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Autore: The White Lotus23    27/02/2010    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fic in assoluto ed è nata come una sorta di esperimento. Kagome Higurashi, appena tornata da una vacanza, si ritroverà faccia a faccia con la misteriosa sparizione del padre. Deciderà di mettersi sulle sue tracce e vivrà un'avventura piena di enigmi e di incontri pericolosi. Mi sono ispirata alla trama di un pc-game molto avvincente e ho ambientato la vicenda ai giorni nostri. Spero vivamente che sia di vostro gradimento, vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ch.5 Ciao a tutti voi che leggete! Mi scuso in anticipo per  il capitolo che risulta un pò corto, ma prometto che il prossimo sarà più "sostanzioso".  Vi lascio alla storia e vi auguro una buona lettura!!!
Ps= naturalmente ringrazio di cuore tutti coloro che leggono e coloro che inseriscono le recensioni! Thank you so much!
Un bacione!
Sandy




Kagome entrò nel museo e si guardò attorno. Erano le 16.30 e ormai l’orario di visita era terminato e praticamente non c’era anima viva nelle sale, si sentiva solo il rumore del condizionatore d’aria e dei suoi passi. Erano innumerevoli le volte che si era trovata a girovagare per il museo vuoto e aveva scoperto anche un nascondiglio segreto dove andava a leggere i racconti noir di Edgar Allan Poe: una nicchia nascosta da una parete scorrevole, alla base del piedistallo in cartongesso dello scheletro fossile del Tirannosauro Rex. Sorrise ripensando a quanto quel luogo così buio e silenzioso la facesse sentire a casa. Allungò il passo e si diresse al piano superiore, aveva voglia di riabbracciare suo padre al più presto. Arrivata davanti alla porta del suo studio bussò, aspettandosi una risposta. Strano che non ci fosse nessuno nella stanza, di solito suo padre ci rimaneva anche fino a tarda ora e difficilmente, durante il giorno, si allontanava da lì. Attese per qualche minuto e poi decise di entrare poiché la porta era aperta, lo avrebbe aspettato all’interno. Appena mise piede dentro alla stanza rimase scioccata: c’era un disordine tremendo. Suo padre non era certamente un uomo con la mania dell’ordine, ma il caos presente in quella stanza era sicura al 100% che non fosse opera sua. C’erano cassetti aperti, fogli sparsi su tutto il pavimento, gli schedari erano stati buttati qua e là, il vetro della teca dove conservava la sua collezione di monete romane era rotto, ma non era stato rubato alcunché. Notò che da un plico rilegato erano state strappate diverse pagine e si accorse che erano documenti relativi ad una ricerca condotta proprio da suo padre. Sembrava che qualcuno fosse entrato con l’intenzione di rubare qualcosa in particolare e sapeva con certezza che il prof. Higurashi ne era in possesso. Cercò inutilmente di rintracciare suo padre chiamandolo al cellulare che risultava sempre irraggiungibile. Decise che era il caso di chiamare la polizia che sfortunatamente non le fu di nessun aiuto. Alla sua richiesta di mandare degli agenti al museo si sentì rispondere che se non era certa che fosse stato rapito sarebbe stato inutile e che probabilmente suo padre sarebbe ritornato presto. Chiuse la telefonata allibita dalla risposta del centralino…che assurdità!!!! Aveva un diavolo per capello, se avesse avuto davanti colei che le aveva risposto in quel modo, sicuramente le avrebbe strappato i pollici con le pinze! Non si ricordava di aver mai fatto dei pensieri così sadici, ma probabilmente l’ansia e la rabbia che l’avevano assalita le facevano questo effetto. Decise che era meglio agire da sola. Uscì dalla studio per dirigersi alla reception e chiedere se lo avevano visto, ma mentre stava percorrendo il corridoio sentì dei rumori provenire dall’ufficio adiacente a quello del prof. Higurashi. Tornò sui suoi passi, bussò e attese che l’individuo all’interno le aprisse la porta. Si ritrovò di fronte il bel viso di Inuyasha, sorpreso e sorridente (in realtà esultava mentalmente: il desiderio che aveva espresso la sera prima, si era avverato! Doveva ricordarsi di andare al tempio e ringraziare i Kami!). Anche Kagome era rimasta stupita di vederlo, ma in effetti solo dopo esserselo ritrovato sotto al naso, notò che sulla targa provvisoria di fianco alla porta c’era scritto: Ing. Shimazu I. e si ricordò che lui le aveva detto che da qualche tempo collaborava con il museo. Poco male, almeno era una persona che l’avrebbe ascoltata. Raccontò ad Inuyasha dello stato in cui aveva trovato lo studio di suo padre e gli chiese se lo avesse visto o sentito nelle ultime ore.


K: “Inuyasha, spero che tu possa dirmi dove si trova mio padre. Il suo ufficio è stato messo a soqquadro da qualcuno di estraneo che ha strappato le pagine di un plico rilegato che conteneva gli appunti di una sua ricerca. La polizia a quanto pare pensa che io sia pazza e non manderà alcun agente a controllare. L’unico che potrebbe fornirmi qualche informazione, al momento, sei tu. Sono preoccupata. Di solito papà quando parte mi avvisa sempre. Mi sembra alquanto improbabile che questa volta se ne sia dimenticato.”

