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Autore: pupazza    22/02/2010    3 recensioni
Questa storia nasce tanti anni fa. Dieci per la precisione. E scrivere questa storia e' il risultato di una scommessa persa con la mia migliore amica. Credeva che non ne avrei avuto il coraggio..'Ciao Rebecca'..'Ciao Mattia' e' cominciata cosi', come la piu' banale della storie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ringrazio 'Flori' e  'Ice_Princess'  per aver inserito questa storia tra le seguite.

Ringrazio la mia Beta che fa gli straordinari in questi giorni e mi permette di pubblicare.TI VOGLIO BENE BETA.

Ringrazio la Cecilia, la Cristiana e la Fede che ci sono sempre. SE VENISTE A LEGGERE E COMMENTARE MI FARESTE UN FAVORE!!

ringrazio la mia musica.

 

Per tutti coloro che hanno letto il primo capitolo GRAZIE

 

 

 

REBECCA   E   MATTIA     (COSMIC CAOS)

 

 

CAP 2

 

 

Mattia e' uno Scorpione ascendente Vergine.

Rebecca e' una Gemelli ascendente Leone.

Completamente incompatibili. Distanti anni luce.

Lei e' lunatica, impulsiva e stronza, soffre di orchite. Ovvero, al mattino fino a quando non beve il caffè meglio non rivolgerle la parola. Morde.

Lui e' permaloso e insofferente. Detesta le bugie, adora psicanalizzare le persone e ci riesce anche bene.

Lei quando quando va in fissa con qualcosa o qualcuno non si smuove di un millimetro.

E' testarda come un mulo, fa fuoco e fiamme ma alla fine quasi sempre ottiene quello che vuole. Quasi sempre.

Lui e' un leader nato. Sprigiona carisma da tutti i pori. E' uno di quelli che piacciono a tutti, di quelli con il sorriso beffardo e sornione che ti fa sempre dire di sì. Anche quando vorresti dire no. Fascino magnetico, sicuro nel parlare, sicuro delle sue idee, senso dell'umorismo strepitoso  e soprattutto bellissimo.

Fa' cosi anche sul lavoro, per questo tutti ce l'hanno in gloria, può comodamente non fare un emerito cazzo tutto il giorno e nessuno gli dice nulla.

E' uno di quelli che quando li guardi ti si appanna la vista e ti vengono le ginocchia di burro.

 

Dopo il primo giorno di lavoro con lui, Rebecca torna a casa si fa la doccia e poi si guarda allo specchio.

'Non mi faccio fregare'. Come no.

 

Il secondo giorno lui arriva alle otto e un quarto, gli occhi sempre assonnati, i capelli che sembrano essere stati leccati da un cane, la guarda con aria di sfida, le sorride ironico e la saluta.

"Ciao bellissima"

Lei solleva lo sguardo, si trattiene dallo strabuzzare gli occhi,  dice mentalmente al suo cuore di smettere di correre, capisce che la sfotte e lo saluta.

"Ciao tesoro"

 

Rendetevi conto.

 

In pochi giorni lui  passa dal tesoro, al cara, al bellissima, al sei proprio una stronza, vaffanculo.

Mi pare logico.

Lei passa dal bellissimo, al tesoro, al  cocco, al 'sei proprio una testa di.., al 'Leccapiedi',al 'Taci, ti detesto'.

 

Il giorno di Natale lui arriva con mezz'ora di ritardo mezzo sconvolto. Ha fatto tardi con gli amici.

Si guardano in cagnesco tutta la mattina, poi lui arriva davanti al suo tavolo con il caffè in mano.

Lei si illude che il caffè sia per lei, ma ovviamente non e' cosi.

 

Rebecca e' pazza.

Non nel vero senso del termine, ma io la considero tale.

Non e' una persona coerente, adora le sfide e dopo si fa mille paranoie mentali.

E' autolesionista all'inverosimile, e' perennemente confusa.

