Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Jordan Cullen    25/02/2010    2 recensioni
piccola presentazione di un Edward Cullen umano. Essendo rimasto orfano in giovane età sarà messo a capo di una importante compagnia alberghiera, lasciatagli in eredità dal padre...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo settimo
Delusione


“dannazione ma quando arriva!” mi dissi aspettando Ession nella grande sala della mia residenza “se non arriva tra cinque secondi… giuro che lo ammazzo”
Il sole caldo di Marzo entrava dalle grandi e imponenti vetrate contornate dalle pesanti tende di broccato misto a seta. Mi affacciai da una di quelle finestre e finii per appoggiarmi al parapetto del balcone di pietra, che si affacciava sull’imponente giardino.
Passeri, pavoni, cardellini vagavano indisturbati nelle aiuole intenti nelle loro mansioni quotidiane. I pesci del piccolo laghetto nuotavano spensierati, intrecciando i loro percorso con i loro simili. I vari giardinieri e personale addetto alla manutenzione si dedicava al santuario lavoro di quello che molti descrivevano come Eden sulla terra. La luce del sole incominciava a ferirmi gli occhi, quindi decisi di rientrare per ripararmi dai primi raggi della primavera che riprendeva a vivere. Il fresco piacere che mi invase una volta dentro mi fece per un minuto dimenticare il motivo per cui ero così agitato.
Guardai insistentemente l’orologio sul caminetto che stancamente segnava le quattro del pomeriggio. Mi appoggiai con il cuore che mi martellava nel petto pensando al momento in cui avrei rivisto Patricia. Non mi sembrava vero che l’avesse trovata così facilmente e che nell’arco di quella giornata l’avrei potuta rivedere.
I due Body guard erano come al solito vicino a me. Non mi lasciavano un attimo da solo. Avevo per tutto il giorno, e non saprei la notte, i loro occhi perennemente puntati addosso e attenti a vedere ciò che succedeva intorno.
Afferrai il cellulare, che avevo appoggiato sul tavolo al centro della sala, e scrissi un messaggio a Ession. - mi spieghi dove sei finito? Ti aspetto da stamattina… -
Riappoggiai l’apparecchio sul tavolo e le porte si spalancarono facendo entrare l’esile figura di George.
“Signor Cullen… la persona che stava aspettando è arrivata”
“bene lasciala entrare, George!” dissi tutto con il cuore che mi era salito in gola
“buonasera Cugino…” mi disse lui appena entrò nella sala con quell’aria da strafottente.
Mi misi a sedere e lui vicino a me, appoggiando la cartellina azzurra con su scritto il mio nome sul tavolo.
“ciao… cerca di fare in fretta! Hai tutto?” gli chiesi io apatico e abbastanza infastidito dal su imperdonabile ritardo
“ok calma Eddy… ecco qui ho tutto!” e incominciò a tirare fuori tutte le scartoffie e foto dalla cartellina, che mi dispose ordinatamente davanti a me. Afferrai il primo plico e lo lessi attentamente.
“Patricia Morgan…” leggendo il nome avevo già capito che era un buco nell’acqua “Ession mi stai prendendo in giro?”
“no cugino…”  mi rispose lui con un chicco d’uva in bocca
“ti avevo detto espressamente detto nome e cognome della ragazza e tu te ne vieni fuori con un’ altro nome?!?” gli dissi con il sangue che mi stava andando alla testa
“ma Ed…” non volevo sentire nessuna spiegazione. Gli lanciai il plico davanti e lui lesse
“ti avevo detto che si chiamava Patricia Miles…”
“ops… piccolo errore nelle indagini!” mi disse lui deglutendo
Mi lasciai cadere sulla sedia sfinito. L’adrenalina che avevo accumulato in quelle ore mi stava abbandonando e mi sentivo sempre più stanco.
“Ession come hai fatto a sbagliare su una cosa così semplice…” gli chiesi quasi tra le lacrime di quell’illusione svanita
 “scusami… e stata una svista!” gli fece segno di tacere con una mano
“ok va bene… adesso ti prego di uscire e di lasciarmi solo!” gli dissi cupo
“ma… capita a tutti di sbagliare…”
“lasciami solo per favore. Porta con te anche quei due che mi hai messo alle calcagna!” alzai di qualche tono la voce.
O per timore o magari aveva solo capito il mio stato, lui prese tutte le sue cose e se ne andò portando con se anche i due scagnozzi.

