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Autore: LilianMoonAngel    23/02/2010    1 recensioni
Dopo mezz'ora con loro, qualcuno la tirò via da quel caos e la portò fuori dalla cerchia di uomini, al centro della sala. “Vi devo ringraziare, chiunque voi siate” rispose Selene prendendo fiato. “Dovere di Cavaliere, Milady” disse il giovane, Selene alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi: erano di un blu intenso, i capelli biondi lunghi fino a metà schiena e indossava un'armatura dorata. Selene rimase rapita da quell'uomo e si sentì debole, come se l'avessero ferita al petto con una freccia e tutte le sue energie si stessero spegnendo in quel momento. Il ragazzo la guardò con aria confusa e lei arrossì; non aveva mai avuto rapporti con persone dell'altro sesso, a parte i suoi parenti, e per lei questa festa era un miscuglio di sensazioni d'imbarazzo. “Perdonatemi...” rispose Selene con un tono dolce e imbarazzato, il ragazzo sorrise dolcemente e s'inchinò davanti a lei. “Perdonatemi voi, Milady, per avervi creato un simile imbarazzo. Io sono Shaka, Cavaliere della sesta casa della Vergine, uno dei dodici Cavalieri d'Oro al servizio della dea Athena. È un onore conoscervi”
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Virgo Shaka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


L’alba era sorta da poco, piano piano la città di Atene si stava risvegliando, ma già nel grande tempio c’era movimento.

Il cavaliere delle nona casa scese la scalinata fino alla sesta casa. Arrivato lì vide il cavaliere della Vergine immerso nella sua meditazione.
“Perché siete venuto qui da me Aiolos?” disse Shaka aprendo gli occhi.
“Amico mio, credo che tu sappia il perché” rispose Aiolos.

Shaka si alzò e guardò negli occhi l’amico. “Sinceramente no, spiegati meglio”
“La guerra tra Dei e Titani è vicina, ormai manca poco. Athena vuole che ci prepariamo, entreremo anche noi in campo”

Lo sguardo di Shaka si fece cupo e si distaccò da quello dell’amico. “Parteciperanno tutti a questa guerra?”
“Delle nostre divinità sì, dei Titani l’intero consiglio, a quanto ho saputo”
“Al consiglio dei Titani si entra appena compiuti vent’anni” sussurrò Shaka.
“Sì... E se so a cosa stai pensando, anche Selene parteciperà alla guerra” rispose Aiolos.

Shaka uscì dalla sesta casa e si avviò verso il grande tempio.

“Dove stai andando?”
“Dalla Milady, voglio saperne di più” e salì la scalinata fino ad arrivare al Grande Tempio per raggiungere le stanza della dea Athena. Arrivato lì s’inchinò davanti a lei.
“Salve Shaka, come mai siete qui?” chiese dolcemente Athena al suo Cavaliere.
“Sono qui per chiedervi una cosa importante”
“Ditemi pure, sono a vostra disposizione” rispose la Dea.

Shaka abbassò lo sguardo. “Volevo chiedervi informazioni su questa nuova guerra, tra Titani e Divinità... Qual è il motivo? Cioè, perché si combatte?” chiese Shaka cercando di non far capire il vero significato della domanda.
“Solo questo?”

Il Cavaliere annuì.

“La risposta è semplice Shaka: loro credono di essere superiori a noi. È stato Crono a dichiarare guerra, e noi gliela daremo” rispose Athena con disprezzo.
“Capisco…”
“Potrei sapere perché mi avete chiesto questo?”
“Solo per curiosità” rispose abbassando ancora di più lo sguardo.
“Capisco... Devo ammettere che un po’ mi dispiace, alcuni membri del consiglio dei Titani mi stanno davvero simpatici, sarebbe un peccato ucciderli. In fondo i figli d’Iperione non hanno colpa, ma a quanto pare saranno i più giovani a partire per primi in questa guerra” disse con aria seria Athena guardando fuori.
“Allora è vero, parteciperanno anche loro!” disse scioccato Shaka. Sperava che questo fosse solo uno scherzo.
“Purtroppo sì. E questo mi rattrista molto. Soprattutto per la povera Selene, quella ragazza è molto dolce, ed io capisco perché molte delle divinità olimpiche abbiano perso la testa per lei. Ha davvero un cuore d’oro”
“Non c’è un modo di salvarli?” chiese visibilmente preoccupato.
“Forse... Iperione non manderebbe mai i figli a combattere. E spero per lui che rimangano a casa con la madre - rispose la Dea - Ma spiegatemi, perché volete saperlo Shaka?”