 

 

 

Ha sempre avuto la netta sensazione che all'inizio Mattia la detestasse. Un po' perché era la figlia di uno dei dipendenti, un po' perché lei con lui onestamente se la tirava all'inizio. Non lo faceva apposta. Le veniva naturale. Credo fosse un meccanismo di autodifesa.

Lui in quel periodo era un discotecaro convinto, lei invece le discoteche le ha sempre odiate.

Ha sempre preferito il cinema, i pub con la musica dal vivo e soprattutto il karaoke.

Adora cantare. Al lavoro canta tutto il tempo.

In quegli anni andava pazza per Giorgia e Baroni.

Ovviamente Mattia li odiava.

E più lui li odiava più lei cantava.

La mattina di Capodanno lui sbotta all'ennesimo ritornello di 'Riguarda noi', la prende per un braccio e la trascina della camera dei freezer.

"Hai rotto le palle!!!"

Lei fa un sorrisetto serafico, sbatte le ciglia poi esplode a ridere.

"IO?!? Che ho fatto?"

 

"Smetti cantare quella merda!! Anzi, smetti di cantare proprio!" lei guarda la mano di lui che le stringe il braccio. Il tocco della sua mano le provoca un brivido che tenta inutilmente di ignorare. E' morbida e calda. E' stretta e non molla. E' decisa. Tra le mani di lui la sua pelle ci accese. E le sembrò di annaspare.

 

"Non sei tu che mi dici quello che posso e non posso fare tesoro...e mollami il braccio!!" ,lui la lascia andare di colpo e lei per poco non pianta una craniata contro il freezer.

Lo guarda mentre fa posto nel frigo per metterci della roba e si appoggia con la spalla al muro.

Lo osserva qualche secondo. Vestito di bianco con il cappellino in testa e' davvero..ehm..curioso. Si domanda come diavolo si veste quando esce.

 

"Com'e' che sei così nervoso?"

 

"Sei tu che mi dai sui nervi!"

Lei sorride sarcastica.

 

"Lo immaginavo".

Lui richiude il frigo si gira e la guarda con la faccia di uno che si diverte.

 

"Adesso perché fai quella faccia?" domanda lei

 

"Sei innamorata vero? Per questo canti quelle canzoni dei poveri?" lui indugia su di lei con lo sguardo.

 

"Non mi sembra che la cosa ti riguardi!" mormora lei. Nel petto il cuore esplode.

 

"Mi riguarda se mi fai diventare le orecchie come quelle di Dumbo...cambia repertorio!"

 

"Qualche richiesta?"

 

"Ti ho appena strattonato per un braccio, ti sta anche venendo il livido e sei ancora qui...sei masochista forse?" (SI LO E')

 

"No, ma...mi incuriosisce il fatto che ti do' sui nervi!" lui sorride e alza gli occhi al cielo.

 

 

 

Si punzecchiano in continuazione, litigano furiosamente un giorno si e l'altro pure. Eppure sono sempre insieme.

Otto ore trascorse a lanciarsi occhiate assassine, insulti, frecciatine varie.  Insomma si odiavano proprio.

Mi dimenticavo.

Rebecca lavora ad un tavolo con una finestra. Vi chiederete 'Come?'

Praticamente il muro davanti al suo tavolo anni prima era stato buttato giù e l'avevano solo ricostruito in parte. Era rimasta una finestra.

Di fianco alla finestra c'era anche botola per scendere in cantina.

Ovviamente dall'altra parte della finestra c'era lui. Mattia.

Non proprio davanti. Un po' spostato di lato e le dava anche parzialmente di spalle, ma la visuale era ottima comunque.

In sintesi ce l'aveva sempre davanti.

O beveva' il caffè,  giocava con il cellulare o lasciava bruciare qualcosa nel forno o era a bighellonare da qualche parte.

Il laboratorio era molto grande. Magazzino, bagni, spogliatoi, stanza freezer, tanti corridoi e la soffitta.

Tutti posti dove lui era perennemente imboscato.

Eh si..perché lui era stanco.