Quando mi ridestai dal torpore e dalla malinconia era già buio fuori, avevo passato tutta la giornata a fissare un punto indistinto della stanza senza muovermi, mangiare o pensare. Ero lì fermo come una statua assolutamente perfetta. Una lacrima finalmente mi rigò la guancia che la lasciò scorrere fino al labbro superiore.
Con gli occhi sbarrati di un pazzo mi alzai e mi avvicinai alla finestra. Guardai fuori. Le tenebre avevano preso tutto, la dolce notte che mi confortava e mi faceva dimenticare, non alleviò le mie pene.
“signorino vuole cenare?” mi chiese George alle mie spalle
“no grazie. Stasera mi ritirerò nelle mie stanze presto!”
“come vuole, quando ha bisogno di me mi chiami ed io sarò subito da lei” mi disse lui congedandosi e lasciandomi di nuovo da solo.
La cosa che mi piaceva di lui e che non si intrometteva più del necessario nella mia vita, era il classico maggiordomo inglese: pacato e riservato.
Mi ripresi molto lentamente dalla delusione. Uscii dal salone e mi inoltrai nella zona notte del palazzo. Mi infilai in stanza richiudendomi la porta lentamente alle spalle cercando di non fare rumore. Mi sedetti nel letto ancora vestito ricoprendomi le gambe. Incrociai le braccia sulle ginocchia e una seconda lacrima seguita da altre iniziarono a scendermi sul viso. Non sapevo perché piangessi. - La delusione era tale da portarmi a fare ciò? In fin dei conti io non la conosco… e allora perché? Perché mi succede questo… mi sento ridicolo a piangere come un bambino per una ragazza che ho visto una volta. Ma quella volta è bastata a rapirmi il cuore? - le domande incominciarono ad affollare la mia mente. Mi sembrava che la testa volesse esplodere. Qualcuno bussò alla porta.
“andate via. Non voglio vedere nessuno!” urlai affinchè chiunque dall’esterno mi potesse sentire.
Bussarono di nuovo.
“ho detto che non voglio vedere nessuno!” urlai di nuovo
La porta si socchiuse e la testa del maggiordomo sbucò.
“George che c’è?” gli chiesi asciugandomi frettolosamente le guance con il palmo della mano
“Edward posso entrare?” mi chiese preoccupato per me
“si… va bene!” gli risposi ricomponendomi
“tutto bene padroncino?” prese una sedia e si sedette di fianco al mio letto
“si si va bene…”
“non si direbbe. Sembra sconvolto, da quando il suo ospite è andato via”
“George, caro George! È successa una cosa quando sono stato via e ho bisogno di rivedere una persona!”
Prendendo coraggio il maggiordomo si alzò dalla sedia e si sedette vicino a me sul letto.
“Edward, non mi sembra il caso di non mangiare per una delusione. Ci sono mille persone che possono darle amore da poter colmare questa mancanza”
“si… ma… ma io” non riuscii a finire la frase che ripresi a piangere
George si avvicinò a me e mi abbraccio forte a se. Come un bambino che non ha ricevuto il regalo che i aspettava mi lasciai cullare tra le sue braccia. Mai nessuno espresso affetto verso di me e, in un certo senso, mi piacque. Mi sentii in pace finalmente e finalmente la mia testa fu affollata da un unico senso di amore. Lo stesso amore che mi avrebbe espresso mio padre, se fosse stato qualche volta a casa, o mia madre, se avesse pensato a suo figlio al posto di dedicarsi ai salottini con le sue amiche.
“grazie… sei più di un inserviente per me George. Mi fai stare bene dopo averti parlato!” gli dissi abbracciandolo
“signorino Edward per me è un piacere…” il maggiordomo si sciolse dall’abbraccio con un inchino e mi lasciò di nuovo solo sul letto.
Una volta cambiatomi per la notte mi distesi nel letto e spensi la bajour del comodino e chiusi gli occhi più tranquillo