Shaka distolse lo sguardo dalla sua signora e si voltò dalla parte opposta. “N-nessun motivo in particolare, Milady”
“Uhm, come volete voi - rispose divertita Athena - Se volete, potete andare Shaka”

Il Cavaliere si alzò, fece un inchino e si avviò verso la sesta casa.

Aiolos lo fermò davanti all’entrata della nona casa. “Allora? Ti sei convinto adesso? Dobbiamo prepararci per questa guerra!”
“Sì”
“Allora mi spieghi dove stai andando?”
“Alla sesta casa, dove dovrei andare?”
“Andiamo Shaka, come se nessuno di noi non si sia accorto degli sguardi che rivolgevi a Selene. Ammettilo, non puoi più tenerlo nascosto, anche Athena si è accorta di ogni cosa!”
“Ti stai sbagliando, Aiolos! E poi non sarebbe possibile: lei è una divinità, ed io non sono altro che un Cavaliere”
“E' per questo che devi dimenticarla, non fa per te”
Shaka si girò verso Aiolos con sguardo severo. “Te lo ripeto: non ho alcuna intenzione verso di lei”
“Lo spero! Anche perché gira voce che diventerà sposa di Hades. Ha già chiesto la sua mano ad Iperione” disse Aiolos scherzando, ma Shaka non lo ascoltò, era già lontano.

Lontano da Atene, narrava la leggenda, si trovava un'isola rigogliosa e selvaggia. I grandi filosofi greci la chiamavano “Isola dei Beati” e narravano che lì vivessero i grandi Titani, e che su quell'isola vivessero anche la pace e la serenità.

Ma sicuramente ciò non accadeva in quel momento.

Infatti delle urla venivano da un palazzo costruito in mezzo all’isola: il Concilio era aperto.
“No, non permetterò che i miei figli combattano questa guerra! Sono inesperti! Potrebbero lasciarci la vita ed io combatterò per quattro piuttosto che vederli morire sotto i miei occhi!” urlò Iperione contro il fratello Giapeto.
“Non me ne frega nulla della tua decisione, Iperione! Nostro padre ha deciso che ogni membro del Concilio partecipi alla guerra. Cosa importa se perderanno la vita? Anche noi potremmo perderla, ma questo pare non t’importi!” rispose urlando Giapeto.
“Sono d’accordo con Iperione. Nessuno dei suoi figli dovrebbe partecipare, non sono abbastanza esperti per partecipare” rispose Oceano cercando di calmarli.
“Cosa? Se la pensiamo così allora non dovrei partecipare nemmeno io per non vedere i miei figli morire, vero? Ma siete diventati pazzi?” urlò Rea contro Oceano con tono di sfida.
“Non sto dicendo questo, penso solo che Iperione abbia ragione, tutto qui”
“Ammettilo Iperione, non vuoi che i tuoi figlioletti vadano in battaglia per non essere umiliato davanti a tutti” disse Giapeto ridendo.
“Ora basta, questo è troppo!” Iperione si scagliò contro il fratello e lo afferrò per la gola.
“Iperione! Lascialo subito!” urlarono i suoi fratelli.
“Padre! Per favore lasciatelo andare!” urlarono Eos e Selene che erano accanto a lui. Iperione guardò le sue figlie e lo lasciò andare. Poi lasciò la Sala con i figli e la moglie dietro.
“Padre, vi prego fermatevi!” gridò Selene e lui si bloccò.