Di sera usciva con gli amici o con le 'amiche' e di giorno ovviamente era sempre semi-distrutto.

 

Il contratto di Rebecca alla metà di gennaio scade.

Il 16 per la precisione viene chiamata in ufficio.

Un po' le spiace. Anzi tanto. Troppo.

Ma piuttosto che ammetterlo si farebbe mettere al rogo come Giovanna d'Arco.

Quando scende e' mezzogiorno e un quarto, tutti sono usciti e si infila nel suo spogliatoio a cambiarsi (una sorta di sottoscala abbastanza spartano)

Quando esce lui e' davanti alla porta con le braccia conserte, un cappellino in testa stile puffo e i suoi occhi acqua marina che la guardano curiosi.

 

"Che volevano?"

 

"Il mio contratto e' scaduto".

 

Lui sorride furbo.

 

"Finalmente non dovrò più sentirti cantare!!"

 

Lei lo guarda con tutta la calma e la soddisfazione di quel momento.

Tossicchia leggermente, alza le sopracciglia, prende la borsa e lo guarda dritto dritto in quegl'occhi meravigliosi. Sta diventando un po' troppo dipendente da quegl'occhi.

 

"Mi hanno rinnovato il contratto. Per due anni".

 

Lui stranamente non parla. Mastica nervosamente il chewing-gum e si appoggia al tavolo.

 

"Contenta?"

 

"Si! tu anche vedo..."

 

Sul suo bel faccino dall'aria bastarda si dipinge un'espressione da nano da giardino impertinente.

 

"Potresti anche avere ragione...tesoro!"

 

 

 

Due settimane dopo Mattia arriva tutto contento con un sorriso stampato in faccia da far invidia a un clown.

Hanno iniziato ad andare d'accordo. Più o meno.

Lui continua a punzecchiarla, lei sta al gioco e a volte lo provoca.

Lei si e' informata. (LE FONTI RIMARRANNO SEGRETE)

Lui si e' lasciato sei mesi prima con una biondina tutto pepe, per la quale pare avesse perso letteralmente la testa di nome Veronica.

Rebecca e' in cantina che sistema una fornitura di prodotti, sente qualcuno che scende le scale ma non si gira.

Fissa lo scaffale davanti a sé e sente il suo profumo.

Lui ha sempre avuto un profumo particolare. Un misto tra la pelle di bambino piccolo, talco, menta e rabarbaro.

Non saprei definirlo.

Lui ha preso un brutto vizio.

Spesso le arriva alle spalle e le pizzica i fianchi.

Quella mattina le arriva alle spalle, le pizzica i fianchi, le dice 'Ciao bellissima' e poi appoggia il mento sulla sua spalla.

Shock. Lei si guardò intorno per vedere se nelle vicinanze c'era un defibrillatore ma niente.

Cercò di mascherare l'imbarazzo come poteva.

 

"Leva ‘ste mani da polipo per piacere!". La stava sciogliendo come la neve al sole.

 

"Ma se ti diverti!"

 

"Certo, anche i miei reni!! Lo sai che ho i calcoli a quello sinistro!"

 

"Vorrà dire che farò piano... o ti pizzico solo il destro", continuava a tenere il mento sulla sua spalla e le mani sui fianchi lei mentre sistemava lo scaffale.

 

"Hai da fare in pausa?"

 

"No", risponde lei. 'Che diavolo vuole?' si domanda mentalmente.

 

"Vieni con me?"

 

"Dove?"

 

Lei si gira e si divincola da quella presa che la sta mandando ai pazzi.

 

"Vado a farmi il buco all'orecchio".

 

Lei lo guarda con benevolenza.

 

"Eh?!?! Ahaahhahh!!" scoppia a ridere come una scema e lui si avvicina quel tanto che basta a farla smettere.

 

"Ci vieni o no?"

 

Lei sorride sorniona e annuisce.

 

 

Quando arrivano dal gioielliere la scena e' da comiche.