- Edward aspetta. Non so se sia giusto! - disse un ragazzino di, più o meno, 17 anni; mentre si sedeva sul letto
- si non ti preoccupare… - lo rassicurò un altro ragazzo, più o meno della sua stessa età, che si dirigeva verso di lui - togliti la maglietta Ession… fidati di me - Edward gli sfoderò un sorrisino che avrebbe sciolto qualsiasi cuore
- va bene - il ragazzo obbedì  senza troppi indugi
- ehy cucciolo non ti preoccupare abbiamo tutto il tempo a nostra disposizione. I miei non ci saranno fino a stasera - disse Edward togliendosi anch’esso la maglietta e sfilandosi i pantaloni. Si distese sopra di lui baciandolo castamente sulle labbra.
- ma stai tremando! Ession… -
- no!! - disse imbarazzato l’altro
- e allora perché sei diventato rosso? - lui distolse lo sguardo che prima era fisso nei suoi occhi
- e che… -
- si continua… - lo incalzò Edward
- Ed io non so… ho paura - disse cercando di mascherare il suo imbarazzo.
Il sorriso che spuntò sulle labbra si Edward  era così puro che fece sparire ogni esitazione dal volto del ragazzo di fronte a lui
- ok come vuoi, allora faremo bene a rivestirci! -
- no - disse il ragazzo non appena  Edward afferrò i suoi pantaloni sul pavimento
Ession si inginocchio sul materasso e tirò a se il ragazzo per un braccio, facendolo ricadere sul suo corpo semi nudo. I loro occhi si incrociarono rimanendo fermi per un po’, poi Ession incominciò  - Eddy dimmi che mi ami e sarò tuo - i suo occhi castano chiaro illuminati dal sole primaverile lo incantarono .
- certo che ti amo. Se no non sarei qui con te… scemino - e prese a fargli il solletico
Le loro labbra si toccarono ad un certo punto. Ession socchiuse leggermente la bocca e con la punta della lingua disegnò  un semicerchio sul labbro superiore del ragazzo che gli stava sopra.
Edward cominciò a baciargli dolcemente il collo scendendo fino all’incavo; mentre una mano massaggiava un capezzolo. La schiena di Ession si inarcò facendo capire a Edward quello che voleva. La testa di Ed scese fino al capezzolo e le mani lasciarono spazio alle labbra. Succhiò e morse facendo impazzire il ragazzo sotto di lui. I suoi occhi si chiusero, la sua mente si concentrò sul corpo perfetto dell‘altro. Ession preso dall’eccitazione accarezzava le spalle lisce del compagno seguendo le sue linee perfette, si sbottonò i jeans che caddero sul pavimento e rimasero entrambi in boxer.
Edward iniziò a strofinare il suo membro su quello di Ession facendolo gemere dal piacere. Quest’ ultimo infilò la mano nei boxer iniziando a massaggiarsi,  si scambiarono un altro bacio di complicità e  tutto si fece più semplice….


-------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ciao a tutti i miei lettori. E anche questo capitolo è finito…. Siamo arrivati al settimo e spero di non avervi annoiato con la mia storia! Stò cercando di renderla più intrigante possibile per farvi appassionare e spero sinceramente di riuscirci. Inoltre ringrazio fortemente MaryAc_Cullen che continua a sostenermi! Grazie di cuore…. Un bacio e a presto con un altro capitolo.


Jordan Cullen
xoxo
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Jordan Cullen