avvicinandosi e posandogli una mano sulla fronte. Lentamente un flusso di Chakra iniziò a essere visibile sotto il palmo della donna.
- Stai buono un secondo… Se tutto va bene, tra un paio di giorni al massimo sarai come nuovo. – Sorrise Tsunade, mentre Jiraya si era appropriato della sedia e guardava con un certo disgusto la superficie di certo non impeccabile del tavolo, ma vi posò comunque un cesto. Naruto chiuse gli occhi, tanto ormai sapeva…
- Ti abbiamo portato delle arance! – Fu l’allegra affermazione dell’eremita. Naruto provò il profondo desiderio di tirargli un pugno in faccia. Si limitò a mugolare, ma persino quello gli fece ricevere un’occhiataccia dalla ninja medico più irascibile del villaggio della foglia… Ah no! Aveva dimenticato Sakura.
- Sono sicura che nel giro di poco potrai tornare ad allenarti in tutte le tue tecniche! – Gli disse la donna, abbozzando un sorriso. Naruto stava per fare altrettanto, ma una frase di Jiraya lo fece pietrificare.
- Magari senza affaticarti troppo, tipo quella dell’Harem… - L’aria parve solidificarsi. La mano di Tsunade, che si stava allontanando dalla fronte di Naruto, rimase bloccata a mezz’aria mentre questa girava la testa verso l’eremita.
- Che cosa hai detto? – Era una frase semplice. Il vero problema era il tono, pensò Naruto. Avrebbe potuto congelare una fiamma, seduta stante. Ne era sicuro. Jiraya impallidì, mentre un velo di sudore gli imperlava la fronte.
- Ma no… Ma no… Un innocente scherzo tra maestro e allievo… - Balbettò l’uomo, portando le mani avanti, alzandosi prudentemente.
- Jiraya… Credi davvero che ti conosca così poco, o pensi che io sia stupida? –Disse la donna, serrando i pugni fino a tremare. Oh oh… Pensò Naruto. Nello stato febbricitante in cui si trovava, si chiese se la casa avrebbe retto l’ira della vecchia Tsunade.
- Ma no Tsunade… Perché non mi credi? – Tentava di blandirla, indietreggiando verso la porta aperta.
- Perché sei sempre stato un maniaco! – Tuonò, indicando poi Naruto. – Cosa credi di insegnare a questo ragazzo? Ora dovrai vedertela con me! – E gli si scagliò contro. Il ninja non perse tempo, e si precipitò fuori. All’esterno i boati e le urla si udirono ancora per parecchio tempo. L’intero edificio tremava. Naruto pregò fermamente che rimasse in piedi.
Sul tetto dall’altra parte della strada, Yamato fissò Kakashi.
- Sei ancora sicuro di quello che mi hai detto ieri? – Kakashi non distolse lo sguardo neanche per un istante dallo scontro, anzi sollevò il coprifronte, scrutando con lo sharingan il terribile combattimento.
- Non lo so, ma spero di scoprirlo in tempo. -






Grazie dei commenti!

A Nihal : Grazie! Ero partita con l'idea di fare una storia romantica, o forse malinconica, che avesse a che fare con il passato di Naruto. Poi, man mano che passavano i giorni mi sono resa conto che non avevo idee originali e poi... Mi è venuto il raffreddore! Da lì è iniziata la tragica storia di Naruto!

A Elos : A me Naruto fa tenerezza da sempre, e il pezzettino tra Kakashi e Yamato è tra quelli che preferisco, assieme a Shino e Kiba in questo capitolo, in cui ho scoperto un insospettabile lato comico!

A Sakuchan : Non ti mando da nessuna parte! Anzi sono felicissima e mi gongolo un pò XD. Ci tengo tanto, di solito per rendere i personggi più IC possibile! E, come dicevo sopra a Elos, Yamato e Kakashi sono anche tra i miei preferiti! Non si fa nessuno sforzo ad inserirli in una storia così! Erano perfetti per la parte XD
   
 
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