I: “Kagome a dire il vero tuo padre non lo incrocio da un paio di giorni. Sono venuto oggi qui al museo perché dovevamo incontrarci verso le 18 per organizzare un cantiere. Io sono qui da circa mezz’ora ma ancora non l’ho visto, ho pensato che fosse fuori come spesso capita. Fino a ieri ero nel mio studio a Shiodome, quindi non so proprio dirti dove possa essere stato negli ultimi giorni o che cosa sia successo. Magari il custode del museo, il sig. Kawashima, ci può dire se lo ha visto e dove può essere andato, di solito quando esce gli lascia detto dove può essere rintracciato. Vieni con me.”

K: “Speriamo che sia solamente un malinteso e che il sig. Kawashima ci possa aiutare.”

I: “Vedrai che è così, tuo padre starà sicuramente bene, non preoccuparti. Ad ogni modo, per qualsiasi cosa, sappi che puoi contare su di me.”

K: “Ti ringrazio Inuyasha.”

Si avviarono verso la reception del museo, dove sapevano di poter trovare il custode che avrebbe sicuramente detto loro dove potevano trovare il prof. Higurashi. Con loro somma sorpresa, il custode non era al solito posto. Si guardarono attoniti: Kawashima era un uomo ligio al dovere, tutti lo sapevano. Non avrebbe mai lasciato il posto durante il suo turno di lavoro. Per quanto insolito e strano fosse il fatto, il ragazzo non si perse d’animo e propose a Kagome di andarlo a cercare all’interno delle sale del museo. Prima di dividersi però, Inuyasha, grazie ai suoi sensi sviluppati, udì un rumore particolare che proveniva dal piedistallo in cartongesso dello scheletro del Tirannosauro posto nell’atrio all’ingresso del museo. Kagome si mise dietro le spalle sicure del mezzo demone ed entrambi si avvicinarono quatti-quattialla sorgente del rumore. Inuyasha aprì di scatto la parete scorrevole e all’interno vi trovò il custode. Era rannicchiato su se stesso e visibilmente scosso. Non gli era mai sembrato un uomo pauroso, ma da come tremava sembrava avesse visto qualcosa di spaventoso. Kagome si avvicinò all’uomo e molto dolcemente gli parlò, tentando di tranquillizzarlo e di farsi dire il motivo che lo aveva spinto a nascondersi.

K: “Signor Kawashima, come si sente? Sta bene? Eravamo preoccupati per lei e non lo trovavamo, mi dica, come mai si è nascosto qui?”

Sig. K: “Oh signorina Higurashi! C’è anche lei, dott. Shimazu! Dovete andare via di qua! Scappate! Forse sono ancora qui…o potrebbero ritornare! VIA VIA!!! ANDATEVENE!!!”

I: “Sig. Kawashima cosa è accaduto? Chi erano questi individui? Dei ladri forse?”

Sig. K: “Non erano persone…e nemmeno ladri…erano spiriti silenziosi con sembianze umane! Indossavano delle lunghe tuniche nere che impedivano di vederne il volto e avevano uno strano medaglione al collo… Hanno portato via con loro il prof. Higurashi…non sono neanche sicuro che camminassero…sembravano non toccare il suolo…fatemi andare via di qua…e anche voi, scappate! Date retta ad un povero vecchio…IO LI HO VISTI DAVVERO!”

K: “Ora è tutto a posto, oltre a noi non c’è nessun altro all’interno del museo, venga fuori da lì, la prego.”

Il custode appena uscì dal nascondiglio, scappò velocemente fuori dal museo per poi dileguarsi. Inuyasha e Kagome si guardarono…erano senza parole. Non sembrava un pazzo visionario…però era difficile credere ad una storia simile…Non sapevano proprio cosa pensare. L’unica cosa certa era che il padre di Kagome era sparito nel nulla e la ragazza, all’idea di aver perso anche lui, si sentiva morire. Inuyasha le disse di stare tranquilla e che presto avrebbero risolto l’arcano. Mentre si stavano dirigendo verso l’ufficio del ragazzo dove avrebbero parlato con calma e cercato una soluzione, si imbatterono in uno strano individuo che si presentò come l’ispettore Tamaki e disse loro di essere un detective della polizia.

Ta: “Salve, sono stato inviato dalla polizia per indagare sulla scomparsa del professor Kyosuke Higurashi. Lei è sua figlia? E’ stata lei a chiamarci non è così? Mi dica tutto quello che sa.”

Kagome rispose a tutte le domande di Tamaki, gli mostrò l’ufficio del padre e gli disse che l’aveva trovato in quelle condizioni pietose, omettendo volutamente  il racconto del custode. Tamaki disse ai due ragazzi che sarebbero dovuti andare via perché restando lì avrebbero solamente ostacolato le indagini, li avrebbe informati non appena ci fosse stato qualche sviluppo. Così Kagome e Inuyasha si salutarono e ognuno andò verso la propria casa. La ragazza decise che quella notte l’avrebbe trascorsa a casa del padre, ma ignorava il fatto che qualcuno, nell’ombra, la stesse seguendo e fosse diretto nello stesso luogo.
  
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