La tizia che deve infliggergli l'enorme dolore e' una di circa vent'anni con i capelli corvini, un corpo da velina e due occhi azzurri come il mare.

Rebecca capisce al volo e le lancia uno sguardo degno di Crudelia Demon.

Lui sorride alla ragazza tutto trullo e si fa' dare anche il numero di telefono. Ovviamente senza il minimo sforzo.

La tizia ci prova. Eh beh...era abbastanza scontato. Impugna la mini-pistola, fa il pallino con la matita sulla parte alta del suo orecchio e spara.

Non credo siano esprimili senza scadere nel volgare i pensieri di Rebecca.

Sente la rabbia salirle dentro, vorrebbe prenderlo platealmente a calci nel fondoschiena, fargli ingoiare tutti i 32 denti e soprattutto levargli dalla faccia quel ghigno da sbruffone.

Bastardo.

Dopo aver passato 40 minuti in quel negozio ad assistere alla deliziosa performance di lui, lei esce scoglionata all'inverosimile e incazzata nera.

Ma guai a darlo a vedere.

Lui esce tutto soddisfatto dal negozio, fischietta allegramente, le passa la mano intorno alle spalle e la attira a sé. Stronzo!

 

"Che hai?" domanda Mattia vedendola evidentemente scocciata.

 

"Io?!? Nulla!! Figurati … Ti ha fatto male?" Rebecca sperò vivamente che gliene avesse fatto tanto. Ma proprio tanto.

 

"Un po'", lui si tocca l'orecchio e se lo massaggia.

Nessuno dei due accenna al fatto che quella gli dato il numero, tantomeno sul fatto che ci avesse flirtato spudoratamente davanti a lei.

 

Cento metri più avanti la vendetta di Rebecca. Un po' di giustizia ci vuole al mondo.

 

Passano davanti alla vetrina di un negozio di scarpe, quando incontrano Massimo, un vicino di casa di Rebecca che ci prova da un anno, ma che lei ha sempre rifiutato. Troppo appiccicoso. A lei se non si e' capito piacciono gli stronzi.

 

"Ehilà, Rebecca!!"

 

"Ciao Massimo!!", lo saluta anche troppo affettuosamente, maledicendosi perché sa già che non se lo leverà più di torno, Mattia leva il braccio dalla sua spalla e lei si apparta a chiacchierare piacevolmente con Massimo.

 

"Stasera passo a trovarti Rebe, ci sei?"

 

"Certo che ci sono!", lei sfodera uno dei suoi sorrisi migliori, inclina anche la testa di lato e gli fa pure gli occhioni dolci.

Mattia si e' allontanato. E' davanti al negozio del 'Blockbuster' che sbircia dentro con aria del tutto noncurante.

Dopo quindici minuti passati ad intrattenere il suo amico Rebecca finalmente se ne libera e torna da lui.

Ricominciano a camminare, lui riprende a fischiettare ma la mano sulla spalla non la mette più.

 

"Tutto bene? Ti fa male l'orecchio Mat?"

 

"No. Mi brucia solo un po'"

 

"Disinfettati quando arrivi  a casa."

Lui annuisce.

Lei lo osserva da sotto gli occhiali, ma a differenza di lui non e' cosi brava a leggere le persone.

 

Rientrano al lavoro, il pomeriggio trascorre tranquillo. Lui controlla il cellulare ogni tre minuti e lei controlla lui che controlla il cellulare.

 

Alle sei quando l'orario di lavoro finisce, lei si infila nel suo spogliatoio. Quando esce, trova lui appoggiato al muro che la guarda malizioso.

 

"Appuntamento galante stasera?"

 

"Simpatico…" lei gli sorride sarcastica.

 

"Cerca di non spezzargli il cuore, eh! Ciao bellissima! A domani!" si infila nel suo spogliatoio e la lascia li' così.

Rebecca voleva un'altra reazione. Voleva qualcosa che forse non c'era.

Il cuore di nuovo che esplode. Sospesa.

 

Quante volte l'ha mollata li' cosi...

 

 

 

 

  
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