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Autore: Vegetina ssj 94    04/03/2010    1 recensioni
Bella va a Forks in vacanza, senza sapere che la sua vita sta per cambiare... *ESTRATTO DAL CAPITOLO* Agnello indifeso e stupido, scappa! Tu ami il tuo vampiro. Loro sono esseri della notte. Loro bevono sangue. Non ti importa, tu non li vedi come mostri. Lui vuole il tuo sangue. Lo sai e non riesci ad averne paura. Che esseri strani sono i vampiri... ...avvolti nella leggenda... ...fredda e dura come il marmo è la loro pelle... ...freddi e duri i loro cuori... nonostante questo loro possono amare ..lui può amarti. Tu puoi amarlo, per sempre
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Neve e freddo


Ieri sera sono tornata a casa tardi. I Newton se n'erano già andati, per fortuna!

Oggi sono più o meno felice. So che probabilmente non vedrò Edward, d'altronde non posso appiccicarmi a lui, anche se non nego che mi piacerebbe.

Metto i vestiti da lavare in lavatrice, facendo attenzione a separare i bianchi dai colorati e quelli che necessitano un lavaggio a bassa temperatura.

Non si siamo ancora baciati. Desidero farlo, certo, però il fatto che sia un vampiro mi frena.

La mia mente non ha ripreso a funzionare, il che non mi sorprende più di tanto.

Tento di aggiustarmi, inutilmente, i ciuffi ribelli di capelli. Ora mi sono abituata al mio nuovo taglio, nonostante non riesca bene ad acconciarli. Prima li legavo con una coda di cavallo, ora, essendo un taglio più scalato, qualche ciuffo sfugge alla mia accurata raccolta.

Non sapendo che fare nella cittadina più pazza degli Stati Uniti mi infilai un paio di cuffie e premendo play. Meno di due tracce dopo squilla il mio cellulare. E' Charlie, che mi chiede di andare a fare la spesa. Duh! Ieri non abbiamo più preso l'argomento, quando sono rientrata stava praticamente dormendo in piedi, però non avevo più neanche pensato a questo particolare: l'avevo lasciato senza cibo! Chissà come ha fatto a cavarsela ieri sera, probabilmente hanno ordinato delle pizze.

Infilandomi la prima cosa mi capita e, naturalmente, il giubbotto blu che mi ha regalato Edward, esco.

Stranamente al mio ritorno mi rendo conto che non c'è stato alcun avvenimento strano, la solita pioggia, le solite vecchierelle pettegole tipiche dei paesini, le commesse annoiate, i ragazzini che girano per le strade, tutto normale, e dire che siamo nel paese meno normale che conosca!

A pranzo Charlie vuole sapere cosa ho fatto il giorno prima, e io mi informo sulla cena con i Newton. Come immaginavo: pizza.

Non mi sorprende neanche venire a conoscenza del fatto che Mike ha voluto mie nuove, fortunatamente non pervenute.

Nel pomeriggio esco a prendere un gelato, ebbene sì, nonostante sia inverno io mangio un gelato!

Nella gelateria vedo uno dei colossi di La Push, credi che sia quello che mi è venuto a prendere il giorno in cui Jacob mi ha dato buca. Com'è che si chiama? Sam?

-Sam! Saaam!-

-Ehi, ciao.-

Solo ora mi rendo conto che non ho la minima idea di cosa potrei dirgli. In fondo non lo conosco neppure.

-Ciao. Che fai da queste parti?- Squallida e vecchia come trovata, ma accettabile.

-Niente. Prendevo gelati a volontà per i ragazzi. Oggi falò alla spiaggia.-

-Capisco. Ma non fa un po' freddo per fare un falò sulla spiaggia?-

-Domani è prevista neve, quindi o oggi, o mai più!-

Lo saluto augurandogli di divertirsi, ometto volontariamente un eventuale “salutami Jacob”, se devo essere sincera non l'ho ancora ben capito, prima amici, poi no, poi mi chiama mi fa andare alla spiaggia per darmi buca e farmi portare a casa di una sconosciuta, per poi esordire con un ti voglio bene.


Vengo svegliata dall'arrivo di un messaggio sul cellulare.

Ancora in stato comatoso, con un piede e mezzo nel mondo dei sogni e solo una piccola parte, un alluce diciamo, nel mondo della realtà guardo il display del telefonino.

E' Edward.

-Nevica, ti va di fare un pupazzo di neve?-

-Con un occhio aperto e le dita intorpidite digito, non senza una certa fatica -Nevica? Bello! Ok, dove?-

E mi riaddormento.

Sento qualcosa di freddo toccarmi la fronte. Non voglio aprire gli occhi.

-Si, ha la febbre.-

Apro gli occhi di scatto e altrettanto velocemente tento di tirarmi su, finendo con altrettanta velocità sul cuscino vedendo la stanza che mi gira intorno.

-Edward?-

-Buongiorno. Tuo padre mi ha fatto entrare. Come va?-

-Mio padre?

-Non mi hai più risposto, ti ho mandato tre messaggi. Poi passavo di qui e ho deciso di fare un salto. Tra l'altro nevica e...guarda che bello fuori!-

Edward si alza e sposta le tende mostrandomi il bianco che ricopre gli alberi, il viale, i tetti.

-Io vi lascio soli- Non mi ero neanche accorta della presenza di Charlie fino a quando non ha parlato.

-Scusami tanto, non ho sentito il cellulare.-

Si siede sul mio letto e mi accarezza una guancia, -Non preoccuparti. Hai la febbre. Vuoi qualcosa? Un tè, una tisana? Cos'altro bevete voi umani?-

La sua domanda, unita alla sua espressione sconcertata e indecisa, mi fece ridere.

-Non voglio nulla. Tranne te.-

Mi avvicino a lui e lo abbraccio, lui mi accoglie tra le sue braccia e mi bacia la fronte.

-Che messaggio mi sono persa?- dico recuperando il cellulare. Leggo velocemente i messaggi e mi rendo conto che mi aveva dato appuntamento per le undici, sono le quattro. -Ho dormito tutta la mattina?- la mia più che una domanda sembra un'esclamazione di pura sorpresa.

-Sì. Mi sono preoccupato. Pensavo non mi volessi vedere, poi però ho realizzato che probabilmente ti era successo qualcosa. Tieni.-

Edward mi passa il termometro e io, da bambina diligente, mi provo la temperatura.

Durante i dieci minuti necessari per l'operazione io e lui stiamo abbracciati, io sotto le coperte, con la testa sul suo petto, in silenzio, semplicemente guardando dinnanzi a noi.

-Ehi 38! Altina.-

-Vuoi prendere qualcosa? Non usate i medicinali voi?-

Forse non lo fa apposta, ma risulta divertente.

-Uh conosci i medicinali?- Decido di stare al gioco.

-Mmm...fammici pensare, sono laureato in medicina, dovrei?-

-Sei laureato?-

-Si, in medicina, lettere, lingue e giurisprudenza. Ti basta?-

Devo avere un'espressione shoccata, e lui se ne accorge dato che ride sotto i baffi.

-Ti sei seriamente laureato tutte queste volte?-

-Si.-

-Deve essere deprimente...ripetere gli studi all'infinito.-

-Dopo le prime tre volte non presti più neanche attenzione a quello che dicono i professori, o quello che studi.-

-Sei stanca?-

-No.-

-Secondo me sì.-

-No. Voglio stare un altro po' qui con te.-

  
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