La fanciulla si avvicinò e lo guardò negli occhi: il suo sguardo era basso e triste. “Padre… “

Iperione alzò lo sguardo e l’abbracciò. “Non voglio che voi partiate con noi. Se vi succedesse qualcosa non me lo perdonerei…”
“Padre non dovete pensarci minimamente, non succederà nulla” rispose Selene cercando di consolarlo.
“Ma voi non siete capaci di combattere, non avreste possibilità” disse sconsolato.
“Possiamo provare! Io non ho paura di morire per difendere i miei ideali!” rispose Elios esaltato.
“E’ fuori discussione! Nessuno di voi parteciperà a questa guerra! Parlerò con Urano e tenterò di convincerlo... - abbracciò i figli e la moglie - Farò qualsiasi cosa perché voi non facciate la mia stessa fine, non me lo perdonerei mai”
“Padre, per favore non dite così, non vi succederà nulla, lo so!” rispose con le lacrime agli occhi Selene.

Iperione le accarezzò il viso, le asciugò le lacrime e la coccolò dolcemente tra le sue braccia. “Ora torniamo a casa, non abbiamo nulla da fare qui”
“Sì” dissero in coro i figli, e insieme si avviarono verso casa.
La stessa sera Eos entrò nella stanza di Selene per parlarle.

Quando entrò la trovò al balcone con lo sguardo rivolto verso est. Si avvicinò a lei e si appoggiò al cornicione. “Perché hai lo sguardo rivolto verso Atene?”

Selene saltò in aria e arrossì violentemente. “Oh nulla Eos! Così, è per vedere” rispose imbarazzata.

.Eos la coccolò un po'. “E' inutile che neghi, tanto so che hai un debole per il Cavaliere della Vergine! E poi è un gran bel partito, complimenti!”
“Ma papà non accetterà mai. È un cavaliere, non una divinità”
“Beh, riusciremo a convincerlo. Intanto potrei farlo felice io” disse rientrando in camera e sedendosi sul letto.

Selene la guardò scioccata. “Perché? Cos'è successo?”
“Credo di aver trovato l'amore”
“Chi? Voglio saperlo! Dimmi chi è?” chiese emozionata Selene alla sorella.
“Ecco... si tratta di Arawn... una... una divinità Celtica” disse Eos nascondendo il suo viso che era di un rosso porpora.
“Aspetta, era per caso il ragazzo con cui hai parlato per tutto il tempo al mio compleanno? Quello alto, capelli lunghi bianchi, viso pallido...”
“Sì, è lui...” disse Eos abbassando lo sguardo.
“Mi piace! È davvero bello! E ha uno sguardo così neutro, mi ricorda... - Selene si fermò e abbassò lo sguardo - ... Shaka”
“In effetti, ora che me lo fai notare, si assomigliano molto - disse pensierosa Eos. Poi rivolse lo sguardo verso Selene - C'è qualcosa che non va Selene?”
“Pensavo alla nuova guerra.... Ho paura che succeda qualcosa”
“Oh dai, è un Cavaliere! È abituato a tutto questo!”
“Lo so, ma non è una guerra come le altre! Combatterà contro i Titani, potrebbe succedere di tutto!”
Selene si coprì il viso con le mani e si mise a piangere. Eos si avvicinò a lei, l'abbracciò e le accarezzò la testa, cercando di consolarla.
“Su sorellina calmati, vedrai che andrà tutto bene, fidati!”
“Lo spero Eos” disse Selene singhiozzando.
“Facciamo così: ora vai a letto e ti riposi. E domani andiamo al lago, d'accordo?” disse dandole un bacio sulla fronte.
“D'accordo - disse la giovane Dea un po' rincuorata - Buonanotte”
“Notte sorellina” le augurò Eos uscendo dalla stanza. Selene si sciacquò il viso ed andò a dormire. Ma anche quella notte non dormì. I suoi pensieri erano preda di brutti presentimenti e di incubi, e sperava con tutto il cuore che quei sogni non si avverassero per niente al mondo.

   
 
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